Assisi – Celebrata in Cattedrale la solennità di san Rufino. Monsignor Sorrentino: “San Rufino sia esempio di una nuova evangelizzazione”.

“L’ardore e il martirio di San Rufino tornino a scuoterci. Ci spingano a rimetterci in cammino con speranza. Questa ripartenza ecclesiale all’insegna della missione, ripartenza fervida e generosa, sarà il nostro vero contributo anche alla ripartenza economica e sociale che tutti ci auguriamo e sulla quale invochiamo la benedizione del Signore”. Lo ha detto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino all’omelia della concelebrazione eucaristica nella solennità del patrono San Rufino, presieduta giovedì mattina 12 agosto nella cattedrale di Assisi. La santa messa concelebrata dal vicario generale don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé e dal parroco don Cesare Provenzi, priore della cattedrale di San Rufino e vicario episcopale per l’economia, è stata allietata dalla Cappella musicale di San Rufino. Presenti il clero diocesano, le autorità civili e militari e i tanti fedeli accorsi per rendere omaggio al Santo patrono di Assisi e della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino.

A proposito della crisi della nostra società, il vescovo ha spiegato che “abbiamo fatto enormi progressi nella conoscenza scientifica e tecnica. L’informazione è diventata capillare. Conosciamo con l’attimo di un clic quello che una volta si apprendeva con laboriose esplorazioni di biblioteche ed archivi. La scienza è cresciuta a dismisura, ma non altrettanto la conoscenza di Dio, che si traduce nell’amore di Dio e del prossimo. Un mondo ricco di conoscenza e povero di amore – ha sottolineato – è un mondo sbilanciato, a rischio frana, sempre in procinto di rovinare. La Chiesa è chiamata oggi a ‘ripartire’ non aspettandosi che si riempiano di incanto i nostri banchi, ma tornando in strada, rimettendo mano all’evangelizzazione, come nei primi tempi della sua storia. La vicenda di san Rufino, evangelizzatore e martire, torna di piena attualità. Non lo dobbiamo guardare solo come un patrono, ma come un programma. Oggi, nel mondo dei media, si usa parlare di “programmi” e di “app”. La nostra Chiesa di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, è oggi chiamata a far sua la “app” di san Rufino, ossia il programma della nuova evangelizzazione”.

La celebrazione è proseguita con l’offerta dei doni da parte del sindaco di Assisi Stefania Proietti.

Assisi – Santa messa per la festa di Santa Chiara presieduta dal cardinale Gambetti

“Chiara ha vissuto un crocevia della storia simile al nostro dove è stata posta innanzi a una scelta ultimativa: tuffarsi nell’Essere eterno o rimanere ancorati al niente che passa”. Lo ha detto cardinale Mauro Gambetti, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di San Pietro, mercoledì 11 agosto durante l’omelia in occasione della celebrazione eucaristica per la solennità di Santa Chiara da lui presieduta e concelebrata dal vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino. Nella Basilica di Assisi, dedicata alla Santa, erano presenti le autorità civili e militari, il clero diocesano e i tanti fedeli venuti per rendere omaggio alla santa, patrona della televisione e delle telecomunicazioni.

