Inaugurato l’Anno Accademico 2023-24 dell’ITA e dell’ISSRA di Assisi. Il cardinale Mario Grech: «Una Chiesa sinodale che valorizzi di più ministeri e carismi sarà in grado di evangelizzare meglio il mondo di oggi… In questo ha un ruolo fondamentale la comunicazione»

«Una Chiesa sinodale è una Chiesa ministeriale dove il santo popolo di Dio, rispettando i carismi e le vocazioni, cammina insieme, sotto la guida del vescovo che non può annunciare il Vangelo da solo. Tutti i battezzati, in forza del Battesimo partecipano al Sacerdozio comune di Cristo e allora tutti sono anche in grado di svolgere un ministero». Così il Mario Grech, segretario generale della Segreteria del Sinodo dei Vescovi, a margine dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-24 dell’Istituto Teologico (ITA) e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSRA) di Assisi, svoltasi lo scorso 24 novembre, nell’aula magna dei due Istituti, presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI”. Il porporato era stato invitato a tenere la prolusione dedicata al tema “Sinodalità e ministeri ecclesiali”. «Una Chiesa ministeriale – ha commentato il cardinale Grech -, sarà in grado di evangelizzare meglio il mondo di oggi e il Sinodo sta lavorando sul tema di una Chiesa sinodale di comunione e partecipazione. La partecipazione vuol dire anche la ministerialità per l’evangelizzazione e la missione».
Rispondendo ad una domanda sul rapporto “Sinodo-Comunicazione”, il cardinale Grech ha precisato che «è fondamentale l’opera dei mezzi di comunicazione, a prescinde se laici o di espressione cattolica, per far conoscere e comprendere il lavoro del Sinodo che non è una riflessione autoreferenziale, ma un contributo di evangelizzazione che la Chiesa dà al mondo attraverso la sua missione. E se noi vogliamo dialogare con il mondo, non possiamo trascurare la comunicazione».
Alla cerimonia inaugurale hanno partecipato numerosi studenti e docenti delle due Istituzioni accademiche e ad introdurre e commentare la prolusione del cardinale, sono stati il preside dell’ITA, prof. padre Giulio Michelini (Ofm), il direttore dell’ISSRA, prof.ssa suor Roberta Vinerba, e l’arcivescovo mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) e moderatore delle due Istituti, che ha ringraziato l’ospite nel dire: «I nostri ringraziamenti diventano anche un impegno per le nostre. Tutto quello che abbiamo ascoltato ci interpella: è la comunità cristiana, infatti, che deve suscitare e generare i ministeri. Non è qualcuno che si autocandida a riceverli, oppure il ministero viene dato come premio alla fedeltà per il servizio, ma è la stessa comunità cristiana che sa riconoscere dei carismi e li fa diventare ministeri».
Come è consuetudine la giornata inaugurale dell’A.A. dell’ITA e dell’ISSRA è iniziata con la celebrazione eucaristica nella chiesa interna al Seminario, presieduta dall’arcivescovo Boccardo, che, nell’omelia, ha ricordato quanto siano «più che mai necessari l’esempio e l’azione concreta in un tempo in cui tutto sembra fatto apposta per contaminare i cuori, rendere facile la profanazione, mettere in ridicolo ogni forma di impegno, di ascetica, di vera moralità, in questo tempo così molle, così indulgente con se stesso». Questo, ha sottolineato il presidente della Ceu, «perché sono le opere che attestano e certificano il valore della testimonianza: se visibilità ci deve essere, ha da essere visibilità di persone più che di sigle, di azioni più che di parole, di comportamenti più che di proclami. Anche a questo fine deve tendere – mi pare – l’importante e benemerita attività quotidiana dei nostri Istituti che, con la ricerca, lo studio, il confronto, scrutano il mistero di Dio per meglio comprendere e servire il mistero dell’uomo».

Giornata di fraternità del Clero umbro, “L’abuso di potere nell’esercizio del ministero presbiterale”. Il vescovo delegato per il Clero mons. Gualtiero Sigismondi: «Una forma di abuso è la paura di perdere consenso e non prendere decisioni»

«Ritrovarsi al Seminario regionale per i preti umbri è come un tornare a casa, perché qui ognuno di loro ha vissuto gli anni belli e impegnativi della formazione. Oggi ci siamo ritrovati e abbiamo sentito che nell’esercizio del ministero l’abuso di potere non è un pericolo lontano anni luce, ma si nasconde dentro le pieghe dell’esercizio del ministero stesso quando non lo si esercita, quando non si prendono le decisioni che devono essere adottate, perché si ha paura di perdere consenso». Lo ha evidenziato mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Orvieto-Todi e delegato Ceu per l’Area pastorale Clero e vita consacrata, alla Giornata di fraternità del Clero umbro tenutasi il 19 ottobre, presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Assisi, promossa dalla stessa Ceu.

No alla tattica delle pacche sulle spalle. «La paura di perdere consenso – ha commentato mons. Sigismondi – è una forma di abuso di potere, perché si offende il servizio che si è ricevuto per grazia e allo stesso tempo, con la tattica delle pacche sulle spalle, si tira avanti. Non si guida così la Chiesa, ma lo si fa guardando negli occhi e parlando a viso aperto».

Partecipanti e relatore. Alla Giornata regionale del Clero hanno partecipato più di 200 sacerdoti e diaconi permanenti insieme ai vescovi delle otto diocesi della regione, che hanno salutato con un caloroso lungo applauso il neo rettore del Seminario Umbro, don Francesco Verzini, del Clero di Perugia-Città della Pieve. L’occasione è stata anche quella di dare il benvenuto, nella comunità del Seminario regionale, a mons. Domenico Cancian, vescovo emerito di Città di Castello, quale nuovo padre spirituale. Relatore dell’incontro, caratterizzato anche da un interessante e proficuo dibattito tra i convenuti e dalla adorazione eucaristica, è stato don Giuseppe Forlai, della Diocesi di Roma, attuale direttore spirituale del Pontificio Seminario Romano Maggiore.

L’unica autorità è aiutare le persone a fare esperienza di Cristo. «L’abuso di potere – ha sottolineato don Forlai – ci dà l’illusione di non morire mai e in noi presbiteri nasce quando non riconosciamo più nella nostra vita la signoria di Dio, ossia, quando ci occupiamo delle cose di Dio ignorando Dio. Il germe dell’abuso di potere si alimenta quando non riusciamo a dominare la nostra interiorità e cerchiamo di mettere delle toppe esteriori, quando non riceviamo dai superiori la giusta gratitudine, quando qualcuno viene premiato anche se la comunità è consapevole che non ne è degno. O ancora, quando si è coscienti di situazioni gravi, che per quieto vivere non vengono affrontate, cioè quando per non scontentare nessuno non prendiamo decisioni impopolari e usiamo la bontà per non assumerci le nostre responsabilità. La nostra unica autorità è quella di aiutare le persone ad avere un rapporto autentico con Gesù Cristo, compiendo gesti evangelici che dimostrino la necessità di rinunciare per cambiare, di favorire l’unità pastorale e non polarizzarla come spesso invece avviene dando importanza o solo alla carità, o solo alla liturgia, o solo alla catechesi».

Un tempo per… Iniziative del Seminario per giovani e preti. Ai partecipanti alla Giornata di fraternità del Clero, è stato consegnato un pieghevole da diffondere nelle parrocchie sui prossimi appuntamenti in programma in Seminario, «un’occasione – scrive il neo rettore don Verzini – per contribuire alla vita ecclesiale umbra e, al contempo, per crescere nella carità pastorale».

