Perugia – “Uno spettacolo nuovo” che si rinnova dopo un secolo, la processione e festa di Maria Ausiliatrice a conclusione delle celebrazioni del centenario di presenza Salesiana

«“E’ uno spettacolo nuovo per Perugia”. Questa è l’impressione che suscitò cento anni fa, il 4 giugno 1923, la prima processione e festa di Maria Ausiliatrice per i vicoli del Borgo Sant’Angelo di Perugia». A sottolinearlo è don Claudio Tuveri (SdB), direttore dell’Istituto Salesiano “Don Bosco” del capoluogo umbro, nell’annunciare il ritorno di questa processione mariana nel suggestivo borgo medioevale di Porta Sant’Angelo, domenica 4 giugno, con ritrovo, alle ore 17.15, presso il tempio di Sant’Angelo. La processione percorrerà corso Garibaldi, sostando con preghiere davanti ai monasteri femminili di clausura di Sant’Agnese, della Beata Colomba e di Santa Caterina, per concludersi nella chiesa di Sant’Agostino dove, alle ore 18, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis. Al termine, nella piazza antistante, le filarmoniche di Pretola e di Torgiano onoreranno Maria Ausiliatrice con un concerto bandistico. Sarà portata in processione l’antica statua mariana giunta da Roma nel 1923, pochi mesi dopo l’arrivo a Perugia dei primi tre salesiani, oggi custodita nella basilica di San Prospero interna all’Istituto “Don Bosco”.

Cento anni di futuro. L’atteso evento religioso e socio-aggregativo del prossimo 4 giugno è stato promosso dalla Famiglia Salesiana – sacerdoti, cooperatori ed ex allievi coordinati dal direttore don Tuveri, come appuntamento conclusivo del primo centenario di presenza dei “figli” di Don Bosco a Perugia (1922-2022). Anniversario molto sentito e partecipato con diverse iniziative rivolte al futuro, facendo prezioso tesoro del passato, il cui slogan è “Cento anni di futuro” (titolo dato al volume commemorativo del centenario); iniziative che hanno coinvolto le Istituzioni civili e religiose.

«Ricorderemo per molto l’accoglienza della nostra città riservata al Rettor Maggiore – ricorda il prof. Fausto Santeusanio, presidente dell’Unione ex allievi salesiani –, al quale il sindaco Andrea Romizi, il 20 giugno, ha consegnato l’onorificenza della Iscrizione dell’Istituto Salesiano all’Albo d’Oro della città. Il 2 ottobre, giorno dell’arrivo dei primi salesiani a Perugia nel 1922, sono state apposte due targhe a ricordo nella sede del “Penna Ricci”».

Quella del centenario è stata anche una proficua occasione per richiamare l’attenzione delle attività educativo-formative per giovani dell’Istituto “Don Bosco”, come il Centro di Formazione Professionale (CNOS-FAP) e l’Oratorio Salesiano con il suo frequentato Centro sportivo.

Condividere un profondo senso di appartenenza. Ritornando al centenario della processione e festa di Maria Ausiliatrice, interessante è la testimonianza storico-sociale e religiosa giunta fin quasi a noi, narrata dal direttore don Claudio Tuveri e dal prof. Fausto Santeusanio. «I quaderni della cronaca del 1923, conservati presso l’archivio del nostro Istituto – commenta il sacerdote –, registrano questo evento come “un segno di speranza per il futuro”. Dopo più di 60 anni di chiusure, timori, contrapposizioni (sorte a seguito del periodo risorgimentale, n.d.r.), quella processione, animata dal simulacro dell’Ausiliatrice, riportò il gusto della festa, del vivere la dimensione della comunità. Le famiglie con i loro bambini, ragazzi e giovani furono protagoniste. L’antico “Oratorio Don Bosco” del “Penna Ricci” fu il centro e il laboratorio di svariate iniziative quotidiane: lo sport, la musica, il teatro… Iniziative che accesero la gioia e il gusto di sentirsi corresponsabili e diedero a tutta la comunità perugina la soddisfazione di condividere un profondo senso di appartenenza».

