Guerra in Ucraina: supplica dell’Arcivescovo Renato Boccardo a Santa Rita per la pace. Visita del Presule agli ucraini accolti al Monastero di Cascia.

«Per l’Ucraina aggredita e umiliata, per la nostra Europa e per il mondo intero domanda con noi al Signore Gesù, principe della pace, giorni di pace»: con queste parole, domenica 13 marzo 2022, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo si è rivolto a Santa Rita nella supplica da lui appositamente composta per chiedere a colei che è stata donna di riconciliazione di intercedere per la pace in Ucraina. Prima della celebrazione eucaristica nella Basilica di Cascia, il Presule si è recato a salutare i dieci ucraini – due famiglie, tra cui un neonato e una donna incinta – accolti venerdì scorso dalle monache agostiniane che hanno risposto positivamente all’appello di mons. Boccardo. Alla Messa hanno partecipato molte persone: devoti della Santa, casciani e fedeli da altre zone della Diocesi. Col Presule hanno concelebrato: padre Luciano De Micheli, rettore della Basilica, don Canzio Scarabottini parroco di Cascia e rettore del Santuario di Roccaporena, gli altri agostiniani della comunità di Cascia. Presente il sindaco Mario De Carolis. «Siamo qui – ha detto il Vescovo nell’omelia – per chiedere l’aiuto di Santa Rita e per dire con forza che le nostre armi per fermare il male e la violenza sono la preghiera e la solidarietà. E ringrazio le monache per la loro disponibilità, l’amministrazione comunale per il prezioso supporto e voi cittadini di Cascia per la vostra generosità già dimostrata in questi due giorni verso questi nostri fratelli e sorelle. Preghiamo anche per coloro che fanno della violenza la loro forza: che il Signore, per intercessione di Santa Rita, gli faccia comprendere che la forza della ragione deve sempre avere la meglio».

Al termine della Messa, prima della benedizione, l’Arcivescovo, i concelebranti e il Sindaco si sono recati dinanzi l’urna di Santa Rita per la supplica composta da mons. Boccardo: «Santa Rita, sorella nostra, la tua esistenza ha profumato di Vangelo, hai accolto la parola del perdono che crea possibilità di vita sempre nuove, nel segno della spina ci hai parlato della sapienza della Croce che illumina di senso anche le prove più dure. / In quest’ora drammatica della storia, mentre avanziamo tra fragore di guerra e gemiti di morte, fiduciosi innalziamo la nostra supplica a te, che sei stata donna di riconciliazione e di pace: / la tua preghiera ottenga al nostro Continente uomini di mente illuminata e cuore magnanimo che, rinunziando ad ogni ambiziosa ricerca di prestigio e di potere, sappiano governare con vera sapienza i popoli loro affidati; / non prevalga tra loro la forza delle armi e la logica egoistica del profitto economico, ma si impegnino a collaborare nella ricerca del bene comune, per camminare insieme verso un futuro di sincera fraternità, dove siano assicurati per tutti la giustizia e il pane, la libertà e la pace; / implora per loro il dono dello Spirito Santo che fermi la logica della ritorsione e della vendetta, suggerisca soluzioni nuove, gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa più fecondi delle affrettate scadenze della guerra;/ chiedi per noi la forza di essere sempre artigiani della pace, la capacità di guardare con benevolenza tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino, la sapienza che ci fa trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia, le nostre tensioni in perdono. / Per l’Ucraina aggredita e umiliata, per la nostra Europa e per il mondo intero domanda con noi al Signore Gesù, principe della pace, giorni di pace. Amen»

Prima di lasciare la Basilica, mons. Boccardo si è recato all’interno del monastero, accolto dalla priora suor Maria Rosa Bernardinis, ed ha così ringraziato personalmente le religiose per aver aperto le porte agli ucraini. «Continuate – ha detto – nella vostra grande preghiera di intercessione per la pace in Ucraina».

Guerra in Ucraina – particolare Supplica a Santa Rita da Cascia da parte dell’Arcivescovo Renato Boccardo per chiedere la pace.

La terribile tragedia della guerra e dell’oppressione continua a ferire ed umiliare il popolo ucraino, l’Europa e tutta l’umanità. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, dopo aver affidato questa tragica situazione a S. Benedetto nella fiaccolata che si è tenuta domenica 6 marzo a Norcia, invita nuovamente i fedeli a riunirsi in preghiera con lui. Questa volta a Cascia, domenica 13 marzo 2022: alle ore 17.00 il Presule celebrerà la Messa nella Basilica di Santa Rita (diretta streaming sul canale You Tube: Santa Rita da Cascia Agostiniana). Col Presule concelebreranno: padre Luciano De Micheli, OSA, rettore della Basilica; don Canzio Scarabottini rettore del Santuario di Roccaporena e parroco di Cascia; presbiteri religiosi e diocesani della zona. Saranno presenti naturalmente le monache agostiniane con la priora suor Maria Rosa Bernardinis. Anche il sindaco di Cascia Mario De Carolis ha confermato la partecipazione.