Per i giovani: Esercizi spirituali, dal 2 al 5 gennaio 2024, predicati da mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio; la Settimana di fraternità con la comunità del Seminario, dal 15 al 19 aprile 2024. Per i sacerdoti: Conversazioni pastorali sui temi “La spiritualità diocesana del prete”, 13-14 novembre 2023, e “Parrocchia e accompagnamento vocazionale”, 16-16 gennaio 2024.

Per info e iscrizioni: rettore@seminarioumbro.it<mailto:rettore@seminarioumbro.it> ; www.seminarioumbro.it<http://www.seminarioumbro.it> ; tel. 075.813604.

I giovani umbri della GMG di Lisbona sulla via del ritorno dopo la tappa a Lourdes.

Rientreranno in Umbria, nella tarda serata di oggi (8 agosto), gli 837 giovani della GMG di Lisbona, dopo aver fatto tappa al Santuario di Lourdes (7 agosto), raccogliendosi in preghiera e partecipando alla celebrazione eucaristica alla grotta di Massabielle dove 165 anni fa la Madonna apparve per la prima volta a santa Bernadette, concludendo nella nota cittadina mariana dei Pirenei francesi il loro pellegrinaggio iniziato il 24 luglio.
Lourdes non poteva non essere il luogo più adatto per concludere questa esperienza e pensare ai prossimi appuntamenti annunciati dal Papa, quali il Giubileo dei Giovani, a Roma, nel 2025, e la GMG di Seul (Corea del Sud), nel 2027. A sottolinearlo è stato mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, il presule umbro che ha accompagnato questi giovani nella loro esperienza di Lisbona, nel dire: «La GMG dei giovani dell’Umbria si conclude a Lourdes. Domenica, dopo la messa di papa Francesco a Lisbona, abbiamo viaggiato tutta la notte per arrivare al Santuario di Massabielle. Sulle orme di Bernardette, che ascolta ancora la parola di Maria, anche i giovani umbri riportano a casa quello che è stato il dono della GMG: gli incontri, la parola del Papa e soprattutto la gioia di sentirsi parte di un’unica grande famiglia del mondo. C’è stata tanta emozione che ha dimostrato a tutti che questi giovani portano nel cuore grandi desideri, l’esperienza di una vita che alle volte li spaventa ma che insieme desiderano camminare e camminare sulle orme di Gesù. Ed è questo che anche noi vescovi e sacerdoti ci portiamo a casa augurandoci per loro il prosieguo dell’evento della GMG».
a cura di Riccardo Liguori

I giovani umbri alla GMG di Lisbona. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini: «Grande occasione anche per riallacciare i rapporti con tanti giovani e creare le basi per riportare a casa un rapporto nuovo, di fiducia, di dialogo e di confronto con loro»

«Pensando alle giornate che abbiamo già vissuto, i giovani dell’Umbria si sono lasciati molto coinvolgere pur nella difficoltà di movimento, che si avverte sempre alle GMG, nel raggiungere i luoghi di accoglienza, di ritrovo e di incontro. Hanno partecipato ed animato le catechesi del mattino vissute nella parrocchia di Ericeira, non lontana da Lisbona, dove sono stati ospitati (dal 31 luglio al 4 agosto, n.d.r.); catechesi tenute dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, sui temi dell’ecologia integrale, dell’amicizia sociale e della fraternità. I nostri giovani non hanno esitato a rivolgere domande e a dialogare fra loro e questo è stato molto bello». A raccontarlo è mons. Luciano Paolocci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, il presule umbro che, insieme a quasi 1.300 ragazzi e ragazzi, a circa 50 tra sacerdoti diocesani, religiosi e religiose, sta vivendo la GMG di Lisbona con papa Francesco.

Voglia di riconciliarsi e confessarsi dei giovani. Il vescovo è rimasto particolarmente colpito anche dalla partecipazione dei giovani alla celebrazione penitenziale dove «tanti ragazzi e ragazze hanno voluto riconciliarsi, confessarsi – sottolinea mons. Paolucci Bedini – e nella piazzetta della chiesa di Ericeira abbiamo celebrato tutti insieme l’Eucaristia di ringraziamento».

L’augurio del vescovo: fermarsi e ascoltare parole nuove. I giovani umbri, insieme a tutti gli altri provenienti da 200 Paesi del mondo, si sono preparati agli appuntamenti più importanti, quali l’incontro con il Papa e la Via Crucis, della giornata che precede l’attesa lunga veglia notturna di preghiera, il “cuore” di tutte le GMG, in programma tra sabato 5 e domenica 6 agosto. «Sono stati due momenti intensi di preghiera e di gioia – commenta il vescovo umbro – a cui i nostri giovani non hanno voluto mancare. E io mi auguro che questa sia stata l’occasione per i tanti giovani, anche molto giovani di età, che sono partiti dall’Umbria, di fermarsi, di ascoltare parole nuove o comunque diverse da quelle del mondo e di aver potuto sperimentare una gioia di vita fraternita, semplice ma molto intensa e autentica». Altro aspetto incoraggiante, colto da mons. Luciano Paolocci Bedini, nel vivere le giornate di Lisbona con i giovani umbri, «è la soddisfazione e il senso profondo di speranza espressi dai diversi accompagnatori (sacerdoti, religiosi e laici, n.d.r.) nei confronti di questa generazione di giovani che spesso viene discreditata o accusata di essere assente. Credo che questa GMG sia stata anche una grande occasione per riallacciare i rapporti con tanti giovani e creare le basi per riportare a casa un rapporto nuovo, di fiducia, di dialogo e di confronto con loro».

a cura di Riccardo Liguori

Verso la GMG di Lisbona. Le esperienze “controcorrenti” dei giovani umbri ospitati in varie parrocchie della diocesi portoghese di Aveiro

Fin dal viaggio di andata in autobus (una ventina con più di 800 pellegrini a cui si aggiungeranno altri oltre 400 delle comunità del Cammino Neocatecumenale, per un totale di quasi 1.300), l’atmosfera che avvolge questa nutrita rappresentanza umbra, guidata da alcune decine di sacerdoti, è sintetizzata da una frase pronunciata da due giovani: «Alla GMG ci aspettiamo nuovi incontri con altri giovani, nuove esperienze, soprattutto per chi è alla sua prima GMG, in particolare una riscoperta del nostro rapporto con Dio». Esperienze “controcorrenti” se si pensa che in questo periodo la gran parte dei giovani è in vacanza al mare, all’estero o alle prese con la movida estiva nelle città fino all’alba per sfuggire – si giustificano – alla calura del giorno. La “storia” di Sofia, giovane della Diocesi di Orvieto-Todi, che, non curante del suo diciottesimo compleanno trascorso in pellegrinaggio su un autobus, anziché in una discoteca, fa quasi apparire i giovani della GMG “anacronistici”, “distanti” dai loro coetanei “normali”. La neo maggiorenne, con voce disinvolta, ha detto: «E’ un compleanno abbastanza particolare, quasi speciale, di sicuro non me lo sarei aspettato, però è andato bene!».

