Domenica 17 ottobre 2021 nella Basilica Cattedrale di Spoleto la Chiesa diocesana di Spoleto-Norcia ha celebrato l’assemblea di avvio dell’anno pastorale 2021-2022 sul tema “Chiesa di Cristo. Chiesa per il mondo”, ha avviato il percorso sinodale della Chiesa italiana e la seconda Visita pastorale di mons. Renato Boccardo.
Credibili se “servi”: intervento di don vito Stramaccia. Dopo l’accoglienza dei partecipanti e l’avvio del momento di preghiera da parte dell’Arcivescovo, c’è stato l’intervento di don Vito Stramaccia parroco di Montefalco e vicario episcopale per una pastorale missionaria e poi la Messa presieduta dall’Arcivescovo. Lungo la navata centrale della Cattedrale sono stati posizionati, come tradizione, gli stendardi dei Santi e Beati della Diocesi, sul presbiterio quelli dei Santi Ponziani e Benedetto e la Santissima Icone, patroni della Chiesa locale di Spoleto-Norcia. Don Vito Stramaccia ha avviato la riflessione partendo da alcuni dati di fatto: il tramonto di un cristianesimo sociologico, la scarsa credibilità dei cristiani sui grandi temi ma anche sul quotidiano, il balbettio dei credenti in questo particolare tempo e la mancanza di posizioni ferme. «Siamo un piccolo gregge – ha detto – ma possiamo continuare ad essere sale e luce se ci facciamo “servi”». Il parroco di Montefalco ha tracciato alcuni fili rossi identitari che la Chiesa di Spoleto-Norcia, secondo anche le sollecitazioni di papa Francesco, tenterà di proporre in questa fase di sinodalità. Il servizio all’uomo: «Dobbiamo tornare – ha detto don Vito – all’ascolto, alla fedeltà all’uomo. Ci sia da guida a scelta del Samaritano verso l’uomo mezzo morto: in alcuni momenti basta veramente poco per far vivere o morire». Il recupero dell’interiorità: «In un mondo segnato da confusione e rumori trovare degli spazi per ascoltare il proprio cuore. E ci sia da esempio S. Benedetto che andato a Roma scappò immediatamente dal rumore. Le nostre comunità sono capaci di proporre spazi di ascolto?». La profezia di una Chiesa ospedale da campo: «A volte – ha proseguito don Stramaccia – è necessario sporcarsi le mani. La nostra Chiesa memore del bene seminato nel tempo dalla Caritas, tenterà di essere ancora profetica, proponendo anche nuove opere. Una è stata da poco avviata, la casa per padri separati». La bellezza: «Non è estetismo, ma attraverso un processo di riscoperta e valorizzazione di tante opere d’arte presenti nelle nostre valli possiamo arrivare a colui che è bello per eccellenza, Cristo. In questo ci siano da guida le parole di S. Francesco dal Monteluco: “Niente di più bello vidi della mia valle spoletana”.
Celebrazione eucaristica. Al termine dell’intervento di don Vito Stramaccia c’è la stata la Messa presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata dalla quasi totalità del presbiterio. La Messa è stata animata dalla corale diocesana diretta dal maestro Mauro Presazzi, con all’organo il maestro Angelo Silvio Rosati. Il servizio all’altare è stato effettuato dai seminaristi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato che «ciò che il cristiano è parla molto più forte di quello che dice; che la Chiesa diffonde nel mondo, semplicemente, quello che essa è e vive al proprio interno. Come sarebbe bello se, superando meschinità e intolleranze, invidie e gelosie, chiacchiere inutili e cattive, imparassimo finalmente a valorizzare quello che ci unisce piuttosto che sottolineare continuamente quello che ci divide, guardando insieme verso la stessa meta, edificando quella unità nella diversità capace di riconoscere e valorizzare i doni e i carismi di ciascuno, per formare quell’unico corpo fatto di molte membra di cui ci ha parlato San Paolo nella seconda lettura».
Cammino sinodale della Chiesa in Italia: «Daremo particolare importanza – ha detto l’Arcivescovo – alla costituzione e al consolidamento dei Consigli pastorali di Pievania, che sono per loro stessa natura luogo di sinodalità e corresponsabilità, scuola di ascolto e discernimento, e realizzeremo alcuni forum nei quali si possano esprimere tutti i battezzati e anche coloro che non vivono un’appartenenza cordiale alla Chiesa o non sperimentano la consolazione della fede: lo Spirito, infatti, parla un linguaggio di comunione proprio attraverso la dialettica della diversità».
La Visita Pastorale: «A partire dalla festa di San Ponziano 2022, poi, intendo riprendere – ha detto ancora mons. Boccardo – il bastone del pellegrino per andare nuovamente incontro a tutte le comunità, con il proposito di seguire i passi di Gesù, «pastore e custode delle nostre anime» (1 Pt 2, 25). Il rapido mutare dei tempi e della cultura, la necessità di un rinnovato annuncio del Vangelo, la diminuzione progressiva del clero, l’urgenza di una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei fedeli laici, la crisi della famiglia, la pandemia e tanti altri fattori socio-culturali che hanno investito il territorio, esigono che questo evento costituisca un forte incoraggiamento a proseguire e a qualificare il cammino lasciando da parte ogni tentazione “dimissionaria” per ritrovare uno spirito missionario ( cf EG nn. 119-121), con ferma fiducia nello Spirito di Dio più che nelle nostre risorse. Vi chiedo di unirvi a me in preghiera affinché la Visita sia messaggio di consolazione e speranza, cemento di unità e fermento di carità».
825 anni dalla dedicazione della Cattedrale e Lettera Pastorale «Nel 2023 – ha concluso il Presule – ricorreranno 825 anni dalla dedicazione di questa nostra Cattedrale, avvenuta nel 1198 per mano di Papa Innocenzo III. Celebreremo la ricorrenza con un intero “anno giubilare” dall’ottobre 2022 all’ottobre 2023, segnato da diverse iniziative a livello pastorale, culturale e artistico. Alla luce di questo anniversario, ho raccolto alcune riflessioni circa il segno della Cattedrale, il mistero della Chiesa, la stagione che stiamo vivendo e la necessità di “ripartire” con fiducia e speranza, nella Lettera pastorale “Chiesa di Cristo. Chiesa per il mondo”. In essa sono delineate anche alcune particolari iniziative che ci permetteranno di iniziare a dare corpo all’ascolto proposto per questo primo anno di Cammino sinodale».
Memoria della Vergine Maria. Prima della benedizione finale è stata fatta memoria orante della Vergine Maria. «A lei – ha detto l’Arcivescovo – affidiamo il nostro cammino sinodale
e la visita pastorale». Uscendo dal Duomo i fedeli hanno preso la nuova Lettera Pastorale di mons. Renato Boccardo.