Città di Castello – messaggio del vescovo Cancian per la festa dell’Assunta

Un saluto e un augurio speciale in questo 15 agosto 2020 da parte del vescovo. L’augurio che faccio di cuore a tutti è duplice: Buon Ferragosto e Buona festa dell’Assunta!
Le due cose possono andare molto bene insieme e completarsi.
Infatti abbiamo bisogno del riposo e della vacanza per ristorarci e distenderci dalle nostre fatiche e dallo stress.
Il comandamento del lavorare per guadagnarsi da vivere è seguito dal comandamento, ugualmente importante, del riposo al settimo giorno. Due comandamenti divini che si collegano bene. Ecco il senso della domenica, del fine settimana e delle vacanze estive.
A Ferragosto, specialmente in quest’anno così complicato, il riposo è più che mai necessario.

Intendo il riposo sobrio che sa trovare in maniera semplice il contatto umano con le persone, con la natura, con letture/riflessioni e vari interessi culturali che allargano i nostri orizzonti. Non c’è proprio bisogno di andare agli eccessi, alle esperienze negative e tantomeno a favorire il contagio del virus ancora presente (!), saltando le regole necessarie che ben conosciamo (e questo è un grave obbligo per noi stessi e gli altri!).

La festa della Madonna assunta in cielo anche con il corpo, ci ricorda che il nostro destino è la vita terna, o detto più semplicemente il paradiso.
Chi non sente l’enorme importanza di poterci arrivare tenendo presente il percorso tracciato da Gesù, seguito da Maria e dai santi?
Non è una favola. Se non fosse vero questo, la nostra vita, per quanto riuscita, non appagherebbe nessuno.
Se è vero, com’è vero, non può essere messa in secondo piano.
C’è una frase del profeta che dice: “Chiamati a guardare in alto, nessuno sollevava lo sguardo!”

L’augurio è quello di sollevare lo sguardo al cielo dove Gesù e la Madonna, i santi ed anche i nostri cari ci aspettano. Il posto è preparato. Sarebbe imperdonabile distrazione non tenerlo presente e non fare l’adeguato percorso per raggiungerlo.

Concludo quindi il mio cordiale saluto invitando a trovare momenti distensivi dal punto di vista umano e dal punto di vista spirituale.

Faccio presente una meta particolare: il Santuario di Canoscio che tutti conosciamo.

È giusto dedicato alla Madonna “del transito”. Serenamente addormentata nel Signore, attorniata dagli apostoli, sta per salire in paradiso ed essere incoronata fra gli angeli e i santi. È il santuario mariano costruito sul colle prospiciente la Città. Amato da tutti i Tifernati e non solo. Non pochi ci arrivano a piedi.

Mettiamoci ancora una volta sotto la protezione di Maria cantando:

“Sopra il colle di Canoscio

ha deposto il suo bel trono

per donar grazie e perdono

a chi a lei ricorrerà!”

Impariamo ad alzare lo sguardo verso di lei e a salutarla con un’Ave Maria ogni volta che passiamo sotto di lei.

+ Domenico Cancian

Terni – celebrazioni della festa dell’Assunta nelle cattedrali e parrocchie della diocesi

La diocesi celebra la festa dell’Assunta in modo solenne nelle due Cattedrali di Terni e Amelia e nelle sette parrocchie che sono dedicate a Santa Maria Assunta: Alviano, Configni, Otricoli, Frattuccia, Giove, Lugnano in Teverina, Calvi dell’Umbria.
Gli amerini celebrano questa ricorrenza con particolare devozione per esprimere la gratitudine della comunità a Maria che liberò Amelia dalla peste e dal terremoto, e cercando ancora oggi nella Madre celeste il segno grande di consolazione e di sicura speranza.
Nella concattedrale di Amelia fino al 14 agosto è in programma la solenne novena di preparazione alla festa alle ore 17.30 con la recita del Rosario, la Messa e la preghiera mariana.
Il 15 agosto si terrà una solenne concelebrazione alle ore 11.30 presieduta da da padre Alfredo Bucaioni vicario foraneo di Amelia e Valle Teverina, animata dalla cappella musicale del Duomo. Alle ore 18.00 la solenne processione con l’immagine della Madonna per le vie della città, presieduta da mons. Salvatore Ferdinandi vicario generale della diocesi animata dal complesso bandistico Città di Amelia e al termine la Santa Messa.

