Perugia: “Essere laici pensanti”, un tema di grande attualità al centro delle celebrazioni del 65° della nascita dell’“Istituto Conestabile – Piastrelli”

«In questi 65 anni, l’Istituto Conestabile-Piastrelli è stato senza dubbio un punto di riferimento per la vita culturale perugina, elemento di incontro tra società civile e religiosa, stimolo e fucina di studi e di crescita. Credo di poter affermare che, nel lungo e generoso “servizio culturale” svolto dal vostro Istituto, nel segno dell’apertura al mondo, ci sia stato il tentativo di cogliere gli aspetti positivi che, da più parti, hanno risvegliato in tanti credenti la necessità di un confronto con i grandi problemi che assillano l’umanità». A sottolinearlo è il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nel suo intervento di saluto al convegno online celebrativo del 65° anniversario della nascita dell’“Istituto Conestabile della Staffa-Piastrelli” di Perugia dal titolo: “Essere laici pensanti”, tenutosi lo scorso fine settimana, in diretta Facebook (@IstitutoConestabilePiastrelli) e sul canale Youtube “Istituto Conestabile – Piastrelli”.

Ruolo di fermento e sollecitazione. «“Essere laici pensanti” – ha ricordato il prof. Gianfranco Maddoli, presidente dell’Istituto – sono le parole del fondatore, mons. Luigi Piastrelli, per ripensare l’attuale presenza dell’Istituto nella società e nella Chiesa, verso una comune crescita umana. In una Chiesa che viene continuamente esortata dal Papa ad essere “Chiesa in uscita”, l’Istituto richiama i laici cattolici a formarsi e confrontarsi in dialogo costruttivo con il pensiero moderno e il mondo dei cosiddetti non-credenti, e insieme a far crescere la consapevolezza e la coerenza evangelica all’interno delle tante comunità ecclesiali. L’Istituto ha sempre svolto dal 1955 all’interno di Perugia e dell’Umbria un ruolo di fermento e sollecitazione attraverso iniziative pubbliche e formazione di cittadini impegnati nelle diverse professioni e nella vita civile, fedeli allo spirito del fondatore che fin dalla lontana stagione del Modernismo operò, all’interno della Chiesa, per l’incontro di questa con la cultura contemporanea».

I relatori. Al convegno, i cui lavori sono stati introdotti dallo stesso presidente Maddoli, sono intervenuti, oltre al cardinale Bassetti, gli storici Luciano Tosi e Mario Tosti, la psicologa ed accademica Nella Borri e i monsignori Saulo Scarabattoli e Fausto Sciurpa.

Cristiani, l’anima mundi. Rivolgendosi ai relatori e al nutrito e qualificato pubblico online, il cardinale Bassetti ha detto loro: «La testimonianza della vita, della fede e della carità della cultura si pone come via maestra per manifestare Cristo agli altri. In definitiva, i cristiani non sono altro che l’“anima mundi” indicata dalla Lettera a Diogneto».

Confronto con istanze culturali e sociali. Soffermandosi sui due ispiratori dell’Istituto, Bassetti ha poi commentato: «È giusto ricordare due belle figure di cristiani pienamente inserite nel loro contesto storico: Giancarlo Conestabile della Staffa e mons. Luigi Piastrelli, un laico e un sacerdote che hanno saputo vivere appieno, ciascuno nel suo ambito, la vocazione di discepoli del Signore. Il loro impegno nella società perugina, a servizio dei giovani studenti universitari e dei laureati cattolici, ha testimoniato tutto l’interesse della Chiesa per l’educazione dei giovani e la formazione di coscienze capaci di resistere a intemperie di ogni genere. Quest’Istituto – ha aggiunto il cardinale – ha rappresentato e ancora rappresenta, nella storia della nostra Chiesa e della città di Perugia, il tentativo di confrontarsi con le istanze culturali e sociali dei tempi moderni, manifestando il volto di una comunità ecclesiale aperta al divenire della storia umana e non rinchiusa in recinti culturali insuperabili, come auspica sempre il magistero di papa Francesco. Vi ringrazio per il vostro impegno e la continua ricerca del dialogo con tutti gli uomini di buona volontà. Come ci ha ricordato il Papa nell’enciclica Fratelli tutti, “è necessario un dialogo paziente e fiducioso, in modo che le persone, le famiglie e le comunità possano trasmettere i valori della propria cultura e accogliere il bene proveniente dalle esperienze altrui”».