Perugia – solennità dell’Epifania del Signore a San Sisto, con la Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Re Magi, alla presenza del cardinale Gualtiero Bassetti, con tema “la comunione tra comunità civile e religiosa”

Quest’anno, a Perugia, la solennità dell’Epifania del Signore, 6 gennaio, sarà celebrata a livello diocesano non in cattedrale, ma in una comunità parrocchiale, come segno di crescita cristiana che dalla periferia raggiunge tutta la città. Il cardinale Gualtiero Bassetti, lunedì prossimo, alle ore 16, sarà presso la comunità parrocchiale di San Sisto, centro della principale zona industriale del perugino, dove si svolgerà la Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Re Magi. E’ un’iniziativa promossa dall’Ufficio diocesano familiare, con il concreto sostegno dell’associazione territoriale “Il carnevale, i rioni”, insieme all’Unità pastorale di San Sisto-Lacugnano-Sant’Andrea delle Fratte, che celebra il 50° anniversario della nascita della Parrocchia.

Un cammino nel riconoscere Cristo nel volto dell’altro.

Alla Sacra rappresentazione è stato invitato anche il sindaco di Perugia Andrea Romizi; iniziativa che vedrà la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose del capoluogo umbro. Tema della solennità dell’Epifania di San Sisto, come spiega il parroco don Claudio Regni, «è “la comunione tra la comunità civile e religiosa”. Un cammino in comunione, come quello dei Re Magi – precisa don Regni –, iniziato, per la nostra comunità, 50 anni fa con la nascita della Parrocchia. Un cammino che oggi prosegue nel riconoscere Cristo nel volto dell’altro e costruendo una società volta all’accoglienza, alla condivisione, alla solidarietà e che sia, nel contempo, una comunità dedita al lavoro, che crea sviluppo e sostenibilità economica delle famiglie e delle imprese, alla cultura, al sociale e alla politica, in particolare nella crescita e nella formazione delle giovani generazioni che sono la società di domani». Inoltre, ricorda il parroco di San Sisto, «san Francesco diceva ai suoi frati: “Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole!”. Sì, perché lunedì 6 gennaio non saranno tanto le parole, quanto una bellissima rappresentazione sacra sull’arrivo dei Magi da Gesù Bambino, completa di pastori, angeli, cammelli, pecore…, a risvegliare in noi quel Natale di cui udiamo tanto parlare in tv, alla radio, ma senza forse sentirlo più veramente».

La comunione tra rioni, quartieri, periferie, popoli, nazioni e istituzioni.

In attesa della Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Magi, commenta don Claudio Regni, «credo che la parola più importante sia la comunione tra i vari rioni, quartieri e periferie della città, come anche la comunione tra i popoli, le nazioni e le loro istituzioni. A San Sisto riproporremo un viaggio verso la comunione dei Re Magi che vanno ad incontrare il Dio della pace, della gioia e della tenerezza, del rispetto e della stima reciproca a partire dalle piccole comunità come la nostra. E’ un cammino di comunione di speranza, di riconciliazione e di ascolto dell’altro; un cammino di conversione con prospettive e finalità nuove, superando gli ostacoli e le prove della vita».

Il programma della Sacra rappresentazione e la tombolata dei giovani dell’Oratorio.

La Sacra rappresentazione di San Sisto coinvolgerà la comunità civile e religiosa non limitandosi all’area del complesso parrocchiale, ma avrà inizio (alle ore 15.30) con i Re Magi in corteo (in costumi storici e cammelli) per le vie principali della frazione perugina con ritrovo in piazza Martinelli, adiacente alla Biblioteca comunale (alle ore 16), dove ci sarà l’incontro con Erode per poi proseguire fino al sagrato della chiesa “Santa Famiglia di Nazareth” per conoscere e adorare Gesù Bambino, il Salvatore del mondo. La Sacra rappresentazione terminerà con un’agape fraterna e attività ludiche natalizie organizzate dai giovani dell’Oratorio “Sentinelle del Mattino”, in particolare la tradizionale tombolata, i cui premi sono stati offerti dalle aziende del territorio. «Un segno-testimonianza – spiegano gli animatori dell’Oratorio – che, come i Magi provenivano da diverse parti del mondo portando ciascuno un dono, così ognuno di noi può rendere omaggio a quel Bambino di fronte al quale siamo tutti benvoluti».

