Spoleto-Norcia – celebrata la Messa nella 58sima Giornata Mondiale della Pace alla Madonna di Panico.

Il pomeriggio di mercoledì 1° gennaio 2025 l’Arcivescovo si è recato nella chiesa della Madonna di Panico, posta su un colle tra i castelli di Balduini, Fogliano e Castagnacupa, nel comune di Spoleto, per celebrare la Messa nella 58sima Giornata Mondiale della Pace dal tema “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”. La scelta del luogo non è stata casuale: a Panico, infatti, nel passato si ritrovavano una volta l’anno le persone delle vallate circostanti per dirimere ogni controversia, partecipando poi tutti insieme alla celebrazione eucaristica.

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Il Pievano di S. Giovanni Battista, don Edoardo Rossi, ha fortemente voluto questa celebrazione, con l’auspicio che ogni primo dell’anno ci si ritrovi a Panico per pregare per la pace. E mons. Boccardo all’inizio della celebrazione ha proprio ricordato la valenza di questo luogo: «È un po’ particolare celebrare il capodanno qui. Però è un evento ricco di significato: in questa cappella della Madonna di Panico, infatti, la gente veniva per fare pace. E noi celebriamo proprio oggi la Giornata Mondiale della Pace. Ed è bello allora fare questo legame storico: dalla Val Serra, da Baiano e da Macerino le persone si ritrovavano qui per ricomporre l’unità, le relazioni ferite dalle tante difficoltà che fanno parte della vita». Con mons. Boccardo hanno concelebrato don Edoardo Rossi e don Salvatore Ficarra. Il servizio all’altare è stato curato dal seminarista Biagio Rutigliano, originario proprio della zona dell’Alta Marroggia, e da un ministrante. La liturgia è stata animata dal coro di Baiano. Erano presenti davvero tanti fedeli e tutte le zone della Pievania (dai Monti Martani a S. Martino, da S. Giovanni e Baiano a Crocemarroggia, da Firenzuola ai castelli che da Baiano vanno verso la Val Serra e Macerino) erano rappresentate.

Nell’omelia l’Arcivescovo ha sottolineato, tra l’altro, l’importanza di dare il giusto peso alle cose, ognuna da collocare al suo posto. «Così – ha detto – si costruisce la pace. Se abbiamo il cuore ferito e avvelenato, se ci portiamo dentro l’amarezza, l’invidia e la rabbia come possiamo essere persone capaci di dare serenità a chi incontriamo? Siamo qui pellegrini in questa antica cappella della Madonna della Panico per pregare per la pace nel mondo: pensiamo ai morti delle guerre, ai profughi, al mare di sofferenza che c’è in tante zone. Noi non siamo estranei a tutto ciò, siamo parte della stessa umanità. Presentiamo tutto ciò alla Madonna affinché se ne prenda cura. Ma da questa celebrazione sarebbe bello che partisse un impegno di pace nella nostra vita. Essa, infatti, si costruisce con la preghiera e con i piccoli gesti di riconciliazione e perdono nella vita quotidiana».