Città di Castello – Messaggio di mons. Domenico Cancian per la festa del patrono dei giornalisti San Francesco di Sales

Carissimi giornalisti amici della chiesa di Città di Castello,

persistendo la terribile pandemia che sta mettendo a dura prova il mondo intero, ho preferito – d’accordo con alcuni di voi – sostituire il nostro tradizionale incontro per la festa di san Francesco di Sales, patrono degli operatori delle comunicazioni sociali, con questo messaggio.Credo infatti sia da far prevalere in questo momento critico il rispetto delle regole che le competenti autorità ci hanno dato. Vale soprattutto per noi che abbiamo maggiore visibilità.

Proprio perché viviamo tempi difficili a livello sanitario, sociale, politico ed economico, il vostro servizio alla comunità merita maggior riconoscimento e incoraggiamento.
Più volte vi ho ringraziato per tutto quello che fate, affrontando innumerevoli difficoltà anche di carattere economico, convinti che più voci libere favoriscano una migliore comprensione dei fatti.

Rivolgo un pensiero particolare a tutti i vostri colleghi che si trovano in difficoltà a causa della congiuntura economica sfavorevole che si ripercuote anche sul vostro lavoro. Sono note a voi, molto più che a me, le sofferenze in cui si trova la vostra categoria.

Mi pare che anche quest’anno siano particolarmente appropriate le parole che il Papa ha scelto per la prossima giornata mondiale delle Comunicazioni sociali che si celebrerà nel prossimo mese di maggio.
“’Vieni e vedi’ (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone come e dove sono” è il tema che prende spunto dall’incontro di Gesù con l’apostolo Filippo. Esse sono centrali nel Vangelo.

“L’annuncio cristiano prima che di parole, è fatto di sguardi, testimonianze, esperienze, incontri, vicinanza. In una parola, vita”.
Non é forse la “vita” che anche voi cercate di raccontare ogni giorno riferendo le notizie agli interlocutori che vi leggono, vi ascoltano e vi guardano? Voi non raramente siete i testimoni diretti che toccano con mano le varie situazioni, vivendole con tutte le emozioni e i sentimenti.

Nel cambio epocale che stiamo vivendo, in un tempo che ci obbliga alla distanza sociale a causa della pandemia, la comunicazione può rendere possibile la vicinanza necessaria per riconoscere ciò che è essenziale e comprendere davvero il senso delle cose. Non conosciamo la verità se non ne facciamo esperienza, se non incontriamo le persone, se non partecipiamo delle loro gioie e dei loro dolori. Il vecchio detto “Dio ti incontra dove sei” può essere una guida per coloro che sono impegnati nel lavoro dei media.

Durante questi ultimi mesi ci siamo trovati molte volte insieme ed abbiamo condiviso i dolori di tante persone che sono state private di affetti fino a non poter piangere in presenza familiari morti.

D’altra parte in questo tempo abbiamo visto non pochi e significativi segni di speranza chesenza clamore hanno realmente rinvigorito il tessuto sociale del nostro territorio. Siamo stati testimoni di molteplici esempi di sensibilità umana e cristiana in tante situazioni di sofferenza, anche gravi. (In Italia attualmente ci sono ben 6 milioni di volontari che prestano servizio gratuito, anche in forme di impegno straordinario). È questa la “buona notizia” dell’autentica umanità della nostra gente che, a mio avviso, non raramente ha come motivazione la fede in Dio Padre che ci è venuto incontro mandando suo Figlio come nostro Fratello. Per cui, come dice Papa Francesco, siamo davvero “tutti fratelli”. Questa fraternità sta alla base di un impegno a tutto campo che può trasformare in bene anche gli aspetti critici e preoccupanti della presente situazione.I media potrebbero favorire non poco questa visione di fondo che darebbe spessore sociale e culturale ad un mondo nuovo che insieme vogliamo costruire.

Auguro a tutti voi di vivere la professione come opportunità per raggiungere le persone come sono e la dove vivono con le loro fragilità e le loro gioie. Per offrire in ogni situazione incoraggiamento e speranza, sempre nella verità e nella gentilezza.

San Francesco di Sales – impossibilitato fisicamente a raggiungere la propria sede vescovile di Ginevra – seppe raggiungere i propri fratelli inventando nuovi mezzi di comunicazione pur di portare a tutti la gioia del Vangelo, che è la Buona Notizia per eccellenza. Sia lui ad accompagnare il vostro lavoro quotidiano!

Vi rivolgo ancora la mia personale gratitudine e quella della chiesa tifernate. Su voi e sui vostri cari imparto la mia benedizione e vi assicuro la mia preghiera, augurandoci che questo 2021 appena iniziato possa portarci fuori dal tunnel “e riveder le stelle”.

+ Domenico Cancian

Vescovo di Città di Castello