Alla GMG si va per pregare, riflettere sul senso della propria esistenza (diversi sono i momenti di preghiera, le celebrazioni e le catechesi), ma anche per conoscere nuova gente e vedere nuovi posti, per arricchire il proprio bagaglio culturale ed esperienziale di vita in comunione-condivisione non sempre in comodità. Molti giovani dormono nelle palestre e in strutture parrocchiali, non tutti possono essere accolti dalle famiglie del luogo. La fatica e la stanchezza si fanno presto sentire, ma questi ragazzi sono contenti di esserci, di testimoniare la loro presenza anche con momenti di festa, di allegria cantando e suonando. Alle GMG ci si innamora, anche, nascono rapporti di coppia, maturano vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata. La GMG è nella normalità della vita dei giovani, visti, forse, all’esterno della Chiesa, un po’ all'”antica”, ma “normali” come tanti altri.
Accendere un grande fuoco. «Il bello delle GMG non è per riposarsi, ma per accendere un fuoco, un grande fuoco nel nostro cuore che è l’entusiasmo della fede». A sottolinearlo è don Marcello Cruciani, delegato regionale della Pastorale giovanile delle Chiese umbre, uno dei sacerdoti che guidano i giovani in pellegrinaggio. «Un entusiasmo di fede – continua don Cruciani – che i ragazzi condividono con i loro coetanei che man mano conoscono durante il “gemellaggio” prima della GMG di Lisbona. Un “gemellaggio” che stiano vivendo dalla sera del 26 luglio nella Diocesi di Aveiro, a 250 chilometri a nord di Lisbona, bagnata dall’Atlantico, che ha organizzato molto bene la nostra accoglienza con grande passione e partecipazione di tutti, anche delle autorità civili locali che ci hanno accolto per vivere in serenità giornate così importanti per la vita di questi giovani».
Non pochi sono coloro che partecipano alla GMG anche per conoscere altre Chiese diocesane e il rapporto che queste hanno con i giovani, a testimonianza del loro interesse per il presente e il futuro della stessa Chiesa.
Un’accoglienza che colpisce per la sua autenticità e semplicità. Lo raccontano un po’ tutti gli intervistati umbri, perché, dicono, «sono luoghi pieni di vita e di colori molto simili all’Italia, meravigliosi che ti lasciano a bocca aperta, carichi di semplicità genuina che fa bene al cuore. Noi siamo onorati e felici di essere qui. Le persone che ci accolgono ci hanno fatto sentire subito in famiglia e parte di loro. Ci hanno donato anche una piccola rondine, simbolo della famiglia perché vola e poi ritorna sempre nello stesso nido. È una accoglienza che colpisce, molto autentica, fatta da persone semplici, ma generose che hanno saputo darci tantissimo con pochissime cose. È un’accoglienza straordinaria!».
Quest’accoglienza lascerà il segno in tanti di loro ed una volta rientrati a casa sapranno prenderla di esempio ed imitarla quando ne avranno l’occasione.

A cura di Riccardo Liguori
Coordinatore della Commissione regionale per le comunicazioni sociali della Ceu

Verso la GMG di Lisbona “l’Umbria cammina insieme”. Il saluto dei Vescovi ai giovani delle diocesi umbre partecipanti alla GMG

“L’Umbria cammina insieme” è il ‘motto’ impresso sulle magliette che indosseranno gli 837 giovani delle diocesi umbre nel loro «grande pellegrinaggio» alla GMG, la Giornata Mondiale della Gioventù voluta da san Giovanni Paolo II, a partire dal 1985, che li vedrà con papa Francesco, insieme a centinaia di migliaia di coetanei provenienti da tutto il mondo (gli italiani saranno oltre 60mila), a Lisbona (1-6 agosto). Nella capitale portoghese, l’Umbria sarà rappresentata, oltre che dai giovani delle diocesi accompagnati dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e da diversi sacerdoti, seminaristi, animatori e catechisti, anche da 441 giovani delle comunità del Cammino Neocatecumenale.
«Questo grande pellegrinaggio di giovani» – così definisce la GMG don Marcello Cruciani, delegato regionale per la Pastorale giovanile della Ceu, “decano” dei sacerdoti umbri alla GMG (ha partecipato a tutte le edizioni eccetto a quella di Manila) – inizierà per questi 837 ragazzi e ragazze la sera del 24 luglio e si concluderà l’8 agosto dopo aver fatto tappa al Santuario di Lourdes. Dall’Umbria, con quattordici autobus, dopo una sosta in Francia, i giovani arriveranno il 26 luglio nella diocesi portoghese di Aveiro, sull’Atlantico, dove soggiorneranno fino al 31 successivo, dando vita ad un “gemellaggio” in preparazione alle giornate di Lisbona.
Programma e finalità. «Siamo pronti, ripartiamo per la GMG, un’“antica tradizione” che si rinnova di generazione in generazione, dal lontano 1985, per tanti giovani delle diocesi umbre con un unico coordinamento regionale». A precisarlo è don Marcello Cruciani nel presentare programma e finalità di questa nuova GMG, «un’esperienza intensa di fede, di condivisione, di aggregazione che aiuterà i giovani a crescere e a maturare umanamente e cristianamente. Ad Aveiro gli umbri vivranno giornate molto interessanti con le persone delle parrocchie che li ospiteranno fino al 31 luglio, visitando alcune attività di volontariato, partecipando ad un festival culturale, vivendo momenti di preghiera e condivisione, celebrazioni eucaristiche con i giovani di Aveiro ed animando una giornata dedicata alla famiglia come segno di ringraziamento per l’accoglienza ricevuta. A Lisbona (1-6 agosto) gli umbri vivranno gli appuntamenti comuni a tutti i giovani, dalla celebrazione eucaristica di avvio GMG, presso la “Collina dell’Incontro”, alle catechesi mattutine nelle strutture dove alloggeranno, in attesa dell’incontro con papa Francesco che avverrà, sempre alla “Collina dell’Incontro”, il 3 agosto. Il giorno successivo ci sarà la Via Crucis con il Santo Padre e il 5 agosto inizierà il pellegrinaggio al luogo della Veglia di preghiera, presso il “Campo della Grazia”, nelle vicinanze di Lisbona, presieduta sempre dal Papa, a partire dalle ore 20.45, dove pernotteremo all’aperto, come è tradizione di ogni GMG, e il 6 agosto, alle ore 9, ci sarà la celebrazione conclusiva. Al termine riprenderemo la via di casa con tappa a Lourdes, il 7 agosto, per poi rimetterci in viaggio il mattino seguente in modo da rientrare in Umbria nella tarda serata dell’8 agosto. Saranno giornate molto intense, belle con tanti spazi di incontro, di preghiera, di approfondimento culturale, di festival della gioventù. Sarà, soprattutto – sottolinea don Marcello Cruciani –, un memento di grande grazia per la Chiesa universale e per le nostre Chiese dell’Umbria, caratterizzato dal clima di gioia e di condivisione che non può non arricchire la nostra fede e dare un senso alla nostra vita. Con l’aiuto di Dio e della Beata Vergine Maria, partiamo di nuovo con gioia ed entusiasmo!».

Il saluto dei Vescovi ai giovani delle diocesi umbre partecipanti alla GMG di Lisbona

