Aumentano le persone che si rivolgono al Centro di ascolto della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve per chiedere un aiuto non solo di natura materiale, passando dalle 1.306 del 2020 alle 1.467 del 2021 (gli stranieri sono il 73,4% e gli italiani il 26,4%), un incremento pari al 12,3%, percentuale degli utenti Caritas che arriva a più 38,2% dal 2016 a quest’ultimo Rapporto dal titolo “Prendiamoci cura”.
Questo 7° Rapporto, come i precedenti, non si limita alla raccolta dati, ma è una ricerca-studio accurata del fenomeno povertà rilevato nel 2021 e nel primo quadrimestre 2022, a cura dell’Osservatorio Caritas sulle povertà e l’inclusione sociale.
Presentato il 30 maggio, presso il “Villaggio della Carità” di Perugia, alla presenza dell’arcivescovo emerito il cardinale Gualtiero Bassetti, dell’amministratore diocesano e vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e di rappresentanti delle Istituzioni civili, dal direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, dall’economista Pierluigi Grassetti, coordinatore dell’equipe dell’Osservatorio Caritas, e dallo statistico Nicola Faloci, membro della suddetta equipe, coinvolge e si rivolge, in particolare, alle Istituzioni civili locali e a tutti gli attori sociali operanti nel territorio. È un valido strumento per contribuire ad arginare e contrastare il fenomeno povertà.
Le nuove povertà. L’edizione 2021 evidenzia alcuni aspetti di “novità” rispetto alle precedenti. Innanzitutto l’aumento dei richiedenti aiuto nel 2021 è dovuto all’effetto della pandemia a cui si è aggiunta, nei primi mesi del 2022, l’emergenza profughi ucraini. Altro nuovo aspetto è il persistente basso livello di scolarizzazione di coloro che chiedono aiuto, che si accompagna spesso ad un abbandono precoce del percorso degli studi. La povertà economica si traduce in povertà educativa e questa è una delle trappole fondamentali della stessa povertà. Un’altra nuova grave criticità è il numero crescente di disoccupati e di occupati; questi ultimi sono i poveri che lavorano, un fenomeno in costante dilatazione per salari molto bassi e lavori precari. Altro nuovo inquietante aspetto della povertà è il peggioramento della condizione abitativa per molte famiglie, in particolare italiane, al punto che la Caritas diocesana ha promosso una campagna, di sensibilizzazione e raccolta fondi denominata “Adotta un affitto”. Tutti fronti dove le Istituzioni locali preposte in materia possono intervenire appropriatamente e la Caritas, oltre a collaborare con le suddette Istituzioni, potenzia il ventaglio dei suoi interventi e raccomanda il coinvolgimento di tutta la cittadinanza per avviare a soluzione queste pesanti e difficili sfide di carattere sociale ed economico che emergono dal 7° Rapporto sulle povertà.
Alcuni dati. Tra i dati più rilevanti del 2021 è la percentuale del 36,7% degli utenti che si è rivolta per la prima volta alla Caritas per chiedere un aiuto e, se si considera il periodo dall’inizio della pandemia (marzo 2020) ad oggi, il numero di questi utenti sale al 60,2%. Da non trascura che molti dei nuovi utenti sono giovani, tra cui gli italiani che sono il 15,7% e gli stranieri il 39,3%. Anche la complessità dei bisogni aumenta rispetto al 2020 con 3.906 passaggi al Centro d’ascolto diocesano dei 1.467 utenti complessivi, mentre nel 2020 erano 3.070 passaggi per 1.306 utenti. Gli interventi della Caritas diocesana a sostegno delle persone in difficoltà nel 2021 sono stati 64.316, circa 20mila in più rispetto all’anno precedente (45.793). Tra le voci principali degli interventi del 2021 figurano i 38.663 per beni e servizi materiali (distribuzione pacchi viveri, attività empori della solidarietà, distribuzione vestiario e mense) e i 10.255 per il servizio di ascolto, il servizio base che apre a tutti i successivi e influisce su di essi, che registra nel 2021 un aumento di rilievo, pari al 77,3%. Inoltre si è registrato un incremento sia dei sussidi economici (bollette e tasse + 77,3% e canoni di affitto + 10,7%) sia degli interventi sanitari (+ 50%). Significativo anche il dato dell’incremento degli utenti dei Centri d’ascolto delle Caritas parrocchiali, passati dai 1.643 del 2019 ai 2.790 del 2021. Non va trascurato nemmeno il fenomeno dei profughi ucraini registrato dalla fine dello scorso febbraio a tutt’oggi, che si è aggiunto a quello causato dalla pandemia.
Figli della speranza. Don Marco Briziarelli, nell’introdurre la presentazione del Rapporto, ha sottolineato la scelta del titolo “Prenderci cura” in continuità con quello del precedente Rapporto, “Insieme nella cura”, parlando di «un anno molto impegnativo che ci ha portato a rispondere, a reagire, come Chiesa diocesana, attraverso la sua Caritas, con quella che riteniamo una delle indicazioni fondamentali che il Papa ha dato in occasione dei 50 anni della nascita della Caritas italiana (1971-2021): “Ascoltare la creatività dello Spirito Santo”. Tutto quello che si presentava come un problema, una difficoltà, l’abbiamo cercato di viverlo come una opportunità». Il direttore della Caritas ha poi avuto parole di gratitudine per «tutti i benefattori e i volontari che sono l’anima della Caritas, che ci permettono di rispondere tutti i giorni ai bisogni della gente. Il 2022 si annuncia un anno preoccupante che stiamo affrontando al meglio, perché non siamo i figli della speranza». Don Briziarelli, avviandosi alla conclusione, ha evidenziato l’importanza anche del «lavoro portato avanti negli ultimi due anni con le Caritas parrocchiali, che ha portato un netto incremento di interventi. Proprio domani (31 maggio, ndr) – ha annunciato il sacerdote – presenteremo alla Caritas attive sul territorio diocesano il nuovo progetto “In ascolto” volto alla formazione e al potenziamento delle stesse Caritas parrocchiali e d’unità pastorale. Un progetto che riteniamo fondamentale, affinché tutti i Centri d’ascolto riescano a camminare in maniera autonoma e, nel contempo, in piena comunione con il Centro d’ascolto diocesano».
La carità maestra della vita. Il cardinale Bassetti, nel commentare il 7° Rapporto, ha detto: «tutte le persone che chiedono aiuto alla nostra Caritas non sono dei numeri, ma sono dei volti segnati dalla sofferenza umana e materiale. Per tutti loro dobbiamo avere massima attenzione soprattutto in momenti difficili come questi caratterizzati prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina. La Caritas, prima ancora di essere organismo operativo della Chiesa, è una fucina di formazione, sensibilizzazione, educazione, soprattutto dei giovani e dei volontari, ma la pedagogia della carità deve rivolgersi a tutti e deve connettersi con tutte le attività delle parrocchie, perché la pedagogia della carità sia al primo posto, perché la carità sia davvero maestra della vita».
Presentazione Infografiche DEF