“L’intenzione di preghiera per la pace del 27 gennaio è dedicata agli Stati Uniti d’America dove l’assalto al Palazzo del Congresso, denota la tensione sociale e politica che il Paese sta vivendo e che rischia di innescare ulteriori disordini e proteste violente, e all’Africa, in particolare alla Repubblica Centrafricana, alla Nigeria, all’Uganda, al Niger. Nazioni che sono state attraversate da tensioni dovute a situazioni sociali interne, ad attacchi terroristici, a elezioni politiche dal confronto aspro”. Lo annuncia il presidente della Commissione Spirito di Assisi, don Tonio Dell’Olio. L’appuntamento, voluto dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e che ricorda lo storico incontro interreligioso del 27 ottobre del 1986 ad Assisi, si ripete con cadenza mensile.
“L’anno nuovo – scrive il vescovo nell’invito alla preghiera – si è inaugurato nel segno delle cifre allarmanti della pandemia, che ancora mette a dura prova tutte le regioni del mondo. Ci ha portato anche segnali concreti di speranza, con i rimedi medici che dovrebbero aiutarci a fronteggiarla, almeno nella sua espressione sanitaria. Supplichiamo il Signore perché ci faccia superare questa tremenda crisi, in una solidarietà universale che non lasci dietro nessuno. Su questo sfondo, già tanto triste, abbiamo visto esplodere, in diversi Paesi, fenomeni di aggressività e di violenza, che ci amareggiano e preoccupano, e ci spingono ad elevare al Signore la nostra preghiera. Tutti siamo stati impressionati dalle immagini dell’assalto al Palazzo del Congresso degli Stati Uniti d’America – aggiunge il vescovo -, segno della tensione sociale e politica che quel Paese sta vivendo e che rischia di innescare ulteriori disordini e proteste violente. Sappiamo bene quanto lo stato di quella democrazia condizioni le sorti di tante altre nazioni. Per questo vogliamo mettere nelle mani di Dio il popolo statunitense e i suoi governanti perché possano camminare nella via della giustizia e della pace. Allo stesso tempo, sin dall’inizio dell’anno, alcune nazioni africane sono state attraversate da tensioni dovute a situazioni sociali interne, ad attacchi terroristici, a elezioni politiche dal confronto aspro. Pensiamo in particolare alla Repubblica Centrafricana, alla Nigeria, all’Uganda, al Niger. Chiediamo a Dio di accompagnare, nella sua misericordia, il cammino instabile e difficile di quelle popolazioni verso una pace giusta, convertendo il cuore dei violenti e orientando i governanti ad adoperarsi per il bene del loro popolo”. Per la preghiera infatti non è previsto un momento comune, ma ognuno prega per queste intenzione con la propria comunità o rivolgendosi personalmente a Dio, nella celebrazione eucaristica in chiesa o secondo la propria tradizione religiosa nel caso di appartenenti ad altre religioni, proprio come abbiamo imparato da quel 27 ottobre 1986.