Perugia – rinnovato il Consiglio della Venerabile Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello della cattedrale di San Lorenzo

Ricostituita nel 2016, la quattrocentesca Venerabile Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello della cattedrale di San Lorenzo in Perugia, all’inizio del nuovo Anno pastorale e in vista della festa diocesana della Madonna delle Grazie del prossimo 12 settembre, ha rinnovato il suo Consiglio. L’Assemblea dei confratelli, composta in gran parte da giovani, si è riunita lo scorso 7 settembre, rieleggendo alla carica di priore l’avvocato Roberto Tittarelli. Gli altri componenti del Consiglio sono: Tommaso Vicarelli, vice priore; Francesco Tugliani, camerlengo; Fabio Ercoli, segretario; Federico Poggianti, provveditore; don Riccardo Pascolini, cappellano; don Simone Sorbaioli, custode.

L’Assemblea, nel dettare le linee del prossimo triennio del suo Consiglio, si è richiamata alle finalità principali della stessa Confraternita, tra cui la promozione di opere di carità, la diffusione di una maggiore venerazione del Santissimo Sacramento, della cultura della famiglia e della conoscenza della storia del Sant’Anello, reliquia ritenuta dalla pietà popolare l’anello con cui la Beata Vergine Maria fu sposata a san Giuseppe.

La Confraternita ha sede nella suggestiva sala del “Sant’Anello” del complesso della cattedrale e suo prossimo appuntamento è la “calata del Sant’Anello” in San Lorenzo, nel giorno della festa diocesana della Madonna delle Grazie, sabato 12 settembre, alle ore 10.30. Nell’occasione si terrà il rito della vestizione di un nuovo membro della Confraternita, Emanuele Pettini.

Al termine dell’Assemblea, i confratelli sono stati ricevuti dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti. Il presule ha avuto per tutti parole di gratitudine e di incoraggiamento per il servizio svolto alla Chiesa diocesana, affidando la loro opera alla protezione della Beata Vergine Maria delle Grazie.

Assisi – festa della Madonna di Montecamera sabato 5 settembre nella chiesa di San Pellegrino a Gualdo Tadino

Entra nel vivo la festa della Madonna di Montecamera, nella frazione di San Pellegrino a Gualdo Tadino, che si concluderà martedì 8 settembre.

Sabato 5 settembre alle ore 17,30 nella chiesa parrocchiale di San Pellegrino, ci sarà la presentazione del libro “Crisi come grazia. Per una nuova primavera della Chiesa” del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino.

Ne parleranno con l’autore il rettore dell’Università degli studi di Perugia, professore Maurizio Oliviero ed anche il professore Antonio Pieretti.

“Il ricco programma della festa – spiega il parroco don Luigi Merli – prevede anche varie iniziative culturali. Nella nostra realtà cerchiamo di organizzare eventi che alimentano l’aspetto culturale perché la cultura va sempre coltivata. La presentazione del libro del vescovo, con illustri relatori, ne è un esempio”.

Le iniziative del programma della festa continuano domenica 6 settembre alle ore 11 con la santa messa celebrata dai parroci don Aldo Mataloni e don Luigi Merli, animata dal coro parrocchiale, durante la quale verrà amministrata l’Unzione Sacra.

Lunedì 7 settembre alle ore 20,30 suono a festa delle campane e accensione dei lumini alle finestre. Dalle ore 21 alle ore 24 la veglia di preghiera sarà accompagnata dalle note sacre del Maestro Felice Pericoli. Alle ore 22 saluto e breve riflessione del parroco don Luigi Merli.

Martedì 8 settembre, festa della Natività della Beata Vergine Maria, la santa messa sarà celebrata alle ore 7 – 8 – 9. Alle ore 11 la concelebrazione eucaristica, animata dal coro parrocchiale, sarà presieduta dal vescovo Sorrentino.

Assisi – Economy of Francesco dal 19 al 21 novembre

Economy of Francesco, l’incontro con i giovani economisti voluto dal Santo Padre, è confermato e si terrà dal 19 al 21 novembre 2020. Vista l’emergenza sanitaria nel mondo causata dal Covid-19, il comitato organizzatore ha deciso di celebrare l’evento internazionale interamente in modalità online, con dirette e collegamenti streaming con tutti gli iscritti e i relatori. Confermata anche la partecipazione “virtuale” di Papa Francesco. Il successivo incontro, in presenza, si terrà sempre ad Assisi ed è previsto in autunno 2021, quando le condizioni sanitarie permetteranno di assicurare la partecipazione di tutti.

