Perugia: Con la Veglia di preghiera e il mandato missionario la comunità diocesana si appresta a vivere la Giornata Mondiale Missionaria (GMM) 2022, domenica 23 ottobre.

Molto partecipata è stata la Veglia diocesana di preghiera in preparazione alla Giornata Mondiale Missionaria (domenica 23 ottobre) tenutasi a Perugia, presso la chiesa di San Ferdinando, nella serata del 21 ottobre. Presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis insieme al direttore dell’Ufficio per la cooperazione tra le Chiese, mons. Orlando Sbicca, e a diversi sacerdoti, religiosi e religiose, la veglia è culminata con il mandato missionario conferito a Giacomo e Elena con i loro quattro figli, una giovane famiglia che presto ritornerà in Perù, nella missione dell’Operazione Mato Grosso dove ha operato anche la missionaria martire Nadia De Munari, uccisa lo scorso anno. A ciascuno di loro è stato donato un crocifisso, «segno – ha commentato mons. Maffeis – di fede e di carità per tutti… Giacomo, Elena, i loro figli, ripartendo per il Perù, diventano un segno e lo Spirito del Risorto li accompagni e interroghi ciascuno di noi a fare la propria parte». La Veglia è stata alternata da preghiere e meditazioni dal forte richiamo alla missione e alla carità che ogni cristiano è chiamato a testimoniare, tratte da brani di papa Francesco e di Santa Teresa di Calcutta di cui quest’anno ricorre il 25° anniversario della morte.
Mons. Maffeis, commentando il passo del Vangelo, ha ricordato che «lo Spirito Santo è la forza che ancora oggi, come all’inizio del cristianesimo, porta i battezzati ad annunciare, a testimoniare Cristo a tutti i popoli. I nostri piedi sono piantati saldamente su questa terra dove testimoniamo l’amore al Signore e l’amore del Signore per ogni uomo. Non è un caso che dove arriva il Vangelo, dove arriva un missionario cresce la comunità, lo sviluppo, la persona, la giustizia e la pace. E a questo proposito ci uniamo a tutti coloro che nelle piazze del Paese stanno alzando la voce per domandare che finisca la guerra in Ucraina, che si arrivi davvero ad un negoziato credibile per fermare questa guerra».
«Quella dei missionari – ha sottolineato l’arcivescovo – è spesso una testimonianza a caro prezzo, a prezzo della loro stessa vita. Il testimone del Vangelo è un martire, è uno che dice che nel Signore ha trovato quella pienezza, che Dio è tutto, per cui il resto diventa relativo. Per quanto è importante la vita, la stessa vita può essere donata. E qui va il pensiero ai tanti Paesi del mondo in cui non c’è libertà religiosa, Paesi in cui laici, religiosi, religiose, preti, vescovi pagano con la vita la loro testimonianza. Oggi pensiamo all’Eritrea, al Camerun, al Nicaragua, semplicemente per prendere tre diverse notizie attuali, di persone sequestrate, imprigionate per la loro fede. Rivolgo il mio grazie e la mia gratitudine alle tante persone che partecipano alla Veglia di questa sera e a quanti provengono da Paesi diversi dal nostro, testimoni della loro fede nel Signore e con questa testimonianza aiutano le nostre comunità a ringiovanirsi nella fede».

Terni – consacrazione della cappella nella caserma del comando provinciale dei Vigili del Fuoco

