Perugia – il cardinale Gualtiero Bassetti ha annunciato il riordino degli Uffici diocesani pastorali, «secondo le indicazioni dell’ultimo Sinodo, ma soprattutto secondo l’Evangelii Gaudium»

«Occorre un riordino degli Uffici diocesani pastorali secondo le indicazioni dell’ultimo Sinodo, ma soprattutto secondo l’Evangelii gaudium». Lo ha annunciato il cardinale Gualtiero Bassetti al primo ritiro del Clero perugino-pievese post-lockdown, il 7 ottobre scorso, nella sala “Mons. Cesare Pagani” del Centro “Mater Gratiae” di Perugia, soffermandosi anche sul concetto di “sinodalità”, che vuol dire «camminare insieme ma con unità di pensieri e di cuori». Il giorno precedente il cardinale aveva incontrato i direttori di questi Uffici per la programmazione di avvio anno pastorale tenendo presente l’evoluzione della pandemia.

Una pastorale più omogenea. Ai sacerdoti, in sintesi, Bassetti ha detto che «gli Uffici vanno riorganizzati nel tenere distinti gli ambiti amministrativi ed economici da quelli pastorali», costituendo per questi ultimi «tre grandi settori: Evangelizzazione-Catechesi, Liturgia e Carità. Questo per avviare un’azione pastorale più omogenea e sinergica possibile tra gli stessi uffici e i servizi diocesani».

Lavoro in comunione. Ad approfondire questo progetto di riordino, è stato il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi. «Occorre lavorare in comunione così da essere sempre più una Chiesa sinodale – ha commentato il presule –, per valorizzare quelle risorse che ciascun ambito ed ufficio possiedono. Oggi non possono essere più autoreferenziali e autosufficienti, ma devono operare dentro un rapporto sinodale. Questo concetto riguarda non solo gli Uffici diocesani ma anche le Parrocchie».

Annunci. Mons. Salvi ha poi fatto degli annunci importanti riguardo, ad esempio, il nuovo Messale che entrerà in vigore in tutte le chiese il giorno di Pasqua 2021, mentre in quelle umbre potrà essere utilizzato, sperimentato, a partire dalla Prima domenica di Avvento (29 novembre). Da martedì 13 ottobre potrà essere ritirata una copia del Messale per parrocchia presso gli Uffici di Curia in Montemorcino. La formazione del Clero proseguirà con il ritiro dell’11 novembre dedicato alla presentazione del nuovo Messale da parte del vescovo Claudio Maniago, presidente della Commissione episcopale per la liturgia della Cei. Inoltre mons. Salvi ha annunciato gli Esercizi spirituali per il Clero di inizio 2021, che si svolgeranno al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, dal 18 al 22 gennaio, sul tema: “L’Apostolo Paolo, maestro di preghiera, dottore di carità e di esempio di ascolto della Parola”. Sempre a Collevalenza, il 3 giugno 2021, si terrà la Giornata sacerdotale regionale promossa dalla Ceu. «Questa giornata – ha evidenziato mons. Salvi – è un segno per camminare tutti insieme come Clero delle Chiese dell’Umbria».

Nomine. Sono state annunciate le nomine dei nuovi responsabili dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare, i coniugi Luca e Roberta Convito, che provengono dall’esperienza della “Casa della Tenerezza” di Perugia, e del nuovo presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc) don Roberto Di Mauro.

Perugia – è tornato alla Casa del Padre don Giorgio Colajacomo, direttore emerito dell’Istituto salesiano “Don Bosco”. Il profondo cordoglio del cardinale Gualtiero Bassetti

«Apprendo con molto dolore la notizia della morte di don Giorgio Colajacomo. E’ uno dei tanti figli della nostra Chiesa, che, nell’adempimento del ministero sacerdotale, è stato portato via da questo virus. Il Signore accolga il caro don Giorgio nella sua pace e gli doni la ricompensa dei servi buoni e fedeli». Con voce commossa il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, che oggi si trova a Roma, ha commentato il decesso di don Colajacomo, direttore dell’Istituto salesiano “Don Bosco” di Perugia dal 2014 fino allo scorso agosto, avvenuto stamani, a causa del Covid-19, nell’ospedale San Paolo di Savona. Il cardinale, anche a nome dell’intera Chiesa diocesana perugino-pievese, ha espresso a tutta la comunità salesiana le sue profonde condoglianze e la sua vicinanza spirituale.

