In comunione con tutte le diocesi del mondo, per il Sinodo dei vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, la comunità diocesana di Terni-Narni-Amelia, sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, membri del Consiglio pastorale diocesano, delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti ecclesiali si ritroverà per l’assemblea diocesana domenica 17 ottobre alle ore 16.30 nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Terni per la celebrazione presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese e la consegna simbolica del mandato agli operatori pastorali e del manuale diocesano del sinodo col programma pastorale dell’anno.
L’assemblea sarà trasmessa in streaming sui canali Youtube e Facebook della diocesi di Terni-Narni-Amelia.
Un cammino diocesano sinodale che si snoderà fino ad aprile 2022 con varie tappe per gli approfondimenti dei temi sinodali con spazi di consultazione, di reciproco ascolto e di riflessione sulla vita delle comunità, nelle parrocchie e nelle foranie sui temi sinodali.
Il secondo appuntamento sinodale diocesano sarà il 25 novembre con la riflessione guidata da mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.
Il cammino sinodale a livello nazionale culminerà, nel 2025, con un evento assembleare nazionale.
Un percorso iniziato già da qualche mese in diocesi e riassunto nel programma pastorale “Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita”, nel documento che sarà consegnato il 17 ottobre ai rappresentanti delle comunità parrocchiali. A partire dalla fase post pandemia, nell’incontro del clero di giugno, sono state evidenziate priorità e temi centrali della pastorale diocesana nel richiamare l’intera diocesi dalle parrocchie agli organismi diocesani ad avviare un cammino sinodale dal basso seguendo l’invito di papa Francesco.
«Approfondire e promuovere la convinzione, ampiamente risuonata in questi tempi di incertezza, che siamo tutti nella stessa barca, siamo “fratelli tutti”, che devono, sempre più, darsi un aiuto vicendevole – ricorda il vescovo Piemontese nel documento -. Manifestare vicinanza all’uomo, alle famiglie, ai giovani specie a quelli che sballano nella droga: la nostra diocesi ne sa qualcosa. La gente, specie le persone maggiormente provate, manifesta il bisogno di parlarsi e ascoltarsi. Promuovere una terapia del raccontarsi, arricchendo così di conoscenza e di familiarità le relazioni in piccoli gruppi. Recuperare la dimensione relazionale personale in tutti: giovani, ragazzi, adulti, anziani».
Da qui l’importanza della carità, che ha avuto manifestazioni fino all’eroismo, che va custodita e alimentata per seminare speranza e misericordia. L’essenzialità di promuovere il ministero della consolazione e della fiducia tra moltitudini di persone, specie anziani, malati, persone singole rimaste isolate, colpite da lutti inconsolati. Riportare al centro l’Eucarestia domenicale “in presenza” quale momento centrale del camino di fede. Ricercare il rinnovamento degli stili di vita e una nuova ecologia e cura del creato. A livello pastorale valorizzare la collaborazione tra realtà vicine: foranie e comunità pastorali, superando il narcisismo, la solitudine e l’isolamento inconcludente e dannoso, proprio perché la Chiesa è chiamata nel tempo della rinascita a coltivare un ascolto, un’immaginazione e una pratica che si lascia fecondare dall’annuncio evangelico e da quanto stiamo imparando dalla pandemia, consapevoli che una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, cammina insieme.