Il 20 ottobre, presso la caserma dei Vigili del Fuoco di Terni, si è tenuta la solenne celebrazione, presieduta dal vescovo Francesco Soddu, per la dedicazione dell’altare e la consacrazione della cappella “Santa Barbara” del Comando Provinciale di Terni.
Alla liturgia sono intervenuti il cappellano dei Vigili del Fuoco di Terni padre Angelo Gatto, il vicario generale della Diocesi mons. Salvatore Ferdinandi, don Tonino Ferrara cappellano dei Vigili del Fuoco di Torino, dove nel 2013 è stata realizzata una cappella nella struttura del Comando Provinciale, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Terni Paolo Nicolucci insieme ad altri rappresentanti del Corpo provenienti anche da Torino e da Sassari, il sindaco di Terni Leonardo Latini il questore di Terni Bruno Failla, il prefetto vicario di Terni Andrea Gambassi, autorità civili e militari e rappresentanti dell’associazione nazionale Vigili del Fuoco.
Una liturgia quella della dedicazione che è stata scandita da alcuni importanti riti, a cominciare dalla preghiera di benedizione dell’acqua e l’aspersione dei fedeli, della cappella e dell’altare; la deposizione delle reliquie di santa Barbara, san Valentino, santa Chiara all’interno dell’altare, cui è seguita la preghiera delle litanie, l’unzione dell’altare con il sacro Crisma e l’accensione del braciere per farvi ardere l’incenso. Due Vigili del Fuoco hanno poi ricoperto con la tovaglia l’altare, che è stato preparato per la celebrazione eucaristica.
«Sono anche io emozionato quanto voi – ha detto il vescovo Soddu – perché è per me la prima consacrazione di una cappella e dedicazione dell’altare che faccio come vescovo. È un gesto che ci fa crescere come credenti, ci unisce a Dio e ci rinsalda come popolo di Dio, comunità che si riunisce per pregare. Le reliquie che sono poste all’interno dell’altare ci ricordano i Santi, che sono coloro che prima di noi si sono uniti a Dio indissolubilmente. Ora dobbiamo recuperare la nostra storia dopo questo periodo di pandemia, recuperare i fili di una storia che sembra lontana, riscoprendo tre elementi essenziali: l’invito alla gioia della festa, l’ascolto della parola di Dio, l’impegno comunitario che si traduce in azioni e sentimenti di bene con tutti e verso tutti».
La cappella all’interno della Caserma di via Proietti Divi, fortemente voluta da padre Angelo Gatto e da alcuni Vigili del Fuoco di Terni, è stata realizzata grazie al contributo di vari benefattori e all’opera fattiva, volontaria e gratuita, di professionisti, aziende, privati cittadini e vigili del fuoco che ha consentito di rendere accogliente e funzionale questo luogo di preghiera per tutti coloro che operano all’interno della caserma.

Spoleto – celebrazioni per il VI anniversario del terremoto del 2016, mons. Boccardo guiderà un momento di preghiera nella cripta della Basilica di S. Benedetto a Norcia

«Ritrovare la cripta di S. Benedetto per un momento di preghiera – afferma mons. Boccardo -, seppur con tutte le precauzioni relative al fatto che siamo all’interno di un cantiere, offre la possibilità di riaffermare la decisa volontà della ricostruzione materiale e sociale, per la quale l’impegno e il contributo di tutti, singoli ed istituzioni, trova nell’insegnamento di S. Benedetto orientamento e guida».
«La ricostruzione della Basilica di San Benedetto è ormai ampiamente avviata», dice l’ing. Paolo Iannelli Soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma. «Abbiamo ricostruito la volta, ricollocato gli antichi pilastri, ricostituito quell’antichissimo ambiente, luogo di devozione, di arte e di storia. Ripercorrerla finalmente libera dalle macerie e dai presidi di messa in sicurezza – prosegue Iannelli, rivederne il pregiato antichissimo pavimento, la piccola abside affrescata e tutte le più antiche superfici è una grande emozione. Nel frattempo prosegue anche la ricostruzione delle murature della navata, pazientemente ritessute con le pietre della Basilica stessa, nella consapevolezza e la caparbietà di chi non vuole che nulla di ciò che è stato faticosamente recuperato, studiato, e riparato oltre che scoperto in seguito al crollo, venga perso».
«Il rumore dei cantieri della ricostruzione in Piazza S. Benedetto – dice il sindaco di Norcia Nicola Alemanno – è un suono di speranza che ci accompagna ormai quotidianamente. Quest’anno il 30 ottobre, domenica come nel 2016, faremo memoria dell’anniversario del sisma all’interno della Cripta della Basilica ma stavolta completamente ricostruita. Sarà un’altra immensa e grande emozione che spero possano presto vivere tutti i nursini, quella di riappropriarsi del cuore della nostra città, di uno dei simboli della sua storia, della sua identità che non può prescindere da S. Benedetto e Santa Scolastica, dal luogo dove la tradizione vuole siano nati i due nostri Santi. I lavori della Basilica, presentati alla comunità il 30 ottobre 2021 insieme ad altri importanti progetti di ricostruzione pubblica, stanno procedendo speditamente, grazie al lavoro sinergico di tutti gli Enti competenti: Soprintendenza, Commissario straordinario, Eni, Archidiocesi e Comune. Siamo tutti impegnati affinché questo luogo possa essere riconsegnato presto alla nostra Comunità, per il suo valore spirituale, affettivo e simbolico».