L’annuale solennità dell’Assunta è una ricorrenza particolarmente sentita e, come lo è stato nei secoli, ancora oggi ha tutte le caratteristiche della festa patronale e la Basilica Cattedrale, che custodisce la venerata immagine, è il luogo dove gli amerini salgono nel cuore dell’estate, per onorare la Madonna memori della devozione dei loro antenati.
La prima notizia documentata sul culto della SS. Assunta nella Cattedrale di Amelia è la Bolla di indulgenza concesse da Papa Niccolò IV il 7 marzo 1291 a chi visitasse la chiesa nei giorni delle festività dell’Assunta, di San Giovanni Battista (titolare del vicino battistero), di Santa Fermina e Sant’Olimpiade (titolari della Cattedrale) e nell’anniversario della consacrazione della chiesa medesima.
Nel sec. XVII, poi, anche in seguito alla sempre crescente venerazione dei cittadini di Amelia verso la “loro” Madonna e in ringraziamento dello scampato pericolo in occasione del terremoto del 1703, fu avanzata richiesta al Capitolo Vaticano per ottenere l’incoronazione della sacra immagine che avvenne il 9 maggio 1745.

Nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Terni l’11-12-13 agosto si terrà il triduo di preparazione alla festa con la recita del rosario alle ore 18.00 e la Messa alle 18.30 presso l’altare maggiore.
Sabato 15 agosto alle ore 9.30 e 17.30 santa messa e alle ore 11.30 S. Messa Solenne.

Ad Otricoli nella collegiata di Santa Maria Assunta
dal 6 al 13 agosto alle ore 17,30 Santo Rosario e Novena alla Madonna Assunta
Il 14 agosto ore 21,00 Novena, Santa Eucaristia e Processione in onore de la Madonna Assunta in Cielo.
Sabato 15 agosto ore 11,00 e ore 18 Santa Eucaristia.

A Giove dal 6 al 14 agosto novena in preparazione alla festa alle ore 17.30 santo rosario, ore18 santa messa a seguire la preghiera alla statua della beata vergine Maria Assunta in cielo.
Venerdì 14 agosto alle ore 21 processione per le vie del paese con la statua della Vergine Maria nell’assoluto rispetto delle regole anti covid-19.
Sabato 15 agosto ore 9 -11 e 18 sante messe solenni. Alle 11 una benedizione speciale a tutte le persone che si chiamano Maria.

A Narni nella cattedrale venerdì 14 agosto ore 18 santa messa e alle ore 21 a Santa Maria di Testaccio (all’aperto)
Sabato 15 agosto ore 11 nella cattedrale santa messa. ore 18 a Santa Margherita e ore 21 a San Faustino (all’aperto)
Domenica 16 agosto alle ore 10 Santa Maria di Testaccio (all’aperto), ore 11 e 18 in cattedrale, ore 21 a ponte San Lorenzo

A Frattuccia dall’11 al 13 agosto Triduo in preparazione alla festa. Venerdì 14 agosto alle 21.15 santa messa sul piazzale del paese e processione per le vie del paese. Sabato 15 agosto alle ore 11.30 Santa Messa solenne

Nelle parrocchie di Campomicciolo e Papigno sarà celebrata la messa il 14 agosto alle ore 17.30 a Campomicciolo e alle ore 21.30 la recita del Rosario nella chiesa di Papigno.
Sabato 15 agosto ore 9 messa a Campomicciolo e ore 10.15 a Papigno

Assisi – solennità di San Rufino. Mons. Sorrentino: “Coronavirus, affidiamoci al nostro Patrono”

“Ritrovarci qui, anche in maniera contenuta, nella festa del nostro patrono San Rufino significa che iniziamo a camminare. La nostra città oggi così piena di pellegrini e turisti ci dice che con noi tanti vogliono ricominciare a camminare”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, all’inizio della concelebrazione eucaristica nella solennità del patrono San Rufino, presieduta mercoledì mattina 12 agosto nella cattedrale di Assisi e concelebrata dal vicario generale don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé e dal parroco don Cesare Provenzi, priore della cattedrale di San Rufino e vicario episcopale per l’economia.

