La Chiesa perugina ricorda la figura di don Arturo Gabrijelcic a trent’anni dalla morte con l’intitolazione della sala studio dell’Archivio diocesano e la messa in memoria del dies natalis in cattedrale

La Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve si appresta a celebrare, giovedì 23 novembre, il trentesimo anniversario della morte improvvisa e prematura di don Arturo Gabrijelcic (1936-1993), che lo colse nel pieno della sua attività di responsabile dell’Archivio storico diocesano e di cappellano della Residenza per anziani “Fontenuovo”. Proprio in questa residenza, il 23 novembre 1993, «al termine di un funerale da lui officiato, mentre intonava un canto alla Madonna, il dies natalis lo colse all’improvviso». Lo scrive nel profilo biografico dedicato a don Arturo l’archivista diocesana Isabella Farinelli, il cui testo integrale è consultabile e scaricabile sul sito diocesano, al link: Profilo-biografico-di-don-Arturo-Gabrijelcic-1936-1993-a-cura-di-Isabella-Farinelli-archivista-diocesana-.pdf (diocesi.perugia.it) . «I funerali furono celebrati il 25 novembre 1993 da mons. Ennio Antonelli arcivescovo – scrive la dott.ssa Farinelli, a conclusione del profilo –, alla presenza di una folla commossa, costernata ma forse, più di tutto stupita. C’era nell’aria la consapevolezza, quasi che gran parte di questa figura poliedrica, presente in vari ambiti, ma per molti altri versi nascosta e misteriosa, dovesse ancora rivelarsi».

Una pubblicazione dedicata a don Arturo. Questo profilo biografico, spiega l’autrice, «costituirà parte integrante della piccola pubblicazione che l’Archidiocesi sta realizzando per l’occasione. Nella prima parte del volumetto sarà ripubblicato il saggio Vescovi e cattedrale, relazione pronunciata al convegno che ebbe luogo nella cattedrale perugina nel 1988, summa dei numerosi studi storico-archivistici e dell’appassionato spirito pastorale di don Arturo. Il dotto sacerdote fu inoltre autore di saggi sulle origini del Seminario e su Fontenuovo, e lasciò numerosi studi manoscritti, purtroppo incompiuti, versati all’Archivio da sua madre Emma».

Fondatore dell’Archivio storico diocesano. A don Gabrijelcic si deve la nascita dell’istituzione archivistica diocesana come è strutturata attualmente, aperta al pubblico e alle scolaresche, seppur non più ubicata in Arcivescovado ma, a seguito del sisma del 1997, nella nuova sede di via dell’Aquila, nelle vicinanze della chiesa di San Severo a Porta Sole. Quest’istituzione, citata grazie al suo fondatore nella Guida degli Archivi diocesani d’Italia edita dall’Associazione Archivistica Ecclesiastica, «ospita materiale archivistico disposto secondo criteri scientifici – precisa la dott.ssa Farinelli –, con l’aiuto di studiosi e volontari, tra cui la sua stessa mamma. A lui si deve la raccolta di molti archivi parrocchiali e confraternali, in sedi rimaste vacanti e incustodite, salvandoli in tal mondo dalla dispersione e inventariandoli in schede manoscritte che sono tuttora in uso».

Programma del 30° anniversario della morte. La Chiesa perugina ricorderà questo suo insigne sacerdote giovedì 23 novembre, alle ore 16, presso l’Archivio storico diocesano, intitolandogli la sala studio dell’istituzione arcivistica, dove sono presenti i ritratti di don Arturo e della madre Emma, a firma dell’artista Gustavo Benucci, datati 1988. Interverranno l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis e il vicario generale don Simone Sorbaioli.

Seguirà, alle ore 18, la santa messa commemorativa, nella cattedrale di San Lorenzo, alla quale è dedicato il menzionato saggio di don Gabrijelcic Vescovi e cattedrale.