Assisi – capi religiosi di nuovo insieme per la preghiera per la pace del 27 ottobre

Il 27 ottobre ricorre il 36esimo anniversario dello Spirito di Assisi che si fa eco dello storico incontro interreligioso di preghiera per la pace del 1986, convocato da San Giovanni Paolo II. Una ricorrenza che anche quest’anno è caratterizzata da diversi momenti che prenderanno il via mercoledì 26 ottobre con la presenza di Marco Ramigni, di Operazione Colomba (Associazione Papa Giovanni XXIII) presente in Ucraina dall’inizio del conflitto che incontrerà alcuni studenti delle scuole secondarie di secondo grado della città di Assisi.

Nel pomeriggio alle ore 17,30 nella sala della Spogliazione si terrà la tavola rotonda dal titolo “Da Assisi a Nur Sultan per costruire la pace”. Dopo il saluto e l’introduzione di mons. Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, interverranno Azza Karam, segretaria generale di Religions for Peace e Silvina Perez, giornalista dell’Osservatore Romano che hanno partecipato al VII Congresso dei leader delle Religioni mondiali e tradizionali in Kazakhstan e Marco Ramigni di Operazione Colomba.

Giovedì 27 ottobre in mattinata ci sarà un altro incontro con alcune classi degli istituti cittadini. Nel pomeriggio alle ore 17 nel Refettorietto della Porziuncola in Santa Maria degli Angeli ci sarà la Preghiera interreligiosa per la pace con i rappresentanti di alcune religioni presenti in Umbria. Domenica 30 ottobre alle ore 12 nella Basilica superiore di San Francesco avrà luogo la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. “L’incontro dei leader delle religioni in Kazakhstan – dichiara don Tonio Dell’Olio, presidente della Commissione Spirito di Assisi – è sicuramente un passo in avanti decisivo e per nulla scontato verso una maggiore concordia tra le religioni e per il contributo di queste alla pace nel mondo. A nessuno sfugge che tanto la posizione geografica che quella politica del luogo che ha ospitato il congresso è quanto mai significativo per il conflitto in corso in Ucraina. La partecipazione di Papa Francesco ha reso ancora più denso quel momento. Tutto questo ci conferma che 36 anni fa ad Assisi si è compiuta una profezia che fino a quel momento non si poteva immaginare e che il congresso a Nur-Sultan è figlio di quella gestazione”.

La commissione Spirito di Assisi promuove ormai da diversi anni la diffusione mensile della preghiera per la pace, dedicata ogni 27 del mese a un territorio martoriato, a una popolazione oppressa o una situazione di non-pace. Nel mese di ottobre le comunità delle diverse religioni saranno invitate a pregare affinchè si allontani la minaccia della guerra atomica.

