Come ogni anno, una moltitudine di persone è salita a Cascia per sostare in preghiera dinanzi al corpo di Santa Rita. E quest’anno la festa è più lunga del solito: giovedì 22 maggio è stata infatti celebrata la memoria liturgica e sabato 25 vengono ricordati i centoventicinque anni dalla sua canonizzazione. Giorni intensi, dunque, che vedranno giungere nella cittadina umbra fiumi di devoti desiderosi di affidare a Rita le gioie e le sofferenze della vita. Il solenne pontificale del 22, nella Sala della Pace, è stato presieduto dal cardinale Baldassare Reina, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma. Con lui hanno concelebrato: l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, il priore generale degli Agostiniani padre Alejandro Moral Antón, il priore provinciale degli agostiniani d’Italia padre Gabriele Pedicino, il rettore della Basilica di Cascia padre Giustino Casciano, sacerdoti agostiniani e religiosi. C’erano anche le monache agostiniane, custodi del corpo di Santa Rita, ad iniziare dalla badessa madre Maria Grazia Cossu. E non potevano mancare naturalmente le donne che hanno ricevuto il premio internazionale Santa Rita 2025, protagoniste di gesti concreti di perdono e cura verso il prossimo: Yuliia Kurochka, Marina Mari, Suor Rita Giaretta e Vittoria Scazzarriello.
Il pensiero a Papa Leone XIV. La festa di quest’anno è stata caratterizzata anche dalla gioia per l’elezione a Papa del cardinal Robert Francis Prevost, che lo scorso anno era proprio a Cascia per la festa di Santa Rita, e che è figlio di S. Agostino. E pochi minuti prima dell’avvio della Messa mons. Boccardo e il padre Moral hanno inviato a Leone XIV il seguente telegramma: “A Sua Santità Leone XIV, Città del Vaticano. Convenuti a Cascia per annuale festività con Cardinale Vicario Roma et pellegrini et devoti ricordiamo grati vostra presenza anno scorso. Affidiamo at intercessione Santa Rita universale ministero Vostra Santità. Assicuriamo devota preghiera et filiale accoglienza Vostro magistero. Attendiamo fiduciosi Vostra venuta tra noi”.
L’omelia del card. Reina. «È bello davvero vedere questa festa, vedere la grandissima devozione che c’è non solo qui a Cascia ma in tutto il mondo verso Santa Rita. Siamo qui perché vogliamo crescere nella santità. La vita di Santa Rita è stata complessa: una scelta religiosa osteggiata, un matrimonio difficile, un marito ucciso, due figli morti, una vita religiosa finalmente abbracciata ma con tante sofferenze. Ha saputo far fronte a tutto ciò perché ha vissuto un rapporto forte con il Signore Gesù, fino a portare nel suo corpo i segni della passione del Maestro. Rita ci insegna che rimanere in Lui non significa avere una vita facile. La fede non è magia. Siamo cristiani, sacerdoti, monache, persone consacrate a vario titolo e abbiamo una vita complicata, esattamente come Santa Rita: segnata dalla malattia, da qualche fallimento, dalla fatica, dalla tentazione. E la fede è ciò che ci aiuta ad affrontare queste cose, sapendo che Dio è dalla nostra parte e non ci abbandona. La nostra Santa ci ricorda che chi risiede in Lui non può odiare, non può essere indifferente all’altro, non può essere disonesto, non può disprezzare il debole, l’orfano, la vedova, lo straniero. Con Santa Rita, allora, rimaniamo in Dio per affrontare nella logica del bene le cose che la vita ci mette davanti e per abbracciare anche delle strade nuove».
Supplica e benedizione delle rose. Al termine della Messa il Cardinale, i concelebranti, le autorità, i figuranti del corteo storico e i tantissimi devoti si sono radunati dinanzi alla basilica per la supplica a Santa Rita e la benedizione delle rose. Poi, il card. Reina è entrato in clausura per salutare le monache agostiniane e raccogliersi in preghiera dinanzi al corpo di Santa Rita.
Il card. Reina sulla sua devozione a Santa Rita realizzato prima della Messa