«Nei sei anni che don Giorgio Colajacomo ha trascorso alla guida della famiglia salesiana di Perugia, incarnando fino in fondo lo spirito di Don Bosco – sottolineano in Curia –, non si è risparmiato nel promuovere diverse iniziative per il rilancio del Centro di formazione professionale, dell’Oratorio e delle attività educative e sportive rivolte alle giovani generazioni. Ha saputo tessere proficui rapporti con le Istituzioni civili umbre, esprimendo soddisfazione per il varo della recente legge regionale sulla formazione professionale».

Don Giorgio Colajacomo era nato a Genova il 31 luglio del 1940 ed ordinato sacerdote il 5 marzo 1966. Da appena un mese don Giorgio era alla guida dell’Istituto salesiano di Alassio. Le esequie saranno celebrate nella chiesa Madonna degli Angeli di Alassio, sabato 10 ottobre, alle ore 15.

A Perugia la comunità Salesiana e tutti i suoi amici si raccoglieranno in preghiera per la recita del Santo Rosario, venerdì 9 ottobre, alle ore 19, presso la sede dell’Istituto “Don Bosco. Il neo direttore, don Giovanni Molinari, ha espresso il profondo dolore della comunità salesiana per la morte del suo predecessore, ringraziando «il Signore per il dono di don Giorgio alla Congregazione salesiana, alla famiglia salesiana di Perugia e ai tantissimi amici che con tanta dedizione e passione ha amato e servito»

ASSISI – GRANDI IMPRENDITORI ITALIANI AL SANTUARIO DELLA SPOGLIAZIONE PER UN’ECONOMIA DELLA FRATERNITÀ

“Dal Santuario della Spogliazione di Assisi vogliamo lanciare al mondo l’appello per una nuova economia con grandi imprenditori italiani che hanno fatto della ricchezza una via del bene. L’esempio di San Francesco che, otto secoli fa rinunciando a tutto ha gettato le fondamenta di una economia solidale, fraterna, come ci ha ricordato papa Francesco nella sua enciclica firmata proprio qui in Assisi, ci dà modo di contribuire a un percorso di cambiamento, in sintonia con il processo che il Santo Padre ha innescato con Economy of Francesco”. È il messaggio che il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, lancerà domani, giovedì 8 ottobre dalle ore 16,30 nella sala della Spogliazione, in occasione della presentazione del libro della giornalista Mediaset, Safiria Leccese, dal titolo: “La ricchezza del bene” al quale saranno presenti gli imprenditori raccontati nel volume. “Da un po’ di tempo, come giornalista riflettevo sulla difficoltà a raccontare le cose belle e ancora più quelle che profumano di buono – dice Safiria Leccese -. Forse rimuginavo, perché da che mondo è mondo, il bene non fa notizia. Forse perché, nel nostro modo di pensare, nella mentalità in cui siamo immersi, quando pronunciamo la parola bene pensiamo subito a moralismo, retorica, buonismo. Quando si dice bene o bene comune – aggiunge l’autrice – è difficile che venga in mente la bellezza. Con questa domanda, che mi ha fatto compagnia per un po’ di tempo, me ne sono andata in giro per il mondo, conoscendo, osservando, incontrando, lavorando, fino ad arrivare a storie vere, fatte di carne, esempi di un’imprenditoria bella, che fa profitti importanti e che tuttavia non sono mai realizzati calpestando le persone ma, anzi, valorizzandole”. Così è nato “La ricchezza del bene” che racconta le storie dei Fratelli Campagnolo e i presidi ospedalieri in Guinea, Zambia e Uganda; la filosofia Ferrero; le pompe idrauliche di Silvano Pedrollo e le imprese solidali nei Paesi in via di sviluppo; la dignità del lavoro nell’azienda meccanica di alta precisione BB s.p.a. di Marco Bartoletti; la Fernet-Branca, una delle più grandi holding di liquori del mondo, con una attenzione speciale per le persone; in terra di Sicilia la straordinaria caparbietà dell’azienda La Mediterranea; la scalata di Ennio Doris e la Fondazione Mediolanum per l’infanzia; la fiaba di Thun e la magia dell’argilla nei reparti di oncologia pediatrica; l’ospedale di alta specializzazione Fondazione Stella Maris – IRCCS per la neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e infine un giovane ricco in cammino verso la santità come Carlo Acutis che sarà beatificato sabato 10 ottobre alle ore 16,30 nella Basilica superiore di San Francesco. “Non sono aziende – conclude l’autrice – sono vite impastate in un’avventura imprenditoriale che dal nulla ha preso il via grazie a un’intuizione, seguita da una passione, messa a frutto da un talento. Sono avventure di coraggio che hanno trasformato la vita di migliaia di persone, e direi anche di fette di mondo”.