Presenti il clero diocesano, le autorità civili e militari e i fedeli che hanno partecipato con spirito di grande devozione.

“È bello ritrovarci qui intorno all’altare del Signore – ha aggiunto il vescovo all’inizio della celebrazione – perché una ripartenza deve essere ben studiata non soltanto sotto il profilo sanitario, economico e sociale, ma anche e soprattutto sotto il profilo spirituale. Quello che ormai da mesi viviamo e che in altre parti del mondo si sta vivendo ancora con grande severità è qualcosa che ci fa riflettere, ci fa guardare avanti, ma ci pone anche il problema di come camminare e di dove andare. San Rufino con la sua memoria sempre viva e attuale, nostro patrono e fondatore della nostra comunità, viene a darci un’indicazione di vita che dobbiamo raccogliere con tutto il cuore”.

Durante l’omelia il vescovo ha sottolineato che San Rufino è venuto a porre la pietra angolare che è Gesù. “Su questa pietra – ha detto – si è costruita una città, una fede, una cultura. Tutto questo ha genarato Santi, tradizione e la configurazione urbana di Assisi”. Parlando del Coronavirus che ha colpito il mondo intero, monsignor Sorrentino ha affermato che “oggi siamo costretti proprio da ciò che stiamo vivendo ad interrogarci. Spero – ha aggiunto – che non saremo tanto smemorati da dimenticare quello che questa pandemia ci sta insegnando. Questo è un tempo di rivelazione che ci sta dicendo qualcosa di importante sull’umano e implicitamente ci sta dando anche qualche segnale sul divino, sul mistero al quale ci dobbiamo aprire”.

Soffermandosi sulla figura di San Rufino il vescovo ha spiegato come reinterpretare, rileggere la sua fisionomia mettendolo nel contesto del nostro tempo. In riferimento ai tre grandi aspetti che contraddistinguono San Rufino ha affermato che “egli è stato un grande evangelizzatore, il costruttore di comunità e il martire. La bella notizia che Rufino ha portato è che c’è una verità. Una delle cose che troviamo nel Vangelo di Gesù è questa Parola ‘Io sono la via, la verità e la vita’”.

La celebrazione è proseguita con l’offerta dei doni da parte del sindaco di Assisi Stefania Proietti. Oltre ai fiori e ai ceri è stata consegnata un’offerta dell’amministrazione comunale per la parrocchia di San Rufino, per i bisogni dei poveri e della comunità. Infine il vescovo ha ricordato che tra un mese si terrà l’Assemblea diocesana per inaugurare il triennio dedicato alla carità.

Gubbio – mostra “Un giovane Raffaello a bottega”

