Città di Castello – Don Andrea Czortek è il nuovo vicario generale della diocesi. Le altre nomine

Nei giorni scorsi il Vescovo di Città di Castello ha provveduto a perfezionare le nomine degli organismi, previsti dalle normative canoniche, essenziali per il governo della diocesi. Mons. Luciano Paolucci Bedini le ha comunicate anzitutto ai preti e diaconi riuniti in occasione dell’incontro mensile che si è svolto mercoledì 15 febbraio.
Don Andrea Czortek é il nuovo Vicario Generale della diocesi di Città di Castello. Nato ad Arezzo nel 1971, é stato ordinato sacerdote dal vescovo Pellegrino Tomaso Ronchi il 26 marzo 2006. Attualmente é parroco delle parrocchie di san Michele Arcangelo, San Francesco e Madonna delle Grazie. É pure direttore dell’archivio diocesano e della biblioteca “Storti-Guerri”. Svolge il proprio servizio anche nell’archivio diocesano della vicina Sansepolcro, città dove ha trascorso la giovinezza. Subentra nell’incarico a mons. Giovanni Cappelli.
Il Codice di Diritto Canonico ricorda che il compito del vicario generale é quello di prestare aiuto al Vescovo nel governo di tutta la diocesi.
Contestualmente é stato rinnovato anche il Consiglio Presbiterale Diocesano. Ne fanno parte di diritto don Andrea Czortek, don Alberto Gildoni, Cancelliere vescovile e segretario del consiglio, don Filippo Milli (vicario della zona pastorale nord), don Nicola Testamigna (vicario della zona centro), don Stefano Sipos (vicario della zona sud). Completano questo organismo che, rappresentando il presbiterio, ha il compito di coadiuvare il Vescovo nel governo della diocesi, affinché sia promosso il bene pastorale della chiesa locale, don Francesco Mariucci, don Franco Sgoluppi, don Giancarlo Lepri, padre Stefano Nava, e don Adrian Barsan.
Del Collegio dei Consultori fanno parte don Andrea Czortek, don Francesco Mariucci, don Filippo Milli, don Nicola Testamigna, don Franco Sgoluppi e don Stefano Sipos.

Perugia – al via la campagna “L’Amore oltre”. Un progetto della Caritas diocesana sulla cultura del dono

È iniziata il 13 febbraio la campagna “L’amore oltre” sulla cultura del dono promossa dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve e gestita dal suo ente operativo, la Fondazione di Carità San Lorenzo Onlus. Si tratta di un progetto, presentato anche attraverso delle immagini, che affronta con delicatezza il tema del lascito testamentario, uno strumento per continuare a farsi prossimi verso i più poveri. La campagna vede affissi, per due settimane, in tre luoghi “sensibili” del territorio diocesano, dei grandi manifesti (formato 6×3) con impresse alcune delle dodici foto della mostra itinerante caratterizzante la stessa campagna.

Spaccati di vita quotidiana. Le foto sono state ambientate prevalentemente all’interno del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”, sede della Caritas diocesana, dove verrà allestita la mostra. I dodici scatti esposti rappresentano degli spaccati di vita quotidiana di chi è accolto e riceve le attenzioni e le cure degli operatori e dei volontari che animano i servizi promossi dalla Caritas diocesana in un percorso di accompagnamento verso una nuova autonomia. Il simbolo ricorrente all’interno delle foto è il cerchio, sinonimo di vita, mentre il tema di fondo è il passaggio che invita a prendersi cura dell’altro e a prepararsi all’Amore oltre.

La mostra sarà fruibile sabato 18 e domenica 19 febbraio (orario di apertura: 10-13 e 15-18), presso il “Villaggio della Carità” (via Montemalbe 1 – zona via Cortonese, Perugia); mentre i suoi successivi appuntamenti verranno comunicati sui siti www.caritasperugia.it e www.fondazionecaritasanlorenzo.it e sulle pagine Facebook e Instagram di Caritas Perugia.