Il cardinale Gambetti soffermandosi sul periodo nel quale è vissuta Chiara ha detto che “visse in un contesto storico e sociale segnato da un passaggio d’epoca. Un tempo di crisi delle strutture politiche, economiche ed ecclesiali che portò ad un grande rinnovamento, all’evolversi di una comprensione dell’uomo e del suo modo di stare nel mondo”. Facendo riferimento al Covid-19 che ha colpito il mondo il cardinale ha sottolineato che la pandemia “non è la causa della crisi che viviamo, ma è il coperchio sollevato sul travaglio del mondo. Si tratta di un crocevia della storia nel quale si condensa improvvisamente un itinerario che negli anni ha visto eludere le domande capitali del cuore dell’uomo a vantaggio di una mera soddisfazione di bisogni, in un’ottica utilitarista, consumista e libertina. Esattamente come al tempo di Osèa. Smarrito il riferimento al Dio vivo – ha aggiunto – abbiamo cercato sicurezze in termini di organizzazione sociale, di possesso di beni, di affermazione di sé e così siamo irretiti da un bisogno di sazietà fisica, emotiva, affettiva che esorcizzi la paura del dolore e della morte”. Quando nella storia si attraversano questi passaggi epocali “provvidenziali, nei quali si rende evidente che abbiamo sbagliato e che abbiamo peccato come i nostri padri rendendo strutturale il male, entriamo in confusione, siamo disorientati, insicuri e Dio, come fosse un marito tradito e addolorato (vedi Osèa), rilancia: attira a sé la propria sposa adultera, la conduce nel deserto e le parla al cuore. Nel linguaggio biblico è il momento di una nuova creazione. E così oggi noi siamo nuovamente attirati da Dio. Infatti si avverte crescente il bisogno di profondità e di spiritualità nelle persone. Siamo accompagnati nel deserto. È infatti evidente l’aridità che si fa spazio dentro di noi, intorno a noi, nelle persone sempre più vuote. Sta emergendo prepotentemente la domanda di senso e di felicità che alberga nel cuore dell’uomo. Pensiamo ai nostri giovani, ai giorni del lockdown, le incertezze del futuro, l’impossibilità di salvarsi da soli o di potere fare affidamento assoluto sulla scienza. È il momento favorevole per ascoltare Dio che parla al cuore”.

La celebrazione è proseguita con l’offerta dei doni da parte del sindaco di Assisi Stefania Proietti. Domani, giovedì 12 agosto sarà un’altra giornata importante per la città serafica che celebra il patrono San Rufino. Nella cattedrale sono previste le celebrazioni delle ore 8 e quella solenne delle ore 11 presieduta dal vescovo Sorrentino che sarà trasmessa in diretta dall’emittente Maria Vision (in streaming all’indirizzo https://www.mariavision.it/maria-vision-italia e al canale 602 del digitale terrestre), sulla pagina Facebook Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo e su Live diocesi del sito www.diocesiassisi.it. In serata alla 21 sempre in cattedrale si terrà il concerto in onore del Santo Patrono a cura della Cappella musicale di San Rufino.

Perugia: Solennità della Beata Vergine Maria Assunta al Cielo. Il cardinale Gualtiero Bassetti esorta sacerdoti diocesani, religiosi e comunità parrocchiali a celebrare messa e a raccogliersi in preghiera in solidarietà e riparazione per le sofferenze provate dai fedeli di San Feliciano sul Trasimeno

Domenica prossima 15 agosto, solennità della Beata Vergine Maria Assunta al Cielo, per la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve sarà un giorno molto particolare. Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti – che di mattina (alle ore 11) si recherà a celebrare l’Eucaristia, come è tradizione, nell’antica suggestiva chiesa parrocchiale intitolata alla Madonna dell’Assunta, nel quartiere perugino di Monteluce, e in serata (alle ore 21) guiderà la recita del S. Rosario nel Santuario della Madonna di Fatima in Città della Pieve – esorta sacerdoti diocesani, religiosi e comunità parrocchiali, nella giornata di domenica e se non è possibile in giorno feriale, a celebrare una Santa Messa e a raccogliersi in preghiera “in solidarietà e riparazione coi nostri fedeli di San Feliciano, per tutto quanto è avvenuto, verso un intero popolo che sta soffrendo”. Lo scrive il cardinale Bassetti in un suo comunicato rivolto all’intera Archidiocesi perugino-pievese (il testo integrale è pubblicato nel sito: www.diocesi.perugia.it), sottolineando che “purtroppo non c’è pace per San Feliciano sul Lago. Non bastava l’arresto del parroco. Non bastava la dolorosa e preoccupante vicenda di don Vincenzo. Non bastavano le lacrime di tanti fedeli, che ho cercato di confortare, recandomi subito in mezzo a loro. Non bastava lo sguardo smarrito dei ragazzi, che, senza parole sembravano chiedermi: ‘Ma perché…?’. No, non bastava. Non bastava perché l’insipienza e la malvagità di qualcuno sembravano non avere limiti: senza curarsi minimamente della sofferenza di un popolo, è stata profanata la chiesa, che è la casa di Dio e del popolo cristiano, come fosse il più vile dei luoghi. Anche la casa canonica è stata messa a soqquadro violando in pieno la dignità di chi vi abitava. Nessuno, anche chi sbaglia, può essere calpestato nella sua dignità umana… San Paolo nel brano della lettera agli Efesini, proclamato domenica scorsa, ha detto chiaramente: “scompaia da voi ogni sorta di malvagità”. Da parte mia non cesserò di pregare perché gli autori di questi misfatti, toccati dalla misericordia di Dio, si ravvedano e si convertano, anche se i loro crimini dovessero rimanere nascosti alla giustizia umana”.

