Celebrando l’Eucaristia della vigilia dell’Epifania del Signore, la sera del 5 gennaio, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, il vescovo ausiliare Marco Salvi ha salutato la comunità diocesana perugino-pievese nell’apprestarsi, domenica 8 gennaio, a fare ingresso nella sua nuova Diocesi di Civita Castellana. A concelebrare con monsignor Salvi c’era l’arcivescovo Ivan Maffeis, che insieme erano stati, in mattinata, alle esequie del Papa emerito Benedetto XVI, così ricordato dallo stesso Salvi: «Siamo stati al funerale di un grandissimo Papa, Benedetto XVI, poco valorizzato, ma grande in tanti suoi aspetti che, forse, riscopriremo sia come testimone sia come cultura».
Monsignor Maffeis, all’inizio della celebrazione, nell’esprimere parole di gratitudine al suo confratello Marco, ha ricordato ai fedeli che «con l’arrivo dei Magi, la rivelazione di Gesù è offerta davvero ad ogni uomo. E noi, questa sera, siamo contenti di essere in cattedrale insieme al vescovo Marco per dirgli grazie come sacerdoti, come diaconi, come popolo di Dio, come comunità civile per il servizio che ha fatto in mezzo a noi in questi anni, perché ci ha aiutato a riconoscere il volto del Signore, ad amarlo e a servirlo. Insieme al nostro grazie, vogliamo dire al vescovo Marco di poter contare sulla nostra fraternità e sulla nostra amicizia, che non vengono meno. Il gesto di accompagnarlo, domenica prossima, nella nuova missione che il Papa gli ha affidato, vuol essere espressione di questa stima e di questa fraternità».
Monsignor Salvi, nell’omelia incentrata sulle letture della solennità dell’Epifania del Signore, ha sottolineato quanto sia «facile oggi essere conquistati dai magi e far festa con loro, perché Dio si manifesta a tutte le genti. È come se cercasse ogni uomo per offrire sé stesso luce del mondo. Chiamati ad immergersi nella luce apparsa nel giorno di Natale. Tre gesti dei Magi orientano il nostro percorso verso Dio: 1) Vedere la stella; 2) Camminare; 3) Offrire doni. I magi sono persone che alzano lo sguardo. Nella nostra vita ci si accontenta: bastano salute, soldi, divertimento, ma non si è tranquilli, il nostro cuore è inquieto. C’è il desiderio nei Magi di completare la loro vita. Cercare quella pienezza che le cose non ti danno e non ti bastano. Alzano lo sguardo e cercano. I magi non si sono accontentati di sopravvivere, di galleggiare. Hanno intuito che per vivere bisogna guardare in alto una stella, andando oltre il proprio “IO”. Una stella che non abbaglia, non stordisce, non folgorante: spunta, inaspettata, mite, ti prende per mano nella vita, ti accompagna e non promette ricompense, ma garantisce pace e dona gioia. Siamo chiamati anche noi a trovare la nostra stella».
I ringraziamenti di mons. Salvi. A conclusione dell’omelia, il vescovo Salvi, con tono di voce commosso, ha ringraziato le diverse componenti della Chiesa perugino-pievese e le Istituzioni civili e del mondo accademico del capoluogo umbro, dicendo loro: «mi sono sempre confrontato con sincerità e leale spirito di collaborazione, consapevole che il dialogo è lo strumento fondamentale per costruire insieme. Ho incontrato interlocutori attenti ed interessanti alla ricerca del bene comune». Alla Chiesa perugino-pievese, che lo ha avuto vescovo ausiliare per quasi quattro anni, monsignor Salvi ha detto: «Esprimo la gratitudine verso questa Chiesa per come mi ha accolto, per la disponibilità incontrata, per la testimonianza ricevuta. Una bella comunità fatta di persone che ho visto appassionate per il Signore e per la Chiesa (anche nelle sue fragilità). Sono grato perché sono cresciuto umanamente sia come fede sia per le tante testimonianze che non mi aspettavo di incontrare. Un grazie particolare a coloro che si sono messi a mia disposizione con la loro capacità e con le loro professionalità nella variegata realtà della diocesi che è molta complessa. I problemi sicuramente non sono stati risolti, qualcuno forse si è aggravato, ma si è avviato un metodo sinodale che porterà i suoi frutti. Ringrazio il cardinale Gualtiero Bassetti per i due anni e mezzo condivisi con grande cordialità ed amicizia. La responsabilità della diocesi è stato un punto essenziale per la crescita della mia vita. Ringrazio don Ivan con cui ho condiviso questi ultimi mesi: oltre che una bella amicizia abbiamo trovato anche una sintonia di giudizio. Grazie di cuore. Questo ci porterà a fare sin da subito dei primi passi insieme tra le nostre due diocesi». E poi, con tono scherzoso, da «toscano», come si è definito il vescovo Salvi, ha ringraziato i sacerdoti paragonandoli a «una fauna variegata, ma carica di umanità con cui ho instaurato da subito ottimi rapporti».
Al termine della celebrazione, l’Archidiocesi perugino-pievese ha fatto dono al vescovo Salvi di un’incisione dell’800 raffigurante la Sacra Famiglia di Nazareth.