«Ad ogni ritorno del 14 gennaio ci è caro celebrare la memoria di Ponziano, un giovane ardente e generoso, che con il vigore di una fede limpida ha presieduto al configurarsi di questa comunità cristiana, segnando del suo nome la nostra vicenda e la nostra identità». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha avviato l’omelia per la festa del patrono della Città di Spoleto e della Diocesi, S. Ponziano. Il solenne pontificale si è tenuto venerdì 14 gennaio 2022 nella Basilica Cattedrale di Spoleto, ed è stato trasmesso in diretta nei canali social della Diocesi.
Celebrazioni ridotte a causa del Covid. Per il secondo anno consecutivo, a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, le celebrazioni si sono tenute in forma ridotta. Sono stati annullati, infatti, due appuntamenti: il convegno che precede la festa (era previsto per il 13 gennaio un dialogo sul tema “La Chiesa che vorrei” con il card. Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna e l’on. Luciano Violante già presidente della Camera dei Deputati, che si spera di recuperare più avanti) e la processione del 14 pomeriggio per riportare dal Duomo la reliquia del Santo nella Basilica a lui dedicata.
Al solenne pontificale, concelebrato da diversi sacerdoti, hanno preso parte autorità civili e militari, tra cui: Paola Agabiti, assessore regionale alla programmazione europea, bilancio e risorse umane e patrimoniali, turismo, cultura, istruzione e diritto allo studio; Stefania Proietti, presidente della provincia di Perugia; Andrea Sisti, sindaco di Spoleto; Nicola Alemanno, sindaco di Norcia; altri primi cittadini dei Comuni che ricadono nel territorio della Diocesi. Il servizio all’altare è statu curato dai seminaristi e dal gruppo ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. La liturgia è stata animata nel canto dalla Corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con all’organo Angelo Silvio Rosati.
S. Ponziano discepolo del Signore. L’Arcivescovo nell’omelia si è soffermato sulle due coordinate essenziali dell’esistenza di S. Ponziano. La prima è quella che lo qualifica come discepolo del Signore: «Alla sua scuola – ha detto – torniamo a testimoniare con coraggio il messaggio salvifico del Vangelo, capace, oggi come allora, di cambiare il male in bene, le tenebre in luce, la disperazione in fiducia, la violenza in pace, la morte in vita».
S. Ponziano patrono di Spoleto. La seconda caratteristica del martire è quella di patrono della Città. «Sotto la sua protezione la Città ha attraversato nei secoli vicissitudini turbinose – raccolte nell’immagine sempre eloquente del terremoto – rimanendo viva e vivace. Per questo noi – pur con i problemi e le difficoltà (che sulla terra sono immancabili) e pur con le debolezze di pensiero e di comportamento che oggi affliggono non solo noi ma l’intera società – abbiamo di che rallegraci di essere spoletini e della protezione di S. Ponziano, esperimentata nel tempo e che oggi insieme ancora invochiamo contro un virus insidioso e maligno, non possiamo non considerare – ha detto mons. Boccardo – come al suo patrocinio debba corrispondere sia in campo civile che ecclesiale una rinnovata coscienza di comunità. Se vogliamo dare un volto veramente umano al nostro con-vivere, dobbiamo sentirci e riconoscerci come una comunità di vita, capace di condividere valori, prospettive, diritti e doveri, capace di pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme. Un tale percorso – ha proseguito il Presule – significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, pur se in diversa misura, protagonista del presente e del futuro di questa società. Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri, consapevoli di ciò che ci unisce più di quanto ci divide, senza aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore il mondo. C’è bisogno di attenzione, di approfondimento continuo, di cercare e riconoscere il bene, di farlo durare e dargli spazio. Questo modo di procedere permette di avvedersi di molte buone pratiche, di fecondi scambi, dell’importanza della diversità, della presenza di menti e di cuori disponibili ad un impegno serio, lucido e generoso. Lo stile di attenzione con cui la comunità si guarda intorno e si prende operosamente cura della vita delle persone e delle istituzioni, garantisce il terreno e l’atmosfera necessaria per riconoscere e far maturare i germogli di un “amore politico e sociale” (cf Lettera Enciclica “Fratelli tutti”, 180), superando – ha concluso l’Arcivescovo – le tristi schermaglie autoreferenziali, il consociativismo di comodo o, magari, perfino l’arroganza, l’opportunismo e l’ottusa demagogia».
Al termine della Messa, mentre Vescovo, presbiteri e fedeli uscivano dalla Cattedrale, il gruppo ottoni della Banda Musicale “Città di Spoleto” dalla loggia del Duomo ha omaggiato S. Ponziano con l’inno in onore al martire e altri pezzi musicali.