Perugia – solennità di san Lorenzo nel Punto di Ristoro Sociale Comune-Caritas, importante realtà di prossimità. Le parole del sindaco Andrea Romizi e della responsabile della mensa “San Lorenzo” Stella Cerasa

Giorno di festa, seppur nel rispetto delle norme per il contenimento della pandemia da Covid-19, è stato il 10 agosto a Perugia dove si è celebrata la solennità di san Lorenzo, martire e diacono per eccellenza della carità, titolare della quattrocentesca cattedrale e del Punto di Ristoro Sociale Comune-Caritas attivo dal 2008 nell’antico l’Oratorio dei Ss. Simone e Giuda Taddeo, nel centrale quartiere del Carmine.

Importante valore sociale. La celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo ha preceduto le attività dell’omonimo Punto di Ristoro svoltesi, come è tradizione, anche nel giorno della festa liturgica del Santo a cui è intitolato questo servizio-opera di importante valenza sociale promosso in collaborazione dal Comune e dalla Caritas di Perugia. A evidenziarlo, il 10 agosto, è stato, oltre il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, tra i concelebranti dell’Eucaristia in cattedrale presieduta dal cardinale Bassetti, il sindaco di Perugia Andrea Romizi.

Le parole del sindaco. “La ricorrenza della festa di San Lorenzo offre a tutti noi l’opportunità di rivolgere uno sguardo ancora più attento alla nostra città e ai suoi bisogni, soprattutto in questo momento di pandemia/post-pandemia. Certamente ancora di più comprendiamo il valore di quelle iniziative caritatevoli che nel tempo sono state messe in campo grazie anche a una collaborazione tra l’Amministrazione comunale e la nostra Chiesa perugina. Tra queste è di grande valore la Mensa-Punto di Ristoro “San Lorenzo”, attivata con la Caritas e che sta consentendo di dare sostentamento a tanti nostri cittadini e cittadine che sono in condizione di difficoltà e di bisogno. Tra l’altro – ha sottolineato il sindaco – abbiamo verificato come negli anni questa platea si sia ampliata in maniera drammatica. È davvero un bisogno che cresce e con questo bisogno deve crescere anche la nostra attenzione e il nostro impegno per affrontare questo tipo di situazione-emergenza sociale. Ringrazio ancora una volta il cardinale Bassetti e tutta la Chiesa e la Caritas – ha concluso Romizi –, perché fanno la differenza; l’hanno fatta in tempi così complessi e certamente la faranno per le prossime stagioni che ci attendono e che abbiamo compreso e che chiederanno tutta la nostra concentrazione e il nostro sforzo”.

Voglia di raccontarsi. Anche il mondo dei media quest’anno si è particolarmente interessato alle attività del Punto di Ristoro Sociale nel giorno della festa del suo Santo titolare. “Per la prima volta i fruitori della mensa si sono, anzi, hanno chiesto di poter parlare ai giornalisti che sono venuti a trovarci”. A dirlo è Stella Cerasa, assistente sociale e responsabile di questo servizio-opera Comune-Caritas, nel sottolineare che “hanno avuto voglia di raccontarsi, di testimoniare la loro vita che non è fatta soltanto di difficoltà e sofferenze, perché sanno che c’è qualcuno che si prende cura di loro attraverso l’ascolto e l’accoglienza”.