Particolare Supplica. «Santa Rita – afferma mons. Boccardo è stata donna di pace e di riconciliazione: al termine della Messa, le rivolgerò a nome di tutti una particolare Supplica, affinché ottenga da Colui che è il Signore della pace e della vita consolazione e speranza per i sofferenti, giustizia per gli oppressi, luce per chi è accecato dall’odio e dalla violenza, perseveranza per chi è costruttore di pace. Desidero, quindi, continuare insieme con gli uomini e le donne che amano la pace a chiedere a Dio, Padre di misericordia, di suscitare con il suo Spirito in quanti reggono le sorti dei popoli desiderio di dialogo e volontà di pacificazione».

Il grazie a quanti aprono cuore e casa. «Noi, discepoli del Principe della pace, – dice ancora l’Arcivescovo – sentiamo forte il dovere di soccorrere questi fratelli e sorelle con la solidarietà e la preghiera. Mentre ringrazio tutti coloro che aprono il cuore e le case per assicurare accoglienza, compagnia e conforto a quanti, specialmente mamme e bambini, sono costretti a lasciare il proprio Paese, invito singoli e comunità a perseverare nell’intercessione per gli aggrediti e per gli aggressori».

Perugia – Coldiretti Umbria ed Archidiocesi insieme a “Seminiamo la pace”, la manifestazione-fiaccolata per dire basta alla guerra in Ucraina

Attorno alla splendida duecentesca Fontana Maggiore di piazza IV Novembre di Perugia, monumento-simbolo della cultura del capoluogo umbro con non pochi riferimenti, nei suoi bassorilievi, alle arti e ai mestieri, come anche alle scene di vita pregne di umanesimo cristiano, quasi un inno alla convivenza pacifica, si è tenuta, nel tardo pomeriggio del 10 marzo, una partecipata manifestazione-fiaccolata promossa dalla Coldiretti Umbria insieme all’Archidiocesi, culminata con la preghiera per la pace scritta dai giovani della Comunità di Taizé. “Seminiamo la pace” è stato il titolo di questa iniziativa per dire basta alla guerra da parte del mondo dell’agricoltura a cui sono intervenuti il presidente regionale della Coldiretti Albano Agabiti e il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti. Tra i partecipanti diversi rappresentanti delle Istituzioni civili umbre e numerosi giovani agricoltori.

Intervento del presidente Coldiretti. «Noi come agricoltori – ha detto Agabiti – siamo abituati ad essere un popolo paziente e pacifico, perché abbiamo sempre lavorato per la pace, per la solidarietà e per costruire percorsi di futuro e non percorsi di guerra. Per questo coltiviamo la terra e ripudiamo la guerra. Il dramma che sta attraversando l’Europa e in particolare l’Ucraina ci porta ad essere in questo luogo così importante per tre motivi. Il primo per dire basta alla guerra, sì alla pace, soprattutto dinanzi alle immagi strazianti di bambini morti che ci fanno rivivere un’ennesima strage degli innocenti. Il secondo è per la solidarietà che si concretizza con una raccolta di generi alimentari promossa insieme alla Caritas di Perugia e al nostro mercato di “Campagna amica”, da inviare nei prossimi giorni al popolo ucraino rimasto in patria a lottare per la libertà. Il terzo motivo è perché siamo entrati in un’economia di guerra in questa nostra Europa. Lo viviamo da cittadini nel vedere l’aumento del costo dell’energia nelle nostre case, del carburante quando andiamo al distributore dove l’aumento non è più giornaliero o settimanale, ma avviene diverse volte in un giorno. Siamo in piazza anche per dire che con questa economia di guerra stiamo mettendo a repentaglio anche il futuro della nostra agricoltura e il futuro di un cibo sano per i cittadini se non si corre presto ai ripari su questi rincari che determinano scarsità di cereali e di concimi prodotti in particolare in Ucraina. Occorre cambiare politiche e strategie utilizzate nel nostro Paese e nell’Unione europea rivelatesi dinanzi a questa grave crisi sbagliate e per questo va ridiscusso tutto, perché per anni ci hanno costretto a non produrre determinati prodotti e messo vincoli su diverse produzioni, portandoci alla situazione di oggi in cui non abbiamo più la sovranità agro-alimentare».