Finalità del progetto. Se si parte dall’assunto che il dono è un atto di amore, promuovere la cultura del dono equivale a promuovere l’Amore: Deus caritas est. “L’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele” (dalla lettera-enciclica Deus caritas est), ma oggi più che mai, in una società fortemente provata dagli effetti degli straordinari avvenimenti di questi ultimi anni, è importante e necessario promuovere la cultura del dono perché significa promuovere l’ascolto e uno sguardo di tenerezza nei confronti delle persone più fragili e più povere tra noi. Il lascito testamentario è un atto di amore che esprime grande umanità e che genera solidarietà anche oltre la vita di chi lo compie, contribuendo a sostenere i progetti promossi dalla Caritas diocesana per l’accompagnamento verso una nuova autonomia delle persone e delle famiglie in povertà.

Effettuare un lascito testamentario (atto scritto sempre revocabile o modificabile) a favore di un ente non profit come Fondazione di Carità San Lorenzo non esclude dall’eredità i propri cari, i quali sono tutelati per legge, permette di sostenere attività a scopo benefico e solidale, di guardare oltre assumendo uno sguardo di amore nei confronti dei più deboli. Non serve un grande patrimonio per lasciare una grande eredità. Anche un piccolo contributo è importante.

Per informazioni dettagliate sulla campagna “L’Amore oltre” e sui tipi di lasciti testamentari, consultare il sito: www.caritasperugia.it

Terni – San Valentino solenne pontificale. Mons. Soddu: “San Valentino, con la sua vita, col suo esempio ci sprona a essere cristiani autentici, a essere persone integre ed integerrime”.

Celebrata domenica 12 febbraio nella Cattedrale di Terni la festa diocesana di San Valentino, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrato dai vicari foranei ed episcopali, alla presenza del sindaco Leonardo Latini, del prefetto Giovanni Bruno, della presidente delle Regione Umbria Donatella Tesei, della presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, del questore Bruno Failla, delle autorità militari, regionali dell’Umbria, dei sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano, del presidente dell’Acciai Speciali Terni cav. Giovanni Arvedi, dei rappresentanti delle associazioni e movimenti della Diocesi, dei rappresentanti del mondo del lavoro, della scuola. La parte musicale della celebrazione è stata curata dal Coro Diocesano diretto da don Sergio Rossini e da un gruppo strumentale del liceo musicale ‘F.Angeloni’ di Terni.
Durante il pontificale c’è stata l’offerta dei ceri da parte delle parrocchie della città e il sindaco Leonardo Latini ha acceso la lampada votiva e pronunciato l’atto di affidamento della città al Santo Patrono, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune.
La festa del patrono della città di Terni, san Valentino è per la comunità cittadina un’occasione per riflettere sull’identità della città alla luce della testimonianza di san Valentino che ha plasmato cristianamente la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale, come maestro, padre dei poveri e dei giovani innamorati, di custode dell’amore.
Terminato il pontificale, la processione cittadina ha accompagnato l’urna del santo per il rientro nella basilica di San Valentino, lungo le vie della città, passando davanti al palazzo Comunale, la chiesa del Sacro Cuore a città Giardino e quella di Santa Maria del Carmelo, fino al colle dove si trova la chiesa che custodisce le reliquie e la memoria del Santo.
La processione è stata accompagnata dai gonfaloni del Comune, Regione e Provincia e da quelli delle confraternite, insieme ai rappresentanti di movimenti e associazioni diocesane, dal Sindaco Latini e dalla presidente della Provincia Pernazza e dalle altre istituzioni civili e militari istituzioni presenti alla celebrazione del pontificale, dai figuranti in ambiti storici e dai tamburini insieme alla banda musicale di Cesi. Sul sagrato c’è stato il saluto del presidente dell’Azione Cattolica diocesana Luca Diotallevi che ha evidenziato l’insegnamento della Chiesa nell’attenzione alla vita e al prossimo: «conduci il nostro cammino sulle vie della carità individuale ed anche su quelle della carità istituzionale, nell’amore di padre che libera, amore di amico che condivide tutto, amore che sorprende, sovverte e rinnova. Concedici segni di pace; orienta l’intelligenza a riconoscere la pace vera; alimenta il coraggio di lottare sempre e la forza di non odiare mai».
La benedizione del vescovo Soddu ha concluso la liturgia che ha solennemente celebrato in città il patrono di Terni San valentino. L’urna è stata quindi riposta all’interno della basilica alla venerazione dei fedeli.