Oltre i pasti caldi. “La mensa ‘San Lorenzo’ è una realtà di prossimità – ha commentato la responsabile – dove non ci si limita alla ‘semplice’ distribuzione di pasti caldi dal lunedì al sabato, a più di cinquanta persone seguite dai Servizi sociali e dalla Caritas, ma è un’opera, animata da alcuni volontari, diventata negli anni un punto di riferimento anche per il quartiere del Carmine, una sorta di famiglia allargata dove si dà molta importanza all’ascolto reciproco. Forse, anche per questo, i fruitori, i nostri amici, si sono voluti ‘aprire’ agli operatori della comunicazione”.Perugia: Celebrata la solennità di San Lorenzo, diacono e martire, titolare della cattedrale.

Ordinati tre diaconi permanenti.

Perugia – celebrata la solennità di San Lorenzo, diacono e martire, titolare della cattedrale. Ordinati tre diaconi permanenti.

“Fratelli e sorelle carissimi, dopo la gioia per l’indimenticabile dono di cinque nuovi presbiteri, ordinati il 29 giugno scorso, eccoci di nuovo in festa, nella nostra bella e antica cattedrale, per celebrare la nascita al cielo del suo grande patrono, san Lorenzo, ed ammettere tre uomini sposati, Stefano Bucarini, Mauro Corazzi e Moreno Fabbri, all’Ordine del Diaconato”. Così ha esordito il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nell’omelia del giorno della solennità di san Lorenzo, diacono e martire, titolare della cattedrale di Perugia, martedì mattina 10 agosto. Hanno concelebrato il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, il presidente del Capitolo dei Canonici di San Lorenzo mons. Fausto Sciurpa e alcuni sacerdoti, svolgendo il servizio liturgico diversi diaconi e seminaristi e animando la celebrazione la corale Laurenziana. Tra i rappresentanti delle Istituzioni civili in San Lorenzo, il sindaco di Perugia Andrea Romizi.

Imitare l’insegnamento di Lorenzo. Il cardinale ha proseguito l’omelia rivolgendosi ai tre ordinandi diaconi e a tutti i fedeli, dicendo loro: “Mentre vi accolgo e vi saluto tutti, sento il compito, come Pastore di questa Chiesa, di affidarci alla protezione e alla celeste intercessione del diacono Lorenzo, ‘colui – come dice la liturgia – che diede la sua vita per la Chiesa, meritando la corona del martirio, per raggiungere in letizia il Signore’… Soprattutto noi, che abbiamo compiti e gravi responsabilità nella Chiesa – vescovi, sacerdoti, istituzioni, fedeli laici – siamo tutti chiamati a seguire gli insegnamenti di Lorenzo e a imitarlo nell’amore di Cristo e dei fratelli… Il suo gesto di indicare nei poveri i tesori della Chiesa, rimane sempre il grande insegnamento da seguire. Lorenzo, come Cristo sulla croce, non grida vendetta, anzi sa perfino essere umorista mentre le fiamme lo divorano… Per noi san Lorenzo rimane il chicco di grano caduto in terra sempre pronto a morire”.

Non salvare solo sé stessi. “Gesù ci avverte che spendere le proprie energie, il proprio tempo, le proprie forze solo per salvare sé stessi – ha evidenziato il presule –, o come si usa dire, per realizzare sé stessi, tutto questo porta a perdersi, ossia porta ad una vita triste e disastrata. Solo se viviamo per il Signore, solo se impostiamo la nostra vita per amore di tutti, senza limite alcuno, appunto come ha fatto Gesù, allora gusteremo la gioia della vita. A che serve guadagnare il mondo intero se non siamo né amati, né siamo capaci di amare? Dice san Paolo nell’Inno alla Carità, che, senza questa, cioè senza l’amore, non serve nemmeno compiere cose straordinarie, anche generose. Ricordiamoci sempre che, solo l’amore non finisce e solo il Signore salva”.

Diventate servi fedeli. Il cardinale, nel rivolgersi ancora agli ordinandi diaconi, li ha esortati a guardare Cristo come lo guardava san Lorenzo, “per essere anche voi – ha commentato – servi fedeli della sua parola: proclamatela ai poveri, essi attendano da voi l’annuncio del Vangelo! I piccoli, i poveri, i sofferenti, le persone dimenticate da tutti, che raramente nella loro vita hanno sperimentato un gesto di amore, attendono che qualcuno porti a loro la buona novella, come gli assetati bramano l’acqua. Diventate servi della Parola, incatenando al Vangelo la vostra vita, diventate servi del corpo di Cristo. Gesù mette nelle vostre mani il suo corpo e il suo sangue, perché lo doniate ai fratelli”.