L’organizzazione dell’evento The Economy of Francesco 2020 in versione online consentirà a tutti i giovani iscritti di partecipare all’incontro nelle medesime condizioni, di condividere l’esperienza vissuta, il lavoro, le proposte, e le riflessioni maturate in questi mesi nei 12 villaggi. Il Comitato è al lavoro per realizzare un programma innovativo, partecipativo e globale che conservi gli elementi peculiari di Economy of Francesco (lavori di gruppo, sessioni plenarie e parallele con i keynote speakers, spiritualità francescana, spettacoli artistici, mostre) arricchendolo con le opportunità e i linguaggi che la modalità digitale dell’evento offre.

Economy of Francesco è un movimento di giovani con volti, personalità, idee che si muove e vive in tutto il mondo per una economia più giusta, inclusiva e sostenibile e per dare un’anima all’economia di domani. Il mondo ha bisogno della creatività e dell’amore dei partecipanti che come artigiani di futuro stanno tessendo l’Economia di Francesco, fra il già e il non ancora.

Per maggiori informazioni e per seguire eventi in streaming: www.francescoeconomy.org

Perugia – Le “Feste mariane di settembre” al Santuario della Madonna di Lourdes di Montemelino

Come segno di speranza, nel tempo della pandemia da Covid-19, anche quest’anno si terranno le “Feste mariane di settembre” nel Santuario della Madonna di Lourdes in Montemelino di Magione, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Edificato a partire dal 1865 dal parroco di don Giuseppe Vincenti con il concorso della famiglia dei conti Conestabile della Staffa, questo santuario diviene il primo luogo di culto in Italia dedicato alla Madonna di Lourdes a pochissimi anni dalle apparizioni in terra di Francia. Nel 1877 Giosuè Carducci lo descrive come un luogo «pieno di serenità e di soave bellezza». Nel 1905 viene riprodotta fedelmente, anche nelle sue proporzioni, la grotta di Massabielle, oggi metà di non pochi pellegrinaggi.

«Le “Feste mariane di settembre” – spiega il rettore del Santuario don Paolo Ianni – saranno celebrate in modo più semplice, nel rispetto della situazione attuale e delle relative regole di comportamento anti Covid-19, e si terranno tutte all’aperto». Nutrito è il programma delle “Feste 2020”, da sempre molto vissute con grande fede da numerosi devoti della Beata Vergine Maria che in Montemelino trovano un’atmosfera di raccoglimento spirituale simile a quella di Lourdes.

Venerdì 4 settembre, giorno di avvio delle “Feste”, alle ore 21, si terrà la celebrazione eucaristia con l’adorazione presieduta dal rettore don Ianni. Domenica 6 settembre sarà la giornata dedicata al rinnovo delle promesse battesimali e matrimoniali; rinnovo che avverrà durante la celebrazione eucaristica delle ore 17.30, presieduta dal vescovo emerito di Gubbio mons. Mario Ceccobelli, già vicario generale dell’Archidiocesi perugino-pievese. Nel corso della celebrazione saranno ricordati gli anniversari di matrimonio dei fedeli presenti. La domenica successiva (13 settembre), sempre alle ore 17.30, si terrà la celebrazione eucaristica con l’unzione dei malati, presieduta dal vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi. Sabato 19 settembre, alle ore 17, si svolgerà il consueto “Falò di tutte le preghiere depositate durante l’anno nella Grotta davanti all’icona della Vergine di Lourdes”. A seguire la celebrazione eucaristica e il canto del Te Deum. Domenica 20, giornata conclusiva delle “Feste”, alle ore 17.30, ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta da dom Giustino Farnedi (Osb), abate benedettino emerito del Monastero di San Pietro di Perugia.