La presentazione sarà trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook diocesi Assisi-Nocera-Gualdo.

Assisi – Istituto il premio internazionale Francesco di Assisi e Carlo per un’economia della fraternità

Si chiamerà “Francesco di Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità” il premio internazionale annunciato dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, giovedì 8 ottobre nel Santuario della Spogliazione, in occasione della presentazione del libro della giornalista Mediaset, Safiria Leccese, dal titolo: “La ricchezza del bene”, al quale sono intervenuti alcuni degli imprenditori raccontati nel volume. Il premio, il cui statuto verrà firmato dal vescovo nel giorno della Beatificazione di Carlo Acutis che si terrà sabato 10 ottobre alla ore 16,30 nella Basilica superiore di San Francesco, nasce per promuovere un rinnovamento dell’economia all’insegna dell’universale fraternità di tutti gli esseri umani, a partire dalla condizione e dagli interessi dei più umili e disagiati. Il premio è specificamente finalizzato ad incoraggiare quei processi economici “dal basso”, in cui persone con scarse possibilità economiche, in qualunque parte del mondo, ma specie nelle regioni più povere, si mettono insieme intorno a valide idee progettuali, contando soprattutto sul “capitale della fraternità”.

Il vescovo nell’illustrare l’iniziativa ha sottolineato che si tratta di “una carità generativa. Il premio sarà di carattere simbolico, educativo e avrà anche dei momenti addirittura scientifici perché vogliamo riflettere su quello che succede nel mondo, vogliamo capire i dinamismi, vogliamo andare anche nella direzione di percorsi che ci aiutino a fare un mondo più bello a tutti i livelli”. Durante l’incontro sono state raccontate dal vivo tante storie imprenditoriali di bene. “Storie di lavoro – ha spiegato Safiria Leccese – di persone che hanno pensato di poter generare delle imprese, delle aziende non facendo profitti, ma facendo del lavoro la realizzazione, mettendo al centro la persona”. Sono intervenuti alcuni degli imprenditori narrati nel testo in particolare Giorgio Campagnolo della Fratelli Campagnolo Marchio CMP Niccolò Branca della Fernet-Branca, Paola Guerrieri La Mediterranea Srl, Giuliano Maffei della Fondazione Stella Maris. Per la prima volta è intervenuto anche il papà di Carlo, Andrea Acutis che ha sottolineato “la scelta di coerenza fatta da San Francesco con la spogliazione. Questa coerenza totale è ovviamente un atto eroico, ma è un atto che genera una semplicità, un’unicità, una forza che è quella che ha poi creato San Francesco che è unica. Carlo anche lui, è ovviamente un po’ difficile paragonarlo a San Francesco, ma non era diviso in se stesso”.