Perugia – il cardinale Gualtiero Bassetti in visita all’Hospice dell’USL 1 Umbria. Il presule al personale sanitario e ai fedeli presenti: «Lo sguardo di amore dà vita, comunica vita».

Volti e sguardi segnati dalle lacrime, dalla commozione si coglievano tra i fedeli mentre il cardinale Gualtiero Bassetti teneva l’omelia della celebrazione eucaristica presso l’Hospice di Perugia, il Centro residenziale di cure palliative dell’Usl 1 Umbria, visitato dal presule il 4 gennaio. E’ stata la prima visita pastorale del 2020 che il cardinale ha voluto dedicare, come nel 2019, a questa struttura sanitaria dove nell’ultimo anno sono stati accolti 222 malati e 250 assistiti a domicilio.

Accolto dalla responsabile dell’Hospice, la dott.ssa Susanna Perazzini, il cardinale Bassetti ha visitato i degenti e si è intrattenuto con i loro familiari, il personale sanitario e i volontari, celebrando la s. messa alla presenza anche di numerosi fedeli che negli anni hanno avuto dei congiunti ricoverati nella struttura a cui sono rimasti legati e grati per il sostegno ricevuto. Concelebranti sono stati don Domenico Lucchiari, cappellano dell’Hospice perugino, e don Robin Weatherill, cappellano dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Il cardinale ha avuto per tutti parole di conforto e d’incoraggiamento, evidenziando quanto sia importante nella vita, soprattutto se è sofferta a causa di una grave malattia, uno «sguardo di amore per l’altro». Nel commentare il brano del Vangelo di sabato 4 gennaio (Gv 1, 35-42), il porporato si è soffermato sulla «pedagogia dello sguardo».

«In questo brano del Vangelo si parla tre volte di sguardi – ha sottolineato Bassetti –. Credo che sia una pedagogia molto importante quello del nostro sguardo, soprattutto quando stiamo con i bambini e con le persone ammalate. Ci rendiamo conto quanto è importante, soprattutto con i più piccoli, comunicare con lo sguardo. Noi comunichiamo troppo con la parola e delle volte ci accorgiamo che la parola fa anche dei guai. Spesso ci si parla più con gli occhi, perché esprimono più il cuore. Basta uno sguardo per arrivare dove non arrivano le parole, perché con uno sguardo puoi comunicare affetto, amicizia, simpatia e tanta tenerezza. Uno sguardo buono può dire all’altro: “io ti voglio bene”, facendogli capire che saresti anche disposto a dare la vita per lui».

«E’ importante lo sguardo nella nostra vita – ha proseguito il cardinale – ed anche un bambino è in grado di comprenderlo. Ho notato spesso che quando un bimbo cade in terra, prima ancora di avvertire dolore, si vuole rendere conto dello sguardo delle persone che lo amano per capire se piangere o alzarsi. Lo sguardo di amore dà vita, comunica vita. Impariamo da Gesù la dolcezza di questo sguardo e cerchiamo di averlo per tutti, in particolare per chi si trova in condizione di fragilità di salute. Come è importante donarsi ai nostri fratelli con uno sguardo benevolo. Non si segue Gesù se non ci si dona agli altri».

“L’omelia, il dialogo di Dio con il suo popolo”. Ciclo di quattro incontri promosso dall’Istituto Teologico di Assisi in collaborazione con la Ceu. Interverranno: il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente Cei, l’arcivescovo Renato Boccardo, presidente Ceu, e mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie

Alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, dal 3 al 4 gennaio e dal 10 all’11 gennaio 2020, si terrà un ciclo di quattro incontri di omiletica promosso dall’Istituto Teologico di Assisi (ITA) in collaborazione con la Conferenza Episcopale Umbra (CEU), rivolto a tutti gli interessati, in particolare agli studenti e agli ex alunni dell’ITA, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi (ISSRA) e del Pontificio Seminario “Pio XI” di Assisi, ai sacerdoti e ai diaconi dell’Umbria. Questo ciclo di incontri si ispira all’esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii gaudium (numeri 135-159), riguardante l’omelia, dove si legge che nonostante i molti «reclami in relazione a questo importante ministero», «l’omelia può essere realmente un’intensa e felice esperienza dello Spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita».

