«Se la dimensione della Parola, quella dei Sacramenti e quella comunitaria subiscono inevitabili limitazioni, non può invece venire meno la dimensione della Carità di cui voi, in prima linea, siete i testimoni nelle e con le vostre comunità». È quanto scrivono, in una lettera inviata ai Delegati regionali e a tutte le Caritas diocesane, il Presidente di Caritas Italiana, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, e il Direttore, don Francesco Soddu. «Pur con tutte le cautele del caso e con la prudenza necessaria, – proseguono – senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi, è chiaro che non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri di ascolto, ecc., che le Caritas a livello diocesano e parrocchiale assicurano quotidianamente». Tutto questo ovviamente con piena responsabilità, nel rispetto delle indicazioni e delle misure del Governo di contrasto alla diffusione del virus che, all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione, la Conferenza episcopale italiana ha fatto proprie, rilanciandole.
Caritas Italiana, nell’elevare preghiere al Signore per le persone decedute, esprime vicinanza ai malati, ai loro familiari, a quanti in Italia e nel mondo soffrono per queste epidemia di coronavirus e a quanti a vario titolo sono impegnati nel contrastarla e nel prendersi cura di chi è colpito e assicura – come indicato dal Santo Padre – il pieno impegno a vivere questo momento difficile «con la forza della fede, la certezza della speranza e il fervore della carità», auspicando che «il tempo di Quaresima ci aiuti a dare tutti un senso evangelico anche a questo momento di prova e di dolore».
Nella piena consapevolezza che purtroppo crescono di giorno in giorno i bisogni, se ne aggiungono di nuovi e sempre di più saranno in futuro, Caritas Italiana fa appello alla solidarietà invitando a sostenere – direttamente o per suo tramite – le iniziative e gli interventi mirati delle Diocesi e delle Caritas locali in favore di sempre più persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie: gli anziani spesso soli con le loro paure, le famiglie che si devono far carico dei figli che non possono frequentare le scuole, i lavoratori lasciati a casa con preoccupanti prospettive per il futuro, le realtà del non profit che si occupano dei più poveri e degli esclusi, senza dimenticare gli imprenditori, i commercianti, le innumerevole aziende in sofferenza, ecc. Occorre un sostegno concreto, “integrale”, secondo le indicazioni di Papa Francesco, attento cioè anche alle dimensioni psicologiche e a quelle spirituali.
L’auspicio è che con l’impegno e la testimonianza di tutti, all’interno delle comunità parrocchiali e diocesane, si riesca vivere una reale attenzione a chi è nel bisogno per essere semi e linfa di una carità evangelica che sa offrire stimoli preziosi e avviare percorsi di incontro e di condivisione, anche nel contesto attuale.
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È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Emergenza Coronavirus”) tramite:
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
Mar, 2020
Perugia: La dimensione della Carità non può venire meno nel tempo del “corona virus”. Funzionanti i servizi: Centri di ascolto, Empori, “Villaggio della Carità” e Mensa “San Lorenzo”
«I servizi offerti dalla Caritas diocesana e dalle Caritas parrocchiali nel tempo del “corona virus” non vengono meno, anzi, sempre nel rispetto dei provvedimenti governativi nazionali e locali adottati a seguito dell’emergenza sanitaria, saranno, nei limiti del possibile e secondo le necessità, anche potenziati». A comunicarlo è il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, il diacono Giancarlo Pecetti, nel recepire le indicazioni date nella giornata del 9 marzo dalla Caritas italiana in merito al prosieguo delle attività caritative a livello diocesano e parrocchiale.
«Se la dimensione della Parola, quella dei Sacramenti e quella comunitaria subiscono inevitabili limitazioni – è sottolineato nella nota di Caritas italiana –, non può invece venire meno la dimensione della Carità di cui voi, in prima linea (responsabili e operatori di Caritas diocesane, ndr), siete i testimoni nelle e con le vostre comunità. Pur con tutte le cautele del caso e con la prudenza necessaria, senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi, è chiaro che non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri».