Diaconi delle periferie. Avviandosi alla conclusione il cardinale Bassetti, parafrasando papa Francesco, ha augurato agli ordinandi diaconi ad avere “coraggio” nell’essere “i diaconi delle periferie, della missione, custodi del servizio e dispensatori di carità”.

La vocazione di Perugia. Al termine della partecipata celebrazione eucaristica, il presule ha salutato e augurato una buona solennità di san Lorenzo a tutti i presenti, in particolare ai tre neo ordinati che vanno ad aggiungersi la numerosa famiglia diocesana dei diaconi permanenti (sono oltre 40), evidenziando che “in questo periodo ancora abbastanza faticoso per i motivi che sappiamo, voi siate gli uomini della gioia, perché annunciano il Vangelo”. E nel rivolgere un augurio particolare al sindaco Romizi e a tutta la città, Bassetti ha detto: “Io ho pregato perché Perugia torni ad essere una comunità aperta, accogliente, familiare, piena di amicizia come lo è stata nel passato quando accoglieva tanti giovani, anche stranieri, nelle sue due Università. Perugia ha questa vocazione che non può dimenticare nel contesto di tutta l’Italia”.

Terni – il docufilm “Lavoro e speranza” per i 40 anni della visita di Giovanni Paolo II all’acciaieria e alla città

Il docufilm “Lavoro e speranza”, un progetto realizzato su iniziativa della Commissione Problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace della diocesi di Terni-Narni-Amelia, partendo da una idea di Fabio Narciso, con la regia di Matteo Ceccarelli, prodotto dall’associazione di volontariato San Martino e progetto Innovater, e la partecipazione dell’attore Riccardo Leonelli.
L’iniziativa è parte degli eventi diocesani promossi nel quarantennale della visita a Terni di san Giovanni Paolo II (1981-2021) e nell’anno speciale di san Giuseppe.
«La memoria della visita a Terni di papa Wojtyla – ricorda il vescovo Piemontese – col suo messaggio di speranza, tuttora attuale, al mondo del lavoro, può sostenere gli sforzi della chiesa, dei concittadini, uomini e donne di buona volontà, a promuovere il rinnovamento e lo sviluppo sociale e religioso. Ciò dovrebbe spingere la classe dirigente e tutte le forze culturali, civili, politiche e sociali più significative della città e della regione in uno straordinario sforzo generoso a collaborare a favore della Next Generation a Terni e in Umbria».
Dalla dignità del lavoro ad un nuovo modello di impresa e l’economia ecosostenibile sono i punti intorno ai quali la commissione diocesana sta elaborando un percorso condiviso per un nuovo sviluppo del territorio.
«Una riflessione che nasce dall’indelebile memoria della visita del papa Giovanni Paolo II e dalle iniziative e sollecitazioni di Papa Francesco sull’economia circolare, l’ecologia – spiega Ermanno Ventura direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociali e del lavoro – sui nuovi modelli di sviluppo e sulla dignità del lavoro. La serie di eventi in programma fino ad ottobre e novembre 2021, intendono sostenere l’invito a tutta la comunità civile, istituzionale e religiosa sulla next-generation TNA, quale opportunità per ripensare e reimpostare un progetto di sviluppo e una rete di relazioni per l’intero territorio che si coniughi con la dignità del lavoro, per creare le condizioni affinché questo territorio sia più adatto e attrattivo per le nuove generazioni, perché trovino la possibilità di lavoro, di vita e di impresa in questa nostra magnifica regione».