L’OMELIA DEL VESCOVO

Spoleto, celebrata in Duomo la XXXI Giornata mondiale del malato. L’Arcivescovo: «Nella malattia, nella sofferenza e nell’anzianità il Signore Gesù non abbandona nessuno e si prende cura di ciascuno»

Sabato 11 febbraio 2023 la Chiesa ha fatto memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes e celebrato la XXXI Giornata mondiale del malato dal tema “Abbi cura di lui” (Lc 10, 35). A Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa in Duomo con malati, disabili e anziani giunti da varie zone della Diocesi. Il coordinamento della giornata è stato curato in ogni dettaglio dall’Ufficio diocesano per la pastorale della salute e della sofferenza, diretto dai coniugi Maria Pia e Tersilio Filippi Coccetta, e dalla sotto-sezione UNITASLI di Spoleto-Norcia di cui è responsabile Luciano Natalizi. Al mattino, prima della Messa in Duomo, nella chiesa parrocchia di S. Giovanni Paolo II a S. Nicolò di Spoleto i malati hanno vissuto un momento di condivisione e preghiera: don Bruno Molinari, neo assistente ecclesiastico della sotto-sezione UNITALSI di Spoleto-Norcia succeduto a don Mariano Montuori, ha illustrato il tema della XXXI Giornata mondiale del malato ed ha guidato la liturgia penitenziale. Poi, la solenne celebrazione in Cattedrale nell’825° anniversario di dedicazione della stessa: Vescovo, presbiteri concelebranti (don Sem Fioretti, vicario generale; don Bruno Molinari, assistente ecclesiastico UNITALSI) e un gruppo di malati e disabili, in rappresentanza dei tanti presenti, hanno fatto ingresso in Duomo attraversano la Porta Santa. La liturgia è stata animata dalla corale di Santa Cecilia di Foligno, diretta dal maestro Antonio Barbi. Nell’omelia il Presule ha sottolineato come nella vita «siamo sempre posti di fronte al bene al male, alla verità e alla menzogna: che cosa scegliamo? Lasciamo che questa domanda – ha detto mons. Boccardo – entri profondamente nel nostro cuore in questa giornata in cui guardiamo alla Vergine Maria e facciamo memoria del suo messaggio, di penitenza e di conversione, pronunciato a Lourdes nel 1858 alla giovane Bernadette. La Madonna, madre premurosa e sollecita di tutti noi, ci dice: mettiti alla scuola di mio figlio Gesù, lasciati guidare da lui, prova a pensare e ad agire come lui ha pensato e ha agito. E questo anche nel tempo della sofferenza, della disabilità, della fragilità fisica. Perché se si entra nello sguardo di Dio – ha proseguito l’Arcivescovo – si riesce sempre e comunque a vedere il bene e a distribuirlo attraverso i piccoli gesti e a farlo entrare nel tessuto della società. La sofferenza, lo sappiamo, rimane un mistero di fronte al quale tutti ci sentiamo piccoli e fragili, incapaci di dare una risposta, di trovare una spiegazione. Ma se noi guardiamo a Gesù sulla croce, impariamo che lui non è venuto a risolvere la sofferenza ma a prenderla su di sé, è venuto a condividere la ferita che accompagna la vita dell’uomo sulla terra per darle un senso. Nella malattia, nella sofferenza, nell’anzianità: il Signore Gesù non abbandona nessuno, ma è vicino e sollecito come il buon samaritano e si prende cura di ciascuno. Certo, a volte il peso della solitudine si fa sentire, la fatica di portare avanti la vita quotidiana sembra essere superiore alle nostre forze, ma è proprio lì che siamo invitati ad aprire gli occhi del cuore e a scoprire la presenza misteriosa ed efficace del Signore accanto a noi. Presenza che poi diventa visibile grazie all’impegno e alla generosità di tante persone che gratuitamente, nel silenzio, continuano ad esercitare la solidarietà, l’aiuto, il sostegno, la condivisione. Questo è il mistero della Chiesa dove nessuno si salva da solo, ma dove tutti siamo responsabili della vita di tutti. Solo nella misura in cui ci riconosciamo non concorrenti ma fratelli e sorelle in umanità – ha concluso mons. Boccardo riusciamo a testimoniare il Vangelo di Gesù».

Prima della benedizione finale, la statua della Madonna di Lourdes è passata tra i malati e i fedeli presenti in Duomo: cantando Ave Maria, e con una lampada accesa in mano, ciascuno ha deposto nel cuore della Madre tutte quelle preghiere custodite nel cuore.

