“Carissimo Emmanuel il tempo è compiuto anche per te: tra pochi istanti sarai ordinato presbitero. I cinque presbiteri, ordinati il 29 giugno di quest’anno, qui presenti: Daniele, Michael, Samy, Simone e Vittorio, con gioia e trepidazione attendono il tuo ‘eccomi’”. Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha esordito nell’omelia pronunciata alla celebrazione eucaristica dell’ordinazione sacerdotale del giovane seminarista Emmanuel-John Boluwatife Olajide, originario della Nigeria, avvenuta in una gremita cattedrale di San Lorenzo di Perugia, l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, nel rispetto delle norme di contenimento del contagio da Covid-19. Concelebranti sono stati il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, il rettore del Pontificio Seminario Umbro “Pio XI” di Assisi don Andrea Andreozzi e diversi sacerdoti. Presenti i compagni di seminario e numerosi fedeli provenienti anche dalla Nigeria e dalle parrocchie di Magione, Case Bruciate, Elce, Sant’Agostino e Madonna Alta di Perugia e di Marsciano dove il neo sacerdote ha prestato servizio durante la formazione. In quest’ultima, come ha annunciato il cardinale, don Emmanuel presterà il suo ministero sacerdotale e sarà la sua “scuola”. Il presule ha rivolto anche parole di gratitudine alla famiglia di don Emmanuel e alle comunità parrocchiali che lo hanno accolto e aiutato nel periodo del suo discernimento vocazionale.
Sei ordinazioni nel 2021. Il cardinale Bassetti, all’inizio della celebrazione, ha parlato di “una solennità di Maria Immacolata che porta una sorpresa, una ordinazione al presbiterato”, la più giovane del suo episcopato (don Emmanuel compirà 24 anni il prossimo 31 dicembre), “che con l’aiuto di Dio – ha proseguito – completa un evento per la nostra Chiesa diocesana, quello di vedere ordinati in un anno sei sacerdoti. Le vocazioni sono un grande dono del Signore e sono destinate per genesi al popolo di Dio dove nascono. Il Signore, con queste sei ordinazioni, ci ha dato un segno di misericordia che dobbiamo cogliere e ringraziare”.
La scelta di Dio. Il presule, rivolgendosi nell’omelia all’ordinando, ha detto: “Come vedi ti ho scelto per il Presbiterato nel giorno festoso in cui la Chiesa celebra la scelta di Dio su Maria. Certo, questa scelta di Dio, che si concretizza nell’Immacolata Concezione, viene da lontano, da prima della creazione. Ma anche la mia scelta su di te viene da lontano: dalla scelta di Dio che è anche per te prima della creazione del mondo. È davvero emozionante soffermarsi a riflettere che molto prima di essere nelle mani di Dio, come lo siamo in questo tempo presente, tutti, fin da sempre, siamo stati nel suo pensiero e nel suo cuore: già eravamo con Lui quando creò il mondo”.
Maria, madre dei sacerdoti. “Guardando oggi Maria Immacolata siamo invitati a contemplare in te, Emmanuel, le meraviglie dell’amore di Dio. L’ordinazione sacerdotale nella solennità dell’Immacolata, fatto straordinario per la nostra Diocesi, ci porta naturalmente a considerare il rapporto che c’è tra la Madonna e il sacerdote. Non si tratta di un rapporto occasionale dovuto alla coincidenza. È un rapporto che sta dentro la verità delle cose, perché è scelta amorosa di Dio. Infatti Maria, per volontà di Dio, come ‘generosa socia del divin Redentore’, come dice la Lumen gentium, fu ‘associata’ e ha accompagnato tutta l’opera salvifica di Gesù, dal momento del concepimento verginale di Cristo fino alla sua morte. Riguardo a tutta la vita del Figlio, essa è sempre stata, in un modo in un altro, vicino a Lui. Gesù l’ha detto con chiarezza nel testamento della Croce quando ha affidato Giovanni a Maria e Maria a Giovanni, un intreccio anche nella vita di noi sacerdoti e la Madonna. Il discepolo che accoglie le parole: ‘ecco tua madre’ è lo stesso discepolo che il giorno prima, nel Cenacolo, ha accolto le parole dalle labbra di Gesù: ‘fate questo in memoria di me’. Proprio meditando questo rapporto, Giovanni Paolo II esclamava: ‘Maria è in modo particolare la nostra madre, la madre dei sacerdoti”.