Si apre a Gubbio l’esposizione del Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso e oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti sull’artista o la bottega che lo ha realizzato. La mostra è ospitata presso la Chiesa di Santa Maria dei Laici (detta “dei Bianchi”), a una delle estremità delle Logge dei Tiratori in piazza Quaranta Martiri, e si intitola “Un giovane Raffaello a bottega – Evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini di Gubbio”.
All’inizio dell’anno che celebra Raffaello Sanzio, è tornato a riaccendersi l’interesse per un’opera pittorica ritrovata a Gubbio agli albori del terzo millennio e ancora da studiare in maniera adeguata. Mentre l’Italia intera – a cominciare dalle Marche e dall’Umbria – pur con le restrizioni dell’emergenza sanitaria, celebra il quinto centenario dalla morte del grande artista urbinate, studiosi e critici d’arte ripropongono l’interrogativo di quanto e come il genio del Rinascimento italiano abbia contribuito alla realizzazione del Gonfalone processionale della Confraternita eugubina del “Corpus Domini”.
Quella che da oggi è visibile per esperti e pubblico è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù. Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con tecniche a infrarossi, riflettografia, fluorescenza a raggi X e microscopio a scansione elettronica per osservare le sezioni stratigrafiche. A rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V, tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio, sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti invitava a interpretare il monogramma con l’espressione “Raphael Urbinas”. Sarebbe, dunque, una vera e propria firma del maestro urbinate, all’epoca giovanissimo, intorno ai 14-16 anni.
L’attribuzione convince anche lo storico dell’arte Luca Tomio, consulente scientifico e conduttore del documentario per il cinquecentenario di Raffaello, trasmesso dalla Rai a inizio 2020. Tomio e il restauratore tuderte Marcello Castrichini sono convinti che il dipinto processionale bifacciale eugubino sia una sorta di “anello di congiunzione”, una fase di passaggio tra il periodo urbinate e quello umbro di Raffaello. Un intervento che il pittore, in età giovanile, avrebbe fatto sia sulla fase compositiva e preparatoria dell’impianto pittorico, sia nella realizzazione diretta e con il suo pennello di alcuni particolari figurativi.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte. Nel 2009 è stato esposto al Palazzo Ducale di Urbino nella mostra dedicata alla formazione di Raffaello e ai rapporti con la città natale. Dal settembre 2011 al gennaio 2012 è stato alla mostra “Alla Mensa del Signore, capolavori dell’arte europea da Raffaello a Tiepolo” presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, in occasione del XXV Congresso Eucaristico nazionale. Infine, nel 2013, l’opera è stata portata a Novi Sad in Serbia per la mostra “Umanesimo e Rinascimento nell’Appennino centrale”.
“Lo scopo dell’esposizione che abbiamo voluto organizzare – spiega il vescovo di Gubbio, Luciano Paolucci Bedini, durante l’anteprima dell’apertura – è quello di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi. C’è chi contesta l’attribuzione ed è anche per questo che abbiamo promosso l’esposizione, invitando gli esperti d’arte a visionarla e studiarla, in vista di un convegno che vorremmo organizzare al più presto, compatibilmente con le restrizioni dell’emergenza coronavirus”.
Il filo conduttore della grafica che accompagna l’esposizione, aperta a ridosso del Ferragosto, è uno degli angeli dipinti sul lato più curato e interessante dell’opera. La somiglianza tra il suo volto e l’autoritratto di Raffaello è davvero impressionante.
“Resta da pulire e restaurare circa il 25 per cento del gonfalone, dopo l’opera compiuta negli ultimi anni dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli. La conclusione dei restauri – aggiunge Paolo Salciarini, direttore dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Gubbio – ci aiuterà anche con l’attribuzione. Al di là delle posizioni dei vari critici e storici dell’arte, l’importante è che l’opera venga studiata e ci sia il confronto fra le idee, perché solo così si può arrivare a una conclusione”.
All’esposizione iniziata oggi hanno lavorato la storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, l’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, le aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione, lo studio Federico Venerucci Comunicazione per il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Quello della Chiesa di Santa Maria dei Laici è uno dei quattro spazi espositivi che compongono il Polo museale diocesano, un circuito curato dall’associazione culturale “La Medusa”, che – oltre alle Chiesa dei Bianchi – collega con un biglietto unico il Museo diocesano accanto alla Cattedrale, la Chiesa di Santa Maria Nuova e il Museo delle memorie ubaldiane nella Basilica di Sant’Ubaldo in cima al monte Ingino. Per informazioni sulla mostra: 3382843237 – 0759220904 – info@museogubbio.it.