Gualdo Cattaneo e Pomonte: ingresso del nuovo parroco don Giovanni Cocianga. L’Arcivescovo: «Gualdo e Pomonte non sono due vigne distinte e contrapposte, ma è un’unica vigna affidata allo stesso vignaiolo. Vi invito allora a crescere insieme e ad arricchirvi mutuamente»

Domenica 4 e lunedì 5 ottobre 2020 le comunità parrocchiali di S. Antonio in Gualdo Cattaneo e di S. Michele in Pomonte di Gualdo Cattaneo hanno accolto il nuovo parroco don Giovanni Cocianga. È stato l’arcivescovo Renato Boccardo a presentarlo nelle due comunità con una Messa: a Gualdo nella bellissima chiesa parrocchiale e a Pomonte nel tendone allestito nel giardino della canonica (la chiesa parrocchiale, infatti, è chiusa a causa del terremoto del 2016). Don Giovanni, che finora è stato parroco a S. Giacomo di Spoleto, succede a don Bruno Molinari chiamato a reggere le parrocchie del centro storico di Spoleto. Gualdo e Pomonte sono due comunità ricche di storia, di fede e di tradizioni, situate ai confini con le diocesi di Orvieto-Todi, Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. Nel loro vasto territorio – vicinissimo a Collazzone e Deruta – ricadono le frazioni di Ponte di Ferro, Bivio Pomonte, Cerquiglino e Bivio Cerquiglino (tutte nel Comune di Gualdo), nonché la frazione di Gaglioli nel Comune di Bevagna. Alla celebrazione di Pomonte era presente anche il sindaco di Gualdo Cattaneo Enrico Valentini.

Le omelie dell’Arcivescovo. «Arriva don Giovanni che imparerete a conoscere e ad apprezzare con la sua giovinezza e il suo entusiasmo». Prendendo spunto dal Vangelo del giorno, il Presule nella Messa a Gualdo Cattaneo di domenica 4 ottobre ha detto che «il nuovo parroco arriva come inviato dal padrone della vigna per farla crescere, per fare in modo che possa portare dei frutti buoni. Il vignaiolo non è il proprietario, è il custode e in quanto tale deve prendersi cura anche dei dettagli, deve fare in modo che non arrivi la peronospera, che la pioggia o la tempesta non rovini i frutti che stanno crescendo, deve anche qualche volta potare la vigna perché porti più frutto. Questo è il ministero dei sacerdoti nelle nostre comunità. Vengono per accompagnare il cammino dei cristiani, perché anche loro sono cristiani, sono al tempo stesso la vigna (fanno parte del popolo di Dio) e i vignaioli. Qui la vigna si chiama Gualdo Cattaneo e si chiama Pomonte, non sono due vigne distinte e contrapposte, ma è un’unica vigna affidata allo stesso vignaiolo. Vi invito allora a crescere insieme e ad arricchirvi mutuamente, perché le divisioni non servono a nulla: lavorare insieme e condividere i doni di cui ciascuno è portatore permette di rendere fecondo il lavoro della vigna. Don Giovanni viene, allora, per coltivare questa vigna e sono sicuro che lo saprà fare con quella generosità e quella fantasia che lo contraddistinguono. Ve lo affido, prendetevene cura, consapevoli che solo insieme si producono frutti». Nell’omelia rivolta ai fedeli di Pomonte lunedì 5 ottobre mons. Boccardo ha detto che «il cambio di un parroco è un momento di grazia che rimette in moto tutte le migliori energie della famiglia parrocchiale del sacerdote; certo, è anche un momento di sacrificio che fa venire a galla tutte le cose belle e buone che ormai costituiscono un patrimonio della comunità e del prete. Tutto ciò non viene spazzato via col cambio del prete: anzi il nuovo pastore e la comunità sono eredi di questo patrimonio che devono mantenere vivo e adattare ai tempi. E voi vedrete che don Giovanni, cari amici di Pomonte, sarà capace di dedicarsi senza riserve a tutta la popolazione che gli è affidata».

Saluto di don Giovanni. Il nuovo parroco al termine delle due celebrazioni, a Gualdo e a Pomonte, ha salutato i fedeli: «Per me e per voi – ha detto – si tratta di un nuovo inizio. I sentimenti che provo sono molteplici e intensi. Anzitutto di grande gratitudine per tutto ciò che il Signore ha compiuto nella mia vita; un grazie speciale alla comunità di S. Giacomo dove ho trascorso gli ultimi dieci anni e all’Arcivescovo per la sua cura paterna. Il Signore mi invita a raccogliere una nuova sfida e allora con timore e tremore avvio il mio ministero in queste due parrocchie così variegate della nostra Archidiocesi. Con umiltà e con onore mi inserisco nella storia dei parroci che mi hanno preceduto: don Bruno Molinari dal quale ho raccolto il testimone e al quale assicuriamo preghiere per il suo ministero a Spoleto e vorrei ricordare con affetto la figura di don Vittorio Falcinelli che a Pomonte ha lasciato una grande eredità spirituale. Fin da ora vi chiedo preghiere e collaborazione».