Amelia – l’arcivescovo di Santo Domingo in visita nel cinquecentenario della morte di mons. Geraldini

In occasione delle celebrazioni del Cinquecentenario della morte (1524-2024) di Alessandro Geraldini, primo vescovo residente di Santo Domingo, nato ad Amelia nel 1455, domenica 19 novembre è stato in visita ad Amelia mons. Francisco Ozoria Acosta arcivescovo metropolita di Santo Domingo e primate delle Indie, 50esimo successore di mons. Geraldini. L’arcivescovo è stato accolto in città dal vescovo Francesco Antonio Soddu, dal sindaco di Amelia Laura Pernazza, dalle autorità civili e militari, e dagli sbandieratori città di Amelia, che si sono esibiti in un breve spettacolo. Il vescovo Soddu nelle parole di benvenuto ha ricordato l’importanza di questo centenario che intende ricordare lo spirito missionario del vescovo di Santo Domingo.
Mons. Ozoria Acosta che ha presieduto la solenne conclebrazione nella concattedrale di Amelia, nella festa della Dedicazione della Basilica Concattedrale, ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta ed ha elogiato il comitato organizzatore del centenario Geraldiniano per l’impegno nella riscoperta e valorizzazione di un personaggio che ha segnato la storia dell’evangelizzazione del nuovo mondo.
“Nel discorso che proclamò al suo arrivo a Santo Domingo – ha ricordato l’arcivesco Acosta – parlò di corresponsabilità pastorale, anticipando i tempi moderni. Fu un insigne diplomatico ecclesiastico, un’educatore e un pastore attento al suo popolo. Tante furono le sue missioni diplomatiche che lo portarono in 17 paesi tra Europa e Arica per arrivare, infine, a Santo Domingo. Nel suo ministero episcopale portò il Vangelo a tutti coloro che gli erano stati affidati. Oggi la chiesa dominicana sta camminando verso il futuro, ma dipende dalla nostra personale conversione, dal desiderio di camminare insieme e riflettere il vangelo in ogni persona”.
L’arcivescovo di Santo Domingo ha donato dei libri sulla Cattedrale di cui lo stesso Geraldini avviò la costruzione, una biografia del vescovo Geraldini e la storia degli episcopati dominicani.
Un libro sulla storia e tradizioni di Amelia è stato donato all’arcivescovo Azoria Acosta dalla sindaca Pernazza insieme a dei prodotti tipici dell’amerino, mentre il vescovo Soddu ha donato una quadro con la riproduzione dell’antico dipinto della Madonna Assunta custodita nella concattedrale di Amelia.

Perugia – celebrata la Giornata dei poveri. Il direttore don Marco Briziarelli: «Non distogliere il nostro sguardo dai poveri come Chiesa e come società civile»

Anche la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve ha celebrato, domenica 19 novembre, nelle parrocchie la 7a Giornata mondiale dei poveri voluta da papa Francesco dedicata al tema: “Non distogliere lo sguardo dal povero”. Sono stati organizzati incontri con persone aiutate tutto l’anno a livello diocesano e parrocchiale, anche pranzi come quello servito al Centro Shalom della parrocchia perugina di Santo Spirito, una sorta di anticipazione di quanto avviene da oltre venti anni nel periodo natalizio.

Guardare i poveri dando dignità alle loro sofferenze. L’invito a non distogliere lo sguardo dai poveri è venuto anche dal direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli e dai parroci durante le celebrazioni eucaristiche domenicali, con intenzioni di preghiere per quanti vivo ai margini della comunità. «Papa Francesco ci invita tutti i giorni, con questa Giornata, a continuare ad avere lo sguardo su ogni povero, a non distoglierlo, prendendo lo spunto dal libro di Tobia – ha commentato don Briziarelli –. Non distogliere questo sguardo come Chiesa e come comunità civile, di riconoscere i poveri e di guardarli nel prendersi carico di loro, di accompagnarli e di dare dignità alle loro sofferenze incontrando le loro vite e le loro storie».