I Vescovi dell’Umbria non fanno mancare la loro vicinanza ai giovani che si apprestano a vivere l’esperienza della GMG di Lisbona ai quali, nei giorni che precedono la partenza per il Portogallo, lunedì 24 luglio, stanno conferendo il “mandato del pellegrino” durante celebrazioni eucaristiche ed incontri di preghiera in ciascuna delle diocesi umbre.
I presuli offrono ai giovani e non solo, delle meditazioni sul tema di questa Giornata mondiale, “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39), nei messaggi di saluto rivolti agli 837 ragazzi e ragazze che si apprestano a intraprendere un viaggio di oltre 2.200 chilometri, dall’Umbria alla Diocesi di Aveiro (Portogallo) prima di arrivare a Lisbona. Le Chiese dell’Umbria sono ben rappresentate da questi giovani provenienti 30 da Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, 63 da Città di Castello, 35 da Foligno, 85 da Gubbio, 94 da Orvieto-Todi, 408 da Perugia-Città della Pieve, 61 da Spoleto-Norcia ed altri 61 da Terni-Narni-Amelia.
Assisi e Foligno, mons. Domenico Sorrentino. «La GMG è una grande occasione di incontro, di gioia, di fraternità, di speranza. È un incontro intorno a Gesù, è Lui la nostra giovinezza perenne, è Lui la nostra gioia. Da Assisi questo lo ricordiamo pensando alla gioia di Francesco, quando spogliandosi di tutto espresse che la libertà viene da Gesù e che solo Lui è capace di renderci veramente belli e pieni di senso della vita. E da Assisi la esprimiamo anche con la giovane santità di Carlo Acutis il quale diceva “dobbiamo essere originali e non fotocopie” e comprendeva l’originalità come qualcosa che solo Gesù ci sa dare. Io mi auguro che nei vostri giorni di Lisbona, insieme con tanti amici, possiate fare la stessa esperienza di gioia di Francesco e di Carlo Acutis. Mi auguro che possiate riportare nelle nostre Diocesi il fervore che in quei giorni maturerete. Portate a Lisbona il senso della nostra tradizione di fede di Diocesi stupende e tornatevene portando la grandezza della universalità della Chiesa della quale farete esperienza. Sarà innanzitutto lo Spirito Santo a spirare dentro di voi, come respiro e come vento, per accompagnarvi verso orizzonti di speranza».
Città di Castello e Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini. «Finalmente ci siamo, sta per comincia la GMG. Stiamo preparando gli zaini e tutte le cose che non dobbiamo dimenticare per vivere quest’avventura meravigliosa. Prima di tutto perché siamo tanti e questo è molto bello e poi faremo un viaggio importante che ci porterà in una terra nuova, ma soprattutto per l’incontro che avremo con i giovani di tutto il mondo, con il Papa. Sicuramente tra le pieghe di tutto quello che vivremo, in primis l’incontro con il Signore Gesù. Nella semplicità e con situazioni che ci scomoderanno, ma senza gravi problemi, vivremo un’occasione straordinaria e vi dico di preparare, oltre lo zaino, anche il cuore pronto ad accogliere, a stupirsi, a condividere anche con un po’ di pazienza. Spero che da questo viaggio i giovani delle Diocesi di Città di Castello e di Gubbio si possano conoscere di più per essere più amici, più fratelli per camminare sempre più insieme come papa Francesco ci ha chiesto da oltre un anno».
Orvieto-Todi, mons. Gualtiero Sigismondi. «Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa. Così si apre il racconto della visitazione di Maria a sant’Elisabetta. Queste parole esprimono molto bene il clima di gioia che i giovani della Diocesi di Orvieto-Todi stanno vivendo mentre si accingono a mettersi in viaggio verso Lisbona. Resta sempre valida la sottolineatura compiuta da san Giovanni Paolo II, l’inventore delle GMG, nella lettera apostolica Dilecti amici del 31 marzo 1985. La Chiesa in modo speciale guarda sé stessa nei giovani. Ho avuto la grazia, da diacono, di stare all’altare accanto a Giovanni Paolo II in occasione della prima GMG. Questo disco nel cuore, l’eco delle parole da lui pronunciate nella veglia di preghiera della GMG dell’anno 2000, le richiamo, invitando i giovani a metterle nello zaino. “In realtà – diceva san Giovanni Paolo II – è Gesù che voi cercate quando sognate la felicità, è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate, è Lui la bellezza che tanto vi attrae, è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso, è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita, è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare, è Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita quotidiana qualcosa di grande, la volontà di seguire un’ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società rendendola più umana e fraterna”. Carissimi giovani, la Vergine Maria faccia bello e buono il vostro cammino e vi aiuti ad esplorare il vasto orizzonte del dono di sé con il Magnificat nel cuore».
Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis. «Per partire occorre decidersi, alzarsi, uscire… Non per nulla papa Francesco mette davanti ai giovani l’immagine evangelica di Maria che si alzò e andò in fretta verso la montagna per mettersi al servizio dell’anziana cugina Elisabetta. In questa luce il viaggio dei nostri giovani a Lisbona diventa una provocazione per ciascuno di noi, a fare la nostra parte. Maria si alzò e andò in fretta… Certo, c’è un’offerta non buona, quella che porta a vivere con superficialità, a prendere tutto alla leggera, senza metterci la testa e tanto meno il cuore. Il nostro camminare, quando è abitato da Dio, ricorda il Papa, ci porta dritti al cuore di ogni nostro fratello».
Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo. «Iniziate un pellegrinaggio che vi conduce a Lisbona, ma, in realtà, vi conduce ad andare incontro al Signore nelle parole che ascolterete, negli incontri della Giornata Mondiale. Sappiate mantenere uno sguardo attento e vigilante per cogliere la presenza misteriosa di Colui che vi viene a cercare; avrà una parola su misura per ciascuno di voi. Tornerete a casa arricchiti se avrete saputo ascoltare. Vi auguro di conservare questo atteggiamento del cuore, perché anche questo momento diventi per la storia personale di ciascuno un momento di grazia».
Terni-Narni-Amelia, mons. Francesco Soddu. «Già domenica 16 luglio abbiamo avuto modo di incontrarci per riflettere insieme sulla bellezza del messaggio evangelico, ma soprattutto sulla bellezza dell’incontro con il Signore Gesù nel riflettere sul brano del Vangelo. La prima parte racconta una tragedia, cioè dove il seme va a finire male e così siamo anche noi quando consideriamo le cose che non vanno bene. Mentre la seconda racconta dove il seme dà frutti, cioè nel terreno buono. Quel terreno, ragazzi, potete essere voi ad immagine di Maria Santissima che si è messa in fretta, in viaggio verso la casa della cugina Elisabetta, tema della GMG. Il Signore vi conceda la grazia di essere terreno buono accogliendo la Parola di Dio che viene seminata nei vostri cuori, che viene anche irrorata dell’esperienza di fraternità che farete insieme ai vostri coetanei, insieme al Santo Padre e vogliate farla fruttificare il 60, il 100, secondo le vostre capacità di accoglienza».
A cura di Riccardo Liguori

Gmg 2023 a Lisbona: come seguire in giovani umbri su «La Voce» e «Umbria Radio InBlu»

La Giornata mondiale della gioventù di Lisbona – alla quale parteciperanno anche centinaia di umbri – sarà raccontata in modalità crossmediale e multicanale dal settimanale «La Voce» e dall’emittente «Umbria Radio InBlu». Grazie ai racconti e alle testimonianze degli stessi giovani, dei loro animatori e accompagnatori, sarà possibile seguire una sorta di “diario di viaggio” dalla partenza del 24 luglio fino al ritorno in Umbria, dopo la conclusione della Gmg il 6 agosto.
Sulle pagine del settimanale (in edizione cartacea e digitale) da qualche numero sono già iniziate le cronache e gli approfondimenti dedicati alla preparazione e al viaggio dei giovani umbri verso Lisbona. Racconti che continueranno anche nei prossimi numeri, mentre sul sito web del giornale – all’indirizzo www.lavoce.it – ci sarà una sezione apposita per le storie che arrivano giorno per giorno dalla Gmg.
Sulle frequenze della radio sarà in onda una “striscia” quotidiana dal 24 luglio al 6 agosto, subito dopo le principali edizioni del Giornale radio, alle ore 12.30 e alle 18.30, disponibile anche in podcast sul sito www.umbriaradio.it.
Testimonianze e racconti, gallerie fotografiche, podcast audio e clip video saranno rilanciati quotidianamente sui social media: in particolare, le pagine Facebook de «La Voce» e «Umbria Radio», il canale Youtube de «La Voce», i profili Instagram e Twitter di «Umbria Radio». Tutto confezionato con i materiali multimediali inviati dai giovani, privilegiando i loro linguaggi e modi di comunicare.