Perugia: Celebrata la XXXI Giornata Mondiale del Malato. L’arcivescovo Ivan Maffeis: «Anche riguardo alla malattia la Chiesa non venga meno alla sua missione: cura, vicinanza, compassione»

Non all’indifferenza. «Vivendo le beatitudini non si rimane più avidi di beni materiali, di relazioni affrettate, di esperienze superficiali; si trova in Dio la pace, la sicurezza, la felicità; si intuisce che il significato della propria esistenza si sporge al di là delle realtà terrene; si è ricondotti all’essenziale, alle poche cose che contano davvero. Quando avviene questo incontro con il Signore non rimane più spazio in noi per l’indifferenza: ci lasciamo toccare e coinvolgere da quello che accade, fino a divenire partecipi delle gioie e delle sofferenze degli altri». Lo ha sottolineato l’arcivescovo Ivan Maffeis durante l’omelia della celebrazione eucaristica per la XXXI Giornata Mondiale del Malato, domenica pomeriggio 12 febbraio, nella chiesa parrocchiale di Santa Lucia in Perugia, alla presenza di numerosi fedeli tra diversamente abili e loro familiari, volontari della Caritas-Associazione Perugina di Volontariato, Croce Rossa, UNITALSI ed operatori socio-sanitari; celebrazione promossa dall’equipe della Pastorale diocesana della Salute e trasmessa in diretta da Umbria Radio InBlu.
A “Villa Nazarena”. L’arcivescovo Maffeis, che si è intrattenuto lungamente dopo la messa con il “protagonisti” della Giornata del Malato dedicata al tema “Abbi cura di lui” (Lc 10,35), tratto dal passo evangelico della parabola del buon samaritano, lunedì 13 febbraio (ore 15.30), farà visita a una delle realtà diocesane dove si mette in pratica quotidianamente l’esortazione umana e cristiana del prendersi cura del prossimo sofferente nel corpo e nello spirito, “Villa Nazarena” in località Pozzuolo Umbro di Castiglione del Lago. È animata e gestita da oltre 65 anni dalle suore della Congregazione della Sacra Famiglia di Spoleto che assistono una trentina di donne giovani e adulte diversamente abili. Con loro e con quanti le assisto amorevolmente e con professionalità, monsignor Maffeis celebrerà l’Eucaristia, ricordando, come ha fatto nella chiesa di Santa Lucia di Perugia, che «nonostante la fragilità, la vulnerabilità e malattia facciano parte della nostra esperienze umana, non siamo mai pronti per affrontarle: anzi, come ricorda il Papa, la malattia può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono da parte degli altri o nella chiusura che ci imponiamo per non essere loro di peso».
Un mondo più fraterno. «Ecco perché è così importante, anche riguardo alla malattia – ha evidenziato l’arcivescovo concludendo l’omelia –, che la Chiesa non venga meno alla sua missione, che si esprime nell’esercizio della cura, della vicinanza e della compassione. A far la differenza a volte basta poco ed è un poco alla portata di tutti: quell’attimo di attenzione, di ascolto, quel sapersi ricordati dalla preghiera degli altri cambia le cose, elimina la condizione di solitudine, genera un mondo più fraterno».

Perugia: La XXXI Giornata Mondiale del Malato “Abbi cura di lui” (Lc 10,35) con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis nella chiesa di Santa Lucia. Credenti e non credenti esortati ad avere “cura e compassione” dei malati camminando insieme

