Perugia – celebrazione eucaristica per invocare la pace, presieduta dall’arcivescovo Maffeis ed animata dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro in Gerusalemme

La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve non fa mancare la sua vicinanza spirituale e materiale alle popolazioni della martoriata Terra Santa, raccogliendosi in preghiera insieme al suo Pastore, l’arcivescovo Ivan Maffeis, martedì 24 ottobre (ore 18), nella cattedrale di San Lorenzo dove si terrà la celebrazione eucaristica animata dai membri della Sezione Umbria dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro in Gerusalemme.

La Chiesa diocesana è da sempre attenta e solidale con i fratelli e le sorelle che vivono i luoghi in cui ha origine il Cristianesimo, sostenendo nel corso degli anni progetti umanitari volti all’integrazione tra popolazioni di culture e fedi diverse e per lo sviluppo di realtà socio-caritative impegnate anche nell’accoglienza dei pellegrini. A queste realtà saranno devolute le offerte raccolte durante la celebrazione in cattedrale del 24 ottobre, accogliendo anche l’invito della Custodia di Terra Santa a “pregare e digiunare per la pace”.

Omelia dell’arcivescovo Ivan Maffeis pronunciata alla celebrazione eucaristica per la pace in Terra Santa
“Ancora una volta il mio pensiero va a quanto sta accadendo in Israele e in Palestina. Sono molto preoccupato, addolorato, prego e sono vicino a tutti coloro che soffrono, agli ostaggi, ai feriti, alle vittime e ai loro familiari. Penso alla grave situazione umanitaria a Gaza e mi addolora che anche l’ospedale anglicano e la parrocchia greco-ortodossa siano stati colpiti nei giorni scorsi. Rinnovo il mio appello affinché si aprano degli spazi, si continuino a far arrivare gli aiuti umanitari e si liberino gli ostaggi.
La guerra, ogni guerra che c’è nel mondo – penso anche alla martoriata Ucraina – è una sconfitta. La guerra sempre è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Fratelli, fermatevi! Fermatevi!”
Così il Papa, domenica scorsa, a conclusione della preghiera dell’Angelus.

Davanti agli occhi e nel cuore di ciascuno di noi scorrono le immagini di una violenza cinica e disumana, che non esita a infierire su bambini, donne e anziani. Scontri e massacri. Stragi di innocenti. Ostaggi. Civili in gabbia. Razzi su ospedali, bombe su chiese, quartieri devastati e privati di luce, acqua, pane, medicine. Cedere a questa logica di morte significa ritrovarsi tutti quanti in trappola, senza via d’uscita, senza un varco, come migliaia di sfollati davanti a una frontiera sigillata.

Il veleno, iniettato nelle vene di questa nostra storia, divide dal di dentro le nostre stesse società. Ma non può trovare alcun consenso e non giova nemmeno alla causa del popolo palestinese l’antisemitismo che in questi giorni ha manifestato in diverse piazze europee, anche del nostro Paese. Nel contempo, il diritto di difesa che la comunità internazionale ha riconosciuto a Israele non può risolversi in ritorsione e vendetta: significherebbe rispondere all’orrore con altro dolore innocente, una recrudescenza utile solamente ad aggiungere altri anelli alla già pesante catena della violenza. Così, schierarsi da una parte o dall’altra non aiuta a ristabilire vie della giustizia e della convivenza, né contribuisce ad assicurare ad alcuno stabilità e sicurezza.

“Non dobbiamo abituarci alla guerra, a nessuna guerra” – sono ancora parole di Papa Francesco, pronunciate solo ieri, che continuano così: – “Non dobbiamo permettere che il nostro cuore e la nostra mente si anestetizzino davanti al ripetersi di questi gravissimi orrori contro Dio e contro l’uomo”.

Gli errori e le guerre del passato sono memoria e monito, testimonianza che non esiste alternativa alla pace. Pace che è frutto di un processo ostinato, di un percorso di cooperazione e di integrazione, costruito sulla “giustizia, il dialogo e il coraggio della fraternità” (Papa Francesco).

Questa prospettiva non è un’utopia; attinge, piuttosto, la sua forza dal Vangelo, dalla fede nel Signore Gesù. È lui l’uomo delle beatitudini, colui che le ha incarnate nei comportamenti e nelle scelte di vita, nel suo modo di relazionarsi al Padre e ai fratelli. È lui il povero, il mite, il misericordioso, il costruttore di pace, colui che ha fame e sete della giustizia, a causa della quale è perseguitato. Seguirlo, partecipare alla sua vita, porta a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e alle ingiustizie sociali; in sua compagnia si diventa umili, puri di cuore, trasparenti e accoglienti, incapaci non solo di dominare, ma anche di essere felici senza gli altri.

Non stanchiamoci di lasciarci interpellare dalla Parola del Signore; non stanchiamoci di pregare e digiunare per la pace (il Papa ha indetto una seconda giornata per venerdì prossimo, 27 ottobre). Su questa strada torneremo a disarmare gli animi, a riconciliarci con la nostra storia, a sanare le ferite, a essere misericordiosi e operatori di pace, a riconoscerci fratelli tutti.

Don Ivan Maffeis, vescovo

Al termine della celebrazione eucaristica per la pace tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, il 24 ottobre 2023, è intervenuto in video da Gerusalemme il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. Di seguito la trascrizione del video-messaggio rivolto alla comunità diocesana perugino-pievese.