Spoleto – Solennità del Corpus Domini. L’Arcivescovo: «L’Eucaristia ci attrae al cuore di Cristo, che ci strappa da noi stessi per dedicarci ad una carità che tutto contiene e tutto abbraccia»

“Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò …”. Al termine della processione nella solennità del Corpus Domini, celebrata a livello diocesano a Spoleto la sera del 19 giugno 2025, è stato cantato  il “Tantum ergo Sacramentum”, l’inno liturgico in lingua latina composto da S. Tommaso d’Aquino su richiesta di Urbano IV per la celebrazione del Corpus Domini.

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Tutto è iniziato alle ore 21.00 nella Basilica Cattedrale con la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata da diversi sacerdoti. Ma già dalla tarda mattinata i fedeli di alcune Pievanie erano giunti a Spoleto per realizzare le infiorate in Piazza Duomo, sotto il portico e all’ingresso della Cattedrale, in Piazza Garibaldi e dinanzi alla chiesa di S. Gregorio: questi tappeti creati con petali colorati di fiori è un modo per onorare la presenza di Cristo nell’Eucaristia. Nelle prime file dei banchi della navata centrale hanno preso posti i membri della Confraternita del Santissimo Sacramento di Colle del Marchese di Castel Ritaldi e i ragazzi e ragazze, tra cui alcuni Scout, di varie Pievanie che hanno ricevuto recentemente i sacramenti della Confermazione e dell’Eucaristia. La liturgia è stata animata dalla corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con all’organo Angelo Silvio Rosati. Un bel momento di Chiesa, un prezioso tempo di preghiera per onorare e adorare il Corpo del Signore, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, fatto cibo per sostenere la “vita nello Spirito”. Prima dell’Alleluia è stata cantata la sequenza “Lauda Sion Salvatorem”, di Tommaso d’Acquino, che loda l’Eucaristia e professa la presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati.

Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato come il Corpus Domini «è una festa che ci invita a custodire sempre uno sguardo di fiducia per proseguire il cammino senza perdere la pace e mantenere il coraggio della testimonianza cristiana. In altre parole, dobbiamo credere veramente alla potenza dell’Eucaristia che salva il mondo, per il quale è luce e anima. L’Eucaristia ci attrae al cuore di Cristo, che ci strappa da noi stessi per dedicarci ad una carità che tutto contiene e tutto abbraccia, tutto penetra e tutto muove, e ci rende strumenti generosi di quel continuo rinnovamento della Chiesa e del mondo che lo Spirito del Risorto sta compiendo nella storia».

La processione. Dopo la distribuzione dell’Eucaristia ai fedeli, c’è stata l’esposizione del Santissimo Sacramento ed è stata quindi avviata la processione dal Duomo fino alla Basilica di S. Gregorio. L’Arcivescovo ha tenuto in mano l’ostensorio sotto un baldacchino: Gesù ha percorso le strade dell’uomo intrise di gioie e dolori, di felicità e paura; passando, ha beneficato quanti sono nella sofferenza fisica e morale e nella solitudine. La solennità si è conclusa con la benedizione eucaristica che l’Arcivescovo ha impartito ai tanti presenti nella Basilica di S. Gregorio.