Intervento del cardinale. «Un saluto particolare lo rivolgo al parroco della comunità degli ucraini che sono in Perugia, don Vasil, esprimendogli la nostra affettuosa solidarietà per tutto quello che sta facendo per la sua gente e dirgli che ci sentiamo, come italiani, anche ucraini insieme a lui». Lo ha detto il cardinale Bassetti all’inizio del suo intervento concluso con la lettura della preghiera per la pace. «Ci siamo radunati intorno alla Fontana Maggiore, cuore vivo e pulsante dell’intera comunità perugina, con in mano le candele accese per un momento di riflessione e di preghiera. In questo tempo cupo e pauroso per l’inutile strage che si sta compiendo nei vasti territori dell’Ucraina, vogliamo testimoniare la nostra vicinanza e il nostro affetto a quanti sono vittime di questo terrore spietato e insensato. Possano queste flebili luci rischiarare la notte del mondo, il buio della follia e della morte. Sia questo nostro convenire, umile e discreto, un segno di speranza. Queste luci, accese nel cuore di Perugia, riscaldino il cuore di chi è nella sofferenza e nel dolore. Siano anche un segno per quanti sono alla guida degli stati perché orientino sempre le loro scelte verso i sentieri della pace e della collaborazione. Ringrazio di cuore quanti hanno promosso questa iniziativa, specialmente la direzione della Coldiretti. Ringrazio anche per l’impegno che la più grande organizzazione del mondo agricolo italiano pone nei riguardi delle povertà, ed ora anche nei confronti dei profughi ucraini, fornendo cibo e assistenza, in collaborazione con la Caritas diocesana. Anche questo è un segno di vicinanza e di concreta solidarietà nella desolazione della guerra e della sofferenza. Il dono fa bene a chi lo compie e a chi lo riceve. In questi giorni stringiamoci tutti attorno ai fratelli dell’Ucraina, sostenendoli qui a Perugia o inviando viveri nel loro paese martoriato».

EMERGENZA UCRAINA – le Chiese dell’Umbria aderiscono alla Colletta promossa dalla Cei e da Caritas Italiana

La Quaresima 2022 cade in un tempo nel quale gli effetti economici e sociali della pandemia vanno a sommarsi con l’immensa tragedia della guerra in terra Ucraina, che tocca il cuore e l’identità spirituale dell’intera Europa.

Fin dal primo giorno del conflitto, le Chiese umbre – attraverso le Caritas diocesane – hanno costituito un tavolo regionale per il coordinamento degli interventi, in rete con Caritas Italiana, Caritas Europa e Caritas Internationalis, e sono impegnate a sostenere attivamente anche le locali associazioni degli ucraini per la raccolta di generi di prima necessità da inviare immediatamente nelle zone di guerra. Ogni Caritas ha inoltre attivato linee telefoniche dedicate all’emergenza umanitaria e chiede a chi ne ha la possibilità di segnalare abitazioni libere o altri spazi adeguati, che verranno ad aggiungersi ai centri di accoglienza diocesani già attivi.

Di fronte a tanto male, sentiamo l’urgenza di farci prossimi nella carità di Cristo alle sorelle e ai fratelli ucraini, sia a quanti sono in Italia che a tutti quelli che vi stanno giungendo come profughi alla ricerca di nuova speranza e sicurezza.

Raccogliendo responsabilmente l’appello che sgorga dalla ferita di sangue della terra Ucraina, come Pastori delle Chiese che sono in Umbria vi invitiamo ad aderire – in particolare nella terza Domenica di Quaresima, 20 marzo – alla Colletta “Pro Ucraina” promossa dalla CEI e da Caritas Italiana.

Apriamo le nostre case e i nostri luoghi di incontro per accogliere, sostenere, accompagnare e consolare le lacrime che solcano i volti di donne e bambini spaventati dalle immagini di morte generate da una guerra che sta spaccando e dividendo migliaia di famiglie. Questo è un tempo da guardare con gli occhi del Risorto, perché nel nostro cuore e nelle nostre scelte trovi posto non odio e risentimento ma pace e misericordia.

Assisi, 4 marzo 2022

I Vescovi dell’Umbria

Emergenza Ucraina: fiaccolata a Norcia, terra di S. Benedetto, per dire “mai più la guerra”. L’Arcivescovo Boccardo ha acceso un tripode dinanzi la statua del Santo patrono d’Europa: «Ispirandoci a S. Benedetto vorremmo essere per quanti busseranno alle nostre porte fratelli e sorelle in umanità»

Una fiaccolata nella patria natale di S. Benedetto, patrono d’Europa, per dire “mai più la guerra”. In tanti si sono ritrovati a Norcia la sera di domenica 6 marzo 2022 rispondendo all’invito dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo. Famiglie, bambini, giovani, anziani, sindaci, preti, suore, monaci, religiosi, membri di varie associazioni di volontariato, persone ucraine che vivono a Norcia da tempo con la bandiera del loro Paese sulle spalle, fedeli da diverse parrocchie della Diocesi hanno camminato in silenzio, con un flambeaux in mano e tutti ben coperti per proteggersi dal freddo, dall’area ex containers lungo la circonvallazione fino ai piedi della statua di S. Benedetto nella piazza centrale di Norcia, raggiunta attraversando Corso Sertorio.