Necessità di riscoprire il valore della partecipazione. «Oggi stiamo attraversando un tempo dove le persone, adulti e giovani – sottolinea don Tuveri –, respirano una sensazione di smarrimento e di nostalgia per i valori che costruisco il tessuto comunitario e aiutano a riscoprire l’autentico senso della festa. Lo stile di vita piuttosto individualista e circoscritto ai propri interessi producono isolamento e solitudine; abbiamo tutti necessità di riscoprire il valore della condivisione e della partecipazione».

Suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione. «Le cronache di cento anni fa, fra cui “il Corriere d’Italia” e “L’Osservatore Romano” – ricorda Santeusanio –, parlano della presenza di 12-15 mila perugini alla prima processione e festa della Madonna Ausiliatrice. Il prossimo 4 giugno non saremo così tanti, in un secolo l’antico borgo Sant’Angelo si è svuotato di perugini, certamente auspichiamo una partecipazione numerosa di popolo di Dio. Tutta la Famiglia Salesiana di Perugia, con l’evento del 4 giugno dedicato a Maria Ausiliatrice, vuole suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione e ripristinare una bella tradizione che in passato ha inciso sulla vita religiosa e sociale della nostra città».

Perugia – Tracciato un ‘bilancio’ della tappa esperienziale del “Percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane” promosso da Caritas Italiana

“Abbiamo vissuto, grazie alla collaborazione della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, la tappa esperienziale del ‘Percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane’, dove i contenuti messi al centro di questo percorso, i partecipanti li hanno visti incarnati a Perugia in un’esperienza concreta di una dimensione ecclesiale e di un contesto territoriale in cui opera la Caritas diocesana”. Lo sottolinea Francesca Levroni dell’Ufficio formazione ed animazione di Caritas Italiana e referente del percorso, nel tracciare un ‘bilancio’ di quest’esperienza vissuta a Perugia la scorsa settimana, che ha visto la partecipazione di circa ottanta persone provenienti da diverse Caritas delle sedici Delegazioni regionali, oltre a una decina di membri dello staff dei formatori di Caritas Italiana e alcuni operatori della Caritas ospitante.

Bagaglio di esperienze e creazione di più relazioni. Alla Caritas di Perugia, spiega Francesca Levroni, “Caritas Italiana ha chiesto, in particolare, di raccontare i processi che hanno portato a determinate decisioni mettendo in risalto sia i suoi punti di forza che quelli di fatica e di fragilità. Per i partecipanti è stato, soprattutto, un modo di leggere una nuova esperienza, rileggere la propria e portarsi a casa un bagaglio composto da tante esperienze creando sempre di più relazioni tra diverse Caritas. Un ringraziamento di cuore a questa Chiesa diocesana – conclude la referente di Caritas Italiana –, che, attraverso la sua Caritas, ci ha accolto con gioia e per tutto quello che ci ha raccontato e per tutti i volti, le storie che abbiamo incontrato e che ci restano impresse nel cuore sia per il servizio che per la nostra vita”.

Le opere segno del percorso di formazione. Diverse sono state le opere segno della Caritas di Perugia inserite nel percorso formativo. Dal Centro di Ascolto “San Giuseppe” di Bosco all’Emporio “Don Gustavo” di Ponte Pattoli, dal “Villaggio della Carità” di Perugia con il Centro d’Ascolto diocesano, il “Consultorio Medico”, l’Emporio “Tabgha” e la Mensa “Don Gualtiero”, alla “Casa della Carità” del Santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, alla visita a tre opere nel centro storico perugino: il “Ristoro Sociale San Lorenzo”, la “Casa Sant’Anna dei Servitori” e la “Casa San Vincenzo”. Molto coinvolgenti sono stati gli incontri con i rappresentanti delle Istituzioni civili, dai sindaci di Perugia, Andrea Romizi, e di Deruta, Michele Toniaccini, presidente dell’ANCI Umbria, ai loro assessori alle Politiche sociali, Edi Cicchi e Manuela Taglia, e con l’economista Pierluigi Grasselli dell’Osservatorio diocesano sulle povertà. Non sono mancati gli incontri spirituali ed esperienziali a “Casa Sacro Cuore” con suor Roberta Vinerba, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi, don Simone Sorbaioli, vicario generale dell’Archidiocesi, e padre Francesco Bonucci (Ofm), cappellano del Carcere di Perugia.