Perugia – “8xmille” «non è semplice solidarietà, è costruire con i poveri un percorso nuovo e di autonomia». L’esempio del “Villaggio Carità – Sorella Provvidenza” attivo da quasi dieci anni

Ogni anno la firma dell’“8xmille” consente anche alla Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve di portare avanti le sue opere pastorali, socio-caritative, missionarie, culturali, per la tutela e la valorizzazione dei suoi beni storico-artistici; ambiti fruibili e al servizio di tutti senza distinzione di ceto, fede, cultura e nazionalità, che vedono impegnati, oltre a sacerdoti, religiosi, religiose e diaconi, numerosi operatori e volontari laici a livello diocesano e parrocchiale.

Un supporto fondamentale. «L’“8xmille” alla Chiesa Cattolica non è semplice solidarietà, è uno strumento importante per stare vicini alle le persone che sono in difficoltà. Parte di questi fondi viene destinata alla carità e per noi questo supporto è fondamentale per poter continuare ad aiutare i poveri, a costruire con loro un percorso nuovo e di autonomia, con progetti specifici e di prossimità». Lo sottolinea don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, ricordando uno dei “frutti” tangibili dell’“8xmille”, il “Villaggio Carità – Sorella Provvidenza” in Perugia, sede della Caritas diocesana; opera che il prossimo anno, il 29 gennaio, compirà dieci anni di attività.

La “cittadella” della carità. Il “Villaggio” è una “cittadella” della carità in cui, oltre ad aver dato un tetto dignitoso, nel solo 2022, a 32 famiglie italiane ed estere, per complessive 91 persone tra adulti e minori, a causa della perdita dell’alloggio, è quotidianamente vissuto da alcune centinaia di persone. Al suo interno si trovano: il Centro di ascolto diocesano, frequentato, nel 2022, da 1.653 utenti-nuclei familiari (+ 12,7% rispetto al 2021); l’Emporio della Solidarietà “Tabgha” (vi accedono con tessera 780 famiglie); la Mensa “Don Gualtiero” (prepara 110 pasti al giorno); la “Farmacia solidale” per farmaci, presidi sanitari e ticket (servizio attivato di recente); la sede dell’Associazione perugina di volontariato (Apv), che conta più di 100 soci impegnati prevalentemente nel mondo carcerario, nell’ambito ospedaliero e nell’assistenza ad anziani e disabili.

Oltre le opere Caritas. L’“8xmille” viene impiegato annualmente anche per le attività dei 34 Oratori attivi nell’Archidiocesi che, oltre ad offrire opportunità di formazione ed educazione per fanciulli e adolescenti, sono di sostegno sociale non indifferente a migliaia di famiglie tutto l’anno, con attività di doposcuola, oltre in estate con i “Gr.Est.” (gruppi estivi). Altra “voce” significativa dell’8xmille, oltre le opere Caritas, è quella delle attività svolte per la tutela, conservazione e valorizzazione dei beni storico-artistici e culturali. Nel dettaglio la sua ripartizione in quattro “macro voci” relativa ai fondi del 2021.

L’“8xmille alla Chiesa diocesana. Da parte della CEI sono stati assegnati all’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, per l’anno 2021, complessivamente euro 5.326.553,61, così ripartiti: “Sostentamento del Clero” (di 145 sacerdoti e loro attività pastorali dirette, soprattutto di natura socio-caritativa, missionaria e di evangelizzazione), euro 2.187.395,90, pari al 41% del contributo complessivo; “Edilizia e Beni Culturali”, euro 1.738.727,80, pari al 33%; “Culto e Pastorale”, euro 718.509,23, pari al 13%; “Opere di Carità”, euro 683.920,68, pari al 13%.

L’emergenza pandemia. «L’erogazione dei suddetti fondi – spiega l’economo diocesano dott. Bruno Bandoli – ha tenuto conto del periodo emergenziale della pandemia da Covid-19. Nell’ambito di destinazione “Culto e Pastorale” è stato previsto un sostegno per vari uffici pastorali che hanno cercato di mantenere la loro attività nonostante le limitazioni al lavoro in presenza». Mentre, precisa il dott. Bandoli, «nell’ambito degli interventi caritativi sono state sostenute, come di consueto, le numerose attività della Caritas diocesana ed in particolare i servizi di accoglienza e il Centro di Ascolto. L’aiuto è stato fornito anche agli Empori diffusi nel territorio, gestiti anche grazie al generoso apporto di numerosi volontari, diventati punto di riferimento per le persone di difficoltà durante la pandemia». Inoltre, evidenzia sempre l’economo diocesano, «un settore che ha subito più di altri le problematiche portate dal Covid-19 è quello delle residenze per anziani che accolgono alcune centinaia di loro sia autosufficienti che non autosufficienti, e danno lavoro ad altrettante persone con diverse competenze e professionalità socio-sanitarie».

Forme integrative di finanziamento. Commentando questi dati, soprattutto le voci di intervento, il vicario generale don Simone Sorbaioli, a motivo di quanto illustrato dall’economo Bandoli, auspica che «la scelta dell’“8xmille” alla Chiesa Cattolica non venga meno nel tempo, ma è anche necessario, come ha sostenuto recentemente il nostro arcivescovo mons. Ivan Maffeis, pensare a forme integrative di finanziamento allo stesso “8xmille” e a nuove campagne di sensibilizzazione e di trasparenza delle opere portate avanti con le offerte che giungono alla Chiesa».

Rendiconto 2021 dell’8xmille alle Diocesi dell’Umbria”. Oltre 23 milioni di euro complessivi alle otto Diocesi della regione per contribuire alle opere di culto e pastorali, socio-caritative, di edilizia di culto e beni culturali e al sostegno della missione dei sacerdoti

In concomitanza con la Giornata nazionale dell’8xmille alla Chiesa cattolica, in calendario domenica 7 maggio, e di avvio della sua nuova campagna “Una firma che fa bene”, a Perugia, presso il Teatro parrocchiale dell’Oasi di Sant’Antonio, sabato 6 maggio, è stato presentato alla stampa il “Rendiconto 2021 dell’8xmille alle Diocesi dell’Umbria”, nel corso del 6° Convegno regionale del Sovvenire.
E’ un lavoro divulgativo preso d’esempio e ‘capofila’ di un progetto nazionale in fase di elaborazione da parte del Sovvenire della Cei, una agile pubblicazione di poco più di 60 pagine con grafici, immagini significative e codici “QR” dove scaricare più informazioni e video, avente come sottotitolo: “I progetti, le opere, i benefici per le comunità”. Una pubblicazione curata della Conferenza episcopale umbra (Ceu) con la collaborazione e la professionalità comunicativa degli operatori dei media cattolici umbri quali il settimanale La Voce, l’emittente UmbriaRadio in Blu e gli Uffici stampa diocesani e anche della Società editoriale Vita Spa impresa sociale. La pubblicazione è consultabile sul sito: www.sovvenire-umbria.it.