Per informazioni sulle attività del Santuario, consultare il sito: http://www.santuariodimontemelino.it

Assisi – sesta edizione del Cortile di Francesco

“Oltre i confini” è questo il titolo della sesta edizione del Cortile di Francesco che si terrà ad Assisi dal 18 al 20 settembre. Personalità della società civile, del mondo della religione e del giornalismo si confronteranno, ad Assisi o in collegamento streaming, sui temi dell’economia, dell’informazione, dell’ambiente e dell’incontro tra culture e mondi distanti. Un Cortile reinventato, nel rispetto delle nuove disposizioni di sicurezza, con interventi in presenza e in streaming di donne e uomini di caratura internazionale.

Sarà possibile partecipare, in base alle norme anti Covid, agli eventi che si terranno ad Assisi. Tutti gli incontri saranno anche trasmessi in diretta e on demand sulle piattaforme digitali (sito, social network, YouTube etc..).

«Il Cortile di Francesco potrà essere un’occasione per riflettere e confrontarsi su quanto sta accadendo nel mondo. Il Covid sta cambiando il nostro modo di vivere –ha dichiarato il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato – e affrontare la quotidianità. È necessaria maggiore responsabilità da parte di tutti nelle relazioni sociali così come nella politica nazionale ed internazionale per porla al servizio dell’uomo. Vogliamo salvaguardare un confine o una persona?».

Tutte le informazioni su come partecipare e seguire l’evento saranno disponibili sul sito www.cortiledifrancesco.it

L’evento è organizzato dal Sacro Convento di Assisi e dell’Associazione Oicos riflessioni, in collaborazione con il Pontificio Consiglio della cultura e con il sostegno della Regione Umbria, punta ad offrire uno spazio di incontro alternativo oltre i confini.

Foligno -Riflessione a conclusione dell’oratorio estivo dell’unità pastorale di S. Eraclio – Cancellara

Prossimità e responsabilità. Sono queste le parole chiave che hanno caratterizzato l’esperienza dell’oratorio di Sant’Eraclio ai tempi del Coronavirus. Un’esperienza, quella dell’oratorio estivo, oramai ultra decennale per la parrocchia della frazione folignate, che quest’anno si è dovuta misurare con un ostacolo in più, quello della pandemia. Una prova superata comunque a pieni voti. Le otto settimane estive di socializzazione e divertimento hanno messo in risalto l’ottimo lavoro compiuto dai responsabili, insieme agli educatori e agli animatori. Importante il confronto con i giovani, ma anche con i loro genitori e con tutti gli “attori” del territorio. “L’oratorio è fatto per una prossimità verso il territorio.

“Educatori e ragazzi hanno captato questo concetto, così come quello della responsabilità – spiega don Luigi Filippucci, motore della parrocchia di Sant’Eraclio -. Responsabilità non ha significato solamente stare attenti, ma prevenire e allo stesso salvaguardare ogni persona, per non essere sopraffatti non tanto dal virus, ma dalla solitudine”. Solitudine e distacco che troppo spesso portano verso percorsi “oscuri”, come potrebbe essere quello legato alla droga: “Dobbiamo distruggere la solitudine, che è data dalla mancanza di relazioni – specifica don Luigi -, salvaguardando il senso della felicità e della gioia: nessuno deve essere solo, perché come ci ha insegnato Cristo, ‘Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla consumazione di questo mondo’”.

Anche sotto il profilo delle misure contagio, tutto è andato per il verso giusto. Il rischio è stato azzerato dall’impegno dei responsabili e dal senso del dovere degli stessi ragazzi e genitori. Positiva anche l’esperienza di dividere i gruppi in “isole” di lavoro e divertimento, che ha portato a delle relazioni “de visu” anche con gli abitanti e i residenti del territorio. Per dire grazie a responsabili, educatori e animatori, la parrocchia di Sant’Eraclio negli scorsi giorni ha organizzato con loro un momento di incontro e riflessione, per tracciare il bilancio dell’esperienza appena conclusa.

“L’esperienza di quest’anno è il risultato di quanto portato avanti negli ultimi 15 anni – spiega Marta Rossi, tra i responsabili -. Abbiamo visto una forte crescita da parte degli animatori e degli educatori che sono maturati nel corso del tempo: tutti ci siamo messi alla prova, capendo il vero significato del lavoro d’equipe. Abbiamo portato otto settimane di gioia, realizzando un’esperienza formativa sia per noi che per partecipanti”.

