C’è grande emozione all’Istituto Serafico di Assisi, che con trepidazione attende la data del 13 dicembre, giornata in cui si terrà l’Udienza privata in Vaticano con Papa Francesco in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla sua fondazione. Uno speciale incontro che sancisce il forte legame tra il Santo Padre e il Serafico, nato fin dall’inizio del suo pontificato, quando il 4 ottobre 2013 iniziò il suo pellegrinaggio ad Assisi proprio con la visita all’Istituto. “Queste piaghe devono essere ascoltate”, con queste parole Papa Francesco tracciava il cammino del Serafico nella cura di bambini e ragazzi con fragilità, definendo quello che da 150 anni è il suo operato: “l’amore concreto”.
Una lunga storia, quella dell’Istituto Serafico, che ha inizio il 17 settembre 1871, quando San Ludovico da Casoria, una vita spesa al servizio degli ultimi, decise di fondare ad Assisi un’Opera dedicata a San Francesco – al quale l’Istituto deve il nome – che si prendesse cura di bambini e ragazzi ciechi e sordi offrendo loro un’istruzione, alla quale all’epoca non avevano accesso. Da quella importante intuizione, che sanciva la realizzazione di un sogno, ovvero custodire la vita più fragile e indifesa, sono trascorsi ben 150 anni. Oggi il Serafico è una grande casa che abbraccia la vita e rappresenta un modello di eccellenza italiana e internazionale nella riabilitazione, nella ricerca e nell’innovazione medico scientifica per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.
“L’incontro con il Santo Padre in occasione dei 150 anni dell’Istituto Serafico rappresenta per tutti noi un evento memorabile, per il quale siamo immensamente grati – dichiara Francesca Di Maolo, Presidente dell’Istituto Serafico di Assisi – Raggiungere questo importante traguardo è parte di un sogno che si realizza, quello di San Ludovico, il nostro fondatore, e di San Francesco, al quale la nostra Opera è dedicata: prendersi cura di bambini e ragazzi con disabilità e garantire loro una vita piena. Da sempre il Serafico è impegnato a promuovere e costruire una società degna dell’uomo, quella che mette al centro la fragilità, quella che custodisce, promuove e difende la vita e lo fa con quell’amore concreto con cui Papa Francesco ha definito, nel 2013, il nostro operato”.
In un clima di festa e commozione, la grande famiglia del Serafico – con una rappresentanza dei ragazzi e dei loro genitori, dei medici, degli operatori, dei volontari, dei sostenitori, dei padri Rogazionisti e delle suore Elisabettine Bigie, insieme al Vescovo Mons. Domenico Sorrentino e ai frati francescani del Sacro Convento – sarà presente davanti al Santo Padre per portare la testimonianza di un impegno inarrestabile, quello di un’Opera dall’importanza storica al servizio, da 150 anni, delle persone dei più fragili.