Alla presentazione alla stampa sono intervenuti il vescovo delegato per il Sovvenire e vice presidente della Ceu, mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il responsabile nazionale del Sovvenire della Cei, Massimo Monzio Compagnoni, e il coordinatore del Sovvenire per l’Umbria, il diacono Giovanni Lolli.
Quest’ultimo non ha nascosto la “preoccupazione” per alcune stime che danno in calo, a partire dal 2024, i fondi dell’8xMille, a seguito delle gravi ripercussioni della pandemia con diminuzione del gettito IRPEF e delle firme. Da ricordare che i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, oltre a sostenere opere di carità, sono destinati al culto e alla pastorale (esercizio e cura delle anime e scopi missionari), all’edilizia e beni culturali e al sostentamento del Clero e alle sue attività pastorali e socio-caritative. L’impegno degli operatori del Sovvenire, ma non solo, emerso anche al 6° Convegno regionale, è quello di non perdere ulteriormente rispetto a quanto si è già perso. Occorre iniziare a studiare nuove forme di sostegno, alternative allo stesso 8xmille e alle offerte deducibili, come ad esempio i lasciti testamentari e anche la creazione di sinergie a livello locale, per consentire alla Chiesa di proseguire le sue attività pastorali, socio-caritative e culturali a sostegno di credenti e non, perché l’8xmille è di aiuto a tutta la comunità. Basti pensare alla grande funzione sociale a livello territoriale svolta da migliaia di sacerdoti-parroci sostenuti anche attraverso l’8xmille, che in Italia sono 32.408 e nelle otto Diocesi dell’Umbria sono 678 (dato 2021). Proprio ai Sacerdoti e alla loro missione sono dedicate alcune pagine della pubblicazione.

Ci vuole maggiore corresponsabilità, partecipazione e comunione. A metterlo nero su bianco, nella nota introduttiva di questa pubblicazione, è l’arcivescovo Maffeis, ricordando le tre parole di papa Francesco pronunciate lo scorso 16 febbraio, “corresponsabilità, partecipazione e comunione”, nel soffermarsi sul “significato del sistema di sostegno economico”. Mons. Maffeis, nel citare ancora il Papa, esorta i cristiani a sorreggersi a vicenda, “chi è più forte sostiene chi è più debole…, per cui la corresponsabilità è il contrario dell’indifferenza, come pure del si salvi chi può”. Ed aggiunge: “Il contributo di ciascuno – che passa anche dalla firma sulla dichiarazione dei redditi – significa appartenenza, fraternità effettiva, condivisione”.
“La vicinanza solidale e la stima per la missione della Chiesa, mentre sono motivo di riconoscenza – scrive Maffeis –, ci impegnano a una testimonianza limpida, che – anche con la trasparenza dei bilanci economici – contribuisca a rafforzare la credibilità e la fiducia. Ne guadagnerà la stessa condivisione: la nostra gente, quando è informata, si rivela sempre generosa nel rispondere alle necessità che si presentano”.

L’arcivescovo Maffeis, nel presentare i dati, ha ribadito che “le risorse di cui i territori delle nostre diocesi e parrocchie hanno potuto far tesoro vanno a beneficio di tutti, indistintamente. Gli interventi spaziano dalle iniziative di accoglienza e solidarietà delle Caritas alle strutture educative, sportive e formative dei nostri Oratori, dagli interventi di restauro e valorizzazione delle nostre chiese al sostegno della missione dei sacerdoti”.
Tenendo presente che i fondi del 2021 sono ripartiti sulla base delle firme del 2018 (infatti c’è sempre uno scostamento di tre anni per l’erogazione di questi fondi da parte dello Stato), le firme per la Chiesa Cattolica sono state 13.520.527 (nel 2018) che hanno portato ad un’erogazione alla stessa Chiesa di 1.136.166.333 euro (nel 2021), di cui alle otto Diocesi dell’Umbria sono stati assegnati complessivamente 23.009.249,57 euro così destinati: Culto e Pastorale, 4.009.203,32 euro; Edilizia di Culto e Beni Culturali, 6.054.501,78 euro; Opere di Carità, 3.816.097,10; Sostentamento del Clero e sue attività pastorali, socio-caritative e missionarie, 9.129.447,37 euro. Dopo una significativa risalita dei fondi assegnati alle Diocesi dell’Umbria, nel 2016 erano 20,36 milioni di euro e nel 2020 26,32 milioni di euro (quasi 6 milioni in più), nel 2021, con 23,09 milioni di fondi, si registra una contrazione di oltre 3 milioni rispetto all’anno precedente.

Uniti per rendere più efficaci le risorse a disposizione. Anche per questo si parla di “una visione condivisa e di prospettiva” delle Chiese dell’Umbria. Ad evidenziarlo, nel commentare i dati nel “Rendiconto 2021 dell’8xmille alle Diocesi dell’Umbria”, è l’economo della Ceu, Daniele Fiorelli, che scrive: “Le diocesi umbre stanno provando sempre di più a camminare insieme, nella consapevolezza che solo uniti si potranno rendere più efficaci le risorse a disposizione”. Questa consapevolezza è stata sollecitata ulteriormente dall’esperienza del difficile periodo della pandemia; periodo superato, ricorda il dott. Fiorelli, “sperimentando collaborazioni e condivisioni di difficoltà e trovando soluzioni ai problemi… Si è dato supporto alle Caritas diocesane per rispondere alle necessità più svariate provenienti dai territori, producendo esperienze di solidarietà in quantità e qualità più visibili e concrete in tutte le Diocesi umbre”. Sono stati messi in campo, sottolinea l’economo della Ceu, “progetti in sinergia con gli Enti locali, Comuni e Fondazioni bancarie”, perché “ciò nasce sempre dalla chiara convinzione che i fondi dell’8xmille non possono essere (più) considerati uniche fonti di sostegno delle attività delle Chiese locali. L’8xmille, piuttosto, deve essere considerato e riconosciuto come una risorsa fondamentale per avviare processi e progettazioni in collaborazione tra vari Enti ecclesiastici e anche civili, a partire dagli Enti locali”.

Una firma che fa bene. La presentazione alla stampa umbra di questo “Rendiconto”, oltre a contribuire alla trasparenza dei relativi bilanci 8xmille di ciascuna Diocesi, è stata occasione per far conoscere a livello locale la nuova campagna di comunicazione 8xmille della Cei. “Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farne migliaia” è il claim di questa campagna, iniziata pochi giorni fa, che mette in evidenza il significato profondo di un semplice gesto che permette ogni anno di realizzare migliaia di progetti in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. Una campagna che, come evidenzia il suo slogan, “Una firma che fa bene”, sottolinea la relazione forte e significativa tra la vita quotidiana dei cittadini e le opere della Chiesa, attraverso la metafora dei “gesti d’amore”: piccoli o grandi che siano, essi non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie. Come fa la Chiesa ogni giorno con i suoi interventi arrivando capillarmente sul territorio a sostenere e aiutare chi ne ha più bisogno: poveri, senzatetto, immigrati, ma anche italiani che attraversano momenti di difficoltà.

E le otto Diocesi dell’Umbria, nel pubblicare i propri rendiconti, presentano le loro opere socio-caritative, perché dietro a tanti numeri ci sono tanti volti sofferenti di fratelli e sorelle che più di altri incarnano il volto di Cristo. Basti pensare all’Emporio Caritas “7 Ceste” di Assisi-Nocera-Gualdo, inaugurato nel 2016, dove nel 2021 sono state seguite oltre 2.300 persone da 50 volontari e distribuiti beni di prima necessità pari a 113 tonnellate; ai pozzi per l’acqua realizzati dalla Diocesi di Città di Castello in Malawi, collaborando con l’associazione “Sottosopra ovd”, che dal 2004 opera in questo Pese africano, uno dei più poveri del mondo; al progetto “Fratelli tutti” di Foligno, realtà legata alla Caritas diocesana, ma anche ricca di altre dimensioni, che si fonda su tre parole peculiari: ospitalità, servizio, formazione, comprendenrte un nuovo emporio e un servizio medico volontario; al progetto di sostegno alle fragilità e vulnerabilità sociali realizzato in collaborazione tra la Diocesi e il Comune di Gubbio per famiglie con grave emarginazione, in assenza di alloggio e reti familiari; al progetto di “Solidarietà oltre le sbarre” della Diocesi di Orvieto-Todi rivolto al mondo carcerario dove opera da oltre 20 anni la Caritas e al rifacimento della navata della chiesa della Natività di Maria Santissima in Canonica, “oggetto di vera devozione popolare”; All’Emporio “Divina Misericordia” promosso dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve nel 2016, luogo in cui la solidarietà dei donatori e la dedizione di 80 volontari si uniscono per aiutare persone in temporanea difficoltà, assistendo nell’ultimo anno 376 famiglie con 385 figli al di sotto dei 15 anni (33 neonati), movimentando 128 tonnellate di generi di prima necessità; al progetto “Job Placement” della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, pensato per facilitare l’ingresso di giovani nel mondo del lavoro, che ha interessato, nel 2021, 22 inoccupati dai 18 ai 30 anni che hanno intrapreso un percorso di formazione con tirocini retribuiti presso aziende del territorio, così da valorizzare le proprie capacità; al progetto “GoLife” per “tornare alla vita” dopo la pandemia promosso dalla Diocesi di Terni-Narni-Amelia, un nuovo modello di carità legato al coinvolgimento attivo della comunità, sostenendo quelle più in difficoltà dal punto di vista sociale, senza trascurare l’”Emergenza Ucraina” coinvolgendo la comunità diocesana e quelle parrocchiali in azioni di carità di prossimità.