Imitare Maria. “Carissimo Emmanuel, da questo momento accogli anche tu Maria nella tua esistenza, dandole quel posto che merita la madre di Cristo, la nostra madre, Colei che figura ed è modello della Chiesa nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. Accoglila come la prima evangelizzata e la prima evangelizzatrice. Non è lei che ha ricevuto per prima ed in modo pieno l’annuncio della salvezza? Se tu sei chiamato a portare a tutti la buona novella, riascoltando ogni giorno l’invito del maestro a portare il lieto annuncio ai giovani, ai poveri… Tu per primo dovrai spalancare il cuore alla parola di Dio accogliendo nella tua vita il mistero dell’incarnazione, che per il ministero dei presbiteri si realizza sull’altare. Con questa rassomiglianza profonda del presbitero con Maria io ti dico: fai come Lei, imitala nel fare la volontà di Dio e abbandonandoti alla Parola del Signore”.
Non abbandonare nessuno. Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione e rivolgendosi ancora una volta a don Emmanuel, ha detto: “Difronte a quello che Dio dice, difronte a quello che Dio dona, ripeti anche tu spesso ‘l’eccomi’ di Maria, facendolo crescere di giorno in giorno nella tua vita. Come Maria raggiunse in fretta la montagna di Giuda, anche tu, ricco della Parola e ricolmo dello spirito di Cristo, va senza indugio dove abitano gli uomini e le donne tuoi fratelli. Essi attendono i gesti della tua carità, forse senza saperlo, attendono di ricevere da te Colui che è la luce, il calore, la speranza, il senso, il compimento della vita umana. Corri sempre Emmanuel dai fratelli, portando con te la presenza di Cristo, anzi corri portato da Lui, che, attraverso di te, ancora continua ad avere compassione della folla, a sfamare le moltitudini, a guarire i malati, a perdonare i peccati; quindi a non lasciare nessuna sorella e nessun fratello soli sul loro cammino. Non abbandonare mai nessuno! Attraverso il ministero dei presbiteri Gesù continua ad essere compagnia dell’uomo pellegrino”.
La Chiesa sinodale. Infine, rivolgendosi a tutti i presbiteri, il cardinale ha esortato ad essere “come l’apostolo Giovanni: accogliete Maria nella vostra vita, prendetela con voi e vi sia di grande conforto la certezza che, prima ancora è Maria che vi prende con sé. Caro Emmanuel, guarda la Chiesa nei suoi primi giorni come è descritta dagli Atti degli Apostoli: ‘Erano tutti assidui e concordi nella preghiera insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù’. Che spaccato stupendo della Chiesa sinodale che ha concepito papa Francesco. E’ così che dobbiamo camminare anche noi. Abbiamo dinanzi Maria ancora al centro della Chiesa, perché al centro della Chiesa possa esserci Gesù. Maria, che oggi cantiamo Immacolata, sia il centro della tua vita e di tutto il popolo di Dio e aiuti tutti noi presbiteri e particolarmente te ad essere in tutto e per tutti sacramento credibile della presenza di Cristo Salvatore”.
Tra gli ordinati uno nero. Al termine della celebrazione, come è la consuetudine, ha preso la parola il neo sacerdote. Tra i diversi ringraziamenti rivolti, “uno in particolare”, come lo stesso don Emmanuel l’ha definito, allo scomparso seminarista Giampiero Morettini, oggi venerabile servo di Dio. “Giampiero ci insegna che il cammino verso la santità è possibile”. Rivolgendosi al cardinale Bassetti don Emmanuel ha detto: “Grazie eminenza per aver creduto nella mia vocazione, anche nei momenti di dubbi si è reso strumento di Dio nella mia vita e mi ha introdotto in maniera particolare alla comunità diocesana, che oggi diventa la mia famiglia, e per mezzo delle sue mani entro a far parte della famiglia presbiterale perugino-pievese. La sua paternità dimostrata è stata ed è segno visibile della paternità di Dio verso di me. Certo, abbiamo dovuto insieme vivere le doglie del parto di questa vocazione e su trenta presbiteri della nostra Chiesa da lei ordinati è per lei motivo di vanto ci doveva scappare uno nero per forza. In questo tempo di attesa, certamente non facile, ho imparato la prima lezione, forse la più importante sull’obbedienza, che perfino il principe della Chiesa deve l’obbedienza alla Chiesa. Vivere questo tempo di grazia, di attesa, non mi sono sentito solo perché tutto il popolo di Dio in Perugia-Città della Pieve attendeva insieme a me la realizzazione di questo giorno a cui va tutta la mia gratitudine”.
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