“Sono qui per testimoniare la vicinanza della nostra Chiesa diocesana a tutti voi, al popolo ucraino, alla Chiesa martire già soppressa al tempo dello stalinismo per poi risorgere da quelle macerie. E sono qui con voi per gridare il nostro grande disappunto di fronte all’atrocità della guerra, ma gridare anche verso Dio che sappia fermare questa immane tragedia, questa violenza e che cambi il cuore”. Lo ha detto il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi incontrando, nel pomeriggio di domenica 27 febbraio, la comunità ucraina di rito greco-cattolico del capoluogo umbro, nella chiesa della Madonna delle Grazie dove questa comunità si ritrova per le sue liturgie e attività pastorali. Si tratta di una comunità numerosa (nell’intera Umbria conta circa 5mila persone), che sta soffrendo per la guerra. Mons. Salvi ha portato il saluto del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, in questi giorni a Firenze per l’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, che visiterà la comunità ucraina perugina, sempre presso la chiesa della Madonna delle Grazie, Mercoledì delle Ceneri, il 2 marzo, alle ore 16, un giorno particolarmente significativo per tutti i cristiani, perché segna l’inizio della Quaresima.
Immensa sofferenza. Quella ucraina perugina è una comunità messa a durissima prova, come si è colto dalle parole accorate del suo cappellano, don Basilio Hushuvatyy. Nell’introdurre l’intervento del vescovo ausiliare, don Basilio ha parlato di familiari e amici di ucraini perugini morti perché militari e di quanti non si hanno più notizie da alcuni giorni, come nel caso di suo padre. Si percepisce nei loro sguardi, oltre che nelle loro parole, l’immensa sofferenza e preoccupazione. C’è speranza e coraggio di andare avanti anche per la vicinanza e la solidarietà espressa dalle autorità civili perugine, ha annunciato lo stesso don Basilio, che non faranno mancare il loro sostegno concreto in caso di bisogno. Negli ambienti ucraini umbri si parla dell’arrivo, nei prossimi giorni, di almeno 12 mila persone che si trovano attualmente in Polonia e in Romania, la gran parte di loro si ricongiungerà con familiari e amici residenti in Umbria.
Un’altra grande prova. “E’ un intero popolo messo nuovamente alla prova come anche la sua Chiesa – ha commentato mons. Salvi –. All’Ucraina è chiesta un’altra grande prova, la prova di una possibilità di verità di fronte alla pazzia di questo mondo, perché la guerra è una pazzia e non guarda in faccia a nessuno. Soprattutto la fragilità umana è presa di mira, non i potenti, ma le persone anziane, i bambini, le famiglie più indifese”.
Aiuto concreto. A sostegno in particolare dei più fragili, vittime principali del conflitto, ha ricordato il vescovo ausiliare, “oggi abbiamo indetto in tutte le chiese della nostra diocesi una preghiera per l’Ucraina e per la pace. La Caritas si è già messa a disposizione per collaborare con le Istituzioni locali nell’accogliere i vostri connazionali in fuga dalla guerra. Ci sono già operatori e volontari che si stanno mettendo a disposizione per vedere di rispondere in una maniera più adeguata possibile come comunità ecclesiale, anche se siamo sotto pressione per altre emergenze, ma la nostra disponibilità è piena”. Nel contempo, ha sottolineato mons. Salvi, “molte parrocchie stanno organizzando veglie di preghiere per voi, per i vostri familiari e amici rimasti in Ucraina, testimoniando la vicinanza a tutti voi non solo come sentimento, ma con la capacità di offrire con gratitudine quello che può servire al vostro momento di martirio, perché si tratta di un vero martirio subito dalla vostra Ucraina”.
L’incontro si è concluso con la recita della preghiera “Mai più la guerra”, scritta da san Giovanni Paolo II, e la benedizione impartita dal vescovo ausiliare.