Terni – Veglia di preghiera per la giornata dei Missionari Martiri

Il 24 marzo nella chiesa di Santa Maria della Misericordia a Terni è stata celebrata la giornata dei Missionari Martiri, con la veglia di preghiera “Di me sarete testimoni” presieduta dal vescovo Francesco Soddu.
Un ricordo dei 18 missionari uccisi nel corso del 2022, di cui due italiani: si tratta di suor Luisa Dell’Orto, Piccola Sorella del Vangelo, assassinata in un agguato tra i vicoli della capitale di Haiti il 25 giugno, e di suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, uccisa in Mozambico nel corso di un’azione terroristica il 6 settembre 2022.
Il vero testimone è il “martire”, colui che dà la vita per Cristo, la prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù, l’esperienza di essere salvati da Lui che spinge ad amarlo sempre di più. La veglia è stata scandita dalle letture di brani tratti dal messaggio di papa Francesco per la giornata missionaria mondiale, dai canti, dalla lettura del Vangelo e del martirologio in memoria degli uomini e donne uccisi nel mondo. A conclusione della veglia la consegna del segno rappresentato da un sacchetto con semi di grano segno del seme che muore per dare frutto, accompagnato da un pensiero di mons. Oscar Romero. Le offerte raccolte come segno concreto di partecipazione all’opera di apostolato saranno donate a suor Agnese in Congo per le orfane e le ragazze che si formano professionalmente per provvedere al loro futuro.
La celebrazione della Giornata dei missionari martiri si colloca nel giorno dell’uccisione di monsignor Oscar Romero, il 24 marzo 1980 in El Salvador, e vuole fare memoria del suo impegno a fianco del popolo salvadoregno, oppresso da un regime elitario incurante della sorte dei più poveri e dei lavoratori.

Presentato il “Rendiconto 8xmille delle Diocesi umbre 2020” al 5° Convegno del Sovvenire in Umbria. La comunicazione umbra dell’8xmille “è modello campione da esportare-proporre a livello nazionale”.

“Stato e Chiesa si sono posti ciascuno, nel proprio ordine, il rapporto di indipendenza e di sovranità in reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e per il bene del Paese”. Ed è una testimonianza concreta “il sistema introdotto dalla riforma del Concordato del 1984”, che “ha dato negli anni frutti abbondanti consentendo alle nostre diocesi di rispondere in modo adeguato ai rinnovati e accresciuti bisogni collegati alla propria missione”. A sottolinearlo è stato il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, intervenendo all’incontro di presentazione alla stampa del “Rendiconto delle somme derivanti dall’8xmille delle Diocesi Umbre dell’anno 2020” (scaricabile all’indirizzo: www.sovvenire-umbria.it/rendiconto2020), tenutosi in modalità online-videoconferenza, il 12 febbraio, in occasione del 5° Convegno del Sovvenire in Umbria. Alla presentazione sono intervenuti, insieme al cardinale Bassetti, il vescovo di Gubbio mons. Luciano Paolucci Bedini, delegato Ceu per il Sovvenire, il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi, presidente della Rete museale ecclesiastica umbra, il direttore nazionale del Sovvenire, dott. Massimo Monzio Compagnoni, e il coordinatore del Sovvenire per l’Umbria, il diacono Giovanni Lolli.

I dati e particolare attenzione alla tutela del patrimonio culturale. Quest’ultimo ha presentato i dati 8xmille delle otto Diocesi dell’Umbria, che, complessivamente, hanno ricevuto dall’8xmille 26.322.768,54 (nel 2019 i fondi furono 24.056.003,14). Sono stati suddivisi secondo queste voci di spesa: 4.030.829,14 per il culto e la pastorale (formazione, missione, catechesi, esercizio del culto ecc..); 3.835.355,44 per la carità (opera caritative diocesi, parrocchie e altri enti ecclesiastici, distribuzione a single persone); 9.259.334,06 per il sostentamento del clero; 9.197.249,90 per l’edilizia di culto e i beni culturali.

“Particolare attenzione – ha commentato il coordinatore Lolli –, viene dato in questo ‘Rendiconto’ all’8xmille destinato alle otto Diocesi umbre alla conservazione e alla tutela dei beni culturali, che ammonta, negli ultimi quattro anni (2017-2020), a circa 10 milioni di euro complessivi. Parte di questi fondi sono stati devoluti alla Rete museale ecclesiastica umbra voluta dalla Ceu e presieduta da mons. Salvi”.

Ambiti di intervento. Soffermandosi sui principali ambiti d’intervento della Chiesa, attraverso i fondi 8xmille, il presidente della Cei ha tenuto ad elencarli, iniziando dal “dignitoso sostentamento e formazione del Clero”, per poi proseguire con la “manutenzione del patrimonio storico artistico”, la “realizzazione di nuovi complessi parrocchiali”, gli “interventi caritativi in Italia e all’estero” e la “multiforme azione di comunicazione, evangelizzazione e catechesi”.

Sfide nuove. Il cardinale Bassetti ha parlato anche delle “sfide nuove”, che “però si pongono oggi per questo sistema, ad esempio quella di sviluppare la contribuzione diretta dei fedeli attraverso le offerte deducibili, per consentire il mantenimento degli standard di aiuto agli ultimi, anche nei prossimi anni quando si prevede che il gettito dell’8xmille per la Chiesa italiana diminuirà a causa della crisi economica indotta dalla pandemia e soprattutto, purtroppo, da una riduzione di firme”.

Cose non più scontate. “Oggi nella fede, come in ogni altro contesto – ha proseguito Bassetti –, non è più possibile dare alcunché per scontato o confidare negli automatismi tradizionali di socializzazione religiosa. Soprattutto con i giovani non si può presupporre che sviluppino in maniera autonoma il senso di appartenenza alla comunità ecclesiale e di conseguenza si impegnino a sostenere la Chiesa nelle sue attività. Queste cose non le possiamo più dare per scontate e qui mi rivolgo in particolare ai delegati diocesani, ai referenti parrocchiali e agli educatori”.

Maggiori competenze. Rivolgendosi ai partecipanti al 5° Convegno regionale del Sovvenire, il cardinale li ha esortati ad “un lavoro di continua motivazione, crescita in collaborazione e con le figure educative e i responsabili degli itinerari formativi giovanili. Quindi sempre di più sarà necessario acquisire competenze non solo in ambito economico, ma anche educativo per diventare promotori e motivatori di responsabilità ecclesiali”.