Foligno – riapertura della chiesa di Maceratola dopo il sisma

Domenica 11 ottobre alle ore 17.30 riapertura della Chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano Protomartire in Maceratola, facente parte dell’unità pastorale Giovanni Paolo II, dopo il sisma del 2016.

L’accesso al culto della chiesa avverrà con la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo S. E. M. Gualtiero Sigismondi Amministratore Apostolico della Diocesi di Foligno.

La chiesa parrocchiale di Maceratola è dedicata a santo Stefano protomartire. La costruzione della chiesa attuale risale al XVIII secolo, anche se un edificio religioso sorgeva probabilmente in questo luogo già nei secoli precedenti, in quanto la località è nota sin dal XVI secolo. La parrocchia di Santo Stefano in Maceratola è attestata al 1706 e il primo parroco registrato è Alessio Meniconi del 1851. All’interno è conservata una macchina d’altare settecentesca, opera dello scultore lombardo Cristoforo Mancini e del tirolese Giovanni Grebar.

Perugia – rinnovate le cariche sociali dell’Associazione perugina di volontariato (Apv) guidata dal presidente Mauro Roberto Cagiotti

Si è tenuta recentemente l’Assemblea ordinaria dell’Associazione perugina di volontariato (Apv), iscritta al Registro delle Organizzazioni di volontariato (Odv). I suoi soci hanno eletto il nuovo Consiglio direttivo così composto: Bonucci Carlo, Cagiotti Mauro Roberto, Cesaretti Alessandro, De Gruttola Raissa, Menigatti Sergio, Santantoni Maurizio, Ventanni Onelio. Questi, a loro volta, hanno assegnato le cariche sociali riconfermando nell’incarico di presidente Mauro Roberto Cagiotti, di segretario Maurizio Santantoni, di tesoriere Alessandro Cesaretti e nuovo vice presidente è Sergio Menigatti, da tempo responsabile del gruppo ospedaliero Apv. «Questo per garantire la continuità dell’azione associativa – commentano dall’Apv – in un momento non facile segnato dalla pandemia da Covid-19. Nel contempo, l’esperienza maturata nei tre anni trascorsi della presidenza Cagiotti, è garanzia per la buona conduzione e per lo sviluppo delle attività avviate».

Il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, nell’intervenire all’Assemblea, ha ricordato che «l’Apv nasce su espressa volontà dell’arcivescovo Cesare Pagani e, promossa dalla Caritas diocesana, svolge l’attività a fianco e con i poveri». Il direttore Caritas ha anche auspicato che «l’attività associativa continui e si sviluppi in stretta collaborazione con Caritas, coinvolgendo i giovani nella strada del servizio agli ultimi».

Con questo incoraggiamento che apre a nuove prospettive, riprende la presenza dell’Apv in questo periodo difficile di pandemia. Da giorni i volontari sono nuovamente all’opera presso l’Ospedale “S. Maria della Misericordia”, come anche presso il Carcere. In quest’ultima realtà anche nel periodo di lockdown, con una volontaria, l’Apv ha risposto a varie richieste per esigenze primarie dei detenuti meno abbienti. Nelle strutture per anziani (RSA) e a “Villa Nazarena” di Pozzuolo Umbro, il servizio è sospeso a causa delle restrizioni della pandemia. Alcuni volontari hanno dato la disponibilità al Volontariato Vincenziano per il servizio di distribuzione indumenti e viveri presso la sede di piazza Mariotti di Perugia. Inoltre altri volontari si sono resi disponibili per il servizio all’Emporio Caritas presso il “Villaggio della Carità” di Perugia.

Norcia – avviata la presenza di una comunità intercongregazionale di Suore Francescane.