Una ricchezza a sostegno dei fenomeni di povertà. Nel tracciare una sintesi dei ‘commenti-impressioni’ dei partecipanti, emerge l’importanza per i “momenti di riflessione e spiritualità che hanno accompagnato anche le idee di progettualità e di condivisione nel conoscere e verificare le varie esperienze acquisite dalle diverse Caritas diocesane”. Inoltre, “le Caritas convenute a Perugia sono rimaste colpite dalla differenziazione di interventi, con una ricognizione delle necessità molto ampia a livello del territorio, intercettando diverse fragilità e cercando di rispondere alle loro richieste in maniera coerente con la missione della Caritas. Significativa è stata anche la conoscenza di progetti relativi al Welfare attuati grazie ad una intensa collaborazione con le Istituzioni civili”. Tutto questo è stato definito “una ricchezza a sostegno dei diversi fenomeni di povertà”.

Il commento del direttore della Caritas ospitante. “Questo percorso è un momento fondamentale, bellissimo vissuto dalla nostra equipe un anno fa. È stato di crescita, di incontro e viverlo oggi come Caritas ospitante è un grande onore e una grande gioia”. È il commento di don Marco Briziarelli, direttore della Caritas di Perugia, che aggiunge, “pensando alle nostre aspettative quando abbiamo fatto il percorso, il desiderio di incontrare un’altra Caritas era quello di conoscere un’altra esperienza, perché tutti tendiamo ad assolutizzare la nostra. Invece quest’incontro ci mette in una rete più grande e spero che questo sia stato uno dei desideri che hanno animato i partecipanti vivendo quest’esperienza, per mettersi in discussione e rivedere il proprio cammino di equipe. È stato molto bello anche farsi leggere dalle Caritas ospitate – conclude don Briziarelli –, perché da ogni incontro nasce un bel confronto. Ci sono state restituite cose molto importanti, che cercheremo di rileggere e rivedere come equipe, un aspetto, questo, per noi preziosissimo”.

Città di Castello – memoria dei santi martiri Cresenzino e compagni.

Venerdì 2 giugno la chiesa di Città di Castello celebra la memoria dei santi martiri Cresenzino e compagni.
Col nome di san Crescenziano (o Crescentino) una lunga tradizione fa cominciare la serie dei santi che hanno illuminato la storia della chiesa di Città di Castello. Il nome di Crescenziano, nei libri liturgici locali, compare sempre associato a quello di un gruppo di martiri sepolti nella pieve campagnola di Saddi (nel comune di Pietralunga): Giustino, Faustino, Veriano, Orfito, Grivicciano, Benedetto, Eutropio, Fortunato, Esuperanzio. I martiri di Saddi hanno goduto nel medioevo di un culto intenso in Italia centrale. La sua venerazione si è sviluppata in età altomedievale, in particolare a Urbino, a partire dal 1068.
Soldato dell’esercito romano, Crescenziano sarebbe stato espulso dalle file militari a motivo della sua fede cristiana. Giunto a Città di Castello vi avrebbe annunciato per primo il Vangelo. A motivo del suo rifiuto di sacrificare agli dei pagani subì il martirio e fu sepolto in località Saddi, dove poi sorse la pieve a lui intitolata.
A Pieve de’ Saddi mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello, celebrerà la santa messa venerdì 2 giugno alle ore 16. Sarà possibile venerare il cerchiello, reliquia attribuita al santo.