Il docufilm, visibile su Youtube  ripercorre l’intera straordinaria giornata della la visita di Papa Giovanni Paolo II il 19 marzo del 1981, quando Terni per un giorno divenne la capitale mondiale cristiana del lavoro, con immagini di repertorio ed splendide immagini attuali dei luoghi visitati dal Papa, il tutto legato da una narrazione che ricorda i valori del lavoro, interpretata dall’attore Riccardo Leonelli.
Il docufilm è poi arricchito dalle testimonianze di uno dei protagonisti della giornata, l’allora sindaco Giacomo Porrazzini e dal ricordo del vescovo monsignor Piemontese. Insieme a loro la testimonianza di Massimiliano Burelli amministratore delegato dell’Acciai Speciali Terni, Romano Benini giornalista economico e docente di politiche del lavoro, di Riccardo Marcelli sindacalista Cisl Terni.
Il discorso del Papa declamato alle acciaierie ed allo stadio Libero Liberati davanti a 35 mila fedeli è qualcosa di molto attuale e mette al centro l’uomo, il cristiano ed il mondo del lavoro. Il docufilm rilancia questo messaggio con forza per promuovere insieme un nuovo mondo del lavoro nell’era post pandemica, ripartendo però da quei valori fondanti esposti in modo esemplare da Giovanni Paolo II.
Nella parte finale il docufilm lancia anche un messaggio importante sulle prospettive future del mondo del lavoro indicando anche una visione di valori e sviluppo che dovrebbe accompagnare la crescita della comunità ternana. È forte il richiamo a valori ed azioni comuni che guidano i processi al fine di promuovere il bene comune. Le parole chiave del cambiamento passano attraverso la promozione del lavoro come valore sociale e non solo economico, il rafforzamento delle competenze e delle conoscenze dei lavoratori, prodromi imprescindibili della dignità degli stessi e della loro indipendenza. L’economia descritta come un bosco che mette radici forti nel territorio ed investe sul capitale umano e sociale oltre che su quello finanziario preservando l’ambiente e promuovendo uno sviluppo sostenibile di tutti questi valori, il ritorno ad una economia dove al centro ci sono le persone e le famiglie.
«È importante – sottolinea Fabio Narciso ideatore e sceneggiatore del docufilm – avviare politiche del lavoro al passo con le trasformazioni della società che mettano al centro l’uomo e il lavoro e la famiglia con una attenzione all’ambiente. Avviare investimenti economici che abbiano valore sul territorio e al tempo stesso siano di arricchimento dell’uomo e del suo lavoro».

 

Perugia: Il cardinale Gualtiero Bassetti ha visitato la comunità parrocchiale di San Feliciano a seguito della vicenda giudiziaria del parroco don Vincenzo Esposito, assicurandola della sua continua vicinanza

Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, accompagnato da alcuni sacerdoti della zona, ha visitato nella serata del 4 agosto scorso la comunità parrocchiale di San Feliciano (Pg) a seguito della vicenda giudiziaria del parroco don Vincenzo Esposito. La comunità ha accolto il presule con vero sollievo e si è sentita confortata dal suo gesto e dalle sue parole. Si riportano di seguito alcuni passaggi dell’intervento dell’arcivescovo.

“Se corrisponde a verità la gravità dei fatti – ha evidenziato il cardinale –, soprattutto riguardante i minorenni coinvolti, attribuiti al sacerdote don Vincenzo Esposito, questa vicenda dimostra un degrado umano, morale e religioso sconvolgente”.

“È stata tradita la fiducia del suo vescovo, della Chiesa, dei confratelli e dei fedeli – ha proseguito il presule –. Aveva ricevuto l’incarico di parroco mentre era ancora un frate minore francescano, che pur con i limiti umani avrebbe dovuto svolgere con grande dignità, come avevano fatto i suoi predecessori don Bruno e don Abele”.

Il vescovo ha assicurato il suo gregge: “Non vi lascerò soli, vi manderò un parroco che possa aiutarvi a superare anche questo momento imprevisto e doloroso”. Il cardinale ha inoltre assicurato i fedeli che “domenica prossima, 8 agosto, sarà presente nella comunità di San Feliciano, per la celebrazione eucaristica, il vicario generale mons. Marco Salvi”.

Tratteggiando la figura del Santo Curato d’Ars, patrono dei parroci, di cui il 4 agosto si celebrava la festa liturgica, l’arcivescovo ha esclamato: “Ecco la vera figura del parroco di cui tutte le comunità hanno bisogno”.