Nel corso dell’incontro, tante le testimonianze ed i racconti. C’è ad esempio la storia Walid Kandli, che porterà la formazione nell’oratorio all’interno della tesi universitaria. “Negli scorsi anni l’organizzazione passava soprattutto per i responsabili – racconta Walid – ed invece quest’anno anche noi educatori ci siamo sentiti maggiormente responsabili dei gruppi, interfacciandoci anche con i genitori. Dopo il lockdown di marzo, siamo stati i primi formatori che i ragazzi hanno visto e per noi è stata una grande responsabilità”. C’è poi la testimonianza di un papà, che ha raccontato come sua figlia, terminato il lockdown, uscendo di casa ha abbracciato un ragazzino, suo vicino di casa, che non conosceva personalmente: “E’ la dimostrazione – afferma il papà – che i bambini hanno bisogno di stare insieme ed avere un contatto. Questo oratorio serve al territorio, perché è un’opportunità unica e sana”. Opportunità utile anche alla crescita di tutto il territorio, come sottolineato da un altro dei responsabili, Francesco Sfregola. “Abbiamo portato vitalità sul territorio. E’ un aspetto che è stato molto apprezzato dall’esterno. La parrocchia è una realtà – spiega Sfregola – che fa qualcosa per il territorio, portando sviluppo e vitalità per scansare le negatività. Anche la scuola potrebbe prendere esempio dal nostro modello, con tutte le componenti in gioco che devono impegnarsi per dare il proprio contributo”. “Mi colpisce – commenta invece un altro degli intervenuti, il signor Luigi – la vostra passione. Di solito, al termine di un’esperienza di volontariato, c’è sempre il rischio di essere un po’ stanchi. Ed invece il vostro entusiasmo dimostra che siete già pronti per ricominciare”.

A raccontare la loro esperienza sono stati, durante il momento di condivisione e riflessione, anche altri genitori ed educatori. Tutti hanno posto l’accento sull’importanza della riscoperta del territorio, grazie anche all’“oratorio arcipelago” che ha diviso i bambini in gruppi lungo le varie frazioni attorno Sant’Eraclio. Ma l’oratorio ai tempi del Coronavirus, oltre a responsabilizzare educatori e animatori, ha accresciuto anche il senso del dovere dei più piccoli rispetto all’uso della mascherina o al rispetto delle varie regole: “Era mia figlia – racconta una mamma – che mi riprendeva se mi dimenticavo a casa il foglio dell’autocertificazione”. “Ero sicura che don Luigi avrebbe raggiunto l’obiettivo, ma non pensavo ad un risultato così eccezionale – sottolinea Piera Ottaviani, tra le responsabili -. Vedere cento bambini muoversi per il territorio è stato bellissimo, soprattutto perché l’oratorio è un momento non solo di gioco, ma anche di conoscenza e relazione. Dalle situazioni di crisi abbiamo potuto vedere che può nascere sempre qualcosa di positivo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Stefano Emili, che ha gentilmente ospitato gli intervenuti, organizzando un momento conviviale tra brace accesa e carne arrosto per chiudere in bellezza l’esperienza dell’oratorio estivo. “L’uomo ha sempre bisogno di socialità e va colta tutta la positività di questo virus – spiega Stefano -. Non siamo passati inosservati ed ora il territorio di Sant’Eraclio dovrà per forza misurarsi con questa esperienza positiva. L’oratorio è un punto di riferimento in quello che purtroppo è attualmente il deserto di Sant’Eraclio: ci siamo fatti vedere, ma dobbiamo farlo ancora di più”. E allora è proprio il caso di dirlo. Il titolo e gli obiettivi che hanno accompagnato questa esperienza sono stati pienamente centrati: “Socialità, amicizia, responsabilità, prossimità e custodia”. Dal 22 giugno al 21 agosto l’essere “Aperto per ferie” dell’oratorio di Sant’Eraclio lo ha reso un punto di riferimento. E, “fino a quando c’è un punto di riferimento – conclude don Luigi – c’è speranza e sicurezza nel futuro”.

