“Il cammino dei primi francescani, in tasca” è la guida redatta da Alessandro Corsi, edizioni Terra Santa, sul pellegrinaggio a piedi fra arte, natura e spiritualità lungo il percorso che collega i luoghi natali dei Protomartiri della valle ternana. Un percorso affascinante e ancora poco battuto, percorribile in una settimana, sui passi dei primi discepoli di Francesco d’Assisi. Una guida completa, ricchissima di immagini e informazioni, con preziose indicazioni sui sentieri e le altimetrie, i dislivelli e la segnaletica, i luoghi imperdibili e le indicazioni su dove mangiare e dormire.
Il libro sarà presentato sabato 17 luglio alle ore 11 al Museo diocesano di Terni alla presenza dell’autore, di Giuseppe Caffulli Edizioni Terra Santa, Leonardo Latini Sindaco di Terni, Mons. Giuseppe Piemontese Vescovo di Terni. Modera: Padre Pietro Messa ofm Pontificia Università Antonianum di Roma.
La guida ripercorre la storia dei cinque protomartiri francescani della valle ternana, le radici storiche, culturali e spirituali del Cammino dei Protomartiri, l’itinerario geografico con mappe e territorio, l’itinerario mistico con le sei tappe del cammino: dalla chiesa di Santa Maria della Pace (Terni) al convento di San Francesco (Stroncone), dal convento di San Francesco (Stroncone) alla chiesa di Santa Maria Assunta (Calvi dell’Umbria), dalla chiesa di Santa Maria Assunta (Calvi) alla chiesa di San Francesco (Narni), dalla chiesa di San Francesco (Narni) alla chiesa di San Francesco (San Gemini), dalla chiesa di San Francesco (San Gemini) alla chiesa di Santa Maria Assunta (Cesi), dalla chiesa di Santa Maria Assunta (Cesi)
al Santuario dei Protomartiri Francescani (Terni).
“Una guida che si rispetti non è mai solo una guida – scrive mons. Paolo Giulietti arcivescovo di Lucca – cioè non si limita a fornire le informazioni – pur necessarie – al percorso e ai relativi servizi: una guida che si rispetti si pone l’obiettivo di orientare quell’itinerario interiore che costituisce il principale portato di ogni vera esperienza di cammino.
I devoti dell’età di mezzo cercavano decisamente la comunione con Dio e a volte con la Chiesa, perché il pellegrinaggio poteva essere imposto anche come penitenza per gravi peccati; i viandanti del nostro tempo, decisamente più secolarizzati, si aspettano fondamentalmente di tornare diversi: l’esperienza del cammino desta ancora interesse soprattutto per tali attese, alimentate da una narrativa – anche nella forma del passaparola – che proprio su questo fa leva. Il cambiamento può essere desiderato più o meno consapevolmente, può investire aspetti diversi
della persona e può essere cercato a livelli più o meno profondi, però è una dimensione che, alla fin fine, non è difficile ritrovare nei racconti disponibili su carta e nel web.
La scommessa di questo cammino sta tutta nella valorizzazione del messaggio di cui esso è portatore: la spiritualità francescana orientata all’armonia con Dio, con il fratello e con la
creazione, testimoniata dal martirio di uomini appassionati, che in nome di questo ideale di armonia hanno accettato di morire. Il primo testimonial del Cammino dei Protomartiri e della sua
capacità di innescare un cambiamento interiore è proprio Sant’Antonio di Padova, che decise di farsi francescano dopo l’incontro con le salme di quei primi frati uccisi per il Vangelo, riportate in Europa dal Marocco. L’esperienza del martirio, che si rinnova nella Chiesa di ogni epoca, è infatti tanto impattante da far riflettere anche gli animi più indifferenti. Gli ideali per cui si arriva a dare la vita, infatti, non sono chiacchiere o artifici verbali, ma pongono domande radicali sul senso da dare alla propria esistenza, e sulla affidabilità delle speranze che la orientano al futuro”.
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