A Norcia, domenica 4 ottobre 2020, presso il Centro di Comunità della Madonna delle Grazie, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha presieduto la Messa per presentare alla popolazione la fraternità intercongregazionale “Francescane Missionarie della Chiesa”: quattro suore, di quattro Congregazioni francescane differenti, al servizio pastorale della gente di Norcia e delle sue frazioni, ancora segnata dalle ferite sanguinanti dei terremoti del 2016. Vivranno nella casa parrocchiale di Savelli di Norcia. Sono: suor Loretta Pontalto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, suor Marisa Cadamuro delle Suore Francescane di Cristo Re, suor Chiara Caselli delle Suore Francescane Missionario di Cristo, suor Damiana Zedda delle Suore Francescane Missionarie di Susa.

Premesse storiche circa la nascita della fraternità. Il 26 maggio 2018 l’arcivescovo Renato Boccardo porta il grido di sofferenza della “sua” gente terremotata alla giornata per la vita consacrata dell’Umbria, tenutasi al santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza. Il Presule ha condiviso con le religiose un “sogno”: quello di avere a Norcia una comunità di suore per condividere le gioie e le sofferenze dei terremotati. Suor Dolores Caneo, vice presidente del MoReFra (Movimento Religiose Francescane), presente a Collevalenza, riporta l’appello di mons. Boccardo al Consiglio MoReFra, che ha visto in questa richiesta la possibilità di dare concretezza al desiderio di collaborazione tra gli Istituti. Il Consiglio ha incaricato suor Dolores di contattare l’arcivescovo di Spoleto-Norcia per suggerirgli di presentare una richiesta ufficiale, pervenuta nel settembre 2018. Il Consiglio ha accolto la richiesta e ha convocato un’Assemblea straordinaria a Roma il 30 novembre 2018. Poi è stato presentato il “Progetto Fraternità di Norcia” all’Assemblea annuale del MoReFra (aprile 2019) che all’unanimità ha approvato la seguente deliberazione: “L’Assemblea Nazionale MoReFra conviene che la proposta di mons. Boccardo è un progetto che incontra la nostra identità di movimento francescano e il nostro desiderio di comunione e collaborazione; lo sente quindi un progetto cui poter rispondere”. Nel febbraio 2020, al termine di questo percorso in cui è stato anche messo a punto il modello di fraternità intercongregazionale, con la stesura dei documenti necessari per l’avvio, è stata data comunicazione a mons. Boccardo che il “suo” sogno può iniziare a prendere forma con quattro Congregazioni che hanno riposto sì: le Piccole Suore della Sacra Famiglia, le Suore Francescane di Cristo Re, le Suore Francescane Missionario di Cristo, le Suore Francescane Missionarie di Susa.

L’arrivo a Norcia. Le quattro suore sono state accompagnate nella Città di S. Benedetto dalle Madri Generali della Congregazione cui appartengono e da altre consorelle. C’era anche madre Daniela Scarpellini, presidente del Movimento Religiose Francescane, che ha coordinato tutto il progetto. Sono state accolte dall’Arcivescovo, dai parroci don Marco Rufini e don Davide Tononi, dal sindaco Nicola Alemanno e da diversi parrocchiani.