E’ una proficua occasione per riflettere sull’importanza dell’omelia, che va impostata e recepita non tanto come «un momento di meditazione e di catechesi, ma è il dialogo di Dio con il suo popolo, dialogo in cui vengono proclamate le meraviglie della salvezza e continuamente riproposte le esigenze dell’Alleanza», evidenziano gli organizzatori del ciclo di incontri. «Vi è una speciale valorizzazione dell’omelia – aggiungono –, che deriva dal suo contesto eucaristico e fa sì che essa superi qualsiasi catechesi, essendo il momento più alto del dialogo, che è già aperto, tra il Signore e il suo popolo, prima della comunione sacramentale».

Ad aprire questo ciclo di incontri nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio (ore 15) saranno il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, presidente della Ceu. Diversi e qualificati sono i relatori delle quattro giornate, tra cui mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, che interverrà nella mattinata di sabato 11 gennaio (ore 10.30) sul tema “Omelia e Evangelii gaudium, l’esortazione di papa Francesco che evidenzia come «chi predica deve riconoscere il cuore della sua comunità per cercare dov’è vivo e ardente il desiderio di Dio, e anche dove tale dialogo, che era amoroso, sia stato soffocato o non abbia potuto dare frutto» (137). Mons. Marini sarà preceduto dal preside dell’ITA, il biblista padre Giulio Michelini (Ofm), che relazionerà sul tema: “Omelia e Sacra scrittura”.

Per informazioni dettagliate sull’iniziativa e sulle attività dell’ITA, consultare il sito: www.istitutoteologicoassisi.it

Perugia – celebrata a livello diocesano la Festa della Santa Famiglia di Nazareth. Il cardinale Gualtiero Bassetti: «La famiglia è la sorgente della pace»

«Natale è prendere con noi il Bambino Gesù, accoglierlo nel nostro cuore, nella nostra vita, nei nostri pensieri. E’ questo il significato profondo del Natale. A coloro che l’hanno accolto Egli ha dato il potere di diventare figli di Dio, ma il Natale è ancora di più e riguarda anche la famiglia». L’ha ricordato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nel giorno in cui la Chiesa ha celebrato la Santa Famiglia di Nazareth, il 29 dicembre, durante la celebrazione eucaristica della Festa diocesana delle famiglie promossa dall’Ufficio per la pastorale familiare dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve; incontro tenutosi di pomeriggio nel complesso parrocchiale della Santa Famiglia di Nazareth di San Sisto con numerosi fedeli e giovani.

I bambini hanno bisogno di un padre e di una madre, un fatto non più scontato.

Pensando alla Santa Famiglia di Nazareth, ha sottolineato il cardinale, «ci sarebbero tante riflessioni da fare, ad iniziare dai bambini che hanno bisogno di un padre e di una madre, così fu anche per Gesù. Oggi, purtroppo, questo fatto – che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre – non è più scontato. Senza una famiglia completa i bimbi non potranno crescere nella salute del corpo e del cuore. Senza una famiglia, senza amore paterno e materno è impossibile educare. Il Natale torna a dire a tutte le famiglie di accogliere Gesù, di accogliere i figli. Il Vangelo del Natale è come l’Angelo che torna e chiede ai genitori di prendere con sé il bambino. La liturgia di oggi vuole che contempliamo Maria e Giuseppe con Gesù. E’ la Famiglia di Nazareth, dove – dice Paolo VI – si pregava, si meditava nel silenzio, si lavorava e si vivevano quelle virtù espresse proprio dal Libro del Siracide e nella Lettera ai Colossesi».

Custodire le persone affidate con la tenerezza di Giuseppe.

Il cardinale si è poi soffermato sulla «tenerezza di Giuseppe con cui custodiva il piccolo Gesù», ricordando le parole di papa Francesco pronunciate il 19 marzo 2013, giorno dell’inizio del suo Pontificato, ripetendo per sette volte la parola tenerezza nel descrivere san Giuseppe: «chiunque avesse delle responsabilità sia nel governo della famiglia sia nel governo della società, dovrebbe imitare la tenerezza di Giuseppe che consiste non in un potere da esercitare, ma in una attitudine a custodire. L’autorità di Giuseppe è custodire Gesù e noi dobbiamo avere la stessa tenerezza nel custodire le persone che all’interno della nostra famiglia Dio ci ha affidato. Ecco la tenerezza, la bontà, l’umiltà, la mansuetudine…, delle virtù che delle volte non si sa più dove stiano di casa. Invece di perdonarsi, spesso si punta il dito perché è molto più facile».