I sindaci presenti: Giuliano Boccanera vice sindaco di Norcia; Andrea Sisti di Spoleto; Michele Toniaccini di Deruta e presidente dell’Anci Umbria; Anna Rita Falsacappa di Bevagna; Mario De Carolis di Cascia; Massimo Messi di Preci; Tullio Fibraroli di Santa Anatolia di Narco; Bernardino Sperandio di Trevi; Fabio Dottori di Scheggino.

Le parole dell’Arcivescovo all’avvio della fiaccolata. «Siamo qui questa sera per dire che la pace è il bene più prezioso che non si può perdere per nessuna ragione. Condanniamo con fermezza l’aggressione al popolo ucraino. Noi non vogliamo essere contro, vogliamo esser per, a favore dell’intesa tra i popoli, del rispetto della sovranità di ciascuno, della libertà e dell’autodeterminazione. Vogliamo dire no ad ogni forma di sopraffazione, di mancato rispetto della libertà, ad ogni forma di violenza, sapendo che la guerra genera solo guerra, che non risolve i problemi ma li moltiplica e li rende ancora più gravi. Abbiamo voluto venire qui nella terra di S. Benedetto patrono d’Europa, uomo che ha saputo mettere insieme i popoli europei pur diversi, dando loro una radice comune, aiutandoli a vivere l’uno con l’altro e non l’uno contro l’altro: ci rivolgiamo a lui in questo momento così tragico per il popolo dell’Ucraina e del nostro Continente. Chi avrebbe detto che mentre si stava uscendo dalla pandemia si sarebbe dovuto affrontare un momento così tragico che disorienta e fa dubitare della coscienza e dell’intelligenza degli uomini. Fa impressione vedere mamme e bambini che partono con quel poco che hanno addosso e lasciano i mariti a combattere e con una lacerante preoccupazione: chissà se ci rivedremo. Di fronte a tutto a questo gli uomini e le donne di buona volontà non possono non dire: no e mai più».

Le meditazioni lungo il cammino. Durante la fiaccolata ha regnato il silenzio. A Porta Romana c’è stata la prima tappa. Sono stati letti: una parte del discorso di Paolo VI all’Assembla Generale delle Nazioni Uniti del 1965 in cui diceva che «se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani»; alcuni passi tratti dagli scritti di Lord Robert Baden-Powell fondatore degli Scout in cui, tra l’altro, affermava che «con la buona volontà e la cooperazione, le nazioni simpatizzeranno tra loro, e i politicanti scopriranno che non è più possibile trascinare in guerra i popoli che sono amichevolmente disposti l’uno verso l’altro». A metà Corso Sertorio c’è stata la seconda tappa in cui è stato letto il passo del libro della Genesi (1, 26-31) sulla creazione dell’uomo e della donna e alcune parole tratte da un Anonimo brasiliano dove emerge il pianto di Dio per le cattiverie dell’uomo. Giunti in Piazza S. Benedetto è stato letto parte di un discorso di papa Francesco del 2013 in cui diceva «vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace»; infine, sono state condivise alcune parole di Etty Hillesum scrittrice olandese vittima dell’olocausto: «una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’ odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse – alla lunga – in amore…».

Accensione del tripode dinanzi la statua e parole finali di mons. Boccardo. Mentre la banda musicale di Norcia suonava l’Inno alla Gioia, l’Arcivescovo ha acceso il tripode dinanzi la statua di S. Benedetto. Poi, è stato letto il Vangelo delle beatitudini (Mt 5, 1-12), i monaci benedettini di Norcia hanno cantato una delle antifone di Quaresima, sono state elevate preghiere a Dio per intercessione di S. Benedetto a favore del popolo ucraino. Mons. Boccardo dopo la benedizione, ha salutato così i presenti: «Il ritrovarci di questa sera vorremmo che costituisse un grande abbraccio di amicizia, solidarietà, vicinanza e sostegno per il popolo dell’Ucraina. Lasciamo che le riflessioni che abbiamo condiviso salgano presso S. Benedetto e con lui presso Dio Padre che si prende cura di tutti i suoi i figli e di tutti i popoli della terra. Anche noi vogliamo ripetere quanto abbiamo ascoltato dalle citazioni dei Pontefici che la guerra non è una soluzione. Noi desideriamo e chiediamo che le ragioni della forza non abbiano il sopravvento sulla forza della ragione. Nelle nostre Città e nei nostri paesi in questi giorni sono in arrivo tante persone dall’Ucraina, soprattutto mamme e bambini, e noi assicuriamo, in collaborazione con le istituzioni, una accoglienza dignitosa, cordiale e piena di umanità. Ispirandoci a S. Benedetto vorremmo essere per quanti busseranno alle nostre porte fratelli e sorelle in umanità».