La Caritas diocesana prosegue nelle sue attività dei Centri di ascolto diocesano e parrocchiali (solo in quello diocesano vengono accolte in media a settimana 70 persone), dei quattro Empori della Solidarietà dove settimanalmente continueranno a recarsi più di 1.200 famiglie in difficoltà, del “Villaggio della Carità” dove attualmente sono ospitate 15 famiglie per un totale di 56 persone di cui 21 minori, delle diverse opere segno dove annualmente sono accolte dalle 150 alle 200 persone disagiate e della Mensa Comune-Caritas “San Lorenzo” in pieno centro storico dove quotidianamente vengono forniti pasti caldi a 50 persone.
«L’operare della Carità non può prescindere dall’essere fondati su Cristo, continuando il servizio agli ultimi – ricorda il diacono Pecetti –, ma nella consapevolezza che in questa Quaresima 2020 c’è un deserto da attraversare, così come hanno fatto il Figlio di Dio e prima ancora il Popolo d’Israele, nella certezza che, con al fianco il Signore Risorto, è possibile attraversare anche questo deserto».
Mar, 2020
Terni – Riflessioni e indicazioni del vescovo Giuseppe Piemontese per affrontare con spirito adeguato il momento di crisi
Caro fratelli sacerdoti, diaconi, religiosi/ e fedeli tutti, In questi giorni siamo incollati alla televisione per ascoltare i vari comunicati di ministri, politici, funzionari, scienziati sull’andamento del Coronavirus, con i corrispondenti bollettini di contagi, decessi, guariti, quarantene. Ma in fondo siamo animati dalla segreta ansia di ascoltare parole di speranza sulla sconfitta di questo nemico subdolo e persistente. Di fronte ad un nemico comune e letale, che non fa distinzioni di persone, anzi colpisce i più deboli e si accanisce su di loro, vogliamo riscoprire il sentimento di appartenenza ad un’unica categoria: il genere umano, uomini e donne, accomunati da fragilità costituzionale, che per vivere devono seguire la strada obbligata della solidarietà globalizzata, anzi devono volersi bene nella consapevolezza di essere, in Gesù, tutti figli dell’unico Padre Celeste. Alcuni uomini di Dio ci hanno proposto riflessioni e suggerimenti per affrontare con spirito adeguato questo momento di crisi. Un tempo di evidenza della precarietà della condizione umana e di caduta degli idoli del progresso senza condizione, del divertimento senza regole, della folla senza relazione, della vita senza la prospettiva della fine. -Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!”. (2Cor 6, 1) ha annunciato la Chiesa all’inizio della quaresima. E la contingenza che viviamo può aiutarci a cogliere con più facilità che anche questo tempo è tempo di Dio.
“Mettendoci in ascolto della Parola di Dio di ogni giorno, vogliamo leggere questi tempi con i Suoi occhi, aiutando le nostre comunità a tornare a Lui, a riscoprire ciò che è essenziale, a ritrovare il gusto della preghiera. Sono questi i giorni in cui infondere speranza, in cui trasmettere fiducia, in cui metterci in ginocchio per intercedere per il mondo”. (Card. A. De Donatis)
In questo giorni le Autorità ci hanno chiesto di sospendere le funzioni religiose, compresa la celebrazione dell’Eucarestia nei giorni feriali e festivi, e la celebrazione degli altri sacramenti con concorso di popolo fino al 3 di aprile. Una forma di digiuno quaresimale molto più esigente del digiuno corporale, che ognuno vorrà colmare con la preghiera personale, la parola e soprattutto l’esercizio della carità. “Anzitutto vi faccio notare che il provvedimento governativo non esige la chiusura delle chiese. Al contrario, sembra in qualche modo indicare nella preghiera privata una strada per continuare a nutrire la vita spirituale. Invitiamo pertanto la gente a coltivare l’atteggiamento di adorazione di fronte a quella Eucaristia che non possiamo più celebrare insieme. Noi, peraltro, come sacerdoti è bene che continuiamo a celebrare la Santa Messa nella forma prevista dal Messale Romano come “Messa senza popolo”. Assicuriamo la nostra gente che attraverso questa celebrazione “senza popolo” la Chiesa e noi con essa continuiamo il rendimento di grazie al Padre nel memoriale della morte e risurrezione di Cristo, come offerta per il popolo, con particolare intenzione in riferimento alla dolorosa situazione dei nostri giorni”. “La mancata partecipazione alla Santa Messa è un grande sacrificio per noi cristiani, che “Sine dominico non possumus”, cioè: “Non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore / Pasqua domenicale “, come dissero i martiri di Abitene. Ma la celebrazione dell’Eucaristia ha una dimensione rituale che però ha un complemento essenziale negli effetti che essa genera nella vita: l’Eucaristia è celebrata in verità se genera la carità. Nella presente circostanza noi non rinunciamo al significato ultimo dell’Eucaristia, che è il dono di sé fatto dal Signore, ma, ottemperando alle norme dello Stato, siamo invitati a manifestarlo nel gesto di carità fraterna che è evitare che attraverso il riunirsi di un’assemblea si vadano a costituire situazioni di vita sociale che possono favorire il diffondersi del virus” (Card. Betori).
