50° di fondazione della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia

La Caritas di Spoleto-Norcia ha celebrato i 50 anni dalla sua fondazione. Nel 1971 l’arcivescovo Giuliano Agresti fu incaricato da Paolo VI, insieme ad altri due vescovi (uno per il nord e uno per il sud Italia), di redigere il primo statuto di Caritas Italiana, ufficialmente costituita il 2 luglio di quell’anno. Rientrato a Spoleto, mons. Agresti volle subito avviare l’esperienza della Caritas nella valle spoletana, nominando don Sergio Virgili quale direttore. È stata, quindi, una delle prime Caritas diocesane italiane a prendere forma.
Questo significativo “compleanno” è stato festeggiato sabato 4 settembre 2021 al Teatro Nuovo “Gian Carlo Menotti” di Spoleto con un convegno dal titolo “Tra memoria e profezia”.
I saluti istituzionali. «In questi 50 anni – ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo – abbiamo accumulato un patrimonio enorme di solidarietà. Siamo qui oggi a prendere coscienza delle radici per guardare avanti con fantasia, coraggio e audacia. Questa giornata non è un’autocelebrazione, ma un modo di dire che il bene è ancora possibile in questa nostra società». Il Presule ha voluto anche ricordare i direttori che si sono succeduti: don Sergio Virgili, don Luigi Piccioli, ancora don Sergio Virgili, don Vito Stramaccia, Giorgio Pallucco e l’attuale don Edoardo Rossi. Ha moderato l’incontro Daniela Lucarini, dell’area amministrativa della Caritas diocesana. Alla giornata c’erano anche altri direttori delle Caritas dell’Umbria, ad iniziare dal delegato regionale prof. Marcello Rinaldi. È sceso anche il direttore della Caritas di Bolzano-Bressanone gemellata con quella di Spoleto-Norcia. Anna Benedetti, colonna storica della Caritas diocesana, e mons. Riccardo Fontana, arcivescovo-vescovo di Arezzo-Cortona-San Sepolcro (già di Spoleto-Norcia dal 1996 al 2009), hanno portato il loro saluto tramite un video, ricordando l’azione della Caritas tra il 1976 e il 2009. Gli intermezzi musicali sono stati eseguiti da Claudio Scarabottini e da Yukio Tsuji. La presidente della giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei ha manifestato il grazie della Regione all’azione della Caritas e al lavoro costante, discreto ed efficace svolto nel tempo tra le istituzioni civili e questo organismo pastorale della Chiesa. Poi, la Tesei è scesa nel ricordo personale: «Questa è la mia Chiesa diocesana e qui mi sento a casa. Ci conosciamo quasi tutti e non posso non ricordare le tante situazioni affrontate insieme alla nostra Caritas diocesana quando ero sindaco di Montefalco. Le persone nella Caritas trovano un messaggio di speranza, parole calorose che spesso il pubblico non offre. Mi sento una di voi. Grazie!». Dina Bugiantelli dirigente per Servizi per la Persona del Comune di Spoleto si è detta onorata di essere presente e di «essere testimone diretta dell’azione della Caritas, specie nelle situazioni dove il pubblico non può intervenire puntualmente per la tanta burocrazia». Il commissario straordinario del Comune di Spoleto Tiziana Tombesi ha inviato una lettera a mons. Boccardo in cui esprime, a nome della città, «un sentito e dovuto ringraziamento per tutti coloro che operano nel sociale senza esitazione e titubanza … Se oggi, in un periodo così complicato, è possibile guardare al futuro con più fiducia è anche grazie all’opera della Caritas». Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno ha ricordato come la Caritas «delicatamente e silenziosamente ci è stata vicino durante il terremoto del 2016. È grazie a voi – ha detto rivolto agli operatori Caritas – se riusciamo a dare risposte alla gente. Senza la carezza della Caritas non ce l’avremmo mai fatta. Grazie, grazie, grazie». Mons. Francesco Soddu direttore di Caritas Italiana, tra le altre cose, ha ricordato come la Caritas non è stata «fondata per farsi carico di tutte le questioni riguardanti i poveri, ma per incontrare le persone e far incontrare le persone, prestando particolare attenzione all’altro, ascoltandolo e conoscendolo. La Caritas – ha detto – deve avere il pallino della costante conversione e ricordarsi sempre che non lavora per se stessa ma per la Chiesa. È quindi invitata ad allontanare tutte le situazioni di autoreferenzialità».

Dopo questi interventi, c’è stato il ricordo – video e di testimonianze dirette – di quanto la Caritas di Spoleto-Norcia ha fatto in questi anni: la vicinanza alle persone nelle calamità (terremoti del 1979, 1997 e 2016), le esperienze missionarie (Brasile, Albania, Romania, Kosovo, India, Tanzania, Georgia) e le opere segno (la casa OAMI per disabili di Baiano di Spoleto, gli Orti Solidali della Misericordia a Trevi, la Casa Patris corde per padri separati a Montefalco e la Locanda della Misericordia a Spoleto).