Perugia – La comunità diocesana si appresta a vivere la Giornata Mondiale Missionaria 2022 preceduta dalla veglia diocesana di preghiera e dalla cena di solidarietà

La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si prepara all’imminente Giornata Mondiale Missionaria 2022, che papa Francesco ha voluto dedicate al tema “Di me sarete testimoni” (At 1,8), la chiamata di tutti i cristiani a testimoniare Cristo, con la Veglia di preghiera in programma venerdì 21 ottobre (ore 21), presso la chiesa di San Ferdinando di Perugia, preceduta dalla cena di solidarietà a base di riso e patate (preparata e servita nel salone parrocchiale) per raccogliere offerte da destinare al Fondo Mondiale di Solidarietà. Ad organizzare la cena e la veglia è l’Ufficio diocesano per la cooperazione tra le Chiese diretto da mons. Orlando Sbicca, che per molti anni ha vissuto l’esperienza missionaria come sacerdote “fidei donum”.

La preghiera sarà presieduta dall’arcivescovo mons. Ivan Maffeis e culminerà con il «“mandato missionario ai prossimi partenti per la missione”, sacerdoti e laici, spesso famiglie, che ritornano ad operare in terra di missione o alla loro prima esperienza». Ad annunciarlo è Anna Maria Federico, animatrice missionaria perugina e coordinatrice regionale per la Cooperazione tra le Chiese, menzionando l’impegno missionario di una giovane famiglia con quattro figli, che «tornerà tra alcuni mesi in Perù dove ha lavorato a Nuevo Chimbote, in una missione in cui l’Operazione Mato Grosso ha fatto un intenso lavoro con i ragazzi recuperando anche una parte di deserto e lavorando insieme alla missionaria martire Nadia De Munari, uccisa lo scorso anno».

Anna Maria Federico ha scritto, di recente, per il settimanale La Voce, un interessante articolo in cui traccia la presenza-testimonianza missionaria della Chiesa perugino-pievese nel mondo. Dalle realtà “storiche” degli “Amici del Malawi”, l’associazione nata per dare seguito al “gemellaggio” tra le Chiese di Perugia e di Zomba (Malawi), di “Insieme Fratelli Indios”, che svolge un servizio alle missioni dei Cappuccini in Amazzonia facente capo alla Parrocchia perugina dell’Oasi di Sant’ Antonio, all’Operazione Mato Grosso «fondata da Padre Ugo De Cenzi – ricorda Anna Maria – che da anni lavora non solo a Perugia, ma in tutta l’Umbria e l’Italia con i volontari e tante famiglie svolgendo diverse attività con campi di lavoro sia in ambito agricolo che di raccolta ferro, alimenti, traslochi ed anche con bancarelle di oggetti provenienti dalle loro cooperative per sostenere numerose missioni presenti in Perù, Bolivia e in altri Paesi delle Ande». Da non trascurare il Centro Salesiano che ha dato vita all’associazione “Amici di Armando”, a sostegno del laico missionario Armando Catrana che da più di 40 anni opera in Brasile. «Questo storico volontario perugino, nonostante l’età – commenta Anna Maria Federico –, è da poco rientrato in missione». Inoltre vanno menzionate le comunità neo catecumenali con dei volontari in missione sia laici, gruppi di famiglie, che sacerdoti, come don Don Alviero Buco, presenti in Nord Europa. Diverse parrocchie non fanno venire meno il loro apporto alle missioni come anche e le animatrici dell’Opera di S. Pietro Apostolo per il corredo del missionario e per la raccolta di aiuti ai missionari presenti, in particolare, in Zambia, Burundi, India e Nicaragua.