Città di Castello – festa dell’Assunta alla basilica di Canoscio

La novena in preparazione alla solennità dell’Assunzione di Maria Santissima sta preparando la basilica di Canoscio alla festa del 15 agosto. Ogni sera la preghiere avviene alle ore 21 in santuario.
“Ecco dunque o peccatori, di salute ecco la via siate amanti di Maria, e Maria vi salverà!”. Così recita il canto tradizionale della chiesa edificata da padre Luigi Piccardini e dal popolo alto tiberino umbro e toscano attorno all’edicola con l’affresco medievale raffigurante la Dormitio Virginis.
Venerdì 14 agosto alle ore 21 avrà luogo la processione dalla Pieve fino al Santuario.
Sabato 15 agosto saranno celebrate le messe alle ore 7.00 – 8.00 – 9.30 – 11.00 – 16.30 – 18.00.
La santa messa delle ore 11.00 sarà presieduta dal Vescovo Mons. Domenico Cancian.
Domenica 16 agosto le sante messe saranno celebrate alle ore 8 – 9,30 – 11 – 16.30 – 18,00.
I Sacerdoti sono a disposizione per le Confessioni durante i giorni della Festa.

Gubbio – morto don Menotti Stafficci. I funerali a San Marco

Si è spento all’età di 85 anni don Menotti Stafficci, sacerdote del clero diocesano di Gubbio. Il suo è stato un ministero presbiterale che si è svolto principalmente da parroco e da insegnante, come docente di religione nella scuola superiore per oltre un trentennio. La camera ardente è stata già allestita nella Chiesa parrocchiale di San Marco, che ha guidato dal 1973 fino allo scorso anno. Stasera, alle ore 21, la comunità si raccoglierà per una veglia di preghiera, mentre i funerali sono fissati per le ore 17 di domani, mercoledì 12 agosto, sempre a San Marco. Per il rito, presieduto dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e concelebrato da numerosi sacerdoti del clero diocesano, è prevista anche la chiusura della strada statale, in modo da poter “allargare” l’aula della celebrazione anche all’esterno della chiesa parrocchiale. Il feretro di don Menotti, dopo le esequie, proseguirà per il cimitero di Scheggia, dove il sacerdote sarà tumulato.
Proprio nelle scorse settimane, don Stafficci aveva festeggiato i 60 anni di sacerdozio. Nato a Scheggia nel 1935, nel 1960 viene ordinato sacerdote dal vescovo Beniamino Ubaldi. In diocesi è stato anche responsabile della Pastorale familiare e direttore dell’Ufficio missionario.
Dopo essere stato parroco di Biscina e di Petroia, dove si è distinto per la costruzione della chiesa di Scritto, nel 1973 assume la guida della parrocchia di San Marco. Da subito don Menotti si mette al lavoro per formare la comunità, promuovendo la corresponsabilità dei laici, nello spirito del Concilio Vaticano II. Un evento fondamentale è stato la consacrazione della parrocchia e del quartiere di San Marco alla Madonna della Misericordia della Pieve, molto venerata dai fedeli, il 4 settembre 1983. Fondamentali sono stati i lavori di ristrutturazione della chiesa, intitolata a Santa Maria del Suffragio (dedicazione celebrata il 26 aprile 2009), della canonica e l’edificazione del centro ricreativo “San Felicissimo”. Il cammino della parrocchia è stato sostenuto dallo zelo e dalla tenacia di don Menotti, contraddistinto anche da una sua spiccata capacità di studio, di aggiornamento e di organizzazione. Circondato dall’affetto e dalla commozione dei parrocchiani, dopo 46 anni di guida pastorale il sacerdote nel 2019 don Menotti aveva salutato la comunità di San Marco, ora accompagnata da don Cristoforo Przyborowsky.

