Dal 18 al 20 novembre ad “Umbriafiere” di Bastia U. si terrà la VII edizione di “Fa’ la cosa giusta! Umbria”, una fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, tra innovazione e artigianato le sfide della nuova economia. È un evento nato a Milano vent’anni fa con l’obiettivo di coinvolgere produttori, consumatori e cittadini, e diffondere i principi del consumo critico e della sostenibilità in ogni sua accezione, organizzato, oltre che a Milano, a Trento e in Umbria. I visitatori potranno, in un unico spazio, culturale e commerciale conoscere e acquistare nei 120 stand allestiti i prodotti buoni e naturali esposti in dieci aree tematiche. Una formula unica che vede nella tre-giorni di “Fa’ la cosa giusta!” anche appuntamenti gratuiti tra seminari, workshop, dibattiti, educazione e didattica, dimostrazioni, presentazioni, mostre, convegni, cooking show, laboratori pratici, qualità della vita, benessere del corpo e della mente, un programma riservato alle famiglie e alle scuole.
Tra gli incontri-dibattiti segnaliamo quello dal titolo “PrendiAmoci Cura: la Salute è un diritto per tutti e non un mercato”, in calendario venerdì 18, alle ore 16.30, a cui interverranno, tra gli altri, l’economista Pierluigi Grasselli, coordinatore dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale della Caritas diocesana di Perugia, don Edoardo Rossi, direttore della Caritas diocesana di Spoleto, e modererà il diacono Carlo Cerati, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali, il lavoro e la salvaguardia del Creato di Perugia.
Tra le aree espositive quella dedicata a “L’economia carceraria italiana in fiera”, con dieci stand di aziende cooperative che producono beni alimentari e tessili all’interno delle carceri, a sostegno di un lavoro dignitoso, dell’inclusione sociale e della legalità.
Agli organizzatori e ai partecipanti di questa VII edizione rivolgono i loro auguri, apprezzamenti e incoraggiamenti gli arcivescovi Ivan Maffeis di Perugia-Città della Pieve, e Domenico Sorrentino di Assisi-Gualdo Tadino- Nocera Umbra.
Mons. Maffeis. Nel rivolgere a tutti il suo messaggio di saluto, il presule ha espresso «apprezzamento per la Pastorale sociale del lavoro e della custodia del Creato della diocesi di Perugia che partecipa attivamente a questa manifestazione, non solo con uno spazio dedicato al servizio di tutte quelle realtà che credono fermamente nel valore della persona umana come fonte di ricchezza di ineguagliabile valore, ma soprattutto proponendo un tema di grande rilevanza sociale, culturale e religiosa: “prendersi cura”. In più occasioni, Francesco ha fatto riferimento a questo concetto, che ha spesso collegato al verbo “proteggere”. La scorsa primavera, parlando ai Volontari del Servizio Nazionale di Protezione Civile italiana ricevuti in udienza, il Papa ha detto che “proteggere” significa “prendersi cura” del fratello: ovvero dare vita ad “una fraternità concreta”, custodire il valore della vita, preservarla e vigilare su di essa. Prendersi cura significa – sottolinea mons. Maffeis – compiere un’azione d’amore gratuita, unilaterale, senza chiedere nulla in cambio, che va svolta con tenerezza e riconoscendo “che noi per primi siamo custoditi”».
Mons. Sorrentino. «Il “prendersi cura!” – evidenzia il presule nel suo messaggio – è lo sviluppo naturale e la risposta essenziale al grande appello e al profondo grido che ci rivolge la storia, l’umanità, la creazione, la coscienza e soprattutto Dio! Nel libro della Genesi, la prima missione che è affidata all’uomo appena creato è: “Coltivare e Custodire” (cfr. Gn 2,15). Questo imperativo universale, per ogni tempo e per ogni luogo, rivolto a tutta l’umanità dalle origini esprime la “cosa giusta da fare”. Coltivare richiede un lavoro equo e solidale, attento alla creazione e soprattutto all’uomo in tutte le sue dimensioni, fisiche, psichiche e spirituali. Molta cura richiede specialmente la nostra attenzione ai poveri per i quali va promossa una esistenza più giusta e dignitosa. Coltivare vuol dire promuovere e diffondere processi che creino una cultura della giustizia e della pace, della riconciliazione tra uomo e creato: è una sfida fondamentale della società contemporanea… Sono grato anche perché ancora una volta – conclude mons. Sorrentino – è stata scelta la nostra Diocesi come campo base di questa iniziativa. Mi auguro che essa porti abbondanti frutti di sensibilizzazione, testimonianza e cambiamento di vita secondo i valori attinti al disegno di Dio e al suo amore».
Riccardo Liguori