Assisi – nella cattedrale di San Rufino un altare dedicato al beato Carlo Acutis

È bello che anche nella Chiesa madre ci sia uno spazio dedicato al Beato Carlo Acutis, il giovane milanese, assisano d’adozione, il cui corpo giace nella chiesa di Santa Maria Maggiore-Santuario della Spogliazione di Assisi e il cuore qui nella cattedrale”. Lo ha detto don Cesare Provenzi, parroco e priore di San Rufino in occasione della dedicazione di un nuovo altare, collocato nella navata sinistra della cattedrale, dedicato al Beato con l’incoronazione del suo cuore che resterà lì per sempre.

Alla cerimonia svoltasi domenica mattina 16 ottobre alla fine della santa messa presieduta da don Cesare e concelebrata da monsignor Anthony Figueiredo, vicario parrocchiale, sono stati tanti i fedeli presenti che hanno venerato la reliquia, ricordando le parole e la vita del Beato caratterizzata da una profonda fede. Il priore ha voluto ringraziare i benefattori che hanno permesso la realizzazione dell’altare tra cui la Conferenza episcopale statunitense.

Città di Castello – lutto per la morte di mons. Vinicio Zambri

Alle prime ore di oggi 18 ottobre, festa di sam Luca Evangelista, presso il reparto di nefrologia dell’ospedale di Città di Castello, dove per molti anni é stato amabilmente curato, é deceduto mons. Vinicio Zambri.
Nato nella frazione tifernate di Morra il 7 agosto 1942 é stato ordinato sacerdote, dopo gli studi presso il Seminario Romano, il 7 dicembre 1967.
Ha svolto con dedizione il ministero sacerdotale come parroco nelle parrocchie di Calzolaro, di Trestina e Bonsciano. Si è distinto per zelo pastorale, pietà e integrità di vita. Per quasi venti anni come Direttore della Caritas Diocesana si è dedicato ai più bisognosi. Si é occupato anche della formazione del clero ed é stato vicario per la zona pastorale sud.
Dal 23 marzo 1997 era stato insignito dell’onorificenza di cappellano di Sua Santità.
Da due anni era stato nominato Canonico della Cattedrale di Città di Castello.

Il Vescovo, il Capitolo dei Canonici e il Clero diocesano, insieme ai parenti tutti, esprimono sentimenti di profonda gratitudine al Signore per la testimonianza del suo servo buono e fedele e chiedono che “si compia per il nostro carissimo Don Vinicio la preghiera di Gesù: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria” (Gv 17,24). La Vergine Maria, San Donato e Santo Stefano l’accompagnino in Paradiso”.

Dal pomeriggio di oggi 18 ottobre la camera ardente è allestita nella Chiesa parrocchiale di Trestina, dove domani mercoledì 19 ottobre alle ore 16 verranno celebrate le esequie presiedute dal vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini. Seguirà la sepoltura nel cimitero di Morra.

Perugia: Presentata la monumentale opera in due volumi: “La santa delle due città. Colomba tra Rietie Perugia nel contesto europeo”

È molto più di una agiografia ciò che contiene la monumentale opera raccolta in due volumi di complessive 1364 pagine dal titolo: “La santa delle due città. Colomba tra Rieti e Perugia nel contesto europeo” a cura di Giovanna Casagrande, Maria Luisa Cianini Pierotti, Amilcare Conti e Pierantonio Piatti, edita dalla Libreria Editrice Vaticana. Presentata a Perugia, il 12 ottobre, in una gremita Sala dei Notari del Palazzo dei Priori, quest’opera, definita «monumentale per mole, contenuto e apparato iconografico» dal presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, padre Bernard Ardura, è, come ha evidenziato lo stesso religioso intervenendo alla presentazione, un «imprescindibile riferimento per gli studi sulla Beata Colomba» che «consentono ora di avere un quadro organico, articolato e ben preciso sulla sua persona, la sua vicenda spirituale, il suo contesto e la diffusione del suo culto e del suo messaggio».