Città di Castello – cuola di Teologia. Incontro pubblico con il giornalista Marco Tarquinio

Si svolgerà martedì 30 maggio alle ore 21 presso la sala della parrocchia Madonna del Latte in Città di Castello l’incontro pubblico – ingresso libero – con il giornalista Marco Tarquinio, già direttore del quotidiano Avvenire, chiamato a concludere i corsi della scuola di formazione teologica “Cesare Pagani”.
Il giornalista, editoralista del quotidiano della CEI, si confronterà con il tema “Per una ecologia della pace”; Dichiarazione universale dei diritti umani (Onu-1948) e coscienza ecclesiale, tra profezia e fallimenti.
Il corso della scuola di formazione teologica ha affrontato un percorso di riflessione che ha riguardato il processo sinodale attualmente in corso, la comunità umana e la costruzione della pace (prendendo spunto dal sessantesimo anniversario della Pacem in terris).

Orvieto – L’Opera del Duomo di Orvieto presenta i lavori di restauro del Reliquiario del Corporale

Il Reliquiario del Corporale di Orvieto, straordinario capolavoro di oreficeria medievale, ritrova nuovo splendore.
Le fasi e i momenti salienti delle delicate operazioni di restauro saranno ripercorsi e approfonditi nella Conferenza-studio di giovedì 1° giugno 2023, alle ore 9.30 al Museo Emilio Greco, con la partecipazione degli esperti e dei tecnici degli istituti che hanno collaborato: il gruppo di lavoro dell’Istituto Centrale per il Restauro, che ha curato il progetto unitamente a quello per la vetrina, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, responsabile dell’alta sorveglianza, e i Musei Vaticani, che hanno prestato consulenza scientifica.
Il Reliquiario del Corporale, realizzato da Ugolino di Vieri nel 1338, costituisce non soltanto una delle più straordinarie opere dell’oreficeria medievale, ma anche il più “imponente esempio di manufatto in smalto traslucido” esistente, come ricordava Giuseppe Basile in occasione della restituzione dopo il complesso intervento conservativo condotto da parte dell’allora Istituto Centrale per il Restauro negli anni Ottanta del secolo passato. La struttura portante dell’opera è in argento dorato, come pure le parti decorative lavorate a tutto tondo. Ad essa sono unite, mediante piccoli chiodi, placche di diverse forme e dimensioni, lavorate a bulino e cesello e poi smaltate con paste vitree traslucide.

Conservato nella Cappella del Corporale in Duomo all’interno della vetrina fatta realizzare da ICR e Soprintendenza dell’Umbria a fine restauro, il Reliquiario è stato trasferito nel 2014 nel Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, nella sala della Libreria Albèri, in occasione del Giubileo Eucaristico.

Il suo valore culturale è superato solo dalla valenza storica e iconica: creato per conservare ed esporre al mondo la reliquia del sangue di Cristo, contiene il racconto figurativo più antico della storia del miracolo eucaristico avvenuto a Bolsena nel 1263, fonte originaria per i maestri che da secoli ne hanno narrato la storia, dall’orvietano Ugolino di Prete Ilario negli affreschi della Cappella del Corporale fino a Raffaello nella stanza di Eliodoro in Vaticano.

Perugia: Celebrata la Pentecoste nella cattedrale di San Lorenzo. L’arcivescovo Ivan Maffeis: “Ho visto la presenza vivace e fraterna dello Spirito nella nostra Assemblea”

Il dipinto della Pentecoste di Cesare Nebbia da Orvieto (sec. XVI), posto per la ricorrenza sull’altare, insieme ai sette lumi accesi durante l’Assemblea diocesana, ha fatto da richiamo-raccoglimento, per l’invocazione dello Spirito, ai numerosi fedeli convenuti, la sera del 27 maggio, nella cattedrale di Perugia dove è stata celebrata la Veglia di Pentecoste presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis insieme a diversi sacerdoti. La celebrazione è stata animata dal Coro giovanile “Voci di giubilo”, vissuta anche come momento culmine dell’Assemblea diocesana apertasi venerdì 26 presso il “Centro Sereni-Istituto Don Guanella”.