Cari fratelli e sorelle, non scoraggiamoci, usiamo la fantasia per crescere nell’amore del Signore: Possiamo andare singolarmente in chiesa a pregare e ad adorare Gesù Sacramentato, possiamo seguire la Messa e il rosario tramite la televisione (per es. Sat 2000, Lourdes, Tele Padre Pio e altre), possiamo dialogare con i sacerdoti e tra di noi in teleconferenza, tramite cellulare, tramite mail, ecc., possiamo compiere gesti di carità con prudenza e osservando le norme del caso.
In comunione, affido a Maria Santissima, Madre di Misericordia, tutti voi, i malati e tutti coloro che si adoperano per la salute del prossimo e il benessere di tutti i cittadini.
+ p. Giuseppe Piemontese OFM Conv
vescovo
Mar, 2020
Assisi – il vescovo scrive ai fedeli: “Momento doloroso, proteggiamo e stiamo vicini ai più fragili”
Cari fedeli,
vi trasmetto, in allegato, le decisioni che, come Conferenza Episcopale Italiana e come vescovi umbri, abbiamo dovuto prendere a seguito dell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che, tra tante altre cose, vieta in tutte le chiese d’Italia le cerimonie religiose, comprese le messe, e persino i funerali. È un punto del decreto che desta in tutti noi un senso di smarrimento. Ci può sembrare esagerato, nella nostra Regione, soprattutto dopo che ci siamo impegnati a organizzare la partecipazione secondo le regole della distanza di sicurezza e le precauzioni igieniche che dovrebbero tenerci al riparo dai rischi di diffusione del contagio.
Non possiamo tuttavia disobbedire a questa disposizione, tenendo conto della sua motivazione. Il contagio si sta espandendo in Italia e nel mondo, provocando sofferenze e morti. Se non riuscissimo a contenerlo, si avrebbe il collasso delle strutture ospedaliere con inevitabili contraccolpi non soltanto per i contagiati ma anche per tutti gli altri ammalati.
Non possiamo non farci carico dei nostri fratelli in difficoltà, nella stessa misura in cui ci preoccupiamo di noi stessi. Ce lo chiede la stessa Eucaristia, che è per eccellenza il sacramento dell’amore. Gesù, nella celebrazione eucaristica, continua a donare se stesso. Ricevendolo diventiamo una sola cosa con lui e tra di noi. Ne nasce un rapporto di fraternità che si esprime anche nell’attenzione e nella premura vicendevole.
Se in questo periodo, cari fratelli e sorelle, non potremo partecipare direttamente alla Santa Messa, facciamolo unendoci spiritualmente ad essa e chiedendo a Gesù di venire nei nostri cuori con la “comunione spirituale”. Ci potrà aiutare anche la trasmissione televisiva. Essa di norma non sostituisce la partecipazione personale, ma in questo caso di emergenza è d’aiuto. Ogni giorno alle ore 18 e la domenica alle ore 11 “Maria Vision” (in Umbria canale 602, o via internet) trasmetterà la Santa Messa dal Santuario della Spogliazione, dove sarà celebrata senza partecipazione di popolo, con il minimo di presenze necessarie a una decorosa celebrazione.