Perugia – la veglia di preghiera diocesana per la pace in Ucraina. Il cardinale Bassetti agli ucraini presenti in città: «La nostra Chiesa vi è madre» e «l’Umbria possa essere per voi terra di speranza»

«Carissimi fratelli e sorelle ucraini, voi tutti che vivete a Perugia e in Italia e anche a coloro che in questi giorni stanno arrivando da noi, mi preme a nome della nostra Chiesa di assicurarvi che proprio questa Chiesa perusino-pievese vi è madre e si sente madre in condivisione con il vostro arcivescovo maggiore di Kiev, Svjatoslav Ševčuk, capo della Chiesa greco-cattolica. È madre anche di tutti gli ucraini lontani, i vostri parenti. Qualcuno ha i genitori, qualcuno ha i fratelli in guerra, richiamati alle armi. Di tutti voi la Chiesa perusino-pievese si sente madre e il vescovo si sente di tutti padre e pastore». Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti al termine della veglia di preghiera diocesana con l’adorazione eucaristica per la pace in Ucraina, tenutasi, nella serata del 4 marzo, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia.
Numerosi i fedeli che hanno partecipato, diversi dei quali ucraini residenti nel capoluogo umbro. Non pochi i volti segnati dalle lacrime e dalla commozione per quanto sta accadendo di orribile in Ucraina. Una sofferenza manifestata con grande dignità da persone durante provate, che vivono con immensa angoscia e preoccupazione il presente e il futuro del loro Paese.
«Nonostante tutto non dubitate, sentitevi davvero accolti – ha ripetuto loro il cardinale Bassetti –. Questa nostra terra, l’Umbria, benedetta dai santi Francesco e Benedetto, possa essere per ciascuno e per ciascuna di voi, fratelli e sorelle ucraini, una terra di speranza. Noi ci impegneremo a tenere viva questa vostra speranza, sostenendovi, pregando per voi e augurandovi pace». Il cardinale, prima di impartire la benedizione al termine della veglia, rivolgendosi ancora una volta agli ucraini, ha detto: «Ci separiamo fisicamente, ma spiritualmente rimaniamo uniti e comunione profonda».

L’arma potentissima della preghiera. Nell’omelia (il cui testo integrale è scaricabile dal sito: www.diocesi.perugia.it) il presule ha parlato «di dramma e di incertezza che tutti avvolge in questi giorni», avvertendo «ancor più la necessità di raccoglierci dinanzi al Signore per invocare la tanto desiderata pace. Pace tra gli uomini e tra le nazioni. L’immane sciagura cui stiamo assistendo ci lascia sgomenti. Su case, ospedali, scuole e intere città avanza la distruzione, e sembra spento in alcuni anche il senso dell’umana pietà: dinanzi a questo ci possiamo sentire fisicamente inermi. Ma abbiamo un’arma potentissima ed è la preghiera, insieme al digiuno e alla penitenza. Se fatta con animo puro e con insistenza, arriva al cuore di Dio, l’unico in grado di agire sulla volontà dei potenti. Di fermare questa follia che miete vittime innocenti e ignare, distrugge famiglie e comunità; costringe ad un esodo forzato donne e bambini, con il terrore negli occhi (molti profughi sono accolti anche qui a Perugia); riaccende la fiamma dell’odio in quelle terre che, già nel secolo scorso, sono state bagnate da tanto sangue e bruciate dal fuoco della violenza scatenata da ideologie devastanti».

La follia sta prevalendo sul dialogo. «Ho ancora impresse le immagini della grande celebrazione che tre anni fa ho avuto la grazia di presiedere al Santuario della Santissima Vergine di Zarvaniza, nel centro dell’Ucraina – ha proseguito Bassetti nel ricordare il suo recente viaggio –. Decine di migliaia di persone si erano raccolte da ogni angolo del Paese ai piedi della veneratissima immagine della Madre di Dio. Ho nel cuore quei luoghi di fede e di serenità, che oggi sono teatro di scontri violentissimi e di stragi. Non posso credere alla tanta crudeltà che sta trasformando uomini in belve. La follia sta prevalendo sul dialogo, sul senso di umanità e sulla fraternità. La pace che invochiamo stasera è quella che viene dal Signore: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace…”. Questa pace, infatti, supera ogni nostro meschino interesse. Ci invita prima di tutto a guardare dentro noi stessi, a mettere da parte gli egoismi quotidiani, le piccole vanità, le rivalità negli ambienti di lavoro, il desiderio di potere in ogni ambito in cui viviamo, persino nella Chiesa. La pace del Signore, se accolta con verità, è capace di rinnovarci, di cambiare tutto il nostro essere, di renderci uomini e donne migliori. È capace di cambiare il cuore delle persone e le sorti degli Stati. Mentre iniziamo il cammino di Quaresima, il Signore ci doni la grande virtù dell’umiltà. È l’umiltà, dice Papa Francesco, “il segreto che porta in Cielo”: è “l’unica strada, non ce n’è un’altra”».