Povertà in linea con quella riscontrata a livello nazionale. Il direttore della Caritas ha richiamato l’attenzione anche sui dati presentati dalla Caritas italiana nei giorni scorsi, che confermano il fenomeno povertà riscontrato a livello statistico, nell’ultimo anno, nella comunità perugino-pievese dall’Osservatorio sulla povertà e l’inclusione sociale della Caritas diocesana. Sono più di 3mila le famiglie in difficoltà accompagnate dall’organismo pastorale della Chiesa del capoluogo umbro. Una famiglia su dieci è in povertà assoluta e una persona su quattro è a rischio di scivolare nell’esclusione sociale.

Un’iniziativa per contrastare la dispersione scolastica. In occasione della 7a Giornata è stata annunciata l’iniziativa dell’“Aiuto compiti”, due volte a settimana, promossa dalla Caritas diocesana presso il “Villaggio della Carità” di Perugia; iniziativa che sarà avviata prossimamente grazie alla disponibilità volontaria di un gruppo di insegnanti in pensione. «Si tratta di una risposta – ha precisato don Marco Briziarelli – ad una delle istanze sociali territoriali più impellenti, un aiuto concreto a quelle famiglie che non possono permettersi un doposcuola a pagamento. È anche un sostegno a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica emerso negli ultimi anni nel Rapporto elaborato dall’Osservatorio diocesano sulla povertà».

Foligno – inaugurazione scuola di economia della fraternità Franceco d’Assisi e Giuseppe Toniolo

Venerdì 24 novembre alle ore 17.30 presso il Centro diocesano “Fratelli Tutti”, viale Ancona n° 141 in Foligno, si svolgerà l’inaugurazione della Scuola Francesco d’Assisi e Giuseppe Toniolo per un’economia della fraternità. Un ambiente formativo, voluto dal Vescovo Mons. Domenico Sorrentino, in cui si ragioni attraverso il Magistero sociale della Chiesa su una visione del sistema produttivo che rimuova alla radice lo scandalo della miseria e della disuguaglianza. Un luogo e un’esperienza di incontro in cui il meglio della realtà imprenditoriale, sindacale, sociale, della comunità folignate possa fare un cammino di riflessione e di impegno in vista di un’economia sempre più centrata sulla persona umana e a servizio di ogni persona.

“Economia, lavoro, società” è il titolo del convegno inaugurale promosso dalla Diocesi di Foligno attraverso la sinergia dei settori pastorali che si occupano del servizio integrale della persona come l’Ufficio per la pastorale sociale e per il lavoro, la Caritas diocesana, la Fondazione migrantes, il Servizio diocesano per la pastorale giovanile. Le riflessioni di alcuni giovani lavoratori e studenti universitari apriranno il convegno sul tema “Quale futuro per le nuove generazioni” toccando alcune questioni importanti come il benessere del lavoratore percepito come una mission aziendale insieme al profitto; valorizzare le intelligenze, il “know-how”, per evitare la fuga dalle aziende; rivalutare le figure che lavorano nel sociale.

A seguire gli interventi, moderati da Elisa Manenti consulente d’impresa, del Dott. Marcello Signorelli docente di economia politica presso l’Università degli studi di Perugia, di Corrado Bocci presidente della sezione locale di Confindustria e di Mons. Domenico Sorrentino Vescovo delle Diocesi di Foligno e di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino.

“La scuola di economia della fraternità – sottolinea il Vescovo Sorrentino – vuole diventare nel tempo un luogo d’incontro tra imprenditori, lavoratori, accademici, studenti di economia e giovani economisti, operatori sociali e sindacali, scuole, per innescare, nel territorio un vero processo innovativo della teoria e della prassi economica rifondandola su principi di amore, generosità, gratuità”.