Culto e messaggio attuali come ha sottolineato lo storico Mario Tosti dell’Università degli Studi di Perugia nell’introdurre e coordinare la presentazione. Il docente si è richiamato a papa Francesco, sostenitore di «una ripresa della pietà popolare a livello planetario», ma, ha precisato, «purificandola da tutti gli elementi impropri che nel corso della storia ha assorbito, collocando santi, culti, devozioni in prospettiva storica». Ed è quello, secondo Tosti, «che hanno fatto i curatori dei due volumi dedicati alla beata Colomba. Come alla sua epoca, caratterizzata da pestilenze e guerre, così nella nostra, la sua santità è di sostegno e insegnamento».

Come tutte le pubblicazioni anche questa ha la finalità di fare preziosa memoria di ciò che contiene: «la vita della Beata Colomba e di seguirne l’esempio di contemplazione e di carità nei riguardi delle sorelle e dei fratelli più fragili e bisognosi di attenzione e di cure – ha sottolineato padre Ardura –, come ben significato dall’istituzione della “Casa dei Poveri” in corso Bersaglieri di Perugia, realizzata dall’Associazione culturale “Beata Colomba”, grazie alla tenace volontà del presidente dott. Amilcare Conti». I proventi della distribuzione di quest’opera saranno devoluti alle attività della “Casa della carità fraterna”, citata dal presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, dove ha sede la stessa associazione “Beata Colomba”.

La pubblicazione rappresenta «un rinnovato studio della figura, dell’operato e del culto della “seconda Caterina da Siena” – ha commentato padre Ardura –, la vostra amata protettrice suor Colomba, riformatrice della vita collegiale femminile domenicana, sulle orme della grande Senese». Inoltre, ha evidenziato il religioso, «vigilare affinché il messaggio della Beata Colomba continui a concretizzarsi in opere di carità – intellettuale, spirituale, materiale, sociale -. L’Associazione, i fedeli dell’Arcidiocesi e la cittadinanza tutta hanno in mano un grande tesoro: a loro tutti la responsabilità non solo di preservarlo, ma di farlo fruttificare nell’amore».

La presentazione è stata promossa dall’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e dall’Associazione “Beata Colomba” con il patrocinio morale della Diocesi di Rieti, del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, della Provincia Romana dell’Ordine dei Predicatori di Santa Caterina da Siene e della Libreria Editrice Vaticana.

Sono intervenuti, nel portare il loro saluto, il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha evidenziato come «la santità non può essere mai separata dalla storia», l’arcivescovo Ivan Maffeis, che ha parlato di un’opera «che ci permette non solo di recuperare il passato, ma guardare al nostro tempo e portarlo avanti con fiducia», e il padre domenicano Antonio Cocolicchio, priore della Provincia Romana dell’Ordine dei Frati Predicatori. Sono stati invitati a relazionare la prof.ssa Carla Frova, dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, e il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente dell’Associazione “Beata Colomba” Amilcare Conti.

Il cardinale Semeraro, nel riguardare le vicende storiche legate alla causa di beatificazione di Colomba, auspicando una prossima di canonizzazione, si è soffermato su due articoli contenuti nell’opera dedicati a questo tema, portando a conoscenza alcuni documenti inediti custoditi nell’Archivio del Dicastero, non aperto al pubblico, ritenuti dallo stesso porporato molto interessanti, in cui si coglie l’accostamento della beata Colomba a Santa Caterina da Siena, datati febbraio 1627. Uno di questi, in copia, l’ha portato a Perugia per metterlo a disposizione degli studiosi della beata. Avviandosi alla conclusione, il cardinale ha avvicinato la figura della beata Colomba al nostro contesto: «In questo tempo in cui le nostre comunità stanno uscendo a fatica dal difficile periodo della pandemia – ha sottolineato –, in presenza di un individualismo che per diverso tempo ci è sembrato l’unica possibilità di sopravvivere, la beata Colomba ci fa sentire l’urgenza di vivere e di riprendere relazioni giuste, vere, oneste, di impegnarci con la coesione sociale e il bene comune, di costruire o ricostruire luoghi abitabili, città al servizio dell’uomo».

