Spoleto, celebrata in Duomo la XXXI Giornata mondiale del malato. L’Arcivescovo: «Nella malattia, nella sofferenza e nell’anzianità il Signore Gesù non abbandona nessuno e si prende cura di ciascuno»

Sabato 11 febbraio 2023 la Chiesa ha fatto memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes e celebrato la XXXI Giornata mondiale del malato dal tema “Abbi cura di lui” (Lc 10, 35). A Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa in Duomo con malati, disabili e anziani giunti da varie zone della Diocesi. Il coordinamento della giornata è stato curato in ogni dettaglio dall’Ufficio diocesano per la pastorale della salute e della sofferenza, diretto dai coniugi Maria Pia e Tersilio Filippi Coccetta, e dalla sotto-sezione UNITASLI di Spoleto-Norcia di cui è responsabile Luciano Natalizi. Al mattino, prima della Messa in Duomo, nella chiesa parrocchia di S. Giovanni Paolo II a S. Nicolò di Spoleto i malati hanno vissuto un momento di condivisione e preghiera: don Bruno Molinari, neo assistente ecclesiastico della sotto-sezione UNITALSI di Spoleto-Norcia succeduto a don Mariano Montuori, ha illustrato il tema della XXXI Giornata mondiale del malato ed ha guidato la liturgia penitenziale. Poi, la solenne celebrazione in Cattedrale nell’825° anniversario di dedicazione della stessa: Vescovo, presbiteri concelebranti (don Sem Fioretti, vicario generale; don Bruno Molinari, assistente ecclesiastico UNITALSI) e un gruppo di malati e disabili, in rappresentanza dei tanti presenti, hanno fatto ingresso in Duomo attraversano la Porta Santa. La liturgia è stata animata dalla corale di Santa Cecilia di Foligno, diretta dal maestro Antonio Barbi. Nell’omelia il Presule ha sottolineato come nella vita «siamo sempre posti di fronte al bene al male, alla verità e alla menzogna: che cosa scegliamo? Lasciamo che questa domanda – ha detto mons. Boccardo – entri profondamente nel nostro cuore in questa giornata in cui guardiamo alla Vergine Maria e facciamo memoria del suo messaggio, di penitenza e di conversione, pronunciato a Lourdes nel 1858 alla giovane Bernadette. La Madonna, madre premurosa e sollecita di tutti noi, ci dice: mettiti alla scuola di mio figlio Gesù, lasciati guidare da lui, prova a pensare e ad agire come lui ha pensato e ha agito. E questo anche nel tempo della sofferenza, della disabilità, della fragilità fisica. Perché se si entra nello sguardo di Dio – ha proseguito l’Arcivescovo – si riesce sempre e comunque a vedere il bene e a distribuirlo attraverso i piccoli gesti e a farlo entrare nel tessuto della società. La sofferenza, lo sappiamo, rimane un mistero di fronte al quale tutti ci sentiamo piccoli e fragili, incapaci di dare una risposta, di trovare una spiegazione. Ma se noi guardiamo a Gesù sulla croce, impariamo che lui non è venuto a risolvere la sofferenza ma a prenderla su di sé, è venuto a condividere la ferita che accompagna la vita dell’uomo sulla terra per darle un senso. Nella malattia, nella sofferenza, nell’anzianità: il Signore Gesù non abbandona nessuno, ma è vicino e sollecito come il buon samaritano e si prende cura di ciascuno. Certo, a volte il peso della solitudine si fa sentire, la fatica di portare avanti la vita quotidiana sembra essere superiore alle nostre forze, ma è proprio lì che siamo invitati ad aprire gli occhi del cuore e a scoprire la presenza misteriosa ed efficace del Signore accanto a noi. Presenza che poi diventa visibile grazie all’impegno e alla generosità di tante persone che gratuitamente, nel silenzio, continuano ad esercitare la solidarietà, l’aiuto, il sostegno, la condivisione. Questo è il mistero della Chiesa dove nessuno si salva da solo, ma dove tutti siamo responsabili della vita di tutti. Solo nella misura in cui ci riconosciamo non concorrenti ma fratelli e sorelle in umanità – ha concluso mons. Boccardo riusciamo a testimoniare il Vangelo di Gesù».

Prima della benedizione finale, la statua della Madonna di Lourdes è passata tra i malati e i fedeli presenti in Duomo: cantando Ave Maria, e con una lampada accesa in mano, ciascuno ha deposto nel cuore della Madre tutte quelle preghiere custodite nel cuore.