Assisi – l’iniziativa “Notte al museo” L’itinerario con partenza dalla Basilica di Santa Chiara si concluderà al “Museo della Memoria, 1943-1944”

Dopo il grande successo registrato con l’iniziativa serale del mese scorso, il “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” organizza l’evento “Notte al museo” che si terrà sabato 8 agosto dalle ore 21 per offrire la possibilità ai cittadini, ai visitatori, ai turisti di prossimità di godere della spiritualità della città serafica anche di notte.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Associazione guide turistiche dell’Umbria (AGTU), prevede visite guidate con approfondimenti storici e artistici sulle principali opere della città. Partendo dalla Basilica di Santa Chiara si raggiungerà la piazza del Comune. Qui attraverso vicoli suggestivi si arriverà alla chiesa di Santa Maria Maggiore, al Santuario della Spogliazione e Museo della Memoria, eccezionalmente aperti in orario serale.

Il percorso sarà allietato da letture e accompagnamenti musicali, questi ultimi, a cura di Laura Cannelli (Soprano) e Ermanno Vallini (Violoncello).

La visita al Museo della Memoria che racconta la storia degli ebrei salvati nella città serafica durante le persecuzioni razziali della Seconda Guerra mondiale rappresenta anche l’occasione per conoscere e approfondire una notevole pagina di solidarietà che ha caratterizzato la storia di Assisi.

Per info e prenotazioni: AGTU: 075-815228; 339-3390103; info@assoguide.it.

Campagna Caritas-FOCSIV – Dacci oggi il nostro pane quotidiano: povertà e mancanza di lavoro

“Auspico che, con l’impegno convergente di tutti i responsabili politici ed economici, si rilanci il lavoro: senza lavoro le famiglie e la società non possono andare avanti”.
Con queste parole di Papa Francesco all’Angelus, domenica scorsa, ha evidenziato quello che “è e sarà un problema della post-pandemia: la povertà, la mancanza di lavoro”, sottolineando che “ci vuole tanta solidarietà e tanta creatività per risolvere questo problema.”
Il lavoro è la questione prioritaria ed urgente, soprattutto là dove vi è un’economia informale e dipendente dal mercato globale, dove mancano i sistemi di protezione sanitaria e sociale. Sono le tante testimonianze che ci giungono dai diversi paesi dove si è impegnati con gli interventi sostenuti dalla Campagna Caritas Italiana-FOCSIV “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
Aisha in Bangladesh si è trovata da un giorno all’altro senza lavoro, la sua piccola impresa tessile è senza ordinativi dalle grandi aziende europee. Ibrahim in Libano non può più vendere i suoi prodotti di ortofrutta al mercato perché è chiuso. Fatima, lavoratrice domestica emigrata in Libano, buttata fuori dalla famiglia dove lavorava. Pedro in Perù che vendeva artigianato ai turisti ed ora non sa che fare. Tutti e tutte senza possibilità di cassa integrazione o redditi di emergenza.
Siamo tutti coinvolti nel mercato internazionale, connessi dalle filiere produttive e commerciali. Il lockdown ha messo in evidenza la fragilità del sistema: di come siano gli anelli più deboli della catena sociale a pagare le maggiori conseguenze di questo periodo e di come siano stati pochi i settori che hanno resistito all’impatto dell’emergenza. Due tra tutti, quello dell’alimentazione, necessario alla vita, e quello delle armi, che produce morte.

Mentre la diffusione del COVID 19 accelera sempre di più in un crescendo di contagiati e di decessi in ogni parte del Pianeta, l’impatto sul mondo del lavoro aumenta le discriminazioni e le disuguaglianze, tra gli stessi lavoratori. Secondo i dati pubblicati lo scorso maggio dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro – OIL delle Nazioni Unite, i più colpiti sono chi lavora per conto terzi nelle catene di fornitura, i piccoli e micro-imprenditori con i lavoratori senza protezioni e compensazioni pubbliche. A seguire le donne, i giovani, le cui prospettive occupazionali sono più sensibili alle fluttuazioni della domanda, ed i lavoratori più anziani, che anche in tempi normali hanno difficoltà a trovare opportunità di lavoro dignitoso e sono ora gravati da un ulteriore rischio per la salute. Infine, i rifugiati e i lavoratori migranti, specialmente quelli impegnati per i lavori domestici e quelli impiegati nell’edilizia, nell’industria manifatturiera e nell’agricoltura.

