Spoleto – convegno “Le dipendenze: problema di ieri e di oggi” per i 50 anni della Fondazione Centro di Solidarietà “don Guerrino Rota”

Tantissime persone, nel pomeriggio di venerdì 11 aprile 2025, si sono ritrovate nella parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto per un appuntamento importante: i 50 anni di attività della Fondazione Centro di Solidarietà “Don Guerrino Rota”. C’erano autorità ecclesiastiche, civili e militari, ragazzi e ragazze che stanno sperimentando nelle comunità il progetto terapeutico per uscire dalla tossicodipendenza, persone che nel passato hanno beneficiato del Centro, operatori delle strutture, volontari, sostenitori e amici. La Fondazione, presieduta da mons. Eugenio Bartoli, ha voluto ricordare questo anniversario con un convegno sul tema “Le dipendenze: problema di ieri e di oggi”, moderato dall’avv. Giorgio Pallucco, esperto in organizzazione sanitaria.

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Don Eugenio Bartoli nel suo saluto iniziale ha ringraziato tutti i presenti, ma in particolare ha voluto dire «grazie al Signore che ci ha condotto fin qui. Grazie a don Guerrino Rita che ha avviato il Centro e che dal cielo condivide ancora il nostro cammino». E qui l’assemblea ha fatto partire un lungo applauso. «Per me personalmente questa del Centro è stata ed è una meravigliosa esperienza», ha detto. Don Bartoli ha concluso con una citazione del Vangelo di Luca che ben sintetizza lo spirito che anima quanti svolgono il loro servizio nel Centro: «Così, anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: “Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare”».

L’arcivescovo Renato Boccardo ha detto che «siamo qui per ricordare un sogna che dura da 50 anni». Ha fatto memoria grata del suo predecessore mons. Ottorino Pietro Alberti che diede avvio al Centro e di don Guerrino Rota che accolse l’invito del Presule e si buttò a capofitto in questa avventura. Ha ringraziato, poi, don Eugenio Bartoli e le tante persone che ogni giorno si spendono per questa realtà. «Il sogno del Centro – ha proseguito – è quello di restituire la bellezza della vita a chi l’ha perduta. Ricordare tutto ciò ci dice che valeva la pena realizzare questo sogno. Non facciamo cadere questo patrimonio, perché, come dicevano i Rabbini, chi salva un uomo salva il mondo intero».