Sentiero di Francesco -Nel Santuario della Spogliazione i saluti prima dell’avvio dei vescovi Sorrentino e Paolucci Bedini e del sindaco di Assisi

Sono partiti martedì mattina 1 settembre, Giornata nazionale per la Custodia del Creato, dal Santuario della Spogliazione, i circa cinquanta pellegrini del “Sentiero di Francesco”, il tradizionale itinerario a piedi che da Assisi arriva a Gubbio. I tre giorni sui passi del Poverello, si sono aperti con un momento di preghiera a cui sono seguiti i saluti del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e quelli del vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini. Presente il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, che parlando della custodia del Creato ha invitato i presenti a fare gesti concreti. “Adesso è il momento dell’azione – ha detto -. Ogni singola azione, anche quella dei più piccoli, è molto importante”.

Il vescovo Sorrentino ha ricordato il gesto della spogliazione compiuto dal Poverello di fronte al vescovo Guido. “Si parte da qui – ha detto – spogli, liberi e agili come Francesco, ma anche come un ragazzo del nostro tempo, Carlo Acutis, che tra un mese vedremo Beato, il quale sulle orme di Francesco ha sentito la bellezza del Creato. Aveva capito che al centro di tutto ci deve essere Dio”.

Monsignor Luciano Paolucci Bedini, che ha intrapreso il cammino insieme ai pellegrini, ha evidenziato che Francesco parte da Assisi non per una scelta di leggerezza, fuga o confusione, ma perché ha fatto una scelta. “Questa scelta – ha detto – parte da una crisi. In realtà – ha aggiunto – la crisi diventa un’occasione quando ci facciamo attraversare da essa”.

Per questa edizione 2020 del Sentiero, a causa dell’emergenza da Coronavirus, non ci sono state iscrizioni, navette, pasti pronti e luoghi di accoglienza notturna, né un unico grande gruppo di viandanti, ma solo pellegrini che si sono organizzati autonomamente. Come da programma mercoledì 2 settembre, alle ore 8,30, i pellegrini del Sentiero partiranno dalla piazza di Valfabbrica, mentre il 3 settembre, alla stessa ora, la partenza è prevista dall’Eremo di San Pietro in Vigneto, per raggiungere la Chiesa della Vittorina a Gubbio.

Il pellegrinaggio, rientra tra le iniziative organizzate per il “Tempo del Creato”, periodo dell’anno liturgico, che si apre il 1 settembre e si conclude il 4 ottobre.

Tra le prossime iniziative in calendario il 12 settembre a Piandarca (Cannara), luogo della celebre “Predica agli uccelli” di San Francesco, si terrà l’incontro ecumenico nella Giornata diocesana di Tempo del Creato. Questo momento è coordinato dall’Ufficio Ecumenismo e Dialogo, lo Spirito di Assisi, la Pastorale della Salute, il Circolo Laudato Si’ di Assisi e diverse realtà istituzionali e associative della diocesi.

Assisi – celebrazioni per il Tempo del creato. Mons. Sorrentino: “Urge una conversione a tutti i livelli per un ecologia integrale”

“Torna il Tempo del creato che è innanzitutto invito a sentirci ‘creato’: ossia ‘creature’. Siamo un dono. Un dono sgorgato dall’amore del Creatore.
Per questo lo sguardo “credente” sul creato è innanzitutto uno sguardo contemplativo. Sguardo che si incanta di fronte alla bellezza delle cose, e risale poi alla bellezza di colui che le ha fatte”.

Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, alla vigilia dell’inizio del Tempo del Creato, periodo dell’anno liturgico, che si apre il 1 settembre e si conclude il 4 ottobre, nel quale tutti i cristiani, in comunione con ogni persona che abita il pianeta, sono chiamati a pregare per la casa comune, per la sua bellezza e per le fatiche che vive ogni giorno.

“Sull’onda del Cantico delle Creature – aggiunge il vescovo – il Tempo del Creato è il tempo della lode, della contemplazione, dell’incanto. Il Creato sarà sempre meglio custodito, se guardato con occhi contemplativi.