Di fronte a una sfida enorme. Il cardinale ha poi parlato della sua infanzia segnata dal secondo conflitto mondiale: «Io appartengo a una generazione che ha visto cos’è la devastazione della guerra. Sono cresciuto e vissuto in un paese di orfani e di poveri. Una tragedia immensa per la piccola comunità del luogo, tuttora impressa sui volti di quei ragazzini orfani che oggi sono diventati anziani come me… Oggi abbiamo di fronte una sfida enorme: far vincere la pace, far cessare il fragore delle armi. Stringiamoci in preghiera con il popolo ucraino… Quella che stiamo vivendo è dunque una tragedia umanitaria a cui non avremmo mai voluto assistere. Il mio pensiero e la mia preghiera vanno a tutti i morti, senza distinzione di nazione, e verso tutte quelle persone che adesso si trovano nei rifugi sotterranei; e a coloro che stanno fuggendo. Ringrazio la Caritas diocesana, le parrocchie e tutti loro che stanno aiutando queste povere persone che cercano aiuto. Siamo vicini alla comunità ucraina, ci uniamo alla loro sofferenza, ma anche alla speranza di superare presto questa tragedia».

Bisogno di profeti di pace. «Mai come in questo momento la preghiera – ha evidenziato il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione – è la nostra vera “arma” contro la guerra. Giorgio La Pira diceva che «la preghiera è la forza motrice della storia». Lui aveva ben conosciuto la guerra e poi aveva lottato e lavorato per la ricostruzione morale e sociale: tutto il suo impegno è stato una sintesi di contemplazione e azione. E questa è un’eredità importante anche per il mondo di oggi. Abbiamo bisogno, soprattutto oggi, di profeti di pace per rompere il muro di iniquità che gli uomini avidi hanno costruito».

Perugia: Il cardinale Gualtiero Bassetti in visita alla comunità ucraina. “Noi stiamo con le vittime dell’Ucraina e chi volesse annientare l’Ucraina è come se volesse annientare noi tutti, italiani ed europei”.

“L’assedio alle città, gli attacchi spietati di questi giorni sono la prova del disprezzo e dell’offesa delle vite umane. La guerra contro un popolo indifeso fatto di uomini, donne, bambini, ragazzi, giovani, anziani, malati, come sono tutti i popoli della terra, è la più grande ingiustizia che possa essere perpetrata”. Con queste parole, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha salutato la numerosa comunità ucraina perugina di rito greco-cattolico che ha incontrato, nel pomeriggio del 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, nella chiesa della Madonna delle Grazie del capoluogo umbro.

Il volto meraviglioso di Perugia. Era presente anche il sindaco Andrea Romizi, che ha portato l’abbraccio dell’intera città agli amici ucraini, testimoniato la vicinanza concreta di tanti perugini al popolo ucraino e ha parlato dell’unanime condanna di questa guerra da parte della sua comunità. Un affetto, un calore, una partecipazione alla sofferenza degli ucraini che mai si erano registrati prima, ha commentato il primo cittadino. A evidenziare questa grande spontanea solidarietà è stato il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, definendola “il volto meraviglioso di Perugia” non solo a parole ma con i fatti. “Sono tante le famiglie perugine che hanno dato e continuano a dare la disponibilità ad aprire le porte delle loro case per accogliere quanti arrivano dall’Ucraina. E l’augurio è che queste case restino vuote, perché la follia della guerra si fermi”.

L’Ucraina la casa di tutti. Il cappellano della comunità ucraina cattolica, don Basilio Hushuvatyy, ha ringraziato i rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose perugine per quanto si stanno prodigando ad organizzare l’accoglienza di profughi in fuga dalle atrocità della guerra, definendola una vera strage di innocenti, soprattutto di bambini. Don Basilio ha ricordato quando il cardinale Bassetti visitò l’Ucraina. Nel viaggio di ritorno, ha raccontato il sacerdote, “il cardinale si è avvicinato a me dicendomi: ‘Mi sono sentito davvero a casa mia’. E con l’aiuto di tutti, noi ucraini, vogliamo che il nostro Paese resti la casa di tutti”.