Cresca, in questo periodo di mancanza della Santa Messa, la “fame” del pane eucaristico. Forse ci siamo troppo abituati a questo grande dono e il Signore ci chiede di riscoprirlo. Dal decreto governativo non è stata intimata la chiusura delle chiese, alle ben note condizioni di sicurezza. Approfittiamone per incrementare l’adorazione eucaristica, organizzata senza celebrazioni di gruppo, prolungando gli orari dell’esposizione del Santissimo in modo che, fatta salva la presenza di qualcuno e la necessaria vigilanza, possa essere offerta ampia possibilità di una visita personale per chi ne ha la possibilità nelle diverse ore del giorno.
Ovviamente i sacerdoti, senza partecipazione pubblica dei fedeli, celebreranno la Santa Messa ogni giorno offrendola per tutti. Facciamo diventare questa prova un momento di grazia. Si levi una grande supplica, perché il Signore abbia misericordia di noi e di tutti, ci aiuti a vincere la sfida di questo contagio e a ridurne al minimo le conseguenze negative sulla salute dei più fragili, sull’economia, sulle famiglie, sulla vita sociale.
È il momento di interrogarci. Non ci dobbiamo guardare solo dal “coronavirus” e da problemi di salute, ma anche da tanti “virus” morali e sociali. La Quaresima ci invita alla conversione. Pur spostandoci il meno possibile, e sempre usando tutte le cautele igieniche, non lasciamoci prendere dal panico e soprattutto non ci chiudiamo nell’egoismo. Se qualcuno ha bisogno di noi, veniamogli incontro. Gli anziani non si sentano abbandonati. Una telefonata, un servizio per la spesa, un soccorso, una attenzione, possono fare tanto bene. Nei fratelli bisognosi incontriamo e serviamo Gesù. Anche questa è “eucaristia” vissuta.
Vi affido tutti all’intercessione di Maria e dei nostri Santi e vi benedico
Mar, 2020
Gubbio – il vescovo Luciano Paolucci Bedini scrive a sacerdoti e diaconi sulle disposizioni riguardo al Coronavirus
“Carissimi fratelli, la parola di Dio della seconda domenica di Quaresima ci ha aiutati a non scandalizzarci della tribolazione che può colpirci, come in questi giorni, certi della gloria della risurrezione che Cristo ci ha conquistato sulla croce, dobbiamo purtroppo accogliere indicazioni governative ancora più ristrette circa l’esercizio del nostro ministero pastorale, almeno fino al prossimo 3 aprile”.
Il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini scrive ai sacerdoti e ai diaconi della diocesi di Gubbio dopo la conferma delle disposizioni del Governo sull’emergenza Coronavirus, recepite da un comunicato della Conferenza episcopale italiana e da uno della Conferenza episcopale umbra.
“Da subito – spiega il Vescovo al clero diocesano – sono sospese tutte le messe, feriali e festive, con la partecipazione dei fedeli. Ogni sacerdote può ovviamente celebrare in privato, a porte chiuse. Di conseguenza sono sospesi anche tutti gli altri momenti di preghiera che prevedano la presenza di più persone in luoghi ristretti. Nel caso di funerali si possono celebrare solo le esequie, senza la messa, secondo il rito consueto, al cimitero con la sola partecipazione dei familiari stretti”.
Mons. Paolucci Bedini spiega poi che la Curia diocesana sta valutando la possibilità di mettere in campo spazi di comunicazione che possano consentire alla gente di assistere a celebrazioni liturgiche, momenti preghiera e di riflessione attraverso media tradizionali come radio e tv, o grazie ai nuovi media digitali (web e social).
“Ai fedeli che desiderano, indirettamente, poter vivere il momento della celebrazione eucaristica – aggiunge mons. Paolucci Bedini – cercheremo di consigliare alcune modalità semplici per collegarsi alla celebrazione quotidiana e soprattutto domenicale, attraverso gli strumenti della comunicazione, per invitarli in questo tempo di forzato digiuno eucaristico, ad unirsi spiritualmente, nel silenzio, nella preghiera personale e familiare, e nella meditazione della parola, alla preghiera della Chiesa che in nessun modo viene interrotta”.