La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si appresta a celebrare, domenica 12 febbraio (ore 15), presso la chiesa parrocchiale di Santa Lucia del capoluogo umbro, la XXXI Giornata Mondiale del Malato dedicata al tema “Abbi cura di lui” (Lc 10,35), tratto dal passo evangelico della parabola del buon samaritano. Sarà l’arcivescovo Ivan Maffeis, insieme all’equipe di Pastorale della salute, ad accogliere malati, familiari, operatori socio-sanitari, volontari e quanti potranno prendere parte alla celebrazione eucaristica, trasmessa in diretta da Umbria Radio InBlu (frequenze 92.00 e 97.20) a partire dalle ore 15.30.
È da sempre molto sentita e partecipata nell’Archidiocesi perugino-pievese questa Giornata dedicata alle persone sofferenti nel corpo e nello spirito, giovani e anziani, e a quanti si prendono cura di loro. Un’occasione particolare per raccogliersi in preghiera e per riflettere sull’importanza del farsi vicini a quanti vivono nella sofferenza in un mondo sempre più distratto e indifferente al prossimo, facendo proprio anche l’invito di papa Francesco, quello di offrire “amore, ascolto ed accoglienza” a chi sta male non solo nel fisico.
Una giornata istituita da papa Giovanni Paolo II 1992 con cui avviò nuove riflessioni sul mistero della sofferenza, celebrata ogni anno in tutte le Chiese particolari del mondo l’11 febbraio, giorno della festa liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, in memoria della prima apparizione mariana nella grotta di Massabielle della nota località dei Pirenei francesi, oggi meta di milioni di pellegrini malati e non, alla ricerca non solo di una “guarigione inspiegabile”, ma di essere accompagnati nella prova della malattia con “cura e compassione”.
Papa Francesco raccomanda i tanti “buon samaritani” del nostro tempo – sottolineano dall’equipe di Pastorale della Salute – a prendersi cura con compassione dei malati, perché la malattia, come lo stesso pontefice scrive nel messaggio per questa XXXI Giornata, “fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione”.
La comunità diocesana perugino-pievese, riflettendo su questo messaggio, si prepara alla XXXI Giornata. Significative le parole del Papa sul camminare insieme al prossimo sofferente: “È normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando: se è veramente un camminare insieme, o se si sta sulla stessa strada ma ciascuno per conto proprio, badando ai propri interessi… Perciò, in questa XXXI Giornata Mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, vi invito – è l‘esortazione del Papa – a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza”. È lo stesso stile che dovrebbe contraddistinguere il “buon samaritano” che è in ciascun credente in Cristo e in ciascun uomo e donna di buona volontà.

 

Terni – celebrazione del vescovo Soddu nella Cattedrale di Terni e benedizione del nuovo automezzo per disabili in dotazione all’Unitalsi

Nella cattedrale di Terni, l’11 febbraio alle ore 17.30, festa della Madonna di Lourdes, il vescovo Francesco Antonio Soddu presiederà la santa messa per la Giornata Mondiale del Malato, che sarà concelebrata dal direttore della Pastorale della Salute diocesana padre Angelo Gatto, dall’assistente del Cvs, alla presenza delle dame e barellieri dell’Unitalsi di Terni, Narni e Amelia, dei membri del Centro volontari della sofferenza, di rappresentanti di medici ed infermieri e di alcuni malati.

Al termine della celebrazione ci sarà l’inaugurazione e la benedizione da parte del Vescovo, del nuovo pulmino Fiat Stellantis Doblò dell’Unitalsi diocesana, acquistato con il contributo della Fondazione Carit e delle donazioni di alcune dame, barellieri e disabili della sottosezione Unitalsi. Il nuovo Doblò potrà trasportare fino a 6 persone, precisamente fino a 3 disabili con carrozzina e 3 operatori. Tale mezzo sarà utilizzato per consentire alle persone con disabilità di partecipare alle attività dell’Unitalsi per i pellegrinaggi nei Santuari italiani, per le giornate di ritiro spirituale, per le giornate ricreative e per poter accompagnare coloro che ne hanno bisogno, a visite mediche, ricoveri e/o dimissioni ospedalieri, esami diagnostici.

Tale attività, è svolta dai volontari dell’Unitalsi durante tutto l’anno, realizzando così un importante assistenza complementare ai tradizionali servizi offerti dalla Pubblica Sanità.

Assisi – celebrazione della giornata del malato nel 17 anniversario dell’ingresso in diocesi del vescovo Sorrentino