Siamo solidali con voi. E con voce commossa Bassetti ha poi detto: “Cari fratelli e sorelle siamo solidali con voi e con tutti i vostri cari che soffrono. La guerra, purtroppo, non risparmia nessuno, essa è quanto di più assurdo e mostruoso si possa concepire. Da una parte la feroce aggressione delle armate russe e, dall’altra, la disperata, dignitosa, coraggiosa risposta ucraina. La gente è disposta fino a morire pur di difendere quanto essa ha più di prezioso: la vita dei proprio cari e delle proprie famiglie”.

“Noi stiamo con le vittime dell’Ucraina e chi volesse annientare l’Ucraina – ha proseguito il cardinale – è come se volesse annientare noi tutti, italiani ed europei. L’Ucraina, scriveva in questi giorni il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, ‘è anche la nostra terra’. E io lo dico con forza, come arcivescovo di questa città, l’Ucraina, in questo momento è anche la mia terra, è anche la mia patria a cui non posso rinunciarvi. Noi, come Chiesa e come cristiani, siamo con chi dice e fa la pace e non si rassegna all’orrore della guerra. Papa Francesco, la voce più umile che ci sia nella Chiesa e, al tempo stesso, la più forte, si è fatto sentire continuamente. Da Firenze, la scorsa settimana, sessanta vescovi e sessantacinque sindaci delle nazioni dell’area del Mediterraneo, hanno tutti insieme gridato: ‘No alla guerra!’. E non domani, o domani l’altro, ma adesso, adesso, non quando ci sarà un cimitero ancora più grande di morti”.

Ucraina: fiaccolata a Norcia per chiedere intercessione patrono d’Europa

«Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina, ripeto: tacciano le armi! Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (Papa Francesco).

La folle tragedia che insanguina l’Ucraina, sconvolge l’Europa e costringe anziani, donne e bambini a cercare rifugio e pane, interpella la nostra coscienza, richiede ferma condanna di ogni guerra e impegno concreto e responsabile per la pace.

Il territorio della nostra diocesi custodisce la memoria viva di San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, che ispirò ai popoli del Continente la cura dell’ordine e della giustizia come base della vera socialità.

Proprio da Norcia allora si deve elevare, unito a quanto avviene in tante altre parti del mondo, un grido corale che dice convinta riprovazione di ogni forma di violenza e aggressione e invoca giorni di pace per questa umanità inquieta.

Invito pertanto le Parrocchie, i Comuni e le Associazioni, insieme con gli uomini e le donne che vogliono la pace, a ritrovarci a Norcia domenica 6 marzo p.v. per una “fiaccolata per la pace”, che prenderà avvio alle ore 21 dalla ex area containers collettivi (via Circonvallazione) per raggiungere piazza San Benedetto.

+ Renato Boccardo
Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Perugia: la comunità cristiana entra nella Quaresima con il Mercoledì delle Ceneri. Il cardinale Gualtiero Bassetti: “Non più tanto segnata dalla pandemia, ma da una guerra che potrebbe rivelarsi una catastrofe per l’umanità.

“Ci apprestiamo a vivere la Quaresima non più tanto segnata dalla pandemia da cui, con l’aiuto di Dio e della scienza, ne stiamo uscendo dopo due anni, ma da una guerra che potrebbe rivelarsi una catastrofe per l’umanità intera. Con nel cuore questa immensa sofferenza per le tante vite spezzate in Ucraina, ma anche di speranza affinché si spengano al più presto i fuochi di guerra, la nostra comunità diocesana perugino-pievese vive la Quaresima 2022 al cui centro pone la preghiera, il digiuno e segni concreti di carità e di solidarietà come l’accoglienza di quanti sono in fuga dall’Ucraina”. Sono le parole del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, pronunciate alla vigilia del Mercoledì delle Ceneri (2 marzo), che per i Cristiani segna il ‘tempo forte’ di Quaresima, tempo di conversione e di salvezza in preparazione alla Pasqua di resurrezione dove ciascun cristiano è chiamato a rigenerarsi nella fede.

Incontro con gli ucraini. Il cardinale Bassetti, Mercoledì delle Ceneri, avvierà in diocesi la Quaresima visitando la comunità ucraina di rito greco-cattolico, presso la chiesa perugina della Madonna delle Grazie. L’incontro è in programma nel pomeriggio del 2 marzo, alle ore 16.

Celebrazione con gli universitari. A seguire un altro appuntamento per il cardinale particolarmente significativo, quello della celebrazione eucaristica con il rito delle Ceneri nella chiesa dell’Università degli Studi animata dalla Pastorale universitaria, in programma alle ore 19. Bassetti rivolgerà parole di incoraggiamento e gratitudine alle giovani generazioni protagoniste del difficile periodo della pandemia a cui continua ad essere affidato l’arduo compito, quello di costruire il futuro di pace per umanità intera anche sulla scia di quanto è emerso al recente incontro internazionale di Firenze “Mediterraneo, frontiera di pace”.