Infine, un invito a mettere in campo quotidianamente gesti di carità e di vicinanza nei confronti delle persone che in questo momento possano trovarsi in situazioni di particolare difficoltà.
“Vi chiedo – conclude il vescovo Luciano – di moltiplicare in questi giorni, nelle vostre comunità, la creatività dell’azione caritativa, che è il frutto più bello di una vita alimentata dall’eucaristia. Cercate di individuare le situazioni di bisogno del vostro territorio e soccorretele coinvolgendo i fedeli. Ricordatevi delle persone sole, degli anziani e degli ammalati che avessero necessità anche di piccoli aiuti (la spesa, le medicine…). Aprite gli occhi e il cuore verso le famiglie affaticate dalla sospensione della scuola dei figli, o di quelle con figli disabili che subiscono la chiusura delle iniziative di volontariato e delle strutture socio-assistenziali. Il tempo che questa emergenza libera per noi sia consacrato a Dio e al suo popolo!”.
Mar, 2020
Il Presidente Mattarella ha ricevuto delegazione dell’Azione Cattolica Italiana con l’assistente generale Mons. Gualtiero Sigismondi.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale una delegazione dell’Azione Cattolica Italiana, guidata dal Presidente nazionale Matteo Truffelli e dall’Assistente generale, Mons. Gualtiero Sigismondi.
Nel corso dell’udienza, concessa in vista della XVII Assemblea nazionale, il presidente Truffelli ha donato al Capo dello Stato una raccolta di distintivi storici dell’Azione Cattolica Italiana.
Il Presidente nazionale dell’Ac ha assicurato al Capo dello Stato l’impegno della più grande associazione di laici cattolici italiani a stare nei territori accanto a quanti vivono le difficoltà e le speranze del nostro Paese, manifestando l’apprezzamento e la vicinanza di tutta l’Azione Cattolica per l’opera che il Presidente Mattarella svolge in difesa delle istituzioni democratiche e repubblicane, e per il suo autorevole e prezioso invito alla condivisione, alla concordia e all’unità nazionale, specie in un momento cosi delicato per il tutto il Paese, qual è quello causato dalla vicenda Coronavirus.
Mar, 2020
Foigno – Catechesi di Quaresima con Mons. Sigismondi
Venerdì 6 marzo alle ore 21.00 presso la Pro-Cattedrale di Sant’Agostino, p.zza Garibaldi in Foligno, siamo tutti convocati dal nostro Vescovo Mons. Gualtiero Sigismondi per pregare e riflettere all’inizio del tempo liturgico della Quaresima. Il tema dell’incontro: “La testimonianza della coscienza”.
La Quaresima, sottolineava Mons. Sigismondi nella catechesi del 2017, “è segno sacramentale della nostra conversione, è il momento favorevole per intensificare la vita dello spirito attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Il luogo in cui cresce la relazione con Cristo è la preghiera, e il frutto più maturo della preghiera è sempre la carità. La preghiera è il fulcro ma vive la sua centralità se è legata all’elemosina e al digiuno, vale a dire a un rapporto più sobrio con i beni terreni”.
La Quaresima, nella liturgia si parla di Quadragesima cioè di un tempo di quaranta giorni, è un periodo di purificazione spirituale molto importante per i cristiani, è il «tempo forte» che prepara alla Pasqua, culmine dell’Anno liturgico e della vita di ogni cristiano.
Mar, 2020
Perugia – “Il cibo è un dono, non sprechiamolo”. Al via il progetto “i-REXFO” della Fondazione “San Lorenzo” con 2.600 alunni di 13 Scuole coordinato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Ateneo perugino
Sono interessate 13 Scuole primarie e secondarie di Perugia al nuovo progetto di contrasto allo spreco alimentare promosso dalla Chiesa diocesana, attraverso la Fondazione di Carità “San Lorenzo”, con il coinvolgimento di 2.600 alunni di 129 classi, protagonisti della campagna “Il cibo è un dono, non sprechiamolo”. Si tratta del progetto “i-REXFO” (Increase in the Reduction and Recovery of Expired Food) coordinato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia, il cui obiettivo è la riduzione dello spreco alimentare sensibilizzando le nuove generazioni con il coinvolgimento delle famiglie. Avviato di recente, il progetto terminerà il 30 giugno 2021 e la Fondazione “San Lorenzo” verificherà, insieme ai docenti, i risultati tramite incontri periodici ed uno finale al quale parteciperanno gli alunni per le valutazioni complessive. Nei plessi scolastici sono stati posizionati i contenitori di raccolta cibo e distribuito materiale informativo; il tutto fornito gratuitamente dal progetto.