Alla diminuzione del lavoro corrisponde un progressivo aumento degli episodi di violazione dei diritti dei lavoratori, ai quali vengono imposte detrazioni salariali, licenziamenti senza giusta causa, congedi forzati senza retribuzione, ecc. In alcuni casi sono stati anche vanificati tutti gli sforzi compiuti per ridurre le peggiori forme di sfruttamento del lavoro minorile.

In molti Stati africani, ma anche asiatici e latinoamericani, la situazione per i piccoli imprenditori e per i lavoratori informali è grave, mancano i sussidi per far fronte alle necessità primarie ed alla crisi. In Africa si calcola che siano oltre 150 milioni i posti di lavoro a rischio nelle imprese informali impegnate in settori ad alta esposizione al COVID 19.

La crisi acuisce le ingiustizie e può far crescere le tensioni. È il caso della Tunisia, dove l’aumento della disoccupazione, che in alcune aree depresse raggiunge oltre il 35%, ha dato luogo a proteste di massa, alla crisi del Governo e recentemente a nuovi flussi di migranti verso le nostre coste. La costruzione di nuovi muri significherebbe non capire il problema reale. È con la cooperazione e un sistema economico giusto e che protegge i lavoratori, che si dovrebbe rispondere.

La pandemia è solo una grande tragedia, tuttavia potrebbe essere l’occasione per imparare alcune lezioni fondamentali: trasformare le relazioni economiche e sociali in nuove opportunità di coesione e pace, ad iniziare dal mondo del lavoro con solidarietà e creatività.

Sul sito della Campagna www.insiemepergliultimi.it, accanto a materiali di approfondimento e riflessione su questo tema, vengono proposti interventi nelle varie aree del mondo delle Caritas e dei soci FOCSIV.

La campagna si avvale della partnership di AgenSIR, Agenzia DIRE, L’Osservatore Romano, Avvenire, Famiglia Cristiana, FISC – Federazione Italiana Settimanali Cattolici, TV2000, Radio InBlu, Radio Vaticana, Vatican News e di Banca Etica come partner finanziario.

Per donare con bonifico o bollettino postale:
BONIFICO BANCARIO
intestato a: FOCSIV Campagna Focsiv-Caritas
IBAN IT87T0501803200000016949398

C/C POSTALE
n° 47405006
intestato a: FOCSIV
Causale: FOCSIV-CARITAS ITALIANA – Insieme per gli ultimi

Oppure andando sul sito www.insiemepergliultimi.it

Assisi – solennità di santa Chiara e san Rufino

Anche quest’anno, seppur nel rispetto delle norme di sicurezza per il contenimento dell’emergenza Coronavirus, la comunità diocesana si prepara a festeggiare la solennità di Santa Chiara e quella del patrono San Rufino che cadono rispettivamente l’11 e il 12 agosto. Per quanto riguarda la solennità di Santa Chiara, dal 2 al 9 agosto alle ore 17,30 si terrà la novena con la santa messa e i vespri presieduti dai Frati minori della Fraternità di Loreto. Lunedì 10 agosto alle ore 17,30 i primi vespri e la santa messa della solennità saranno presieduti, nella Basilica dedicata alla Santa, dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino.

Alle ore 21 nel Santuario di San Damiano si terrà la veglia di preghiera nel transito di Santa Chiara. Nel giorno della solennità, nella Basilica di Santa Chiara, sono previste diverse celebrazioni a partire dalle ore 8,00 con la messa conventuale che sarà presieduta da padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi. Alle ore 11 la concelebrazione solenne sarà presieduta dal presidente della Conferenza episcopale umbra, monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e animata dal Coro dei “Cantori di Assisi”. Nel pomeriggio, alle ore 17,30, i secondi vespri e la santa messa nel transito di Santa Chiara saranno presieduti da padre Francesco Piloni, ministro provinciale dei frati minori dell’Umbria. Per la solennità di San Rufino, patrono di Assisi e della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, le celebrazioni in cattedrale inizieranno martedì 11 agosto con la veglia di preghiera, la processione e la benedizione della città, presieduta dal vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino. Seguirà una festa in piazza San Rufino, antistante la cattedrale, a cura della Nobilissima Parte de Sopra. Mercoledì 12 agosto sono previste la santa messa delle ore 8 e la concelebrazione solenne delle ore 11 presieduta dal vescovo monsignor Sorrentino. Un’altra santa messa è prevista alle ore 18, mentre alle ore 21 sempre in cattedrale si terrà il concerto in onore del Santo patrono, a cura della Cappella musicale di San Rufino.

