Perugia – «Siamo nel pieno dell’emergenza abitativa… La pandemia è anche occasione per fare del bene». A rilevarlo è il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli

«All’inizio del 2021 ci troviamo ad affrontare un’emergenza, quella abitativa sentita da molte famiglie italiane, che avevamo già intuito come Caritas sin da marzo 2020, nella prima fase di questa pandemia, avviando dei progetti di ri-housing sociale in collaborazione con la Fondazione Santa Caterina Onlus». Lo sottolinea don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, nel soffermarsi sulla «grande campagna di raccolta fondi, denominata “Adotta un affitto”», avviata, ricorda il sacerdote, «lo scorso novembre e che resterà aperta per tutto l’anno».

Spirito profetico. Come sempre la Caritas – commenta don Briziarelli – ha uno spirito profetico nel riuscire ad intuire quali sono le difficoltà delle nostre famiglie nel dare ascolto a tante di loro. Basti pensare che al Centro di ascolto diocesano vi accedono ogni giorno, in media, 25 persone, 25 ascolti che ci permettono di intuire ed anche a prevedere non poche difficoltà. Siamo nel pieno dell’emergenza abitativa, un fenomeno sociale che accompagnerà le nostre famiglie per un lungo tempo». Si tratta, prosegue il sacerdote, «di un’emergenza che riscontriamo nel pagare affitti e utenze. E’ una situazione difficile che sta caratterizzando anche tante famiglie italiane che sono in grave difficoltà, perché arrivano in Caritas come fosse l’ultima spiaggia dopo aver provato in ogni modo a rialzarsi. Ci stiamo dirigendo verso un panorama sociale pesante in cui siamo chiamati sempre più ad accogliere e ad accompagnare».

Dato molto preoccupante. Nella sola provincia di Perugia, a fine 2020, gli sfratti esecutivi sfioravano i mille, «un dato che conferma la nostra previsione e le nostre scelte – evidenzia il direttore Caritas – che abbiamo fatto nel sostenere iniziative a favore dell’emergenza abitativa. E’ un dato molto preoccupante che denota una forte crisi economica nella quale versano tante famiglie a causa della perdita del lavoro; una perdita accentuata dalla pandemia e pertanto siamo chiamati come Chiesa e come comunità civile a stringerci insieme per portare avanti progetti che riescano ad aiutare le persone a rialzarsi e a ripartire».

Progetto di sostegno alimentare. «Come ha detto recentemente papa Francesco – ricorda don Briziarelli –, abbiamo necessità di essere un “noi”, non un “io”, soprattutto in questi tempi così di dura prova per tutti. Non è un caso che partiremo a breve anche con un progetto di sostegno alimentare alle famiglie. Si tratta di un progetto condiviso insieme al Comune di Perugia e alla Croce Rossa. Abbiamo bisogno di fare “rete”, di incontrarci, di discutere, di pensare insieme per trovare strategie comuni dove mettere al centro il povero e riuscire nelle situazioni di difficoltà ad intervenire ognuno secondo le proprie competenze e ruoli».

Aiuto prolungato nel tempo. «Questo essere più un “noi” che un “io” sta comunque prendendo concretamente coscienza nella comunità diocesana – rileva il direttore della Caritas perugino-pievese –. Lo stiamo riscontrando in un fenomeno che avevamo auspicato, quello di una possibilità e di un desiderio nato in tante famiglie: non fare soltanto una donazione limitata alla campagna natalizia “Adotta un affitto”, ma farsi prossimi e decidere di accompagnare una famiglia per un tempo più lungo. E’ stato il nostro desiderio, quello che questa campagna animasse alla carità le nostre comunità risvegliando in loro un senso di corresponsabilità. In queste prime due settimane del 2021 stiamo cominciando ad avere delle risposte con le prime persone che ci contattano, disiderose di accompagnare una famiglia in difficoltà per un tempo prolungato».

Raggiunto un obiettivo. Nel tracciare un “primo bilancio” di “Adotta un affitto” don Briziarelli sottolinea «la grande risposta che c’è stata durante il periodo natalizio sia da privati cittadini, parrocchie, associazioni, che da aziende. Questo ci ha scaldato il cuore oltre che aver raggiunto un obiettivo importante che ci permetterà di intervenire in tante situazioni. E’ la bellezza di un cammino che abbiamo fatto, condiviso insieme a singoli, famiglie e aziende che hanno scelto di aderire alla nostra campagna. A tutti loro va il nostro grazie e il grazie di quelle famiglie che torneranno a sperare e ad alzare gli occhi al Cielo. A noi tutti il “compito” di continuare a promuovere la campagna».

Il bene è contagioso. «In questo tempo di pandemia, dove potrebbero esserci situazioni in cui le persone sono più propense a chiudersi in sé stesse, ad essere più individualiste, il nostro riscontro è diverso perché stiamo vedendo tanta generosità, tanto desiderio di collaborare e tante persone che arrivano in Caritas a chiedere la possibilità di avere un posto in questa catena di amore e di speranza che si è creata. Per quanto ci riguarda non possiamo che dire grazie e cogliere anche da questa grande emergenza della pandemia non poche occasioni di bene, perché, come ricordiamo in Caritas, “il bene è contagioso”, crea vita e dà speranza».