Non possiamo tuttavia dimenticare l’altra faccia della medaglia. Il Creato che abbiamo sotto gli occhi, a partire dal nostro cuore, è stato profondamente ‘abbruttito’. Il ‘no’ a Dio ha rovesciato bruttezza dentro di noi e intorno a noi. Una vera devastazione. Urge una ‘conversione ecologica’ nei termini di una ‘ecologia integrale’. Di tempo non ce n’è molto. Se l’umanità non ha un sussulto di coscienza e di impegno comune, a tutti i livelli, i nostri errori possono diventare irrimediabili. Occorre fare nostra l’agenda di urgenze politiche, economiche e culturali che consentano di frenare la corsa al degrado. Non ci si riuscirà tuttavia se all’impegno non si unirà la preghiera ardente, corale, ecumenica, in dialogo con fratelli e sorelle di altre fedi”.

Coordinato dalla Commissione Problemi Sociali e del Lavoro e dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, questo periodo sarà scandito da diversi momenti.

Si inizierà martedì 1 settembre, nella Giornata nazionale per la Custodia del Creato, alle ore 8,30 con il “Sentiero di Francesco” che verrà aperto dal vescovo Sorrentino e dal vescovo di Gubbio monsignor Luciano Paolucci Bedini nel Santuario della Spogliazione.

Il Sentiero quest’anno, a causa dell’emergenza da Coronavirus, accoglierà i pellegrini che potranno organizzarsi autonomamente. Non ci saranno infatti iscrizioni, navette, pasti pronti e luoghi di accoglienza notturna, né un unico grande gruppo di viandanti. Dopo la partenza da Assisi di martedì, mercoledì 2 settembre, sempre alle ore 8,30, si partirà dalla piazza di Valfabbrica, mentre il 3 settembre, alla stessa ora, la partenza è prevista dall’Eremo di San Pietro in Vigneto, per raggiungere la Chiesa della Vittorina a Gubbio.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.ilsentierodifrancesco.it
Tra le altre iniziative in programma, il 5 settembre ci sarà il ritiro Laudato Si’ organizzato dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, che si terrà online, a cui si potrà accedere tramite la piattaforma zoom collegandosi al seguente link https://gccm.controlshift.app/events/ritiro-laudato-si-on-line?share=a0954410-952a-462e-8d03-1d4406719bf7.

Il 12 settembre a Piandarca (Cannara), luogo della celebre “Predica agli uccelli” di San Francesco si terrà l’incontro ecumenico nella Giornata diocesana di Tempo del Creato. Questo momento è coordinato dall’Ufficio Ecumenismo e Dialogo, lo Spirito di Assisi, la Pastorale della Salute, il Circolo Laudato Si’ di Assisi e diverse realtà istituzionali e associative della diocesi.

Il 19 settembre al ritiro Laudato Si’, organizzato dal Circolo LS presso la Casa Regina della Pace di Assisi, ci sarà un laboratorio attraverso l’orto Laudato Si’.

Il 2 ottobre è previsto un incontro di preghiera mensile mondiale online di GCCM, che verrà organizzato dal team Europa e avrà il contributo di una meditazione di apertura sulla figura di San Francesco a cura di monsignor Sorrentino. Si potrà accedere alla piattaforma zoom e si potrà usufruire di servizio di traduzione simultanea.

Il 4 ottobre il Tempo del Creato si concluderà con la festa San Francesco.
A questi appuntamenti si aggiungono altre iniziative locali, che possono essere vissute dalle singole comunità. Ad esempio, al Santuario della Spogliazione durante le messe domenicali di settembre fino al 4 ottobre, l’integrazione delle letture domenicali e l’inserimento di un segno nella zona absidale (un piccolo albero e i quattro elementi del Cantico) segneranno anche nella liturgia questo tempo speciale. Iniziative simili possono essere proposte dalle singole parrocchie, e registrate sul sito https://seasonofcreation.org/it/home-it/ .

Per tutti gli aggiornamenti è possibile consultare il sito www.diocesiassisi.it oppure la pagina Facebook “Assisi Laudato Si”.