Le celebrazioni di lunedì 10 agosto alle ore 17,30, martedì 11 agosto alle ore 11 e mercoledì 12 agosto alle ore 11 agosto saranno trasmesse in diretta dall’emittente Maria Vision (in streaming all’indirizzo https://www.mariavision.it/maria-vision-italia e al canale 602 del digitale terrestre).

Perugia – dal 4 al 6 agosto la XII edizione “ridotta” del Festival internazionale laurenziano d’organo nell’anno del 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven

Un segno di continuità e rinascita culturale. Sarà una edizione “ridotta”, a causa della pandemia da Covid-19, la XII edizione del Festival internazionale laurenziano d’organo, in calendario a Perugia, dal 4 al 6 agosto, al monumentale organo Tamburini della cattedrale di San Lorenzo con le sue 5.178 canne suonanti, restaurato cinque anni fa. «E’ un segno di continuità con le undici precedenti e ben riuscite edizioni e a testimonianza della volontà di “rinascita culturale” della nostra città e della nostra regione dopo il lockdown», annuncia monsignor Fausto Sciurpa, presidente del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo promotore del Festival con la collaborazione dell’Associazione FILO (Festival Internazionale Laurenziano d’Organo). «Lo facciamo, come è giusto che sia, nel rispetto delle norme sanitarie e del distanziamento sociale per la prevenzione del contagio da Coronavirus – prosegue il sacerdote –, limitando la partecipazione del pubblico ai posti prestabiliti per la cattedrale (attualmente 200, ndr)».

Un’edizione ridotta ma di qualità. Si tratta, sottolinea monsignor Sciurpa, di «un evento culturale musicale di respiro internazionale che, nell’ultimo decennio, ha visto esibirsi all’organo della nostra cattedrale i più noti maestri organisti del mondo, richiamando a Perugia, in agosto, in prossimità della solennità di San Lorenzo, numerosi cultori della musica d’organo e non solo, provenienti da diverse nazioni». L’edizione di quest’anno rassicura il sacerdote, «ridotta per numero di concerti e soprattutto priva di esecutori provenienti da altre nazioni, non farà mancare la qualità delle prestazioni per le capacità, internazionalmente riconosciute, dei nostri artisti locali; faranno senz’altro onore all’ormai consolidata tradizione di questo festival».

Il programma e gli organisti. Gli appuntamenti al pubblico, in cattedrale (l’ingresso è gratuito), sono martedì 4, mercoledì 5 e giovedì 6 agosto, alle ore 21.30. Ad esibirsi al monumentale organo Tamburini, oltre al maestro Adriano Falcioni, direttore artistico del festival e organista titolare della cattedrale che terrà il suo concerto la serata conclusiva, saranno gli organisti Piergiovanni Domenighini e Francesco Prelati. «La XII edizione – evidenzia il maestro Falcioni – è dedicata ai 250 anni della nascita di uno dei più grandi compositori di tutti i tempi: Ludwig van Beethoven. Il maestro Domenighini, con le sue “trascrizioni” per organo di alcuni brani della V, VI e VII Sinfonia di Beethoven, inaugurerà perciò la serata di apertura del festival, mentre nelle successive serate saranno eseguiti brani tratti dalle opere di Bach, Buxtehude, Debussy, Franck, Mendelssohn e Reger».