Dopo le parole del cardinale ci sono stati diversi interventi da parte dei numerosi fedeli presenti in chiesa e sul sagrato, tra cui catechisti, animatori della liturgia e un nutrito gruppo di cresimandi. Pur nella sofferenza del momento, tutti hanno espresso il loro attaccamento alla parrocchia e alla Chiesa, ringraziando il cardinale per la presenza e il sostegno, esprimendo anche sorpresa per l’atteggiamento del parroco che avevano accolto con affetto e di cui tanti di loro apprezzavano il suo lavoro pastorale.

Il cardinale Bassetti ha assicurato la sua continua vicinanza alla comunità di San Feliciano, esprimendo un pensiero di affetto e gratitudine anche ai pescatori del lago da lui tante volte incontrati.

Perugia – nota dell’Archidiocesi in merito alla vicenda giudiziaria del sacerdote Vincenzo Esposito, parroco di San Feliciano

L’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve prende atto con stupore e dolore della notizia circa l’arresto del Sac. Vincenzo Esposito, Parroco di San Feliciano (Pg), e assicura la più completa disponibilità alla collaborazione con l’autorità giudiziaria per il raggiungimento della verità dei fatti.

Secondo le prime informazioni raccolte dall’Archidiocesi – che al momento non ha ricevuto comunicazioni ufficiali da parte dell’autorità giudiziaria – don Vincenzo Esposito è accusato di prostituzione minorile.

Al riguardo l’Archidiocesi ritiene di dover precisare che mai alcuna segnalazione è giunta all’Autorità ecclesiastica relativa ai fatti oggetto dell’indagine. Rimane comunque prioritario l’impegno ad approfondire con diligenza i fatti, applicando le indicazioni dettate dalla normativa canonica e seguire le eventuali indicazioni offerte dalla Santa Sede.

L’Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Sua Eminenza Card. Gualtiero Bassetti, profondamente rattristato, esprime la propria vicinanza, umana e spirituale, alla comunità parrocchiale di San Feliciano e in particolare a tutti coloro che sono coinvolti nella vicenda.

Il cardinale Gualtiero Bassetti alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve: Occorre conversione e unità affinché il Sinodo non diventi un bel documento destinato agli archivi

Fratelli e figli, stiamo attraversando un periodo storico turbato da tante tensioni e fermenti, ma purtroppo privo di slanci utopici e spesso ripiegato nella contemplazione di “bassi profili”. Proprio agli uomini e alle donne che si agitano in tale contesto, il credente è chiamato a testimoniare la radicalità del Vangelo. Non è facile oggi per noi calarci nel solco di una tradizione passata che, pur coi suoi limiti, è stata capace di coniugare, almeno nei suoi tempi migliori, profezia ed etica della responsabilità.

Essere ceri pasquali. Per questo oggi noi cristiani non possiamo essere “lucignoli fumiganti” ma piuttosto “ceri pasquali”, come diceva don Tonino Bello. Non possiamo e non dobbiamo essere un popolo di gente rassegnata, ma un popolo pasquale, che sta in piedi.

Le responsabilità dei cristiani. Noi cristiani, come diceva La Pira, siamo chiamati “ad elevare nel mondo la lampada di Dio”. In un tempo nel quale sembrano far da padrone l’edonismo, la tecnica ed una schiacciante cultura relativistica, questa lampada è necessario che sia ben accesa e stia in alto. Di tutto questo, purtroppo, anche noi credenti abbiamo in parte le nostre responsabilità. Per troppo tempo ci siamo accontentati e siamo stati addirittura paghi di quel che si vedeva: ci sembrava perfino che Dio dovesse ringraziarci per la nostra fedeltà. Oggi facciamo fatica a dover constatare che siamo minoranze ed in continuo confronto con persone che pensano ed agiscono in contrasto coi principi ispirati al Vangelo. C’è perciò necessità, da parte nostra, di una fedeltà ancora più grande dinanzi a Dio, e di un amore che sappia raggiungere ogni tipo di distanza.

