Perugia: Celebrata in cattedrale l’Epifania del Signore dal cardinale Bassetti, che ha ammesso agli Ordini Sacri il seminarista Samuele Betti. Il presule: “La salvezza, come per i magi, è di accogliere nel proprio cuore quel ‘bambino’ debole e indifeso. E con Lui tutti i deboli e gli indifesi del mondo”

“Ringrazio ancora una volta il Signore, che mi dà la grazia di poter celebrare questa solennità dell’Epifania nella nostra cattedrale”. Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, all’inizio dell’omelia, pronunciata nella cattedrale di Perugia il 6 gennaio, ritornando a celebrare in pubblico l’Eucaristia dopo essere stato in isolamento, durante le festività natalizie, a seguito del contagio da Covid-19. Il cardinale si è poi soffermato sul significato dell’Epifania: “manifestazione, giorno pieno di luce” in cui “Gesù è l’unica luce che può far risplendere l’intero universo”.

La befana non è venuta a mani vuote. Per la Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve l’Epifania 2022 è stata particolarmente significativa, definita dallo stesso presule “una bella sorpresa e la befana – ha aggiunto –, come si dice da noi, non è venuta a mani vuote”. Durante la celebrazione Bassetti ha ammesso agli Ordini Sacri il seminarista Samuele Betti, dell’Unità pastorale “Giovanni Paolo II” di Prepo, “che si candida – ha sottolineato il presule – al Diaconato e al Presbiterato. Caro Samuele non potevamo trovare una circostanza più bella in cui tu potessi, pubblicamente, davanti al popolo di Dio, dichiarare il tuo impegno di accedere agli Ordini Sacri. Oggi, purtroppo, in Seminario siete pochi, ma io mi devo rallegrare, perché fra voi c’è un clima fraterno e noto i frutti di una formazione umana, intellettuale e spirituale solida. Stamani, caro Samuele, all’oro, all’incenso e alla mirra dei magi, tu aggiungerai il tuo proposito di camminare verso il Diaconato e il Presbiterato. Ed io, a nome di tutta la Chiesa, accoglierò questo tuo impegno. Il popolo cristiano deve apprezzare questi giovani che si candidano a questo servizio”.

Necessario alzare lo sguardo. Commentando il Vangelo, il cardinale ha esortato i credenti “a guardare i magi. Essi giungono dal lontano Oriente per vedere quel misterioso bambino, che già, nella notte di Natale, si è manifestato ai pastori. I pastori e i magi – ha aggiunto Bassetti –, pur così diversi fra loro, hanno però una cosa in comune: il cielo! Gli uni e gli altri suggeriscono a tutti noi che per incontrare Gesù è necessario alzare lo sguardo da sé stessi e scrutare parole e segni che il Signore pone lungo il nostro cammino”.

L’insegnamento del magi. Riflettendo sulla stella che videro il magi, il cardinale ha risposto all’interrogativo “cos’è la stella? È il Vangelo, è la Parola del Signore, come dice il Salmo: ‘la tua parola è luce al mio cammino’. Questa luce ci guida verso il ‘bambino’. Senza l’ascolto del Vangelo, senza leggerlo, senza meditarlo, senza cercare di metterlo in pratica, non è possibile incontrare Gesù… Assieme a Maria, a Giuseppe e ai pastori, anche i magi compresero che la salvezza consisteva e consiste tutt’oggi nell’accogliere nel proprio cuore quel ‘bambino’ debole e indifeso. E con Lui tutti i deboli e gli indifesi che stanno attorno a noi e nel mondo”.

Il preoccupante inverno delle nascite. Avviandosi alla conclusione, il presidente della Cei ha ribadito la sua preoccupazione per “questo inverno delle nascite, soprattutto in Europa e in Italia. Spesso non abbiamo la gioia e la possibilità di accogliere queste nuove vite che il Signore manda in mezzo a noi. Oggi, accogliere la presenza di un bambino in una famiglia diventa il gesto più significativo della nostra fede in Dio, della nostra fede nella vita, della nostra fede nella famiglia umana, perché si voglia o non si voglia Dio ci ha costituito, su questa terra, un’unica famiglia”.

Cambiare strada, la strada della conversione. “Sono i magi a salvare il ‘bambino’– ha ricordato il cardinale Bassetti –. Quei sapienti, come nota l’evangelista, fecero ritorno ai loro Paesi per un’altra strada. E questo vale anche per noi, perché, quando si incontra il Signore, non si può continuare a percorrere la strada di sempre. Bisogna fare come i magi: cambiare strada, mettersi sulla strada della conversione, dell’accoglienza gioiosa della Parola di Dio nella nostra vita. Beati noi, fratelli e sorelle, se con i pastori e con i magi sapremo farci pellegrini verso quel ‘bambino’ e con l’affetto sapremo prenderci cura di Lui. In verità sarà Lui a prendersi cura di noi. E questo è l’augurio che faccio a tutti voi e particolarmente al nostro carissimo Samuele, che è disposto ad offrire la sua vita per il grande ministero del sacerdozio”.