Amelia – Cinquecentenario della morte di Mons. Geraldini, convegno internazionale “Alessandro Geraldini, l’umanesimo, il nuovo mondo, il problema dell’ “altro”

Nell’ambito delle iniziative per il Cinquecentenario della morte di Alessandro Geraldini (1524-2024), primo vescovo residente di Santo Domingo, il 15 -16 -17 novembre 2024 ad Amelia si terrà il convegno internazionale di studi: “Alessandro Geraldini, l’umanesimo, il nuovo mondo, il problema dell’ “altro”, promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del Cinquecentenario della morte di Alessandro Geraldini, dal Comitato Diocesano per il V centenario della morte di mons. Alessandro Geraldini, con il contributo della Fondazione Carit e il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Cultura e del Ministero della Cultura.

Il convegno sarà aperto venerdì 15 novembre alle ore 16 nella sala Boccarini dai saluti di Laura Pernazza Presidente della Provincia di Terni, Sindaco di Amelia, Elide Rossi Assessore alla Cultura del Comune di Amelia, Alessandro Geraldini discendente del celebrato, Enrico Menestò Accademico dei Lincei.
Seguirà alle 17.30 la prolusione del prof. Edoardo D’Angelo presidente del Comitato Nazionale, la Lectio Magistralis “Mediterraneo e Atlantico all’alba dell’Età Moderna” di Guglielmo de Giovanni – Centelles Accademico dei Virtuosi al Pantheon, e la relazione “Cristoforo Colombo per Alessandro Geraldini e per Girolamo Fracastoro” di Stefano Pittaluga dell’Università di Genova.

Sabato 16 novembre dalle ore 9.30, presso la sala Boccarini, l’intera giornata di studio sarà dedicata all’approfondimento storico del 500 spagnolo ed europeo e delle relazioni con le Americhe di Alessandro Geraldini, con il contributo di qualificati studiosi di varie università mondiali: Daniele Arciello dell’Universidad de León, Martin Friih, Guido A. Bonomini dell’Universidade Federal Fluminense-Rio de Janeiro; Gemma Colesanti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Laura Vangone dell’Università della Campania; Pierluigi Crovetto dell’Università di Genova; Carmen Gonzalez Vazquez dell’Universidad Autonoma de Madrid; Paolo Pontari dell’Università di Pisa, Gerard Gonzàlez Germain dell’Universitat Autònoma de Barcelona; Kimberly Campanello dell’University of Leeds / Devers Program in Dante Studies (University of Notre-Dame, Indiana), Emilio Lucci Archivio Storico Diocesano Amelia.

L’ultima sessione del convegno si terrà al Cet di Toscolano domenica 17 novembre dalle ore 9.30 con gli interventi di Jesús Paniagua Pérez Universidad de León, John K. Thornton Boston University, Francesco Canali Deputazione Storia Patria per l’Umbria. Alle ore 11 la tavola rotonda di chiusura coordinata da Francesco Scoppola.

In occasione delle celebrazioni del Cinquecentenario s’intende rilanciare la conoscenza del vescovo Geraldini, e attraverso questa sollecitare la riflessione e il dibattito su una figura poco nota, ma estremamente importante, sia sotto il profilo operativo e concreto, sia sotto quello simbolico dell’incontro/scontro tra la civiltà europea e quella definita “precolombiana” all’alba dell’arrivo degli Europei in Centroamerica.

Alessandro Geraldini sbarcò nell’isola di Santo Domingo il 17 settembre del 1519 e vi morì l’8 marzo 1524. Attivo alla Corte di Ferdinando ed Isabella la Cattolica, Alessandro Geraldini è noto per il suo sostegno a Cristoforo Colombo e per esser stato precettore degli Infanti di Spagna. A lui si deve la costruzione della nuova cattedrale di Santo Domingo, Nostra Signora dell’Incarnazione, oltre alla stesura di numerose opere letterarie, trattati di politica e pedagogia, lettere ad importanti personaggi, tra cui papa Leone X e l’imperatore Carlo V, ed all’interessante resoconto del suo viaggio e ministero pastorale nelle Antille. La figura di Geraldini si prospetta come di grande rilievo non solo per la storia europea e americana, ma anche di estrema attualità nel delicato tema dei rapporti tra Chiesa cattolica e nativi americani. Geraldini, insieme a figure quali Bartolomeo di Las Casas e Antonio de Montesinos, è stato tra i primissimi a intuire e denunciare l’imminente genocidio che gli Europei avrebbero procurato tra gli Indios d’America latina.