Giornata regionale del Clero umbro il 13 ottobre ad Assisi

«Un grande segno di comunione, interesse, sensibilità per un tempo così urgente e delicato com’è quello della vocazione sacerdotale, è stato testimoniato dalla nutrita partecipazione di preti giunti da tutte le diocesi della regione». A sottolinearlo è stato mons. Renato Boccardo, presidente della Ceu e arcivescovo di Spoleto-Norcia, a margine della Giornata regionale di formazione del Clero delle Chiese umbre, tenutasi il 13 ottobre, al Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Assisi, a cui hanno partecipato oltre 190 sacerdoti dei circa 470 dell’Umbria.

La prima volta di mons. Maffeis. Erano presenti anche gli arcivescovi e vescovi Domenico Sorrentino di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera-Umbra e di Foligno, Gualtiero Sigismondi di Orvieto-Todi, Francesco Soddu di Terni-Narni-Amelia e Ivan Maffeis di Perugia-Città della Pieve. Per quest’ultimo è stata la prima Giornata regionale del Clero, avendo ricevuto l’ordinazione episcopale con contestuale presa di possesso l’11 settembre scorso. «La bella ed ampia partecipazione di sacerdoti rivela una grande disponibilità – ha commentato mons. Maffeis –. Io sono stato sorpreso, da una parte, dalla passione di tanti a voler stare insieme e a condividere una giornata di crescita, dall’altra, di aiutarsi a trovare le strade per una presenza significativa della Chiesa in questo tempo».

Il compito di tutti. È stato invitato a relazionare don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale vocazioni e sottosegretario della Cei, che, in sintesi, ha detto: «Ogni predicazione, a tutte le età, e a tutti i livelli, è vocazionale, perché la Parola risuona nella vita ed è un invito a vivere il Vangelo. Questo non è soltanto il compito dell’Ufficio vocazionale, ma di tutti», ha precisato nel soffermarsi sulla missione di ogni consacrato ed offrendo una riflessione sul tema della giornata, “Hanno rischiato la vita per il nome di Gesù” (At 15,26), introdotto dal rettore del Seminario Regionale don Andrea Andreozzi.

La vita come una vocazione. «Don Gianola – ha commentato mons. Boccardo – ha allargato lo sguardo parlando delle diverse vocazioni, ad iniziare dalla vita come vocazione e, quindi, la sensibilità che dobbiamo coltivare per promuovere la vita come una vocazione, con una sottolineatura particolare che si riferisce alla chiamata alla vita presbiterale e a quella consacrata. Il prete, per sua natura, deve essere sollecito nei confronti delle giovani generazioni ed avere anche la responsabilità e la gioia di proporre a qualche giovane la scelta della vita consacrata».

Un terreno da intercettare. Da una recente indagine, menzionata da don Gianola, risulta che un terzo delle persone che partecipano alla messa domenicale, almeno una volta, in gioventù, si è posto la domanda se consacrare la propria vita. «Questo vuol dire – ha riflettuto il presidente della Ceu – che c’è un terreno, c’è una sensibilità che bisogna saperla intercettare e farla crescere».

In Umbria meno vocazioni. Secondo don Francesco Verzini, vice rettore del Seminario Regionale, don Gianola «ha stimolato il presbiterio umbro affinché le comunità cristiane siano terreno buono per la nascita di nuove vocazioni anche al ministero ordinato. Viviamo in Umbria una crisi vocazionale maggiore rispetto alle altre regioni essendo con i numeri più bassi di alunni in seminario, dato che emerge da uno studio condotto dalla Cei.