La Mensa della Misericordia cambia nome e diventa Locanda della Misericordia “Ponziano Benedetti”. Il 50° della Caritas in realtà è stato avviato già la sera del 3 settembre 2021 con la riapertura dopo alcuni lavori della Mensa della Misericordia a Spoleto. E qui ci sono due grandi novità: d’ora in poi non si chiamerà più Mensa ma Locanda della Misericordia e sarà intitolata a Ponziano Benedetti (deceduto nel 2018) che per anni vi ha svolto il servizio di coordinatore. È intervenuto la vedova, la signora Anna Benedetti, una delle colonne della Caritas diocesana: «Questo è un posto dove si respira famiglia. È bello che ora si chiami Locanda e non più Mensa, termine che rimanda a quella aziendale. Invece Locanda – ha detto – ci rimanda a Betania, città dove Gesù andava dagli amici Marta, Maria e Lazzaro per sentirsi a casa e con loro condivideva anche il cibo». Locanda, poi, rimanda anche alla parabola del Buon Samaritano che si prende cura di un uomo malato e lo conduce alla locanda affinché si predano cura di lui. «Ponziano – ha concluso Anna Benedetti – stasera è con noi, fa festa con noi: nella comunione dei Santi siamo sempre insieme e questo è davvero bello». Mons. Boccardo prima di benedire i locali – abbelliti anche da alcune stampe del territorio della diocesi di Spoleto-Norcia – ha ricordato Ponziano come «l’anima di questo luogo; qui ha sbriciolato il pane della carità a nome della Chiesa diocesana. Qui – ha proseguito – ci si prende cura delle difficoltà delle persone, è un luogo che ricorda a tutti che da soli non andiamo da nessuna parte, che tutti siamo bisognosi di umanità, accoglienza, bontà e delicatezza».

Il pomeriggio della giornata dedicata al 50° di fondazione della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia (sabato 4 settembre 2021) è stato dedicato alla profezia. Dopo un concerto dell’Associazione Culturale Giovanile “Bisse” sul tema dell’accoglienza, del rispetto dell’ambiente, della carità, è stato il direttore della Caritas don Edoardo Rossi a tracciare le linee di azione future.

Caritas come Istruzione ed Educazione. «In collaborazione con gli istituti superiori di secondo grado, coordinati dall’Istituto Agrario di S. Anatolia di Narco, la Fattoria della Misericordia in località Castellocchio di Eggi, verrà riqualificata e valorizzata con l’obbiettivo di proporre e promuovere un cammino di apprendimento e crescita, per educare ad una alleanza con l’ambiente. L’educazione sarà inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello circa l’essere umano, la vita, la società e la relazione con la natura. È necessario avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità».

Caritas e carcere. «In sinergia con l’Ufficio di Sorveglianza ed il Dipartimento Penitenziario, ci mettiamo a disposizione di coloro che vengono ammessi a svolgere lavori di pubblica utilità, misure alternative alla detenzione e permessi; a fianco dell’uomo, disponibili all’ascolto, senza giudizio e senza pregiudizio».

Caritas e famiglia. «In famiglia si impara a chiedere “permesso” senza prepotenza; a dire “grazie” come espressione di apprezzamento per le cose che riceviamo; a chiedere “scusa” quando facciamo qualcosa di male. Piccoli gesti di sincera cortesia che aiutano a costruire una cultura della vita condivisa e del rispetto per quanto ci circonda. La famiglia è e continuerà ad essere vicinanza e sostegno discreto per altre famiglie. Capace di intercettare bisogni e disagi nascosti, celati dal peso della vergogna di vivere in una condizione di difficoltà. E qui penso alla Casa Patris corde che abbiamo aperto a Montefalco per i padri separati».

Caritas e missioni. «Sostenere le Missioni è l’espressione della Chiesa che respira universalità, abbatte le frontiere, mette al centro il rispetto della dignità della persona. Nel portarci al di là del nostro io isolato verso l’ampiezza della comunione, testimoniamo non solo che la fede è fondata sul “noi”, sulla comunione, ma anche sull’impegno a creare un “noi” sempre più grande. Il “noi” è fondamento non solo della fede, ma anche della speranza e della carità: caratterizza l’abito cristiano, la nostra responsabilità e i nostri progetti. Tra questi, da ultimo, in collaborazione con le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto accoglieremo una famiglia di rifugiati provenienti dall’Afghanistan».

Caritas e giovani. «Il Papa ci dice: “Non bastano i “like” per vivere: c’è bisogno di fraternità, c’è bisogno di gioia vera. La Caritas può essere una palestra di vita per far scoprire a tanti giovani il senso del dono, per far loro assaporare il gusto buono di ritrovare sé stessi dedicando il proprio tempo agli altri”. Lo sport, in cui molti giovani trascorrono gran parte del loro tempo, è la metafora della vita. Questo è il messaggio che si è voluto trasmettere ai partecipanti dell’evento “Sport testimone di verità” svoltosi il 29 agosto presso la pista di atletica di Spoleto, che ripeteremo in futuro: un modo essenziale di vivere lo sport, nella sana competizione, nel valorizzare tutti i componenti della squadra. È anche compito della Caritas contribuire a riportarlo ai suoi veri valori».

La cittadella della carità a S. Nicolò. «Ci piace sognare in grande», ha concluso don Edoardo. «Per questo stiamo lavorando per realizzare una sede per la nostra Caritas diocesana che sia come una piccola cittadella della carità nella Città, braccio teso a tutti senza differenza, luogo aperto all’ascolto, all’accoglienza, alla condivisione e alla compassione. Sarà nel quartiere di San Nicolò (nei locali della ex parrocchia), una delle zone più popolose della città, facilmente raggiungibile da tutta l’Archidiocesi. Vogliamo affidare questo progetto a tre sante donne della nostra Chiesa, che nel tempo sono state segni concreti di carità: Scolastica da Norcia, Rita da Cascia e Chiara da Montefalco». Il pomeriggio in teatro è terminato con un ballo africano proposto da due giovani suore della Sacra Famiglia di Spoleto della repubblica Democratica del Congo.

Messa in Duomo. L’intensa giornata del 4 settembre si è conclusa in Cattedrale con la Messa presieduta dall’Arcivescovo. Nell’omelia il Presule ha sottolineato come sia «vero che Dio non fa preferenze di persone, ma è altrettanto vero che il suo cuore è come sbilanciato verso i poveri e i deboli».