L’arcivescovo, nell’omelia (il testo integrale della Veglia di Pentecoste in cattedrale), ha ricordato che “lo Spirito Santo è il dono più grande: è l’amore infinito tra il Padre e il Figlio, amore incontenibile che si riversa sulla creazione, su ogni uomo, su ogni donna. Di questo Spirito – ha proseguito – noi viviamo: “Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa”. Sì, c’è uno spirito che umilia, divide, porta a perdere la fiducia nella la vita: ma questo spirito non viene da Dio… Dove arriva lo Spirito del Signore giungono, piuttosto, il perdono e la pace, la forza di non disperare – mai! -, di riconciliarci con le ferite dell’esistenza”.

Mons. Maffeis si è soffermato sui segni della “presenza vivace e fraterna” dello Spirito Santo da lui visti nella terra umbra nei primi 9 mesi di Pastore della Chiesa di Perugia-Città della Pieve. Il primo, ha detto, “non fatico a riconoscerlo nell’Assemblea diocesana che ieri e oggi (26-27 maggio, n.d.r.) ci ha riuniti insieme, animati dal desiderio di essere sempre più una Chiesa preoccupata di servire il Vangelo con uno stile di gratuità e di cura, radicati in ciò che è essenziale; una Chiesa che cresce nella corresponsabilità e riconosce l’altro nella ricchezza dei suoi carismi; una Chiesa che lascia trasparire il cuore e quindi la tenerezza di Dio ed è casa nella quale tutti hanno il diritto di trovare rispetto e accoglienza”.

Quello dell’arcivescovo Maffeis è un “elenco lungo” delle realtà ecclesiali e non, dove vede “un segno dell’azione dello Spirito”: dalle comunità parrocchiali a quelle dei monasteri, alle “tante opere di carità – a partire da quelle poste dalla nostra Caritas -“, ai “tanti movimenti ecclesiali…”.

Nell’affidare ai fedeli il compito di completare l’elenco, mons. Maffeis non poteva non menzionare la presenza “dell’azione dello Spirito entrando – ha tenuto a sottolinearlo – nel mondo del lavoro, nelle aziende, nelle fabbriche, nelle caserme, nell’Università, nelle redazioni giornalistiche, nell’Ospedale, nelle case di riposo, nell’Hospice, nel Carcere, nelle sedi delle nostre Istituzioni: quante persone compiono quotidianamente il loro dovere con dedizione e competenza, nel silenzio, consapevoli che forse nessuno mai dirà loro grazie, animati dalla coscienza di una responsabilità nei confronti degli altri”.

Terni – Veglia diocesana di Pentecoste “il fuoco dello Spirito trasformi la nostra Chiesa e ricomponga le divisioni in comunione perfetta”.

Sabato 27 maggio nella Cattedrale Santa Maria Assunta di Terni è stata celebrata la Veglia diocesana di Pentecoste, presieduta da mons. Francesco Antonio Soddu, con i rappresentanti dei vari movimenti ecclesiali, associazioni, parrocchie, in segno di unione e di preghiera comune, d’invocazione del dono dello Spirito santo sulla Diocesi, sulla Città e sul mondo, perché i cristiani siano, in questo mondo di violenza e di guerra, portatori di riconciliazione e di pace in tutti i luoghi di vita, soprattutto nei paesi martoriati dai conflitti.
La veglia ha avuto inizio sul sagrato della Cattedrale con l’accensione e la benedizione del fuoco, segno di luce e di speranza.
“Dal fuoco acceso dal Cero pasquale, segno e simbolo della luce di Cristo risorto, è comunicata a noi quella fiamma di amore. Illuminati e avvolti dalla potenza del suo calore, sia bruciata in noi ogni debolezza e peccato, per essere luce che illumina, fuoco che riscalda in un mondo contrassegnato dal buio del peccato e dal freddo degli egoismi”.
Quindi, in processione i fedeli, con un piccolo lumino in mano, sono entrati in chiesa, dove la liturgia è proseguita con le lutture dal libro della Genesi, dell’Esodo, del profeta Gioele, i Salmi, la lettera di San Paolo apostolo ai Romani, canti e invocazioni allo Spirito Santo, nella memoria del battesimo, nei gesti simbolici che ricordano i doni dello Spirito.
Dopo la benedizione dell’acqua, memoria del Battesimo, e l’aspersione dell’assemblea, le preghiere per la chiesa “capace di vivere la vera fraternità della famiglia di Dio, nella condivisione nella povertà”, per la famiglia, per i malati e sofferenti, per la pace in Ucraina e in ogni luogo dove aleggia la violenza e il conflitto, per i cristiani perchè siano generosi tesimoni della pace.