Testimonianza più autentica e verace. Il Signore oggi chiede a tutti noi una testimonianza più autentica e verace. Per questo occorre unità. Un’unità che è dono dello Spirito Santo e diventa capace di farci superare ogni tipo di ostacolo, perché fonda la sua speranza nella preghiera di Gesù: “ut unum sint!”. Siano una cosa sola! È lo Spirito Santo, che ci sprona continuamente verso la pienezza della verità. È ancora lo Spirito che sta spingendo le Chiese che sono in Italia in un “cammino sinodale”.

Nulla è impossibile a Dio. Qualcuno si chiede: saremo in grado di rispondere a questa sfida che il Santo Padre ha avuto il coraggio di proporci? Sì, è possibile, perché crediamo che valga anche per noi ciò che fu detto dall’Angelo a Maria di Nazareth: “Nulla è impossibile a Dio”. Il sì di Maria mi richiama alla mente l’icona della nostra Madonna della Grazia, nella cattedrale. Essa è madre e icona della Chiesa; è simbolo della Chiesa che, orante, risponde il suo sì al sì di Dio, nei confronti dell’uomo. Ognuno di noi è chiamato a diventare, sempre di più, pur nei limiti della sua vita, pur nella gravezza delle sue colpe, un sì che risponde al sì di Dio.

Non rassegnarsi al quotidiano. Mediante questo atto di conversione si realizzerà quell’unità che il Signore vuole da parte nostra e alla quale noi profondamente aspiriamo. Senza ciò anche il cammino sinodale della Chiesa italiana rimarrebbe un desiderio che potrà risolversi alla fine in un bel documento scritto, destinato agli archivi. Rivolgo a tutti voi un augurio: non rassegnatevi al quotidiano o al pensiero “che si è sempre fatto così”; siate, carissimi, un popolo che “sta in piedi, come quello dell’Apocalisse, davanti al trono di Dio”.

Assisi – solennità di santa Chiara e san Rufino

Anche quest’anno, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza per il contenimento dell’emergenza Coronavirus, la comunità diocesana si prepara a festeggiare la solennità di Santa Chiara e quella del patrono San Rufino che ricorrono rispettivamente l’11 e il 12 agosto. Per quanto riguarda la solennità di Santa Chiara, è iniziata il 2 e proseguirà fino al 9 agosto alle ore 17,30 la novena con la santa messa e i vespri presieduti dai Frati della fraternità interobbedienziale di Chiesa Nuova in Assisi. Martedì 10 agosto alle ore 17,30 i primi vespri e la santa messa della solennità saranno presieduti, nella Basilica dedicata alla Santa, dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Alle ore 21 nel Santuario di San Damiano si terrà la veglia di preghiera nel transito di Santa Chiara. Presiede padre Francesco Brasa, guardiano della fraternità della Verna. Nel giorno della solennità, nella Basilica di Santa Chiara, sono previste diverse celebrazioni a partire dalle ore 8,00 con la messa conventuale che sarà presieduta da padre Marco Moroni, custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi. Alle ore 11 la concelebrazione solenne sarà presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di San Pietro e animata dal Coro dei “Cantori di Assisi”. Nel pomeriggio, alle ore 17,30, i secondi vespri e la santa messa nel transito di Santa Chiara saranno presieduti da padre Francesco Piloni, ministro provinciale dei frati minori di Umbria e Sardegna. Per la solennità di San Rufino, patrono di Assisi e della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, le celebrazioni in cattedrale inizieranno mercoledì 11 agosto alle ore 21 con la veglia di preghiera, la processione e la benedizione della città, presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Giovedì 12 agosto sono previste la santa messa delle ore 8 e la concelebrazione solenne delle ore 11 presieduta dal vescovo Sorrentino. Altra santa messa alle ore 18, mentre alle ore 21 sempre in cattedrale si terrà il concerto in onore del Santo patrono, a cura della Cappella musicale di San Rufino.

Le celebrazioni di martedì 10 agosto alle ore 17,30, mercoledì 11 agosto alle ore 11 e giovedì 12 agosto alle ore 11 agosto saranno trasmesse in diretta dall’emittente Maria Vision (in streaming all’indirizzo https://www.mariavision.it/maria-vision-italia e al canale 602 del digitale terrestre).