Città della Pieve – in tanti all’inaugurazione del restauro dello storico organo della concattedrale. Un significativo evento culturale per l’intera Archidiocesi perugino-pievese, vissuto anche come contributo alla crescita dell’interesse per la musica d’organo

Oggi vede nuova luce lo storico organo del nostro duomo… Dopo decenni di silenzio questo strumento riacquista la sua voce…». Con queste parole pronunciate dall’arciprete della concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio di Città della Pieve, don Simone Sorbaioli, e dal direttore del Museo diocesano pievese, Matteo Pifferi, si è aperta la serata, domenica 30 agosto, del concerto inaugurale del restauro dello storico organo realizzato da Sebastiano Vici tra il 1826 e il 1827 preceduto dalla benedizione dello strumento musicale. Una serata indimenticabile per tanti pievesi ed ospiti-visitatori dell’estate 2020 caratterizzata dalla pandemia anche a Città della Pieve, prezioso scrigno d’arte e di storia rinascimentale, patria del Perugino. Nel rispetto delle norme di prevenzione al contagio da Covid-19, molte persone hanno assistito a questo significativo evento culturale per l’intera Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve all’esterno della concattedrale attraverso un maxischermo.

Il concerto inaugurale è stato eseguito dal maestro Adriano Falcioni, organista titolare della cattedrale di San Lorenzo di Perugia, premiato in numerosi concorsi organistici internazionali, nominato nel 2018 dal Ministero per i Beni culturali ispettore onorario per tutti gli organi dell’Umbria, con la partecipazione della corale Polifonica pievese diretta dal maestro e compositore Carlo Pedini e delle storiche Chiarine di Città della Pieve. Sono stati eseguiti brani di alcuni dei più noti compositori vissuti tra i secoli XVII e XIX, Mozart, Kerll, Marcello, Scheidemann, Morandi, Arauxo, Haendel, Bach, oltre al Regina Pacis (per organo e coro) di Pedini.

La conferenza di presentazione del restauro dell’organo Vici ha preceduto, nel pomeriggio di domenica, il concerto inaugurale. Moderata dal giornalista Paolo Scandaletti, che ha evidenziato quanto sia di arricchimento culturale la musica d’organo per una comunità come Città della Pieve, sono intervenuti: Pietro Corna, titolare dell’omonima ditta specializzata in restauro e costruzioni d’organi a canne, che ha illustrato, anche attraverso una serie di interessanti immagini, le fasi della delicata opera di restauro di questo ottocentesco strumento di 651 canne (616 in metallo e 35 in legno); Carlo Pedini, che ha tracciato una breve storia dei “cori di musica sacra” a Città della Pieve, dall’istituzione della Diocesi (inizio secolo XVII) ai nostri giorni, soffermandosi sulla “Cappella musicale dei Ss. Gervasio e Protasio”, durante il lungo episcopato del vescovo Angelucci, all’attuale “Polifonica Pievese” formata da trenta elementi; Don Simone Sorbaioli, che ha evidenziato l’importante tradizione organaria del duomo di Città della Pieve, dalla metà del secolo XVI in poi, ricordando la costruzione di tre organi principali (1547, 1617-18, 1826-27) e di uno per il coro di cui si sono perse le tracce; Angela Cingottini, con Davis Petri, ha messo in evidenza quanto in questa nota località umbra anche la musica era molto apprezzata in passato, ricordando la figura della nobildonna Marietta Piccolomini della Fargna, nota soprana tenuta in grande considerazione da Giuseppe Verdi, che amava esibirsi nel piccolo teatro di Città della Pieve (decennio 1860-70).

Città della Pieve ritorna ad essere anche città dell’arte della musica grazie al suo organo Vici. E’ quanto, in sintesi, hanno detto ed auspicato gli intervenuti, tra i quali il sindaco Fausto Risini nel portare il saluto dell’Amministrazione comunale e nell’esprimere gratitudine all’arciprete don Simone Sorbaioli fortemente impegnato nel recupero di opere ed oggetti d’arte sacra. Il maestro Adriano Falcioni, prendendo la parola al termine del concerto, ha espresso viva soddisfazione per la nutrita presenza di pubblico, cosa che accade raramente in Italia per la musica d’organo mentre è molto apprezzata all’estero, e ha auspicato che, proprio dall’esempio di Città della Pieve, possa crescere l’interesse per questo tipo di musica.

