Perugia – celebrata la festa diocesana della Madonna delle Grazie in cattedrale. Conferito il Pallio all’arcivescovo mons. Ivan Maffeis dal Nunzio apostolico mons. Emil Paul Tscherring

«Abbiamo celebrato e ringraziato insieme il Signore, via e verità ultima, pienezza della nostra esistenza. In Lui troviamo la pace, nella sua Parola, nel pane dell’Eucaristia, nella sua Croce, nei fratelli, a partire dai più poveri, bisognosi e sofferenti». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis in una gremita cattedrale di San Lorenzo di Perugia, il pomeriggio del 12 settembre, a conclusione della celebrazione eucaristica della Festa diocesana della Madonna delle Grazie. Celebrazione in cui è stato ricordato il primo anno di episcopato di mons. Maffeis e conferito allo stesso presule il Pallio degli arcivescovi metropoliti dal Nunzio apostolico in Italia, mons. Emil Paul Tscherring, alla presenza dei vescovi delle Diocesi della Metropolia, di numerosi sacerdoti e diaconi e di diversi rappresentanti delle Istituzioni. Mons. Maffeis, in occasione della festa mariana, ha donato alla comunità diocesana la sua prima Lettera pastorale dal titolo: “Il coraggio del passi”.

Rivolgendosi al rappresentante del Papa, ringraziandolo, mons. Maffeis ha detto: «la sua presenza, prima e più ancora del Pallio, è sigillo della nostra comunione con il successore di Pietro, il Santo Padre Francesco. Grazie ai confratelli nell’episcopato, in ognuno di noi risuona la voce delle nostre Chiese particolari, ma è soltanto insieme, nella comunione e nella collegialità, che possiamo camminare sulla via del Vangelo. Grazie a questo Popolo Santo, ad ogni sacerdote, perché io vi considero la mia famiglia … Grazie per avermi accolto come vostro Pastore, grazie per il legame di fraternità con cui ci aiutiamo a metterci in ascolto di quanto oggi lo Spirito e la Chiesa ci suggeriscono per renderci testimoni dell’Amore di Dio in questo nostro contesto. Grazie alle persone che operano spesso con mille difficoltà nelle nostre Istituzioni civili e militari… Grazie ai rappresentanti della scuola, dell’università, della sanità, del mondo della comunicazione e di diverse confraternite ed associazioni, in quanti, durante quest’anno, ho trovato attenzione ed impegno, disponibilità e condivisione al servizio del bene comune».
«Sotto il manto di Maria, Madre di ogni Grazia – ha concluso mons. Maffeis –, torno ad apporre anche il mio servizio. La sua intercessione e la vostra vicinanza rendano sempre aperta la porta del mio cuore, perché, mi auguro, nell’umiltà e nella gratuità possa essere in mezzo a voi uomo di preghiera per sapere incoraggiare gli altri, uomo di riconciliazione e di pace in dialogo con tutti, segno della gioia del Vangelo, strumento, ad un tempo, della fermezza e della tenerezza di Dio per ogni creatura».

La prima volta del conferimento del Pallio in cattedrale.
Suggestivo è stato il rito del conferimento del Pallio, avvenuto per la prima volta in cattedrale, dopo le nuove disposizioni del Papa: non più nella Basilica vaticana di San Pietro, ma in ogni cattedrale metropolitana. Questo, ha spiegato il Nunzio, «per esaltare il vincolo di intima comunione che esiste tra il Papa, successore di Pietro, ed i Vescovi, successori degli Apostoli, nonché di questi ultimi con il clero, i diaconi, i consacrati e l’intera comunità dei fedeli».
Mons. Tscherring, nell’omelia, ha rivolto ai fedeli perugini il saluto del Santo Padre. «Papa Francesco – ha detto – vi invia la sua Benedizione Apostolica, quale segno della sua paterna sollecitudine per il Popolo di Dio che vive in questa cara Arcidiocesi e nella bella Umbria».
Prima ancora mons. Tscherring aveva spiegato «l’importanza e la bellezza del Pallio», precisando che «la lana bianca con il quale il Pallio è confezionato proviene dagli agnelli di pochi mesi, benedetti dal Papa il giorno di sant’Agnese, il 21 gennaio di ogni anno, allevati dai Monaci Trappisti nel monastero di Tre Fontane, a Roma, luogo dove è stato martirizzato San Paolo Apostolo… Si tratta di un segno antichissimo che i vescovi di Roma, cioè i papi, indossavano dal IV secolo e simbolizza il giogo che Cristo carica sulle Sue spalle».