Sabato 15 maggio alle ore 18 nella chiesa di San Pio X in Città di Castello mons. Domenico Cancian ha presieduto la Santa Messa durante la quale ha presentato alla comunità il nuovo amministratore parrocchiale, padre Giuseppe Renda ofm.
Di seguito le parole pronunciate dal Vescovo di Città di Castello all’inizio della celebrazione e all’omelia.
Siamo qui a celebrare la Messa nella Solennità dell’Ascensione del Signore. Gesù asceso alla destra del Padre è anche con noi. È la sua presenza che porta avanti la Chiesa attraverso i secoli, in mezzo alle difficoltà e alle gioie della vita.
Come avevo scritto nel Comunicato Stampa del 12 maggio, oggi padre Giuseppe Renda, frate minore, guardiano del Convento di S. Giovanni Battista agli Zoccolanti, inizia il suo servizio come guida pastorale della comunità cristiana di S. Pio X. Ringrazio di cuore lui e il ministro provinciale, padre Francesco Piloni, per la generosa e pronta disponibilità.
È stato per circa 25 anni parroco ad Umbertide e a Terni, maestro dei chierici ad Assisi e, prima di arrivare qui lo scorso settembre, custode della Basilica di S. Maria degli Angeli.
Ha quindi tanta esperienza spirituale e pastorale. Credo che S. Pio troverà in lui un “amministratore parrocchiale” eccellente.
Faccio a nome mio e vostro gli auguri più sinceri di buon lavoro, impegnandoci ad accompagnarlo con la preghiera e la collaborazione piena.
Assieme a P. Giuseppe ci sarà la collaborazione pastorale di don Giovanni Gnaldi, che ben conoscete e che ringrazio.
In questo modo la comunità parrocchiale di S. Pio trova l’aiuto necessario per continuare il percorso iniziato più di 50 anni fa con don Luigi Baldicchi e tanti altri sacerdoti.
Per quel che riguarda Davide e Samuele, confermo semplicemente ciò che ho scritto nel comunicato. In tempi diversi hanno chiesto e ottenuto dal Santo Padre la dispensa dagli obblighi derivanti dalla sacra ordinazione.
È un momento di sofferenza anche perché in questi anni loro hanno fatto tanto del bene a livello pastorale e sociale.
Invito a non dare ulteriore spazio ai pettegolezzi, tanto meno ai giudizi sulle persone. Il Signore ci chiede da un lato di non giudicare e dall’altro di essere fedeli ai suoi comandamenti. Vivendo con amore la nostra vocazione sacerdotale, religiosa e matrimoniale, abbiamo “la pienezza della gioia” che Gesù ci assicura. Ne sono convinto per esperienza personale e per averla riscontrata in tante occasioni.
Il Signore crocifisso, risorto e asceso al cielo presso il Padre, effonda sulla nostra chiesa tifernate e su questa comunità i doni del suo Spirito, preparandoci alla prossima Pentecoste; susciti nuove vocazioni e sostenga i nostri candidati al sacerdozio.
La Madonna delle Grazie, S. Margherita e i nostri santi Patroni ci ottengano la grazia di crescere nella fede e nella comunione fraterna.
Omelia
1. Gesù conclude la sua esperienza umana in mezzo a noi. “Ci ha lasciato? Che tristezza non averlo incontrato anche noi!”
Ma Lui non è andato via, è andato presso il Padre portando con Lui la nostra natura umana, è andato preparare un posto per ciascuno di noi. Presso il Padre sta continuamente pregando per noi perché possiamo avere lo Spirito Santo in modo abbondante.
Allo stesso tempo Egli è con noi tutti i giorni, ci accompagna in molti modi, invisibili ma reali: nell’Eucaristia, nella Parola, nei Sacramenti… in ogni momento possiamo incontrarLo con lo sguardo della fede e vivere in sua compagnia. Ci pensiamo?
2. La riprova che Lui è vivo e presente in mezzo a noi è la Chiesa.
Gesù, salendo al cielo lascia 11 uomini impauriti, dubbiosi (tanto che li rimprovera perché non avevano ancora fede in Lui e il cuore indurito). Erano ancora incapaci di comprendere quello che Gesù aveva detto e fatto. E tuttavia si fida di loro in modo del tutto sproporzionato. In maniera sorprendente consegna loro questo mandato davvero smisurato: “Andate in tutto il mondo e portate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo”.
Gesù garantisce i suoi assicurando segni/prodigi: li renderà capaci di scacciare i demoni, parlare lingue nuove, guarire i malati… insomma compiere i miracoli di Gesù.
Marco conclude il suo Vangelo dicendo: “Essi partirono, predicarono dappertutto, mentre ilSignore agiva con loro e confermava la Parola con questi segni”.
Nella prima lettura tratta dagli Atti Gesù prima di salire al cielo diceva ai suoi: “Riceverete la forza dello Spirito Santo e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea, in Samaria e fino ai confini della terra”.
È proprio su questa promessa che Gesù ha mantenuto il fondamento che sostiene la Chiesa in ogni situazione. Questa è la nostra speranza ancora oggi,
3. La Chiesa è chiamata a mettere in atto il mandato di Gesù“con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandoci a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace”.
Siamo chiamati, con la forza dello Spirito, a dare tutto il nostro apporto cercando di vivere in comunione fraterna, dando testimonianza gioiosa del Vangelo di Gesù nel tempo in cui viviamo.
+ Domenico Cancian fam
Vescovo
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