Sensibilità che si è colta anche nella fase del reperimento dei fondi per l’esecuzione dei lavori di restauro dell’organo Vici, lavori costati 50mila euro e finanziati, come ha sottolineato don Sorbaioli, in gran parte dall’azienda “Podernuovo” in Palazzone (Si) di proprietà di Giovanni Bulgari, dal contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e dalle offerte di numerosi fedeli. L’apparato decorativo dell’organo e della cantoria è stato ripristinato dallo studio “L’Officina di Artè” di Ilaria Brera e di Mirco Massaro ed hanno contribuito all’insieme del lavoro di restauro anche diverse ditte pievesi.

Città di Castello – celebrazione della Madonna delle Grazie. Mons. Cancian: “La Madonna ci dia di trovare insieme una grande visione di futuro e le modalità concrete per realizzarla”.

Mercoledì 26 agosto si è celebrata nel santuario dedicato alla Madonna delle Grazie la solennità della patrona principale di Città di Castello, secondaria della diocesi. Mons. Domenico Cancian ha presieduto la celebrazione delle ore 18.30. Di seguito l’omelia del Vescovo.
“O voi che passate per la via
facete onore alla Vergine Maria!”
Così è scritto ai piedi della venerata immagine dipinta da Giovanni da Piamonte nel 1456 e collocata in un primo tempo in una cappellina lungo la via.
Da allora un’interrotta folla di Tifernati sono sfilati dinanzi a questa benedetta icona, ottenendo straordinari interventi prodigiosi in tempo di terremoto, siccità, inondazione, guerra.
Anche noi in questa annuale solennità caratterizzata dalla presenza ancora preoccupante della pandemia che porta tanta incertezza, la invochiamo fiduciosi come ho già fatto il 28 marzo, assieme al sindaco.
Le chiediamo ancora di prendersi cura della nostra Città e della nostra Chiesa.
“Allontana da noi la pandemia che contagia il nostro corpo seminando sofferenza, paura e incertezza.
Liberaci anche della pandemia spirituale che paralizza la nostra mente, il nostro cuore, le relazioni fraterne.
Affidiamo a te ancora una volta le famiglie, i giovani, i malati, l’umanità intera”.
La Madonna ha già ascoltato la nostra preghiera. Ci ha protetto da sofferenze che potevano essere peggiori. E mentre la ringraziamo, la supplichiamo di allontanare definitivamente questo flagello ancora in atto in tante parti del mondo.

Questa nostra fiducia è sostenuta anche dalle due letture che abbiamo appena ascoltato.
La regina Esther, figura di Maria, ottiene con la sua coraggiosa intercessione la salvezza del popolo di Israele minacciato di sterminio.
Maria alle nozze di Cana spinge Gesù a cambiare l’acqua in vino per la gioia della festa di nozze che sarebbe finita male.
Lei, come buona madre, desidera la nostra felicità, a cominciare dalle piccole cose della nostra vita.

Fratelli e sorelle, vogliamo approfittare di questa festa per chiedere a Colei che è allo stesso tempo Madre di Gesù e Madre nostra di aiutarci a passare da una situazione di incertezza, di insicurezza e di grandi sofferenze (famiglie in difficoltà, calo demografico, aborto facile, droga che circola e devasta, violenza distruttiva, disperazione finanche al suicidio) ad un profondo cambiamento e rinnovamento dei nostri cuori e dei nostri stili di vita.
Ma insieme a questo negativo, sono presenti anche tanti esempi molto incoraggianti di persone che reagiscono al male con il bene, che fanno il loro dovere, che portano croci pesanti senza lamentarsi, che testimoniano correttezza, sensibilità, vita sobria e serena.

La Madonna ci dia di trovare insieme una grande visione di futuro e le modalità concrete per realizzarla, investendo nei giovani e nel futuro di crescita autentica per una vera rinascita post Covid.
Per questo lei ci raccomanda di non perdere di vista il Signore e di fare tutto quello che Lui ci suggerisce per il nostro bene.
Non è forse vero che allontanandoci dal Signore e dando troppo spazio all’individualismo e ad uno stile di vita improntato alle soddisfazioni più istintive ci facciamo del male? Non è forse è questo che direbbe una mamma e un babbo ai propri figli per il loro bene?
Qualcuno ha giustamente detto che il peggio di questa crisi sarebbe sprecarla. Abbiamo una nuova opportunità che con l’aiuto della Madonna delle grazie possiamo approfittare nella certezza che “il bene tira bene”.

+ Domenico Cancian