La famiglia una delle poche agenzie educative.

«Ritornando al significato della festa di oggi – ha proseguito il cardinale – possiamo dire che Maria e Giuseppe hanno avuto bisogno di Gesù, come Lui ha avuto bisogno della sua famiglia per compiere la sua missione sulla terra. La famiglia richiede un cuore che genera, un amore che accetta le sfide dei figli. Oggi è difficile educare i figli, perché la famiglia, anche se cristiana, si trova ad essere una delle poche agenzie educative che trasmette ancora principi e valori che sono secondo il Vangelo, secondo il comandamento di Dio. Purtroppo la famiglia in questa opera educativa non è aiutata quasi da nessuno. Oggi la famiglie è sola, ma non si deve vergognare di andare controcorrente e voi ragazzi non vergognatevi se i genitori dei vostri compagni di scuola si comportano in maniera diversa, che è tutto fuorché educare. Educare vuol dire insegnare il bene, dare dei principi buoni, insegnare l’amore verso il prossimo, insegnare il rispetto… Voi genitori siete chiamati a imitare l’obbedienza di Maria e di Giuseppe alla parola dell’Angelo, per essere padri e madri secondo il Vangelo dovete avere la loro stessa preoccupazione di seguire Gesù, di non perderlo, di cercarlo sempre».

Gesù centro della famiglia.

«Gesù resti al centro della famiglia, sia il maestro dell’amore, un amore, quello della famiglia, che non si chiude, ma che si dona e che si espande – ha sottolineato il cardinale –. Osservando qualche bambino debole impareremo ad amare tutti i bambini; non tenete lontano nessuno in famiglia, anche le persone più anziane e più fragili, perché se si escludono dal nostro cuore è come se si escludessero tutti, in primis Gesù. Con questi propositi prepariamoci al nuovo anno e la Famiglia di Nazareth per tutti noi resti l’icona a cui guardare per poter rendere le nostre famiglie più salde nell’amore e più forti nell’edificare un mondo di giustizia e di pace. Il Papa ha scritto: “Se non c’è famiglia non c’è pace”. Riflettiamo su queste parole, perché la famiglia è la sorgente della pace».

Foligno – gran concerto dell’Epifania promosso dall’associazione Santo Sepolcro Foligno Onlus

In occasione delle festività e per commemorare la visita dei re Magi a Gesù, in Betlemme, verrà realizzato un concerto di beneficenza per diffondere la conoscenza della Terra Santa e per raccogliere offerte al fine di sostenere i bambini bisognosi di Gerico della Custodia di Terra Santa e contribuire a sviluppare altri progetti nella terra del Messia.
Il concerto di lunedì 6 gennaio 2020, presso l’Auditorium San Domenico in Foligno, ore 17,30, verrà realizzato dall’Orchestra giovanile di Assisi e dal Gruppo Vocale Tritonus di Perugia che eseguiranno brani tradizionali dal repertorio natalizio, diretto dal maestro Francesco Seri e dal direttore del coro Franco Radicchia.
Alla manifestazione musicale parteciperanno alcuni elementi dell’ Ente autonomo Giostra della Quintana di Foligno i quali si esibiranno in una piacevole rappresentazione. Sul palco dell’Auditorium si esibiranno oltre quaranta artisti.
Il concerto è stato promosso dal Commissario di Terra Santa per l’Umbria P. Giuseppe Battistelli. Ofm, e gestito dall’associazione Santo Sepolcro Foligno Onlus, con il patrocinio del Comune di Foligno, Diocesi di Foligno, Ente Autonomo Giostra della Quintana di Foligno, dalla Fondazione Terra Santa, dalla Custodia di Terra Santa e da Frate Sole – Viaggeria Francescana.
L’associazione Santo Sepolcro Foligno Onlus intende perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale, attraverso iniziative culturali con particolare riferimento allo sviluppo della cultura cristiana tramite la conoscenza dei luoghi simbolo della cristianità, quali la Terra Santa, in particolare del Santo Sepolcro di cui una copia fedele è riprodotta presso il Convento San Bartolomeo di Foligno.
A tale scopo l’Associazione promuove, favorisce e sviluppa iniziative, anche con il contributo di Amministrazioni locali e di Enti pubblici, tra cui: pellegrinaggi, concerti, conferenze, mostre, proiezioni, spettacoli teatrali, visite guidate e incontri vari.
Per informazioni e prenotazioni:
Tel.393.9715743 (segreteria )
E mail: associazione@santosepolcrofolignoonlus.it
Sito: www.santosepolcrofolignoonlus.it

