Nella solennità di San Lorenzo, diacono e martire, titolare della cattedrale di Perugia, il 10 agosto pomeriggio, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha ordinato tre diaconi permanenti: Valerio Agostini, della parrocchia di Santa Petronilla, Fabio Costantini, della parrocchia della concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio di Città della Pieve, e Sergio Lucaroni, della parrocchia di Santa Petronilla. Ai tre ordinandi e ai diaconi presenti, il presule, nell’omelia (il testo integrale è di seguito riportato) ha rivolto parole di incoraggiamento: «col vostro carisma e l’esercizio del vostro ministero, aiutate la nostra Chiesa ad essere più famiglia, e lasciatemelo dire, più umana, possiate imitare l’ardore di carità, che il Diacono Lorenzo sicuramente attingeva dalla Santa Eucarestia». E nel rivolgersi a tutti i fedeli, il cardinale Bassetti ha detto: «Proprio in questo nostro tempo, in cui povertà e miseria di ogni tipo, stanno emergendo e venendo alla luce, voi Diaconi, e voi tutti credenti in Cristo, non potete non fissare lo sguardo su Lorenzo che arde di amore per gli altri. E particolarmente voi, carissimi ordinandi, seguite i suoi insegnamenti, imitatelo nell’ardore della sua carità e nell’amore ai poveri, ai piccoli, agli ultimi, a coloro che, come dice con una forte espressione il nostro Papa Francesco, sono considerati “scarti” da gran parte della nostra società. Imitando Lorenzo non sbaglierete mai strada, perché egli continuerà sempre ad indicarvi quelli che sono il vero tesoro della Chiesa. Non c’è dubbio che questo tempo di “pandemia” ci abbia aiutati a relativizzare tante cose, tanti pseudo valori su cui ci eravamo tranquillamente adagiati; l’esperienza vissuta, i sacrifici che abbiamo dovuto affrontare, siano per noi l’occasione di una maggiore attenzione al nostro prossimo e di una condivisione più generosa».
*** L’omelia del cardinale Bassetti ***
Amare Cristo e servire i poveri. Carissimi fratelli e sorelle, San Lorenzo, Diacono di Roma a servizio di Papa Sisto II, venne martirizzato appena tre giorni dopo il Sommo Pontefice, il 10 agosto 258, durante la persecuzione di Valeriano. È lo stesso San Cipriano che ce ne dà testimonianza.
Carissimi Valerio (con la moglie Luana), Fabio (con la moglie Barbara) e Sergio (con la moglie Sandra), il Diacono Lorenzo aveva fatto una scelta precisa ed evangelica nella sua vita: quella di amare Cristo e servire i poveri. Per la sua fama, la sua vita integerrima ed innocente, per la testimonianza offerta con il suo martirio, lo possiamo paragonare a Santo Stefano, il protomartire di Gerusalemme. Cari figli, che state per assumervi, nella nostra Chiesa, lo stesso ministero di Lorenzo e di Stefano, il vostro Vescovo, intende additarveli come perfetti modelli di vita ed esempi da seguire ed imitare.
Il 10 agosto le ordinazioni diaconali. La nostra stupenda Cattedrale, costruita in cima all’antica arce, fu dedicata, dai nostri padri, al Diacono Lorenzo. Ed egli, ebbe fin dagli inizi, grande venerazione da parte del popolo perugino. Questo è il motivo per cui ho voluto portare al 10 agosto le ordinazioni dei diaconi permanenti.
Ci riferisce San Leone Magno, che Lorenzo, desideroso di imitare e testimoniare Cristo, fino al dono della vita, avuto l’ordine di consegnare i tesori della Chiesa, mostrò al tiranno, prendendosene gioco, tutti i poveri, che aveva sostenuto e nutrito con la sua carità. Questi lo fece porre su di una graticola infuocata, ma per Lorenzo, forte della sua fede in Cristo Gesù e bruciato dall’amore ai fratelli, le fiamme esteriori furono meno forti del fuoco di carità che lo divorava.
Diaconi in aiuto della Chiesa ad essere più famiglia. Cari candidati al diaconato e voi tutti fratelli Diaconi, che col vostro carisma e l’esercizio del vostro ministero, aiutate la nostra Chiesa ad essere più famiglia, e lasciatemelo dire, più umana, possiate imitare l’ardore di carità, che il Diacono Lorenzo sicuramente attingeva dalla Santa Eucarestia, “il sacro convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l’anima è inondata di grazia e a tutti viene dato il pegno della vita futura”. Proprio in questo nostro tempo, in cui povertà e miseria di ogni tipo, stanno emergendo e venendo alla luce, voi Diaconi, e voi tutti credenti in Cristo, non potete non fissare lo sguardo su Lorenzo che arde di amore per gli altri. E particolarmente voi, carissimi ordinandi, seguite i suoi insegnamenti, imitatelo nell’ardore della sua carità e nell’amore ai poveri, ai piccoli, agli ultimi, a coloro che, come dice con una forte espressione il nostro Papa Francesco, sono considerati “scarti” da gran parte della nostra società.
Nel tempo di pandemia maggiore attenzione al prossimo. Imitando Lorenzo non sbaglierete mai strada, perché egli continuerà sempre ad indicarvi quelli che sono il vero tesoro della Chiesa. Non c’è dubbio che questo tempo di “pandemia” ci abbia aiutati a relativizzare tante cose, tanti pseudo valori su cui ci eravamo tranquillamente adagiati; l’esperienza vissuta, i sacrifici che abbiamo dovuto affrontare, siano per noi l’occasione di una maggiore attenzione al nostro prossimo e di una condivisione più generosa.
La situazione tragica del Libano. L’ascolto di tante voci che, come cristiani e come Chiesa, continuamente ci interpellano, dovrebbero scuoterci dentro e impegnarci ad agire: pensate in questo momento alla situazione tragica del Libano, e purtroppo non è l’unica a rattristare l’orizzonte dei nostri sguardi. Come Gesù sulla croce, Lorenzo nel suo atroce martirio non ha gridato contro nessuno, ma ha saputo trasformare il suo incredibile dolore in preghiere e suppliche, dando così la prova suprema dell’amore.
Non lasciarsi mai risucchiare dalla preoccupazione per sé stessi. Cari fratelli, Gesù ha detto: “se il chicco, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto”. Se anche voi volete portare molto frutto, non lasciatevi mai risucchiare dalla preoccupazione per voi stessi. Come per il chicco di grano, abbandonato alla terra, così la vostra vita non vi appartiene più: essa è fatta per farsi dono, per sbocciare e gioire nel bene. Se avrete il coraggio di un tale dono, ecco per voi la ricompensa immediata e futura da parte di Gesù: “se uno mi vuol servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo”.
Lasciarsi attrarre da Cristo. Cari fratelli, ve lo ripeto, lasciatevi attrarre da Cristo. Il suo amore vi solleverà fino alla croce e vi farà raggiungere ogni creatura. Fidando nell’aiuto di Maria, madre della grazia e serva del Signore, e nella intercessione di San Lorenzo, Dio vi conceda la grazia di progredire sempre nella gioia cristiana. Una gioia sobria ed interiore, frutto di quel servizio pieno di amore, che potrete compiere, in virtù della sua potenza e della sua misericordia. Amen.
Gualtiero card. Bassetti
Arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve