ittà di Castello – Celebrazione eucaristica nel Santuario Madonna delle Grazie in suffragio dei deceduti durante la pandemia nella Diocesi

Sabato 28 marzo con il parroco Don Andrea e con il sindaco Luciano eravamo qui davanti all’icona della Madonna delle Grazie a chiedere la sua protezione in questo tempo della pandemia.

A distanza di quasi due mesi abbiamo la possibilità di celebrare con il popolo, osservando le nuove disposizioni che purtroppo riducono le presenze, la Santa Messa.

Vogliamo pregare principalmente per tutte le persone che ci hanno lasciato in modo davvero straziante a motivo del Covid e anche per altre cause. Le vogliamo ricordare tutte, scusandoci per i posti limitati a motivo, come sapete, delle nuove regole per scongiurare altri mali.

Abbiamo in mente di poter celebrare, quando sarà possibile, una Messa con una maggiore partecipazione, magari all’esterno dell’ospedale. Se andrà in porto, ve lo comunicheremo per tempo.

Intanto le persone che desiderano avere una celebrazione per un loro defunto possono naturalmente rivolgersi al parroco della comunità dove risiedono e potranno concordare una celebrazione specifica per ciascun defunto.

Qui ora al santuario della Madonna delle grazie affidiamo al Signore misericordioso per mezzo delle mani materne di Maria tutte le persone care, comprese quelle i cui parenti non hanno potuto essere qui.

Siamo qui a chiedere che la Madonna consoli e conforti tutti i familiari di queste vittime.

Vogliamo anche ringraziare perché credo sinceramente che la Madonna ci abbia accompagnato in questo difficilissimo momento per aiutare e per farci evitare cose peggiori.

La solennità dell’Ascensione del Signore che stiamo celebrando viene a proposito perché ci richiama il nostro stupendo destino.

Conclusa la sua missione in mezzo a noi, Gesù è ritornato al Padre. Prima di lasciarci disse che andava a preparare un posto per ciascuno di noi vicino a Lui, in Paradiso.

Con questa speranza noi viviamo l’esperienza umana avendo la certezza che la vita non finisce con la morte, ma si compirà nella gioia eterna dove siamo attesi insieme a tutti gli uomini e le donne che hanno creduto in Gesù.

Il Signore Gesù lascia questa terra portando in qualche modo anche tutti gli uomini perché ci va con la nostra umanità, compreso il nostro corpo.

Dice la preghiera che abbiamo fatto: “Nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, Padre, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere il Cristo, nostro capo, nella gloria”.

Gesù ci ha preceduti nella dimora eterna dandoci la serena fiducia che dove è lui saremo anche noi a godere la stessa gioia per sempre. Questo, fratelli, è il punto centrale della nostra fede, la speranza più bella che abbiamo nel pellegrinare su questa terra, non raramente incerto e doloroso, come in questi mesi abbiamo sperimentato.

La pandemia ci ha insegnato ampiamente, perfino in modo violento, quanto è fragile ed anche tragica la nostra esistenza. Al punto che senza una prospettiva di eternità beata le situazioni di tanti fratelli e sorelle qui presenti sarebbero quasi impossibili da sostenere. Che il Signore rafforzi la nostra fede di poterci ricongiungere un giorno ai nostri cari per una gioia senza fine.

Ma Gesù non semplicemente ci aspetta in paradiso. Prima di lasciarci ci ha fatto due grandi promesse: quella di rimanere con noi tutti i giorni e quella di mandarci in dono lo Spirito Santo. Proprio attraverso la forza dello Spirito Gesù si fa compagno di viaggio di ogni uomo, ci rende capaci di vivere il Vangelo e di testimoniarlo dappertutto.

Occorre anche qui la fede per riconoscere questa presenza spirituale, invisibile ma reale, che ci dà la forza di vivere come Gesù e di continuare la sua stessa missione. Possiamo anche noi dire come i santi di aver incontrato Gesù che ci ha aiutato a vivere nella sua pace anche in momenti difficili. Così possiamo testimoniare il Vangelo della speranza per ogni uomo che incontriamo.

Oggi si celebra anche la giornata delle comunicazioni sociali. Voglio ringraziare tutti i giornalisti e gli operatori che in questi lunghi mesi hanno fornito un’informazione puntale ed hanno anche permesso alla nostra comunità diocesana di restare in contatto con tutti i fedeli. Mi auguro che questa esperienza serva a crescere nella consapevolezza di essere a servizio della comunione e del bene di tutti.

La Vergine Maria, che è stata molto vicina a Gesù e conosce bene il percorso cristiano, ci prenda per mano e ci aiuti a seguire Gesù sulla strada che ci porta a raggiungere il nostro posto in paradiso dove sono arrivati i nostri cari che ricordiamo con grato affetto.

Nel frattempo ricompensi tutti coloro che si sono sacrificati per la salute del prossimo e ci ottenga la grande grazia del superamento della pandemia che sta contagiando milioni di persone e centinaia di migliaia di morti.

Il Signore Gesù ci benedica con la Sua Pace e ci doni ancora il Suo Spirito!

Dichiarazione del Sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta

“Una giornata di preghiera e ricordo per le vittime del Covid e per tutti i defunti di questo periodo di emergenza legato alla diffusione della pandemia. Misure stringenti non hanno consentito di dare loro l’estremo saluto in maniera adeguata e allargata a familiari e conoscenti ed oggi grazie alla pregevole iniziativa del vescovo siamo qui in forma ufficiale con il gonfalone a manifestare vicinanza e solidarietà della comunità tifernate. Lo facciano in un luogo sacro caro ai tifernati nel santuario della Madonna delle Grazie patrona della città dove storicamente, chiesa ed istituzione comunale si erano già trovati insieme in passato con i fedeli e i cittadini in occasione di eventi particolari, guerre, pandemie e calamità naturali. Un momento significato di ricordo, commozione e solidarietà dal quale ripartire insieme più forti e uniti che mai anche per rendere omaggio nel migliore dei modi a chi ci ha lasciato. La nostra comunità locale è forte in tutte le sue componenti laiche e religiose ed oggi lo ha dimostrato ancora una volta”. È quanto dichiarato dal sindaco Luciano Bacchetta al termine della partecipata funzione religiosa officiata dal vescovo monsignor Domenico Cancian e dal parroco Don Andrea Czortek.