Spirito di Assisi – preghiera per il Libano, l’appuntamento mensile del 27 in ricordo dell’incontro interreligioso del 1986

“Il nostro appuntamento mensile di preghiera per la pace cade questo mese in giorni che a noi cristiani ricordano la nascita di Gesù, venuto a condividere la nostra povertà per insegnarci la via della pace”.
È questo uno dei passaggi dell’invito del vescovo monsignor Domenico Sorrentino, lanciato in occasione dell’appuntamento di preghiera per la pace che si ripete il 27 di ogni mese, dedicato al Libano. La preghiera del 27 ricorda lo storico incontro interreligioso del 1986 voluto da San Giovanni Paolo II.
“Guardando ai tanti scenari di sofferenza e di guerra – prosegue monsignor Sorrentino – , desidero invitare non solo i nostri fratelli di fede, ma anche i credenti di altre religioni, a pregare per il Libano. In questo Paese da secoli si sperimenta la convivenza di comunità religiose diverse. Lì in passato hanno trovato e trovano tuttora rifugio persone in fuga da guerre e persecuzioni. Lì purtroppo la violenza si è spesso abbattuta con forme tanto crudeli e spietate sia nella forma della guerra civile che nel conflitto armato. Oggi è anche la situazione sociale a lanciare un grido d’allarme. Illuminanti le parole che Bechara Boutros Rai, Patriarca maronita, ha pronunciato nel corso dell’omelia domenica 15 dicembre: “Se i politici si facessero ispirare davvero dalla volontà divina e pregassero, il Libano non si troverebbe oggi in una situazione disperata a livello economico e finanziario, con istituzioni paralizzate. Il popolo non sarebbe ridotto alla fame, umiliato, con più di un terzo di cittadini al di sotto della soglia di povertà, mentre circa la metà dei libanesi è disoccupata”.
Per chi come noi si muove nello “spirito di Assisi” – continua il vescovo – , il Libano è un laboratorio privilegiato, una sfida e una prova della convivenza tra comunità di fedi diverse. Anche per questo è bello che si senta sostenuto dalla preghiera di tante tradizioni religiose. Il 27 dicembre, ciascuno con la propria comunità, si rivolga con fiducia all’unico Dio per chiedere la pace per il popolo libanese.

Il Signore dia ai responsabili la luce necessaria perché si trovino le soluzioni politiche, economiche e sociali più efficaci”.

Come di consueto religiosi e laici sono invitati a pregare per questo Paese nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata. Non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nell’arco della giornata del 27 dicembre.

Perugia – la visita natalizia del vescovo ausiliare mons. Marco Salvi ai detenuti e alle detenute. Annunciati dalla direttrice Bernardina Di Mario importanti progetti occupazionali per il 2020

Ad anticipare il Pranzo di Natale in carcere del cardinale Gualtiero Bassetti, è stata la visita del vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, lo scorso fine settimana, ai detenuti e alle detenute, al personale educativo e di sorveglianza e ai volontari della Casa Circondariale di Capanne Perugia.

La celebrazione eucaristica natalizia ha visto la partecipazione di circa 200 tra detenuti e detenute, presieduta da mons. Salvi insieme al cappellano della struttura padre Francesco Bonucci e al cappellano del Perugia Calcio padre Mauro Angelini, entrambi dell’Ordine dei Frati Minori. La liturgia è stata animata dalla Comunità Magnificat e un detenuto ha donato a mons. Salvi un crocifisso da lui realizzato.

Tra i volontari delle associazioni operanti in carcere c’era il segretario dell’Associazione perugina di volontariato Maurizio Santantoni, che ha fatto da “portavoce” a ciò che ha detto mons. Salvi all’omelia. «Il vescovo ha evidenziato due aspetti del Natale – racconta Santantoni –: il primo, è che per ciascun cristiano si apre, qualunque sia la condizione di vita, la speranza. E’ una luce che entra nella vita e rischiara le tenebre; il secondo, è che Dio ama ciascun uomo che deve prendere coscienza di questo Amore, perché la vita abbia una speranza al di là delle difficoltà. Mons. Salvi ha anche ricordato che la venuta del Figlio di Dio tra gli uomini è stata annunciata dall’Angelo prima di tutto agli emarginati. Questo deve far riflettere su come il Signore possa entrare nella vita di ciascuno, pur in difficoltà o che ha commesso degli sbagli».

