Una delle immagini tipiche del Natale di Gesù è la luce.
Il profeta Isaia, secoli prima del Natale di Gesù, predisse l’Evento con queste parole: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia”. Parole quanto mai attuali!
L’Angelo del Signore annuncia la nascita di Gesù “avvolgendo di luce” i pastori e annunciando loro una grande gioia.
La stella cometa invitava e guidava i Magi all’incontro con Gesù.
I nostri presepi e le nostre strade sono da sempre illuminate nella notte del Natale.
Il 25 dicembre era la festa del “dio sole“. Gesù definì se stesso così : “Io sono la luce del mondo”.
Oggi nell’oscurità della crisi sanitaria, sociale ed economica, la Luce del Natale viene quanto mai necessaria e propiziatoria. La Luce di Gesù in fondo al tunnel in cui ci troviamo. Crediamoci. E camminiamo insieme dietro quella scia.
Certo occorre tutta la nostra buona volontà (e il vaccino, già disponibile, viene a proposito, grazie all’intelligenza umana capace di questi “miracoli”), accettando il sacrificio delle limitazioni che potrebbero aiutarci ad acquisire uno stile più sobrio (Gesù è nato in una stalla!) e essere più attenti a chi non ha nulla.
“Or sul nostro cammino la sua Luce risplende:
Gesù, sole di giustizia, ci chiama vita nuova”.
2. Un’altra immagine del Natale è quella del parto, del dare alla luce.
San Paolo scrive: “Sappiamo che tutta la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi”… per dare alla luce un mondo nuovo, uomini e donne figli di Dio, tutti fratelli di Gesù, finalmente liberi da ogni forma di schiavitù e di corruzione.
Natale vuol dire nascita. La nascita di un bambino, oggi soprattutto in piena crisi dì natalità, è segno che il mondo continua a vivere, con resilienza ma ancorpiù accettandola sfida di un reale positivo cambiamento. È la vittoria della Speranza sulla tristezza e sulla rassegnazione che vorrebbe al massimo tutto come prima. La nascita così inaspettata e meravigliosa di Gesù, del “Bambino avvolto in fasce da Maria e deposto in una mangiatoia perché per lui non c’era posto nell’alloggio”, è la nascita dell’uomo nuovo diverso dall’uomo “vecchio” che ben conosciamo, quello consumista, egoista, violento, che privilegia il prendere (perfino predare) per se, privandoci della gioia più bella, quella del condividere, che Gesù è venuto a insegnarci e che porta alla vera felicità. E crea l’umanità nuova, quella che tutti infondo sogniamo.
3.Natale è la gioia del dono. Gesù è il Dono più bello e più prezioso che Dio Padre ha fatto all’umanità . Ci ha donato Suo Figlio facendoLo arrivare come figlio di Maria, una nostra sorella. È questo il senso più profondo del Natale come scambio di doni tra di noi.
Noi stessi possiamo essere dono gli uni per gli altri. Donare e donarsi in modo concreto e gratuito fa felice qualcuno e noi stessi. La logica del dono è la logica dell’amore sicuramente vincente. Se siamo tristi è perché non apriamo le mani e il cuore al dono.
Non preoccupiamoci troppo degli acquisti, almeno dell’ennesimo esagerato regalo, che è un’ingiustizia per chi non ha nulla. Preoccupiamoci piuttosto di come far felice qualcuno… in fondo è il povero Cristo di oggi che, chiedendomi qualcosa, mi da la possibilità di fare un bel Natale, uscendo concretamente dal mio piccolo mondo e aprirmi alla gioia dell’amore fraterno, universale.
In quest’ottica va il mio cordiale augurio a tutti per il memorabile Natale 2020 e per un 2021 sereno e gioioso!
Con tanto affetto
+ Domenico Vescovo