Terni – Natale 2024 celebrazione in carcere del vescovo Soddu per l’avvio dell’Anno Giubilare

In occasione del Natale e in questo Anno Giubilare della speranza, appena iniziato, il 30 dicembre il vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la celebrazione di avvio dell’Anno Santo all’interno della Casa Circondariale, come luogo giubilare, alla presenza del magistrato di sorveglianza Fabio Gianfilippi, del comandante della Polizia Penitenziaria Vanda Falconi, del direttore della Caritas diocesana don Giuseppe Zen, del cappellano del carcere padre Domenico Campana, di don Luca Andreani, di educatori e volontari del carcere.
“Nell’Anno Giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza – ha detto il vescovo – per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio, in comunione con tutte le persone, per rendere grazie a Dio e per godere tutti della misericordia di Dio. Gesù è la nostra speranza, di bene oltre il male. Questo luogo giubilare permette di godere tutti i frutti del Giubileo, la remissione dei peccati e il perdono di Dio, che deve esprimersi poi nel perdono vicendevole. Il perdono può gettare una luce nuova sul futuro e dargli una prospettiva di speranza, così poi con il tempo si rivaluta il passato e di capirlo in modo nuovo. Signore apri la porta del nostro cuore ,che significa far entare Cristo nella nostra vita. Ieri siamo andati in processione dietro la croce di Cristo, questo significa portate anche la nostra croce. Se non lo seguiamo le nostre croci ci schiacciano, dalla croce di Cristo invece abbiamo la speranza perchè dalla croce, dalla morte Gesù è resuscitato e rinato a vita nuova, affinchè anche noi, con le nostre miserie e colpe, possiamo vivere da persone nuove. E questo è il grande dono che ci fa Gesù che è il mistero dell’incarnazione, passione, morte e resurrezione. Ciascuno di noi smarrisce Gesù e la via, la nostra angoscia spesso è orientata a rimpiangere le cose che abbiamo perso, ma l’angoscia più grande è aver perso Gesù. La preoccupazione di ritrovare Gesù deve essere il nostro motivo fondamentale e il Giubileo ci dice proprio questo”.
Il magistrato di sorveglianza Fabio Gianfilippi, ringraziando il vescovo, ha ricordato quanto sia importante vivere la grazia del Giubileo all’interno di un carcere, che è una grande comunità e per molti una famiglia, dove riscoprire il valore della persona, di qualunque condizione essa sia, e di quanto di positivo è nel cuore di ognuno.
Al termine sono stati donati al vescovo un quadro dipinto da un detenuto, raffigurante i segni della fede cattolica, dall’incarnazione alla croce e alla preghiera del Rosario con al centro il Vangelo, storia e vita di Cristo nato, morto e risorto per la nostra salvezza. Significativa la frase scritta dall’autore nella parte alta del quadro: “non dire a Dio quanto è grande il tuo problema, ma dì al tuo probelma quanto è grande Dio”, e un particolare presepe con l’annunciazione e la natività. Da parte dell’amministrazione penitenziaria una bottiglia di olio prodotto in carcere e l’essenza di lavanda.
Il vescovo si è soffermato ad ammirare il grande presepe realizzato dai detenuti, con la caratteristica ambientazione e il rimando alle situazioni di guerra nel mondo, e l’altro posto all’ingresso del teatro dove è stato celebrata la messa che riproduce il presepe in piazza San Pietro a ricordare anche questo anno Giubilare e la Porta Santa della basilica papale. La visita del vescovo Soddu è proseguita poi con il saluto e gli auguri ai detenuti della media sicurezza e a quelli in regime speciale del 41bis.