Orvieto – Festival Internazionale d’Arte e Fede

Il Festival torna con un’offerta culturale mirata e coerente nelle due settimane tra le festività della Pentecoste e del Corpus Domini, nell’anno del cinquecentenario dalla morte di Luca Signorelli, proponendo incontri e testimonianze con ospiti illustri del mondo dell’arte, della cultura e della spiritualità, con un programma ricco di concerti, film e conferenze in un ideale cammino di avvicinamento al Corpus Domini, da vivere come un tempo di grazia, di preparazione e di rinnovamento. “Sembra che nella cultura di oggi tutto sia facilmente influenzabile, scrollabile e sostituibile. Ripartiamo dalla bellezza custodita nella memoria collettiva e individuale di chi ha fatto esperienza di Arte e Fede in questi anni, ma anche dalla fame e dalla sete di bellezza e di verità di chi ne è alla ricerca – afferma il direttore artistico, Alessandro Lardani. Vogliamo che il Festival d’Arte e Fede rimanga per tutti un’esperienza autentica di cultura e di spiritualità da portare nel proprio vissuto quotidiano e da vivere in questi giorni a Orvieto,“città-cattedrale-palcoscenico” che abbraccia tutti, la città sul monte che non può rimanere nascosta (Mt.5,14)”. Si inizia lunedì 29 maggio alle 18.00 al Museo Emilio Greco con “Orvieto e la Sacra Rappresentazione nel XXI secolo, tra tradizione e innovazione”, incontro con Karin Coonrod, regista della Compagnia de’ Colombari, al quale interverranno Andrea Brugnera (Ass. Kamina Teatro) e Stefano Benini (Ass. Vox et Iubilum). Nella Sala Eufonica della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” mercoledì 31 maggio alle 16.00 si proietta “Godland” di Hlynur Pálmason e giovedì 1° giugno alle 16.00 “Chiara” di Susanna Nicchiarelli. Entrambi i film saranno introdotti dal critico cinematografico Valentino Saccà. Posti fino ad esaurimento, prenotazioni telefoniche tramite whatsapp al numero 348.7946373.

“Cuore di Padre. La silenziosa potenza di San Giuseppe”, invece, è il titolo della pellicola che sarà in visione giovedì 1° giugno alle 21.00 all’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. Il Film sarà introdotto dai saluti del sindaco, Roberta Tardani. Moderatori dell’incontro Guido Barlozzetti (giornalista/conduttore) e Alessandra Cannistrà (storica dell’arte). Nella stessa sede, sabato 3 giugno alle 18.30, sempre ad ingresso libero, si proietta il cortometraggio già candidato all’Oscar “Le Pupille” di Alice Rohrwacher, con l’attesa partecipazione della regista attualmente impegnata a Cannes con il nuovo film “La Chimera”.. Modererà Sergio Perugini, segretario della Commissione Film della Conferenza Episcopale Italiana. “Sit Laus Plena, la musica di Giuseppe Pedota per il Duomo di Orvieto riscoperta dopo 200 anni” è il concerto in Cattedrale, in programma per domenica 4 giugno alle 19.00, realizzato in collaborazione con il Lions Club Orvieto dalla Corale Vox et Jubilum e dall’Orchestra Calamani. Trascrizioni dei Maestri Riccardo Bonci e Stefano Benini. Sempre in Duomo, lunedì 5 giugno alle 21.00, sarà la volta del concerto-testimonianza dei THE SUN che presenteranno il nuovo album “Qualcosa di vero”, nato da forti esperienze personali e in grado di parlare al cuore di chi vuole fare del proprio cammino una storia autentica