Nel prendere la parola la direttrice della Casa Circondariale Bernardina Di Mario, ha annunciato alcuni importanti progetti occupazionali per i detenuti e le detenute che saranno avviati nel corso del 2020. Innanzitutto il progetto di un laboratorio di cucito, che occuperà 60 tra detenuti e detenute, per la produzione di indumenti per gli agenti di Polizia penitenziaria di tutt’Italia.

Perugia – lutto per la morte di don Benito Baldoni, parroco emerito di Castiglion della Valle, originario di Magione, un «pastore vero, determinato, dalla grande umanità».

E’ tornato alla Casa del Padre, nel giorno della vigilia di Natale, presso la Residenza Protetta “Fontenuovo” di Perugia, don Benito Baldoni, parroco di Castiglion della Valle dal 1956 al 1993 e poi parroco solidale presso le comunità parrocchiali di Villanova, Badiola, San Biagio della Valle e Pila. Appresa la triste notizia, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti si è raccolto in preghiera, affidando al Signore l’anima buona e generosa di questo servitore della Chiesa. Il cardinale e il Clero diocesano esprimono alla famiglia di don Baldoni il loro profondo cordoglio e la loro vicinanza spirituale.

Le esequie saranno celebrate giovedì 26 dicembre, alle ore 10, presso la chiesa parrocchiale “San Pio” di Castel del Piano, presiedute dal vescovo ausiliare mons. Marco Salvi. La camera ardente è allestita dal pomeriggio del 24 dicembre presso la Residenza “Fontenuovo”.

Don Baldoni, racconta il suo confratello don Calogero Di Leo, direttore dell’Ufficio diocesano catechistico, «è stato confessore fino all’ultimo, un pastore vero, dal carattere determinato, in apparenza un po’ duro, ma di una grande umanità e sensibilità verso il prossimo. Amava la Chiesa e la sua vocazione e si definiva un uomo e un pastore libero, franco e schietto. Era diretto nel dire le cose ma con delicatezza. Amava la gente ed era addolorato per come stava andando la società, sempre più avvolta dal nichilismo con il conseguente allontanamento dell’uomo dall’aspetto cristiano della vita. Don Benito mi diceva spesso – ricorda don Calogero – che la Chiesa doveva ritornare ad evangelizzare, riportando il Vangelo nelle famiglie. Fino a pochissimi giorni fa leggeva, studiava per aggiornarsi e informarsi. Lo trovavo sempre con un nuovo libro in mano».

Don Baldoni era nato a Magione il 12 novembre del 1928, entrando nel Seminario diocesano di Perugia a 11 anni dove rimase fino alla maturità classica per poi trasferirsi al Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Assisi. Per un anno svolse il servizio militare a Firenze (presso il Genio Trasmissioni) e successivamente completò l’iter teologico a Cortona, presso il Seminario dei padri Redentoristi. Fu ordinato sacerdote il 29 giugno del 1954 dall’arcivescovo di Perugia mons. Mario Vianello, celebrando la prima Messa a Magione il 4 luglio 1954 e poco dopo gli venne affidato l’incarico di cappellano ad Agello con parroco don Antonio Fedeli. Il 2 dicembre del 1956 fu nominato parroco di Castiglion della Valle. Terminato il suo servizio in parrocchia nel 1993, fu per diversi anni parroco solidale presso le parrocchie della sua Unità pastorale. Dal 2014 fu assistito presso i religiosi di Madre Speranza a Collevalenza e dal 2017, con l’aggravarsi della malattia, venne accolto presso la Residenza Protetta “Fontenuovo” di Perugia.

FRATI ASSISI: NATALE DI SPERANZA E PACE VISSUTO CON SORELLA SOBRIETA’

«Che sia un Natale di speranza vissuto in pace in famiglia e nella sobrietà della vita di tutti i giorni» questo l’augurio della Comunità francescana del Sacro Convento di Assisi per le prossime festività. «Per questo Natale dovremmo fermarci un attimo per ritrovare il rapporto con il tempo e vivere il presente senza fretta – ha dichiarato il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato-. Auspico affinché il Natale illumini le nostre strade e ci renda quelli che non hanno paura del buio, proprio perché dentro la notte, per chi spera, c’è un mondo in attesa».