Perché la Fondazione di Carità “San Lorenzo”, ente operativo della Caritas diocesana, è interessata a questo progetto rivolto ad alunni? «Per la “San Lorenzo” lo spreco alimentare – spiega il diacono Giancarlo Pecetti, presidente della Fondazione – assume un carattere doppiamente rilevante perché, come ha detto papa Francesco all’inizio del suo pontificato, “il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame”. Per far fronte a questo insopportabile paradosso la nostra Fondazione ha aderito a questo importante progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma comunitario LIFE, per la riduzione dello spreco alimentare e la ridistribuzione del cibo recuperato alle persone indigenti assistite attraverso gli Empori della Solidarietà. Nella nostra comunità diocesana, dal 2014, sono attivi quattro di questi Empori Caritas per offrire un aiuto dignitoso alla spesa alimentare a più di 1.200 famiglie in difficoltà».
Si è pensato al progetto “i-REXFO” per il mondo scolastico, perché, sottolinea Pecetti, «è dalla scuola che deve partire la rigenerazione di una società sostenibile. Ad evidenziarlo è il Report 2019 dell’Osservatorio Waste Watcher, secondo il quale 7 italiani su 10 ritengono che sia proprio la sensibilizzazione scolastica a promuovere l’attenzione e la prevenzione negli sprechi alimentari, in rapporto quindi alle nuove generazioni». Basti pensare che, secondo i dati forniti dal Report, il cibo sprecato in Italia nel corso del 2017 vale oltre 15 miliardi di euro, pari allo 0,88% del PIL. Lo spreco maggiore si annida tra le mura domestiche con circa 700 grammi di cibo sprecati pro capite ogni settimana, per un valore di 196 euro all’anno a testa, quando solo nell’Unione Europea, sostiene la FAO, un quarto della popolazione (125milioni di persone) è a rischio povertà ed esclusione sociale, con un terzo del cibo prodotto (circa 1,3 miliardi di tonnellate, di cui l’’80% ancora consumabile) è perso o sprecato.
Tra gli obiettivi di “i-REXFO”: sensibilizzare gli alunni al corretto valore del cibo e alla solidarietà nei confronti delle persone più bisognose; promuovere una raccolta di eccedenze alimentari confezionate, con data il scadenza valida da destinare ai beneficiari degli Empori della Solidarietà; contribuire alla valorizzazione energetica degli scarti alimentari (denominata EFE – Expired Food to Energy) con la produzione di biogas e la successiva distribuzione di una quota degli utili per la sostenibilità del progetto in un’ottica di economia circolare. Per facilitare il raggiungimento di questi obiettivi sono messe in campo delle azioni quali l’organizzazione sia da parte della Fondazione “San Lorenzo” di momenti di incontro con esperti rivolti ai genitori degli alunni, affinché anche in famiglia si giunga ad un più corretto uso del cibo e al recupero degli sprechi, sia da parte dei docenti con attività pedagogiche atte a sensibilizzare gli alunni sul corretto valore da attribuire al cibo. Per maggiori info si rimanda al sito: www.irexfo.eu.