Omelia dell’Arcivescovo. «Accogliamo queste quattro suore che vengono per abitare nella zona di Norcia e condividere la vita della gente terremotata che affronta con fatica il cammino nel tempo. Appartengono a quattro Congregazioni religiose diverse. Sono però tutte unite dall’essere francescane, affascinate cioè dal modo con cui Francesco d’Assisi, che oggi celebriamo, ha saputo rispondere alla chiamata del Signore e ha interpretato il Vangelo senza mezze misure. Poi – ha detto l’Arcivescovo – sono missionarie. Cioè non sono qui per volontà propria, ma hanno accolto la proposta delle loro Superiore, che a loro volta hanno accolto la mia: rispondono così a un mandato che viene direttamente dal Signore. Anche a Norcia c’è bisogno di missionari, ossia di persone di buona volontà che sappiano fare spazio a Dio e raccontare quanto è bello condividere la vita insieme con lui alla luce del Vangelo. Non portano qualcosa di personale, ma sono qui per testimoniare la tenerezza della comunità cristiana nei confronti di una popolazione che da troppo tempo porta le ferite del terremoto. Qui non verranno ad aprire né un asilo, né una casa di riposo per anziani, né tante altre opere che le suore mantengono vive in Italia e nel mondo. Vengono per stare insieme alla gente. Occuperanno le loro giornate con l’ascolto, con la condivisione, con la compagnia. Non per fare chiacchiere inutili, ma per stare insieme. E quanto bisogno abbiamo tutti di essere consolati da una presenza amica, da qualcuno che ci sappia ascoltare e aiutare anche ad interpretare i momenti e le situazioni della nostra esistenza. Queste suore saranno l’espressione della vicinanza e della solidarietà di tutta la Chiesa: verseranno sulle piaghe dell’umanità di Norcia l’olio della consolazione e il vino della speranza. E per questo ringrazio le quattro Congregazioni francescane per questa disponibilità e generosità. Quello che iniziamo qui a Norcia oggi – ha detto in conclusione l’arcivescovo Boccardo – diventa forse la prima riposta nel tempo alla nuova encilica del Papa “Fratelli tutti”, che vuol dire camminare insieme condividendo la gioia e le fatiche della vita quotidiana».

Dopo l’omelia mons. Boccardo ha consegnato alle quattro suore il segno della loro presenza, che è il segno della vita cristiana, la croce di Gesù.

Spoleto – Don Bruno Molinari e don Pier Luigi Morlino hanno preso possesso delle parrocchie del centro: Duomo, S. Gregorio e Santi Pietro e Paolo.

Sabato 3 ottobre 2020 nel Duomo di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha celebrato la Messa per presentare alle tre comunità del centro storico di Spoleto e della zona appena fuori le mura urbiche – S. Gregorio Maggiore, Santa Maria nella Cattedrale con sede in S. Filippo e Santi Pietro e Paolo – i nuovi sacerdoti: don Bruno Molinari (parroco) e don Pier Luigi Morlino (Vicario parrocchiale). Il primo, negli ultimi dieci anni è stato parroco di Gualdo Cattaneo e di Pomonte di Gualdo Cattaneo; il secondo invece è alla prima esperienza pastorale, essendo stato ordinato presbitero lo scorso anno e avendo concluso da poco gli studi a Roma. Succedono a don Luigi Piccioli, don Edoardo Rossi e don Luis Vielman. La liturgia è stata animata nel canto dalla coro della Pievania di Santa Maria. Diversi i fedeli che hanno voluto pregare insieme ai loro nuovo pastori.

Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato e ringraziato don Luigi, don Edoardo e don Luis: «Li salutiamo con affetto. Hanno servito queste comunità e solo nel segreto del loro cuore è scritta l’avventura di questo tempo. Chissà quanta generosità, quanto impegno, quanto sacrificio e anche sicuramente quanta pena e amarezza hanno solcato questi anni. Ma tutto è annodato puntualmente nelle libro di Dio. E lui, che non si fa vincere in generosità, saprà fargli gustare la gratitudine di quanti sono stati destinatori del loro servizio».

