Nel pomeriggio di giovedì 30 ottobre 2025 a Norcia, presso la Sala Digipass del Comune, si è tenuta la presentazione dei lavori di ricostruzione della Basilica. È stato il primo momento, moderato dal giornalista nursino Paolo Millefiorini, in programma per la riapertura della Basilica di S. Benedetto, a nove anni dal sisma che colpì l’Italia centrale. Sarà però la solenne concelebrazione eucaristica di dedicazione, prevista per venerdì 31 ottobre alle ore 16.30, a riconsegnare ufficialmente ai fedeli la chiesa: così ciò che finora è stato il cantiere della Basilica tornerà ad essere la casa di Dio in mezzo a quella degli uomini, luogo santo, beato e sublime dove l’assemblea riunita intorno all’altare celebrerà il memoriale della Pasqua e si nutrirà al banchetto della Parola e del corpo di Cristo.
Giuliano Boccanera, Sindaco di Norcia: «Oggi non è un giorno qualunque. Siamo qui per testimoniare che la rinascita è realtà. Noi nursini siamo duri e tenaci, capaci di resistere alle prove. Abbiamo ricucito la pietra spezzata, anche se tutto sembrava impossibile. Quando si uniscono le forze nessuna prova è insormontabile. S. Benedetto ci insegna che dalla distruzione può nascere una comunità più forte: e noi, suoi concittadini, possiamo dire che Norcia è viva, che Norcia rinasce».
Stefania Proietti, Presidente della Giunta Regionale dell’Umbria: «L’Umbria si sta dimostrando più forte del sisma grazie al lavoro silenzioso e trasparente dell’Ufficio speciale per la ricostruzione. Quello di oggi è un “miracolo” frutto dall’ingegno dell’uomo. Siamo qui per riaccendere un faro che determinerà qualcosa di speciale per Norcia e per tutta la Regione e sarà un segno di speranza per tutta l’Europa. Ai giovani di Norcia, dico: abbiate fiducia, questa terra è bellissima, la gente ha una forza stupenda, un cuore e un carisma straordinari».
Mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia: «Un viandante giunge nei pressi di un cantiere, dove tre scalpellini lavorano sotto il sole cocente. Si avvicina al primo e gli chiede: “Cosa stai facendo?” E quello: “Non lo vedi? Mi sto ammazzando di fatica”. Si avvicina al successivo e gli rivolge la stessa domanda: “Cosa stai facendo?” E quello: “Non lo vedi? Lavoro per mantenere mia moglie e i miei bambini”. Il viandante prosegue e ripete al terzo scalpellino: “Cosa stai facendo?” E quello: “Ma come, non lo vedi? Sto costruendo una cattedrale”. In questi anni ho visto tante persone come il terzo scalpellino: dai Vigili del fuoco e i Funzionari della Soprintendenza e i volontari della Protezione Civile che assistevano le persone e estraevano dalle macerie opere d’arte e di devozione, fino ai progettisti, al Responsabile Unico del Procedimento, al Direttore dei lavori, al Funzionario storico dell’arte, ai restauratori, al Direttore tecnico e al Capo cantiere con le maestranze tutte. Ho visto brillare nei loro occhi e nella loro dedizione la luce e la passione di quanti stavano “costruendo una cattedrale”. E noi questa sera siamo qui per dire grazie innanzitutto a ciascuno di loro e poi a quanti, con diversi livelli di responsabilità, hanno reso possibile questa grande impresa. E mi piace citare in particolare i Commissari Straordinari avv. Giovanni Legnini e sen. Guido Castelli, presso i quali abbiamo trovato sempre accoglienza e sostegno e con i quali abbiamo intessuto una tra ma di intesa e collaborazione che ci ha condotto fino ad oggi. Dalla Basilica “restituita e ritrovata” mi piace raccogliere un messaggio che diventa quasi una sfida per il nostro oggi: le macerie, quelle materiali ma anche quelle umane, non hanno l’ultima parola; solo unendo le forze, superando interessi personali o di parte, condividendo un sogno comune e impegnandosi insieme per raggiungere la stessa meta si riesce a realizzare qualcosa che suscita ammirazione e genera vita».
Alessandro Giuli, Ministro della Cultura: «Porto il saluto della Presidente Giorgia Meloni. Siete stati più forti di ogni avversità. La nostra storia è costellata da calamità naturali, ma abbiamo imparato dai nostri antenati che non c’è avversità che possa sconfiggerci. La Basilica, restituita alla sua comunità, all’Italia e al mondo ci permette di ringraziare quanti hanno lavorato con passione. La partecipazione dei cittadini ha reso evidente che il patrimonio culturale è una risorsa condivisa oltre che un patrimonio da tutelare. Questa Basilica racconta la storia forte delle persone di questa valle umbra, che sono nervo ed orgoglio della nostra Italia appenninica».
Vanessa Squadroni: direttore dei lavori della Basilica per conto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria: «Il sisma ha fatto perdere l’80% delle superfici. Tutto ciò che si poteva salvare è stato salvato, tutto ciò che si poteva restaurare è stato restaurato. Il restauro è stato archeologico per la cripta e architettonico per la navata. È stato un cantiere complesso, nel quale abbiamo cercato di restituire un edificio più sicuro. In cripta c’è un lapidarium appartenete alla fase romana della Basilica, riemerso con il crollo. Abbiamo lavorato con l’obiettivo di fare presto e bene per giungere alla giornata odierna».
Al termine della presentazione ci si è spostati in Piazza S. Benedetto per la visione di un video emozionale sulla ricostruzione della Basilica e per assistere ad un gioco di luci proiettato sulla facciata della chiesa e raffigurante San Benedetto e alcune passi della sua Regola: entrambi i momenti sono stanti pensati da ENI. Poi, l’Arcivescovo ha accompagnato il Ministro Giuli, tutte le altre autorità, la stampa presente e infine anche i fedeli all’interno della Basilica. Un momento da tutti descritto come atteso, ma soprattutto emozionante, e non sono mancate le lacrime sul viso di tanti nursini.