Mar, 2020
Terni – Prospettive a confronto, convegno “Relazioni virtuose tra economia, sviluppo e bene comune” il 4 marzo
Nell’ambito delle iniziative per le manifestazioni Valentiniane, promosse dalla diocesi di Terni-Narni-Amelia per la festa del patrono della città San Valentino, dedicate al tema “Dalle relazione ferite alle relazioni risanate”, mercoledì 4 marzo alle ore 17,30 presso il Museo Diocesano di Terni si terrà il terzo appuntamento di Prospettive a confronto riflessione, a più voci ed in ottica interdisciplinare, sul tema delle relazioni sempre più problematiche che interessano vari campi di vita e di lavoro delle persone. Si parlerà di: “Relazioni virtuose tra economia, sviluppo e bene comune”, una rilettura critico-propositiva delle relazioni in ambito sociale ed economico, come un’anteprima a Terni dell’evento mondiale “The Economy of Francesco” che si svolgerà ad Assisi il 21 novembre 2020. L’evento del 4 marzo, moderato da Silvia Camillucci coordinatrice del Cesvol Umbria, prevede il saluto di mons. Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni-Narni-Amelia; di Cristiano Ceccotti, assessore al Welfare del Comune di Terni; di Lorenzo Gianfelice vicepresidente del Cesvol Umbria. Seguirà un’introduzione della prof.ssa Cristina Montesi del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia. La relazione sul nuovo paradigma economico propugnato da Papa Francesco sarà effettuata da Suor Alessandra Smerilli, professore ordinario di Economia Politica alla Pontificia Facoltà “Auxilium” di Roma e consigliere di Stato della Città del Vaticano, la relazione sull’evento di Assisi di novembre 2020 sarà sviluppata dall’avv.Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, rappresentanti del Team giovani porteranno la loro testimonianza. Seguirà il dibattito.
I primi due incontri del ciclo sono stati dedicati alle relazioni in ambito familiare (con un’analisi dei rapidi cambiamenti in atto e delle metodologie innovative di cura delle stesse), il terzo, realizzato in collaborazione con il Cesvol Umbria, propone un’anticipazione sul meeting internazionale che avverrà tra giovani (under 35 anni) ricercatori, economisti, imprenditori, manager, operatori del mondo della finanza, opinion leader, studenti, che sono stati invitati da Papa Francesco per avviare un processo di cambiamento globale affinché l’economia diventi più giusta, più inclusiva e più ambientalmente sostenibile. Il nome dell’evento “L’Economia di Francesco” evoca il Santo di Assisi, mirabile esempio di essenzialità, di dono, di amore per il prossimo e di “ecologia integrale”, ma rimanda anche a Papa Francesco che, in diversi documenti ufficiali (Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, Enciclica Laudato Sii) ed in altri discorsi ufficiali, interventi pubblici, omelie, ha formulato una coraggiosa critica all’attuale capitalismo finanziario, che è fonte di tanti squilibri economici, sociali, ambientali (instabilità macroeconomica, disoccupazione, disuguaglianze, povertà, esclusione sociale, degrado ambientale, infelicità), delineando anche un nuovo modello di economia all’insegna di uno sviluppo umano integrale.
Mar, 2020
Assisi – catechesi di mons. Sorrentino sul catechismo della Chiesa Cattolica su youtube
“La preghiera pubblica della Chiesa”. La fede che viene celebrata, la fede che diventa preghiera è il tema del terzo ciclo delle videocatechesi sul catechismo della Chiesa cattolica realizzate dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, che possono essere visionate sul canale Youtube e sul sito della diocesi di Assisi (www.diocesiassisi.it).
Nella prima videocatechesi del terzo ciclo il vescovo spiega i diversi temi. “In un primo ciclo – afferma il vescovo – abbiamo parlato della rivelazione e della fede a cui essa risponde. Poi ci siamo trattenuti a lungo sulla professione della fede, il nostro Credo e adesso in questo nuovo round vogliamo affrontare il tema della preghiera pubblica della Chiesa, la fede che viene celebrata, la fede che diventa preghiera. Dunque dieci catechesi dedicate a questo tema. Ho registrato queste videocatechesi – prosegue il vescovo – nei luoghi del vescovado e del Santuario della Spogliazione, dove Francesco visse momenti importanti della sua vita. Qui si spogliò di tutti i suoi beni e fece della sua vita una preghiera. La sua vita divenne come una liturgia. Qui egli si trattenne anche negli ultimi giorni della sua vita cantando le lodi del Signore”. Nelle dieci videocatechesi il vescovo si sofferma specificatamente su: sacramenti in genere, battesimo, cresima, eucaristia, penitenza, unzione degli infermi, ordine sacro, matrimonio, sacramentali e preghiera personale.