Comunità più orante. Per invertire la rotta, sempre secondo don Verzini, «si deve essere comunità più orante, dedita ad una maggiore preghiera per le vocazioni, oltre ad essere comunità testimone credibile nel vivere il proprio battesimo. La prima vocazione di ognuno è quella battesimale e su questa si innesta una vocazione particolare. Quello che adesso manca è il protagonismo di tutta una comunità cristiana nel prendersi cura della vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata nell’aiutare i giovani a crescere e a maturare in questa scelta».

I giovani non sono lontani. Mons. Antonio Maniero, già vicario generale della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, intervenendo al dialogo con il relatore, ha sostenuto che «l’arte della pastorale inizia aiutando i giovani ad uscire dalla loro superficialità, a condurli piano piano nel profondo del loro cuore, del loro sentimento, del loro ideale. Questo si impara facendo, un’arte non facilissima dove ci vuole una grande pazienza, un grande coraggio e un grande ottimismo. Questi incontri sono occasioni importanti di formazione per la teologia di oggi, rivolta a sacerdoti giovani e adulti, per concepire e trasmettere il Vangelo alla gente. Rivolgendo il nostro sguardo ai giovani, non è vero che sono lontani, hanno solo bisogno di essere capiti e di essere accompagnati in un itinerario non facile ma chiaro, cioè leggere l’esperienza fino in fondo ed ognuno troverà quello che sogna e che si aspetta: la persona di Cristo o il Vangelo che Gesù ha predicato».

Quanti sono i seminaristi umbri? Quelli che frequentano il Seminario Regionale di Assisi sono 13, più 5 iscritti al propedeutico e quattro diaconi transeunti prossimi ad essere ordinati sacerdoti.

Assisi – in una app il virtual tour del santuario della Spogliazione con le riflessioni del vescovo

Dopo la mensa per i poveri dedicata al Beato Carlo Acutis, nasce l’app del Santuario della Spogliazione. È questa la seconda importante novità presentata nel programma di eventi e cerimonie per il secondo anniversario della beatificazione di Carlo Acutis che si concludono mercoledì 12 ottobre, in occasione della memoria liturgica del giovane beato. Grazie alla disponibilità e alle competenze dell’AD3 Comunicação, azienda brasiliana che ha offerto gratuitamente il suo lavoro vista la grande devozione per il Beato Carlo Acutis, è nata l’app, scaricabile dagli specifici store per Android e Apple, e che è stata presentata nella mattinata di martedì 11 ottobre nell’ambito del convegno: ‘Internet: fai tu la differenza’. L’app presenta diverse sezioni: dai diversi luoghi del Santuario alle pillole di riflessione del vescovo, dai virtual tour alle richieste di preghiere. Prima della presentazione si è svolto un interessante momento di riflessione sulle grandi possibilità e i pericoli della rete. A metterli in evidenza è stato il teologo don Alessandro Picchiarelli, vice parroco della cattedrale di San Rufino e delegato dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale che si è soffermato più volte sulla necessità di conoscere la rete, di entrare nell’ambiente digitale, evitando il mero utilizzo. Insieme a lui, Nicola Gori, postulatore della causa di Canonizzazione del Beato ha ricordato le grandi capacità del giovane nell’uso di internet. “Carlo era un grande comunicatore ma con un unico obiettivo: diffondere il Vangelo. Aveva enormi capacità che metteva a servizio dell’evangelizzazione. Se fosse vissuto oggi, con l’avvento dei social, sarebbe stato un grande influencer con tantissimi follower perché amava fare foto e video e quindi li avrebbe utilizzati sempre per lo stesso fine”. Il programma si conclude mercoledì 12 ottobre con la messa delle 9, la catechesi di fra Bonifas alle 10, il rosario alle 17,30 e la santa messa presieduta dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. In serata concerto musicale: ‘Non io, ma Dio’, di Marco Mammoli. Tutti i giorni, dall’8 al 12 ottobre, sarà possibile confessarsi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17,30. Gli eventi saranno trasmessi sui siti internet del Santuario della Spogliazione e della diocesi di Assisi e sui rispettivi canali social.