Spoleto – Messa per i nati nell’anno celebrata nel Duomo. Mons. Boccardo: «Le grandi cose della vita non vanno sbandierate nella “piazza” dei social media, ma si concepiscono e si realizzano nella discrezione»

Una Messa per i nati nell’anno 2020 nel reparto di Ginecologia ed Ostetricia nell’Ospedale di Spoleto in tono minore rispetto al passato a causa delle restrizioni per evitare il diffondersi del Coronavirus. Un momento di preghiera che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo non ha comunque voluto sospendere. Alle 11.30 di domenica 14 febbraio 2021 il Presule ha celebrato l’Eucaristia nell’altare di S. Ponziano del Duomo di Spoleto, trasmessa in diretta nei canali social della Diocesi. Qualche famiglia con i bambini, comunque, era presente. C’era anche il sindaco della Città Umberto de Augustinis. Il primario del reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale di Spoleto Fabrizio Damiani ha inviato all’Arcivescovo un messaggio di saluto: «Il dovere civico di rispettare le disposizioni in tema di contenimento della pandemia – ha scritto – mi costringono a rinunciare al privilegio di essere con voi. Grazie a lei, Eccellenza, per la vicinanza che sempre mostra a me personalmente e soprattutto al reparto “maternità” di Spoleto».

Le grandi cose della vita non vanno sbandierate nella “piazza” dei social media. Il Vangelo di domenica 14 febbraio presentava la figura del lebbroso purificato da Gesù. «Quest’ultimo – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – vede il lebbroso, si ferma, si commuove e lo tocca. Compie questi gesti di sollecitudine, di tenerezza e stende la mano per accarezzarlo; e l’uomo fu purificato dal suo male. Gesù prende su di sé la situazione del lebbroso, il suo limite, la sua sofferenza: è la tenerezza di Dio che si china sulle miserie fisiche e morali dell’uomo. Questo chinarsi è occasione per una nuova nascita. Gesù, però, impone al lebbroso di non dire nulla. Perché? Perché le cose grandi della vita – ha detto mons. Boccardo – non vanno sbandierate in piazza, hanno bisogno di essere interiorizzate e gustate fino in fondo». E qui il Presule ha parlato dell’urgenza di recuperare la dimensione interiore. «Siamo tutti malati di comunicazione e la cosa più importante sembra sia raccontare ogni istante della propria vita su Facebook, su Instagram e negli altri social. Si mettono in “piazza” sentimenti, reazioni, sofferenze. Tutta scena, tutta facciata: si tratta di una vita vissuta sullo schermo. Stiamo perdendo la dimensione interiore, quella che è capace di dare sapore ai gesti, ai sentimenti e alle parole. È urgente allora ritrovare delicatezza e riservatezza che ci impediscono di pubblicare tutto e ci insegnano invece a coltivare nel cuore quanto accade. Le cose grandi, infatti, si concepiscono e si realizzano nella discrezione. E sono quelle – ha proseguito il Presidente della Conferenza episcopale umbra – che lasciano il segno. Il resto passa: un post su Facebook dopo il primo istante già appartiene al passato, anche se continuiamo a scrivere e pubblicare. Proviamo a fare un bilancio: quanto tempo dedichiamo a leggere la nostra vita e a riflettere sugli avvenimenti e quanto stiamo sul telefonino in una comunicazione eterea? Stiamo rischiando di diventare persone di facciata che non coltivano il contenuto».

Il pensiero dell’Arcivescovo ai neo genitori e sull’Ospedale. «Cari genitori, fate come il lebbroso: avvicinatevi a Gesù e affidate a lui i vostri piccoli, il vostro cammino di papà e di mamma». Poi il pensiero di mons. Boccardo sull’Ospedale di Spoleto: «Auspico che il reparto di Ginecologia ed Ostetricia, insieme con gli altri reparti fondamentali, possa presto tornare in piena efficienza nel nostro Ospedale. Lanciamo un appello a quanti sono responsabili del bene comune perché non risparmino l’impegno per far rifiorire la presenza indispensabile del nosocomio, punto di riferimento per Spoleto e il comprensorio circostante».