Il prossimo 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, si celebra la Giornata mondiale del malato, dal titolo “Abbi cura di lui”, giunta alla XXXI edizione in quanto istituita nel 1992 da San Giovanni Paolo II. Gli Uffici per la Pastorale della salute e liturgico delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno fanno propria con grande convinzione la tematica della Giornata, considerata particolarmente significativa come esortazione, dopo il terribile periodo pandemico, per una ripresa rinnovata di atti di condivisione e sincera disponibilità verso l’altro all’interno del cammino sinodale.
Due gli appuntamenti in programma, il primo sabato 11 febbraio alle ore 15 con il santo rosario e a seguire alle ore 15,30 la santa messa presieduta dal vescovo delle due diocesi, monsignor Domenico Sorrentino presso la Chiesa di San Paolo apostolo (via del Roccolo a Foligno), situata vicino all’ospedale e scelta per testimoniare la vicinanza a malati, famiglie e personale sanitario. Domenica 12 febbraio alle ore 15,30 al Centro Pastorale di Santa Maria degli Angeli (Via Capitolo delle Stuoie, 13) ci sarà un incontro interdiocesano dei ministri straordinari della Comunione dal titolo “Il ministro straordinario della Comunione, annunciatore di misericordia”, in cui interverranno, oltre al vescovo Sorrentino, don Giovanni Zampa, vicario per la Pastorale della diocesi di Foligno e don Antonio Borgo, direttore dell’ufficio liturgico della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino.
“La figura del ministro straordinario della Comunione, che ispira il suo fondamento a servizio del prossimo, soprattutto se fragile e malato – spiega Marina Menna, direttrice dell’Ufficio per la Pastorale della salute della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino – ha un ruolo fondamentale nel non lasciare solo chi soffre, promuovendo momenti significativi di conforto e di vitale spiritualità. Confidiamo molto sul senso di questa figura di volontariato quale risorsa attiva di solidarietà umana e spirituale e presenza costante nelle nostre diocesi, anche allo scopo di intercettare i bisogni di persone malate o fragili della collettività territoriale e predisporre interventi più mirati di conforto e sostegno spirituale, ma anche mediazione nei confronti di servizi o istituzioni sanitarie o sociali. Riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono è un impegno che dovremmo sempre avere presente e concretizzare negli atti del nostro quotidiano, riconoscendo il valore e la dignità della persona, credendo di una comunità solidale che può diventare essa stessa ‘sanante’. Fare propria la fragilità degli altri – conclude Menna – ci impegna come persone, ad avere, trasmettere e ricevere il calore del cuore ed a vivere fraternamente; come cittadini, a non estraniarci dai problemi della collettività a diventare motore di sensibilizzazione per una società più giusta, traendo la forza dall’essere uniti e compiere un percorso con intenti comuni”.

Nella Giornata mondiale del malato, la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino ricorda anche l’anniversario dell’ingresso del vescovo avvenuto 17 anni fa.

Terni – solenne pontificale di San Valentino il 12 febbraio. Il messaggio del vescovo Soddu

Entrano nel vivo, l’11 e 12 febbraio, le celebrazioni diocesane in onore di San Valentino, primo vescovo di Terni e patrono principale della Città e della Diocesi. Valentino fu un vescovo esemplare che spese la sua vita per aiutare gli altri: guariva i malati, soccorreva i poveri, era attento ai bambini ed ebbe un’attenzione particolare ai giovani, ed ha plasmato cristianamente con la sua testimonianza la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale.

Il messaggio del vescovo Soddu
Il vescovo Francesco Antonio Soddu invita la comunità a vivere pienamente la festa del santo patrono nel segno dell’amore cristiano.
«Il momento che stiamo vivendo è carico di preoccupazioni e tensioni, con all’orizzonte una guerra che ferisce le relazioni e mette a repentaglio il valore della pace. Pertanto, intendiamo caratterizzare le festività in onore di San Valentino, attraverso un percorso orientato a riconsiderare l’amore, la vita, la pace. Un buon approccio all’amore, che viene da Dio, ci fa comprendere il senso vero della vita e quindi della pace. L’amore che da San Valentino passa alla considerazione della vita, così come dovrebbe essere vissuta nella famiglia, nelle scuole, nella società, per poter essere costruttori, artefici e artigiani di pace. Manifestazioni che vedono le persone come collaboratrici nell’accogliere questo messaggio e il servizio che le associazioni e movimenti fanno, per sentirci tutti parte integrante della società. Auguro alla città e alla diocesi di poter fare tesoro di queste occasioni; la festa sia soprattutto per la comunità un motore propulsore per vivere sempre meglio la fede cristiana e, la fede in una vita e in una pace, che ha spessore diverso se ci si rende compartecipi dell’azione».