Poi, l’Arcivescovo ha presentato i nuovi parroci, don Bruno e don Pier Luigi: «I preti – ha detto – sono i servi del Signore inviati per ripetere i suoi gesti, che edificano la comunità. I sacerdoti vengono non per fare da padroni, ma per essere i collaboratori della gioia. Vi affido, quindi, don Bruno e don Pier Luigi: custoditeli, accoglieteli, accompagnateli, vogliate loro bene, sappiate apprezzare le loro ricchezze e i loro doni, sappiate compatire le loro fragilità e le loro mancanze. Queste tre parrocchie – ha detto mons. Boccardo – hanno una lunga storia di fede, di testimonianza e di servizio. Ora c’è un nuovo progetto che si apre davanti: queste comunità sono chiamate, infatti, ad integrarsi sempre di più e a camminare insieme con fantasia e generosità, per riproporre la bellezza e la freschezza del Vangelo nella sua essenzialità, al di là e al di fuori di tutto ciò che può essere utile ma che non è necessario». «Ci vuole però anche vigilanza», ha chiarito il Presule. Perché è «possibile che si realizzano anche nelle parrocchie e nei preti (quelli che vanno e quelli che vengono) quei verbi negativi che abbiamo ascoltato nel Vangelo: prendere, bastonare, cacciare fuori, lapidare, uccidere. E come si declinano nelle comunità cristiane? Con chiacchere superficiali e cattive, con lettere anonime che sono la bassa manifestazione di mediocrità e di vigliaccheria, con faide tra gruppi che vogliono avere la supremazia su altri all’interno della comunità parrocchiale o nei confronti di altre parrocchie, coi desideri di protagonismo, con le invidie e le gelosie. Tutti atteggiamenti – ha proseguito il Vescovo – che immettono dei veleni mortiferi nella vita quotidiana delle comunità. E allora noi dobbiamo essere attenti a non preparare la morte della nostra Chiesa e delle nostre comunità: se decliniamo questi verbi diventiamo sterili. E invece siamo tutti chiamati a fare nelle nostre comunità la casa e la scuola della comunione, della reciproca accoglienza e della costante riconciliazione, a farle diventare un luogo di relazioni autentiche e serene. Non rischiamo di tradire quella che è la missione di ciascuno: testimoniare quanto è bello essere discepoli di Cristo, quanto può dare senso alla vita l’aiutarsi reciprocamente superando le divisioni e coltivando l’unità».

Al termine della Messa don Bruno, anche a nome di don Pier Luigi, ha detto: «Iniziamo da questa sera un cammino che ci vede tutti responsabili e coinvolti, sacerdoti e popolo di Dio insieme, per crescere nel nostro viaggio di fede. Come i naviganti, anche noi siamo chiamati a coordinarci nello sforzo dell’itinerario, con gli occhi rivolti verso il faro e con le braccia sui remi pronte alla fatica. Ciascuno sarà responsabile dell’altro se riuscirà ad allinearsi senza strattonare la nave a destra o a sinistra, ma remando tutti insieme nella stessa direzione. La nostra è una flotta composta da tre grandi navi, tre grandi parrocchie che condividono lo stesso viaggio e che necessitano l’una delle altre per approdare alla felicità e alla salvezza. Ci saranno giorni di tempesta e di sole, ma insieme riusciremo sempre a vedere la luce che illumina la rotta comune. Vi assicuriamo tutto l’affetto e il nostro impegno. Grazie a lei Eccellenza per la paternità che ci dimostra nell’esercizio del ministero e ai confratelli che finora hanno tracciato la rotta di queste comunità».

Foligno – celebrazione delle cresime allo stadio comunale

È in fase finale l’organizzazione per celebrare le Cresime nella Diocesi di Foligno. La prima celebrazione dopo la fase più difficile del distanziamento avrà luogo all’aperto, allo Stadio Comunale Enzo Blasone, domenica 11 ottobre alle ore 10.30 e vedrà la Confermazione di 250 cresimandi, di cui 9 adulti, provenienti dalle 26 Parrocchie della Diocesi che hanno aderito a questa celebrazione comunitaria. Sarà l’Amministratore Apostolico S.E. Mons. Gualtiero Sigismondi a presiedere la celebrazione, coadiuvato da 12 presbiteri concelebranti, mentre sugli spalti dello stadio, trasformato per un giorno in una chiesa a cielo aperto, saranno presenti in totale mille persone, compresi familiari, catechisti e rappresentanti delle comunità parrocchiali che in luogo dei padrini e delle madrine presenteranno i cresimandi al Vescovo. Tutto avverrà nello scrupoloso rispetto delle norme di sicurezza, con l’ingresso riservato alle sole persone munite di pass nominativi, il controllo della temperatura corporea, l’obbligo di indossare le mascherine e igienizzare le mani e il rispetto del distanziamento per tutta la durata della celebrazione, assicurato dalla riservazione di posti nominativi e dalla presenza di un adeguato servizio d’ordine. Il numero dei partecipanti è fissato in mille, limite massimo consentito dal Ministero dell’Interno per le celebrazioni liturgiche all’aperto. Le prossime celebrazioni delle Cresime sono previste a partire dalla Pasqua del 2021.