Nocera Umbra – festa di San Rinaldo. Mons. Sorrentino: “I Santi ci riportano a Gesù e ci consegnano la sua Parola”.

“È bello ritrovarci insieme intorno al Pastore che ha guidato tanti secoli fa questa comunità e rimane vivo nel ricordo, sicuramente vivo nell’intercessione e deve essere ancora più vivo perché lo facciamo nostro modello di vita. Egli infatti ne ha tutte le qualità perché si è ispirato al grande modello che è Gesù. I Santi ci portano a Gesù e ci riconsegnano la sua Parola”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, mercoledì 9 febbraio durante il pontificale celebrato in occasione della solennità di San Rinaldo, patrono di Nocera Umbra e compatrono della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. In tanti hanno partecipato, nella concattedrale di Santa Maria Assunta a Nocera Umbra, alla santa messa concelebrata dai sacerdoti della diocesi tra cui i vicari generali delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé e don Giovanni Nizzi. Presenti le autorità civili, militari.

Durante l’omelia il vescovo si è soffermato sulla comunicazione “diventata tecnologicamente così sofisticata che mai come oggi il mondo è stato unito. Parliamo di rete. Questa parola è diventata ormai la nostra parola chiave. Siamo tutti in rete siamo tutti connessi. Proprio nel tempo in cui la comunicazione dovrebbe essere la realtà che maggiormente ci unisce finisce invece per essere la realtà che più ci divide perché è fatta di tanti frammenti che faticano a trovare una convergenza. Prendiamo tante posizioni, assumiamo tante ideologie, facciamo nostri tanti valori che spesso non sono posizioni, ideologie, valori autentici. Bisogna alzare lo sguardo e cercare il punto di convergenza. Siamo diventati una società plurale in cui tante diversità si incontrano perché si possano armonizzare. La diversità – ha concluso il vescovo – può essere un grande valore purché sia vissuta in modo da portare all’unità e non alla divisione”.