Il solenne pontificale
Alla vigilia della celebrazione solenne di san Valentino, sabato 11 febbraio alle ore 21 nella Cattedrale di Terni si terrà la veglia di preghiera a san Valentino, davanti all’urna che custodisce le reliquie del Santo primo vescovo di Terni e patrono principale della Città e della Diocesi.
Domenica 12 febbraio alle ore 10 nella Cattedrale di Terni sarà celebrata la festa diocesana di San Valentino, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrato dai vicari foranei ed episcopali, alla presenza del sindaco Leonardo Latini, della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, della presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, delle autorità militari, degli assessori del Comune di Terni, assessori e consiglieri regionali dell’Umbria, dei sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano, del presidente dell’Acciai Speciali Terni cav.Giovanni Arvedi, dei rappresentanti del mondo del lavoro, della scuola, delle associazioni e movimenti della Diocesi.
La parte musicale della celebrazione sarà curata dal Coro Diocesano e da un gruppo strumentale del liceo musicale ‘F.Angeloni’ di Terni. Durante il pontificale il sindaco Leonardo Latini accenderà la lampada votiva e pronunzierà l’atto di affidamento della città al Santo Patrono.
Terminato il pontificale, si terrà la processione cittadina per il rientro dell’urna del santo nella basilica di San Valentino, che transiterà lungo le vie della città, seguendo il percorso: piazza Duomo, via Aminale, corso del Popolo, piazza Ridolfi, piazza Europa, via Garibaldi, rotonda Filipponi, via Piave, rotonda M.L.King, strada delle Grazie, via fratelli Cervi, via G.M. Serrati, via San Valentino, via papa Zaccaria, basilica di San Valentino. Sul sagrato della chiesa ci sarà la benedizione conclusiva del Vescovo e la lettura della preghiera da parte del presidente dell’Azione Cattolica diocesana Luca Diotallevi .
La celebrazione e il rientro dell’urna nella basilica di San Valentino saranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, sul canale Youtube e sul sito della diocesi e sulle frequenze FM radio di Mep Radio organizzazione.

Il 14 febbraio alle ore 11 nella basilica di San Valentino ci sarà la solenne messa. Al termine della celebrazione, ci sarà la benedizione e inaugurazione della vetrata “La guarigione dalla cecità della figlia del patrizio dopo la conversione ed il battesimo – Santa Lucilla”, nova vetratadella basilica offerta dal Lions Club San Valentino e realizzata dagli studenti e docenti del liceo artistico “Metelli” di Terni.

Nocera Umbra – il 9 febbraio solennità di San Rinaldo, compatrono della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino.

“Il nostro Santo patrono Rinaldo rivolge a tutti i suoi figli l’invito a vivere la sua festa come un’occasione di rinnovamento spirituale. L’occasione annuale della sua festa sia un risveglio della vita cristiana che rinasce anche dalla testimonianza di santità del vescovo Rinaldo”. Lo afferma don Ferdinando Cetorelli, parroco e priore del Capitolo della concattedrale di Santa Maria Assunta a Nocera Umbra, in vista della solennità di san Rinaldo, patrono di Nocera Umbra e compatrono della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino che ricorre giovedì 9 febbraio.

“La preparazione – prosegue don Ferdinando – ci introduce attraverso le tappe del giovane Rinaldo all’incontro con Gesù che vive ieri oggi e sempre nella storia. Partecipiamo alla sua novena di preghiera e chiediamo la sua protezione, quella che mai è venuta a mancare nel corso di questi secoli. Accostiamoci tutti al sacramento del Perdono e dell’Eucarestia”.

Le celebrazioni si aprono mercoledì 8 febbraio alle ore 18 con i primi vespri della solennità e l’apertura dell’urna con la presentazione dei doni votivi da parte delle Associazioni, gruppi locali e parrocchie. Alle ore 19.15 ci sarà la riapertura al culto dopo il restauro della Cappella del Santissimo Sacramento, con la celebrazione delle santa messa presieduta dal canonico monsignor Girolamo Giovannini.
Giovedì 9 febbraio dopo le sante messe delle ore 8 e delle ore 9.30, alle ore 11,15 il solenne Pontificale sarà presieduto dal vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino. Nel pomeriggio alle ore 16.45 verranno celebrati i secondi vespri. Seguiranno la processione e la santa messa. Venerdì 10 febbraio infine, in mattinata, tre le sante messe – alle ore 8, 9.30 e 11.15. Nel pomeriggio alle ore 17,30 saranno celebrati i secondi vespri. Seguiranno la chiusura dell’urna del Santo e la santa messa.