Veglia diocesana per la pace. È inoltre stata convocata una veglia diocesana di preghiera per la pace in cattedrale, venerdì 4 marzo, alle ore 21, che sarà presieduta dal cardinale Bassetti, annunciata nei giorni scorsi dal vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, alla quale sono invitati a partecipare parroci, religiosi, consacrati, movimenti e gruppi ecclesiali.

Perugia: Il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi ha incontrato la comunità ucraina di rito greco-cattolico. Il presule: “Siamo vivici al martirio subito dalla vostra Ucraina”. Il cardinale Gualtiero Bassetti, Mercoledì delle Ceneri, con gli ucraini perugini

“Sono qui per testimoniare la vicinanza della nostra Chiesa diocesana a tutti voi, al popolo ucraino, alla Chiesa martire già soppressa al tempo dello stalinismo per poi risorgere da quelle macerie. E sono qui con voi per gridare il nostro grande disappunto di fronte all’atrocità della guerra, ma gridare anche verso Dio che sappia fermare questa immane tragedia, questa violenza e che cambi il cuore”. Lo ha detto il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi incontrando, nel pomeriggio di domenica 27 febbraio, la comunità ucraina di rito greco-cattolico del capoluogo umbro, nella chiesa della Madonna delle Grazie dove questa comunità si ritrova per le sue liturgie e attività pastorali. Si tratta di una comunità numerosa (nell’intera Umbria conta circa 5mila persone), che sta soffrendo per la guerra. Mons. Salvi ha portato il saluto del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, in questi giorni a Firenze per l’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, che visiterà la comunità ucraina perugina, sempre presso la chiesa della Madonna delle Grazie, Mercoledì delle Ceneri, il 2 marzo, alle ore 16, un giorno particolarmente significativo per tutti i cristiani, perché segna l’inizio della Quaresima.

Immensa sofferenza. Quella ucraina perugina è una comunità messa a durissima prova, come si è colto dalle parole accorate del suo cappellano, don Basilio Hushuvatyy. Nell’introdurre l’intervento del vescovo ausiliare, don Basilio ha parlato di familiari e amici di ucraini perugini morti perché militari e di quanti non si hanno più notizie da alcuni giorni, come nel caso di suo padre. Si percepisce nei loro sguardi, oltre che nelle loro parole, l’immensa sofferenza e preoccupazione. C’è speranza e coraggio di andare avanti anche per la vicinanza e la solidarietà espressa dalle autorità civili perugine, ha annunciato lo stesso don Basilio, che non faranno mancare il loro sostegno concreto in caso di bisogno. Negli ambienti ucraini umbri si parla dell’arrivo, nei prossimi giorni, di almeno 12 mila persone che si trovano attualmente in Polonia e in Romania, la gran parte di loro si ricongiungerà con familiari e amici residenti in Umbria.

Un’altra grande prova. “E’ un intero popolo messo nuovamente alla prova come anche la sua Chiesa – ha commentato mons. Salvi –. All’Ucraina è chiesta un’altra grande prova, la prova di una possibilità di verità di fronte alla pazzia di questo mondo, perché la guerra è una pazzia e non guarda in faccia a nessuno. Soprattutto la fragilità umana è presa di mira, non i potenti, ma le persone anziane, i bambini, le famiglie più indifese”.

Aiuto concreto. A sostegno in particolare dei più fragili, vittime principali del conflitto, ha ricordato il vescovo ausiliare, “oggi abbiamo indetto in tutte le chiese della nostra diocesi una preghiera per l’Ucraina e per la pace. La Caritas si è già messa a disposizione per collaborare con le Istituzioni locali nell’accogliere i vostri connazionali in fuga dalla guerra. Ci sono già operatori e volontari che si stanno mettendo a disposizione per vedere di rispondere in una maniera più adeguata possibile come comunità ecclesiale, anche se siamo sotto pressione per altre emergenze, ma la nostra disponibilità è piena”. Nel contempo, ha sottolineato mons. Salvi, “molte parrocchie stanno organizzando veglie di preghiere per voi, per i vostri familiari e amici rimasti in Ucraina, testimoniando la vicinanza a tutti voi non solo come sentimento, ma con la capacità di offrire con gratitudine quello che può servire al vostro momento di martirio, perché si tratta di un vero martirio subito dalla vostra Ucraina”.

L’incontro si è concluso con la recita della preghiera “Mai più la guerra”, scritta da san Giovanni Paolo II, e la benedizione impartita dal vescovo ausiliare.