A nome di Papa Francesco, sarà il Cardinale Agostino Vallini, Legato pontificio per la Basilica di San Francesco, a presiedere la Santa Messa di Natale la notte del 24 dicembre alle 24.00 in Basilica inferiore. La solenne celebrazione verrà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook ufficiale di San Francesco d’Assisi. Il 25 dicembre, alle 10.30, il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, presiederà la Santa Messa Solenne in Basilica inferiore.

PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI

24 dicembre 17.00 S. MESSA vespertina della Vigilia – 18.30 VESPRI SOLENNI di Natale – 22.00 Riapertura della Basilica – Confessioni fino alle 23.30 segue Canto dell’Ufficio delle Letture – 24.00 S. MESSA SOLENNE NELLA NOTTE Presiede S.Em. Card. Agostino Vallini, Legato pontificio per le Basiliche papali di Assisi. Alla conclusione benedizione del Presepe

25 dicembre 10.30 S. MESSA SOLENNE Presiede p. Mauro Gambetti OFMConv, Custode del Sacro Convento
Altre SS. MESSE ore 7.30 – 9.00 – 12.00 – 17.00 – 18.30
La Basilica resta chiusa dalle ore 13.00 alle ore 14.30

26 dicembre
SS. MESSE ore 7.30 – 9.00 – 10.30 – 12.00 – 17.00 – 18.30

Perugia: «Il “Don Guanella” è sempre più nel cuore dei perugini». Il cardinale Bassetti ha visitato il presepe vivente dell’Opera guanelliana sorta sessanta anni fa

«Si è realizzato un sogno, quello di vedere la chiesa del “Centro Sereni – Istituto Don Guanella” di Perugia diventare la sede principale delle comunità parrocchiali dell’Unità pastorale di Montebello». A evidenziarlo, con voce commossa, è stato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, nel pomeriggio del 22 dicembre, in visita al presepe vivente animato dai 70 ospiti del “Don Guanella” e ai laboratori artistico-creativi.

«Le Parrocchie e l’Istituto hanno dato vita insieme ad una “fusione”, perché insieme realizzano un grande progetto dell’Amore di Dio – ha commentato il cardinale all’inizio della celebrazione eucaristica –. Questi ragazzi, che san Luigi Guanella chiamava “buoni figli”, hanno bisogno dell’affetto di tutti e tutti abbiamo bisogno dell’affetto che loro ci comunicano anche attraverso gli oggetti che realizzano con fantasia. La presenza di molte persone, anche giovani, a questa celebrazione è la testimonianza che il “Don Guanella” è sempre più nel cuore dei perugini. E’ incoraggiante per la comunità dei padri Guanelliani vedervi così numerosi a quest’incontro in cui anticipiamo il Natale».

Gli stessi religiosi hanno espresso gioia e soddisfazione nel vedere allargata la loro grande famiglia, che è a Perugia da sessanta anni con il “Centro Sereni – Don Guanella”. Hanno voluto mostrare a quanti sono venuti la bellezza che abita nella loro casa. Il tema del presepe vivente di quest’anno è proprio la bellezza che i Guanelliani vogliono contagiare a tutti coloro che vivono l’esperienza di questa realtà aperta ancor più alla città.

All’inizio della celebrazione eucaristica il cardinale ha acceso la lampada arrivata da Betlemme grazie a una iniziativa degli scout del Masci di Perugia. L’hanno voluta portare al “Don Guanella” per fare sentire la loro vicinanza a questa realtà testimone di quella Luce di salvezza che da più di duemila anni illumina, riscalda i cuori degli uomini di tutta la terra. Nell’omelia il presule si è soffermato sulla Parola di Dio della IV domenica d’Avvento, esortando i fedeli a «contemplare la fede di Maria e di Giuseppe. E’ proprio per la loro fede, il loro “sì” a Dio, che noi in anticipo abbiamo potuto festeggiare il Natale. Il Natale è il mistero più dolce e più bello di tutto l’anno liturgico, anche se la Pasqua è il completamento con la morte e la resurrezione del Figlio di Dio. A Natale godiamo di tutta la tenerezza di un Bambino che ha nelle mani le sorti del mondo e la nostra vita. Di questo Bambino ci possiamo fidare fino in fondo, perché di Lui si sono fidati Maria e Giuseppe. Questo, fratelli, è il nostro Natale».