Martedì 6 giugno, ancora in Duomo alle 21.00, XIV edizione della Rassegna Corale di Musica Sacra a cura dell’Associazione “Vox et Jubilum” con la partecipazione de “I Madrigalisti” di Perugia diretti da Mauro Presazzi e “Glissando Vocal Ensamble” di Urbisaglia. “Storia di un violino e del suo albero”, il docufilm in proiezione alla presenza del regista Matteo Ceccarelli mercoledì 7 e giovedì 8 giugno alle 16.30 nella Sala Eufonica della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi”. Posti fino ad esaurimento, prenotazioni telefoniche tramite whatsapp al numero 348.7946373.

“Il Mistero dell’Eucaristia” è il titolo del concerto della Corale di Sant’Andrea diretta dal Maestro Riccardo Cambi che si terrà nella Chiesa di Sant’Andrea mercoledì 7 giugno alle 21.00 con Myungjae Kho, Gabriele Falcioni e Gabriele Anselmi. Letture di Edoardo Siravo. Evento a cura dell’Associazione “Lea Pacini” in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Andrea, con la Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” e l’Unitre. Venerdì 9 giugno alle 17.30, l’incontro “La carne come compimento della salvezza in Luca Signorelli”, tenuto da Padre Jean Paul Hernandez SJ, docente di Arte e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e promosso dall’Opera del Duomo di Orvieto per i 500 anni dalla morte dell’artista. Introdurrà il presidente, Andrea Taddei.

Il Festival Internazionale d’Arte e Fede di Orvieto ha ospitato in questi anni personaggi di primo piano del mondo della cultura tra cui: Angelo Branduardi, Roberto Vecchioni, Claudia Koll, Amedeo Minghi, Susanna Tamaro, Massimo Cacciari, Franco Nero, Giacomo Poretti, Paolo Cevoli, Giovanni Scifoni, Giulio Base, Guido Chiesa, Alice Rohrwacher, P. Enzo Bianchi, P. Antonio Spadaro, P. Bernardo Gianni, Mons. Dario Viganò, Paolo Ruffini, Marco Tarquinio, Don Fabio Rosini, Card. George Pell, Mons. Marco Frisina, Mons. Timothy Verdon, Don Ivan Maffeis, Chiara Amirante, Suor Cristina, Kantiere Kairòs, Debora Vezzani, Costanza Miriano, Don Maurizio Patriciello, Don Luigi M. Epicoco, Suor Anna Nobili, Ambrogio Sparagna, Davide Rondoni, Daniele Mencarelli, Fabrizio Maria Cortese, Antonio Socci, Marco Guzzi, Corrado Augias, Alessandro Zaccuri, Mimmo Muolo, Gerolamo Fazzini, Franco Nembrini, Roberto Filippetti, Mino Milani, Antonella Anghinoni, Rino Cammilleri, Pino Strabioli, Guido Barlozzetti, Gianfranco Vissani, Riccardo Cotarella, Luca Tomassini, Karin Coonrod, Bruce Herman, Natalia Tsarkova, George Campbell e molti altri importanti studiosi delle più prestigiose Università del mondo: Cambridge University, Yale University, University of Sydney, Università di Ginevra, Università di Perugia, Pontificia Università Gregoriana, Pontificia Università della Santa Croce, Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, Pontificia Università Lateranense, oltre a cori, orchestre e compagnie teatrali nazionali e internazionali (Compagnia dé Colombari, Compagnia Jobel Teatro, Compagnia Fattore K, ecc.).

