Recentemente l’“Isola di San Lorenzo” del Museo del Capitolo della Cattedrale di Perugia ha accolto una decina di giovani della Youth Conference Regione Umbria, accompagnati dagli educatori Silvia Dozzini e Matteo Stelluti, un’esperienza formativa che li ha visti protagonisti nel fare parte del progetto “Care Leavers”. Si tratta, spiegano i promotori, «di una sperimentazione di interventi in favore di coloro che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. L’obiettivo generale del progetto è quello di accompagnare i neomaggiorenni all’autonomia, attraverso la creazione di supporti necessari per consentire loro di costruirsi gradualmente un futuro e di completare il percorso di crescita dal momento in cui escono dal sistema di tutele fino al compimento del 21esimo anno di età».
Portare la luce sulle strade del mondo. Monsignor Marco Salvi, vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, ha espresso particolare apprezzamento per questo progetto, che, ha commentato, «rende il Museo del Capitolo e l’intera “Isola di San Lorenzo” un luogo di incontro e di confronto, in cui si può scoprire e approfondire un patrimonio di bellezza che ci testimonia la vitalità della Chiesa. Come ha detto papa Francesco, citando Don Tonino Bello, aggiunge monsignor Salvi: «“A noi, specialmente a noi cristiani, tocca organizzare la speranza, tradurla in vita concreta ogni giorno, nei rapporti umani, nell’impegno sociale e politico”. E proprio noi dobbiamo essere costruttori di speranza portando luce anche lì dove le strade del mondo e le difficoltà della vita hanno portato il buio. L’arte con la sua bellezza e il suo messaggio – conclude il vescovo ausiliare – ci aiuta a costruire la speranza».
Stratigrafia della strada, vissuto delle persone. Questi giovani hanno visitato il suggestivo percorso archeologico sottostante la cattedrale di San Lorenzo, profondo 15 metri e lungo un chilometro, testimone di 26 secoli di storia dell’uomo. Entrando nel merito del progetto, le operatrici museali hanno pensato e costruito insieme un percorso specifico per i ragazzi, cercando di avvicinarli alle vicende umane e ai sentimenti universali che si celano dietro i resti dell’antica acropoli della città di Perugia. «La volontà principale era quella di creare empatia tra i giovani, le guide e la storia narrata – precisano i promotori –, affinché i ragazzi potessero far tesoro non solo delle nozioni culturali, ma scoprire anche la bellezza delle società che si celano dietro le pietre secolari dell’area sotterranea». Perseguendo questo scopo, il racconto dei fatti storici e la descrizione minuziosa dei reperti archeologici è stata arricchita dalla lettura di poesie che si proponevano, in qualche modo, di colmare quell’abisso che separa il mondo presente dal periodo etrusco e romano. Camminando sull’antico decumano romano si sono osservati i basoli, ovvero la parte più superficiale del manto stradale, la “corazza” della strada. Insieme si è riflettuto sul concetto di forza e di resistenza, paragonando la stratigrafia della strada al vissuto delle persone. La strada che oggi si percorre nell’area archeologica è stata attraversata nel corso di tutta la sua storia da persone diverse: uomini, donne, ragazzi, presi da preoccupazioni o pensieri.
Valore della vita, nessuno è scarto. La visita è stata l’occasione per riflettere sul valore della vita umana, partendo dal presupposto che “nessuno è scarto”, così come indica papa Francesco: «In realtà, una società merita la qualifica di “civile” se sviluppa gli anticorpi contro la cultura dello scarto; se riconosce il valore intangibile della vita umana; se la solidarietà è fattivamente praticata e salvaguardata come fondamento della convivenza».