Otricoli – festa di San Vittore 2025

Il 14 maggio ad Otricoli si celebra la festa religiosa dei santi patroni Vittore e Corona, con la messa nella collegiata di Santa Maria Assunta che è stata presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrata dal parroco don Daniele Martelli e da don Matteo Antonelli, alla presenza del sindaco di Otricoli Antonio Liberati, dei rappresentanti dei Comuni di Narni, Calvi dell’Umbria e delle Confraternite maschili di San Vittore, San Giuseppe da Leonessa, Sant’Antonio abate e Santissimo Sacramento, e femminili Madonna del Rosario, Madonna Addolorata, Madre del Buon Consiglio di Otricoli.  La celebrazione è stata animata dalla corale Marzio Erculei.
San Vittore, giovane di Otricoli, fu arruolato nell’esercito romano, nella milizia equestre di stanza a Damasco in Siria. Durante la persecuzione di Antonino fu accusato dal prefetto dell’Egitto e della Siria e capitano generale dell’esercito imperiale dell’Asia di nome Sebastiano, di essere seguace del cristianesimo. Dopo l’interrogatorio e vari supplizi, fu decapitato il 14 maggio del 168 d.C. Il corpo di San Vittore, riportato in patria e sepolto presso la città antica di Ocriculum non lungi dal Tevere, fu ritrovato dal vescovo Fulgenzio verso la metà del VI sec. Il Vescovo fece costruire sopra la sua tomba un altare, intorno al quale ebbe origine l’Abbazia intitolata al suo nome.
“In questa festa ricordiamo San Vittore che ha offerto la sua vita per Gesù – ha detto il vescovo Soddu –. Il martirio di Vittore germogliò in frutti abbandonanti di salvezza e nella civiltà dell’amore. La vita di san Vittore e santa Corona sono la testimonianza vivente della parola di Dio, questo è l’insegnamento grande che ci riguarda tutti, nella misura in cui vivo e testimonio la parola di Dio. Il nostro spirito deve essere sempre nelle mani di Dio. San Vittore era un giovane che ha dato la vita per la fede e se vogliamo come lui vincere, se vogliamo rivoluzionare il mondo, non bisogna partire dalle cose esterne o che sono lontane da noi, ma a partire dalla propria vita. Il coraggio dei giovani martiri ci riconsegnano quelle parole di amore e il senso della propria vita, e a noi è chiesta la capacità di vivere bene il nostro essere cristiani, di riporre nel Signore il nostro spirito, nel sacrario stesso di Dio, affinchè possiamo avere tutto il nutrimento ed essere segno di speranza, ossia persone che procedendo nella vita sono in grado di dare motivazione e sostanza alla speranza che è Gesù. Un’occasione per incontrare la salvezza che solo Gesù ci può dare, che può dare la vita nuova”.
Il vescovo ha quindi inviato i giovani ad impegnarsi a dare testimonianza, a cambiare qualcosa di questo mondo che sarà possibile “solo con l’adesione personale a Cristo ed avendo la sua parola come nutrimento per la nostra esistenza. Come ai tempi di san Vittore e di santa Corona, siamo alla ricerca della giustizia, alla ricerca di una certezza che possa dare fondamento alle nostre attese e alle nostre speranze”.
Al termine della celebrazione è seguita la processione con le reliquie di san Vittore lungo le vie della città, accompagnata dalla banda musicale di Otricoli, Amelia e Fornole, e che si è conclusa sul sagrato della colleggiata, dove il vescovo Soddu ha impartito la benedizione alla città.