Perugia – festa di Pentecoste, la chiesa di Santo Spirito si impreziosisce di una nuova vetrata artistica

«La nuova vetrata artistica della chiesa di Santo Spirito che inaugureremo il giorno di Pentecoste, festa della nostra comunità parrocchiale, rappresenta la salita al Cielo del Cristo benedicente». Ad annunciarlo è il parroco mons. Saulo Scarabattoli, vicario episcopale della Prima Zona pastorale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, alla guida di una delle comunità parrocchiali del capoluogo umbro più vitali ed impegnate a livello pastorale, culturale e socio-caritativo, contribuendo non poco alla stessa vitalità di uno dei quartieri caratteristici del centro storico perugino.

«L’ascesa al Cielo del Signore Gesù – commenta mons. Scarabattoli – è un invito all’umanità ad alzare lo sguardo verso la Luce di Dio, in un’epoca che vede la società sempre più alle prese con un processo quasi irreversibile di secolarizzazione. Al contempo, ciò che trasmette speranza all’umanità, è la crescente ricerca di Dio da parte dei “lontani” desiderosi di avvicinarsi al Signore Gesù attraverso la Chiesa e i suoi tanti esempi di santità, anche del nostro tempo, e di testimonianze di carità e misericordia».

La chiesa di Santo Spirito, risalente alla fine del ‘500, è una delle più frequentate della città, situata nel rione di Porta Eburnea, che, domenica di Pentecoste 28 maggio, si andrà ad impreziosire di una nuova vetrata collocata sopra la lunetta della porta d’ingresso, venendo inaugurata al termine della celebrazione eucaristica delle ore 11.30.

«Questa splendida vetrata – precisa mons. Scarabattoli – è un’opera realizzata dallo studio Moretti-Caselli e dal tecnico Pierluigi Penzo, grazie al contributo di un privato benefattore e a quello della “Fondazione Perugia”, che, come sempre, dimostra grande sensibilità verso l’arte, anche moderna, e la bellezza che veicolano il desiderio di elevare lo Spirito».

La festa di Pentecoste in questa parrocchia si concluderà domenica sera 28 maggio, alle ore 21, con il concerto canoro del Coro lirico dell’Umbria, diretto dal maestro coreano In Sang Hwang, che eseguirà l’opera “Suor Angelica” del grande compositore Giacomo Puccini (1858-1924) del quale il prossimo anno si celebrerà il centenario della morte.

Terni – veglia diocesana di Pentecoste

Sabato 27 maggio nella Cattedrale Santa Maria Assunta di Terni, alle ore 21, si terrà la veglia di preghiera diocesana per la Pentecoste, che sarà presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu.

La veglia, che rappresenta un importante momento d’incontro per la chiesa locale e di preghiera comunitaria, riunisce in diocesi i vari movimenti ecclesiali, associazioni, parrocchie e i fedeli, in segno di unione e di preghiera comune, perché la Pentecoste sia seme di accoglienza e fraternità, nell’unità tra diversità di carismi e doni, a servizio della Chiesa.

Una preghiera corale per invocare lo Spirito Santo sulla Diocesi, sulla Città e sul mondo, perché i cristiani siano questo mondo di violenza e di guerra portatori di riconciliazione e di pace in tutti i luoghi di vita, soprattutto nei paesi martoriati dai conflitti. Una preghiera per tutti i cresimandi e cresimati di questo anno che ricevono il dono dello Spirito Santo.

La veglia di Pentecoste avrà inizio sul sagrato della cattedrale con l’accensione e la benedizione del fuoco segno di luce e di speranza; in processione i fedeli con la candela in mano entreranno in chiesa, dove la liturgia proseguirà scandita dall’ascolto della parola di Dio, da canti e invocazioni allo Spirito Santo, nella memoria del battesimo, nei gesti simbolici che ricordano i doni dello Spirito.

«E’ lo Spirito che rende attraente e preziosa ogni realtà che è in noi e attorno a noi – ricorda il vescovo Soddu –. In questo periodo del cammino sinodale della Chiesa ci viene chiesto di metterci in ascolto della voce dello Spirito che si manifesta anche attraverso la voce degli altri. L’effusione dello Spirito Santo raggiunga ogni cellula della nostra Diocesi; ogni cristiano ne sappia cogliere il soffio e ognuno possa contribuire a discernere nella Chiesa la sua missione».