Lavoro in sinergia. “In concomitanza con i Sinodi diocesani – ha evidenziato Bassetti – sarà imprescindibile lavorare in sinergia mettendo in campo tutte le risorse a disposizione e per intraprendere strade nuove che ci portino a confrontarci sempre di più con il nostro prossimo in carne ed ossa anche in questo ambito del sistema economico”.

L’importanza dei media. Il presidente della Cei ha poi esortato tutti gli ‘addetti ai lavori’ a sviluppare “una trasparente ed efficace comunicazione sulla destinazione dei fondi pubblici erogati dalla Chiesa” e ad andare oltre le “campagne pubblicitarie”, perché “non bastano e devono essere integrate con un’azione promozionale e di rendiconto anche a livello territoriale al di là dell’adempimento degli obblighi di legge. Sarà sempre più importante questo lavoro che voi state facendo oggi sul versante della comunicazione”.

Il ringraziamento anche ai comunicatori. “A tale proposito la rete delle testate giornalistiche e radiofoniche locali di area ecclesiali e anche di area laica e le numerose possibilità offerte dalla rete – ha concluso il cardinale Bassetti – sono canali da conoscere sempre meglio da esplorare per cui spero che il vostro ritrovarvi qui potrà essere davvero l’occasione di condividere pratiche efficaci e scambiarsi buone idee. Per questo vi ringrazio tutti della vostra presenza e vi auguro un buon lavoro perché davvero questo incontro divenga foriero di una sempre più proficua collaborazione”.

Invito-provocazione. Il vescovo delegato Ceu per il Sovvenire, mons. Luciano Paolucci Bedini, ha definito la pubblicazione “Rendiconto 8xmille delle Diocesi umbre 2020”, presentata alla stampa il 12 febbraio, “uno strumento agile, semplice, ma molto significativo, perché abbiamo bisogno di comunicare bene e in trasparenza come questi denari preziosi, che arrivano dallo Stato alla Chiesa cattolica attraverso l’8xmille, vengo spesi bene, come dice il titolo consolidato e intelligente di questa pubblicazione: “8xmille Chiesa cattolica. Soldi spesi bene!”. I finanziamenti del 2020 sono stati impegnati dalle nostre Chiese raggiungendo tante situazioni importanti come la carità, il culto, l’educazione, la catechesi e la formazione della comunità cristiana”. Mentre, sul fronte dei beni storico-culturali ecclesiastici, ha aggiunto mons. Paolucci Bedini, “la Chiesa ha bisogno di crescere, di andare oltre l’8xmille, intercettando altri finanziamenti. Le numerose opere d’arte da conservare e da rendere più fruibili rappresentano la bellezza, uno degli elementi indispensabili alla vita della comunità cristiana e in generale alla vita della comunità sociale. E sappiamo che la tutela e la valorizzazione di questa bellezza ha costi molto elevati”. Al termine del suo intervento ha lanciato un “invito-provocazione”, come lo stesso vescovo delegato Ceu l’ha definito, nel dire che “dovremmo studiare come Chiesa qualcosa che possa assomigliare a quella che lo Stato ha chiamato ‘Art bonus’, una raccolta di fondi specificatamente dedicati alla custodia del beni culturali, storico-artistici e spirituali di cui gran parte sono di proprietà della comunità ecclesiale”.

Il mondo ha bisogno di bellezza. Sulla necessità di promuovere la bellezza attraverso l’accesso ai beni culturali e alla loro conservazione-valorizzazione, è intervenuto mons. Marco Salvi, presidente della Rete museale ecclesiastica umbra attivata dalla Ceu, soffermandosi sull’importanza della comunicazione. Lo ha fatto citando un passaggio di un suo articolo pubblicato da L’Osservatore Romano lo scorso settembre, in occasione dell’apertura delle celebrazioni perugino-pievesi per il V centenario della morte di Pietro Vannucci (1523-2023). “La Chiesa – scrive mons. Salvi – ha sempre tradotto il messaggio divino nel linguaggio delle forme e delle figure, e questo ci ha dotato di un patrimonio di beni artistici e culturali che, se adeguatamente comunicato e reso fruibile, può essere una proposta all’umano che soffre e che cerca una direzione nella propria vita”. Mons. Salvi ha poi sottolineato che “la ricca tradizione artistica della Chiesa, così come anche i testi del Concilio Vaticano II, ci ricordano che questo mondo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione”. Ma la bellezza racchiusa non solo nei musei, ma tangibile nelle tante chiese e complessi parrocchiali da consegnare alle future generazioni, ha evidenziato mons. Salvi, “non è di facile gestione, perché è sempre più frequente dover far fronte dal punto di vista economico alle attività di recupero, conservazione e tutela del patrimonio culturale ecclesiastico. Le parrocchie, da sole, non ce la fanno e una fonte di finanziamento importante sono i contributi Cei 8xmille. Le nostre diocesi hanno realizzato interventi importanti grazie a questi finanziamenti”. Pertanto, ha concluso il vescovo ausiliare, “è significativo far conoscere quanto l’importanza di questi contributi sia fondamentale per la vita delle nostre comunità e per la tutela del ricco patrimonio che esse conservano”.

L’importanza di comunicare. Proprio sull’importanza di comunicare come vengono investiti i contributi 8xmille alla Chiesa cattolica, è intervenuto il direttore nazionale del Sovvenire Massimo Monzio Compagnoni, sostenendo che l’azione comunicativa messa in atto dalla Ceu, attraverso il Sovvenire dell’Umbria, “è un modello campione da esportare-proporre a livello nazionale”, perché “attraverso questo rendiconto fate conoscere bene cosa la Chiesa fa in tutti i suoi ambiti pastorali, dagli interventi socio-caritativi alla tutela e valorizzazione delle sue opere d’arte e dei suoi beni culturali. Voi siete di esempio a regioni più vaste come la mia, la Lombardia, dove possono essere coinvolte importanti testate giornalistiche in quest’opera conoscitiva di come vengono spesi questi finanziamenti”.

Snocciolando alcuni dati nazionali ed umbri, il direttore Compagnoni ha evidenziato come l’Umbria è al di sotto della media nazionale riguardo ai contribuenti che firmano l’8xmille alla Chiesa cattolica, pari al 34% nel 2020, mentre in Italia è il 40%, con una flessione del 7,7% rispetto all’anno precedente, mentre in Italia è stata del 7,1%. Sono stati in prevalenza i giovani a non firmare nel 2020 (- 8,4% rispetto al 2019). Mentre sono aumentati i contribuiti, perché, ha spiegato il responsabile nazionale del Sovvenire, “c’è stato l’aumento degli imponibili”, sottolineando anche l’importanza di partecipare alla firma. Spiegando la flessione del numero di firme in Umbria, Compagnoni ha precisato che “il calo per la Chiesa è più sensibile nelle diocesi con percentuali di scelte più basse”. Un dato significativo è quello della Caritas in Umbria che ha permesso, grazie all’8xmille, di aiutare 15.516 persone (di cui il 53% donne e il 47% italiani) con oltre 77.000 interventi. Intanto in Italia, nel 2020, la Chiesa cattolica ha ricevuto dall’8xmille 1.135.000.000 di euro di cui il 38,4% spesi per culto e pastorale, il 35,6% per il sostentamento del clero e il 26% per le opere di carità. È dal 2006 che si registra un calo costante delle firme 8xmille per la Chiesa cattolica, in particolare nel 2020, pari al 5,5% rispetto al 2019.

Per una analisi approfondita di questo fenomeno e per conoscere dati più dettagliati sull’8xmille in Italia e in Umbria, si consiglia di seguire l’intervento del dott. Massimo Monzio Compagnoni, tenuto durante la presentazione alla stampa, sul canale YouTube del settimanale La Voce (www.youtube.com/lavocepg).