Stroncone – convento San Francesco, inaugurazione della casa “Il leccio di Disma” per l’accogkienza dei detenuti

Nel convento francescano di Stroncone e santuario del Beato Antonio Vici, in un ambiente di semplicità e immerso nella natura, nasce un’opera a servizio dei carcerati. Sabato 18 novembre è stata inaugurata “Il leccio di Disma”, casa di accoglienza per detenuti gestita dall’associazione “Il Leccio di Disma, Organizzazione Di Volontariato” una comunità di volontari che dedica la propria opera per accogliere e facilitare il reinserimento dei detenuti nella società favorendo le condizioni per sviluppare le capacità autonome di ricostruire corrette relazioni sociali, lavorative e familiari. Nella casa di accoglienza vengono offerti servizi di residenzialità temporanea per detenuti, opportunità di formazione e orientamento al lavoro, relazioni di aiuto e che opera in stretto contatto con la comunità religiosa dei frati minori.
Portato avanti da Padre Danilo Cruciani guardiano del Convento di Stroncone e presidente del Leccio di Disma odv e da Padre Massimo Lelli cappellano del carcere di Terni il progetto ha incontrato la disponibilità di tante persone nell’impegnarsi nel volontariato.
La casa di accoglienza il leccio di Disma vuole offrire servizi di residenzialità temporanea per detenuti uniti a opportunità di formazione e orientamento al lavoro e relazioni di aiuto e discende dalla convinzione che una società che dispone di adeguate reti di reinserimento dei detenuti è una società più giusta, più sicura e più vicina a Cristo.
Dopo la visita alla struttura e al bosco sacro del convento francescano, ristrutturati con il contributo anche dei detenuti che già hanno usufruito dell’ospitalità della casa, nel santuario del beato Antonio Vici si è tenuta a presentazione ufficiale dell’opera.
Sono intervenuti all’inaugurazione: mons Francesco Antonio Soddu, Vescovo di Terni-Narni-Amelia, Padre Francesco Piloni Ministro della Provincia dei Frati Minori dell’Umbria e Sardegna, Paola Fuciletti Ministro dell’Ordine Francescano Secolare dell’Umbria, il magistrato Fausto Cardella presidente dell’Associazione Umbria contro l’Usura, il magistrato di sorveglianza di Spoleto Fabio Gianfilippi, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Perugia Antonio Minchella, la giudice onorario del Tribunale di Perugia Loretta Internò, la direttrice del Carcere di Spoleto Bernardina di Mario, la Direttrice del Carcere di Rieti Chiara Pellegrini, il Comandante della Polizia penitenziaria del Carcere di Terni Fabio Gallo, il Sindaco di Assisi e Presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, il Sindaco di Stroncone Giuseppe Malvetani e molte altre autorità civili e militari educatori, psicologi, rappresentanti dell’associazione Demetra APS.
L’inaugurazione è stata l’occasione per la comunità locale di rapportarsi con il mondo carcerario scoprendone esigenze e opportunità in vista di un comune impegno civile di solidarietà, sicurezza e convivenza civile nel segno dei valori francescani.

Un’opera di carità che arricchisce l’impegno di solidarietà e vicinanza con i detenuti e più bisognosi, inuagurata proprio alla vigilia della settima giornata mondiale dei Poveri.

Assisi – a cinquant’anni dalla morte si ricorda mons. Nicolini

Un buon pastore, un vescovo lungimirante, attento al prossimo in maniera esemplare, benedettino devoto a San Francesco tanto da farlo proclamare patrono d’Italia (1939) e a Santa Chiara, patrona della televisione (1958). A cinquant’anni dalla sua morte, la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e l’amministrazione comunale ricordano monsignor Giuseppe Placido Nicolini, il vescovo trentino che fu a capo di questa Chiesa particolare per quasi cinquant’anni. Un ricco programma di iniziative è in calendario, infatti, per il fine settimana del 24, 25 e 26 novembre.

Si comincia venerdì prossimo alle ore 16,45 con la visita all’Episcopio e al Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, allestito nelle stanze dove Nicolini nascondeva gli ebrei e i loro oggetti e diventato quartier generale della rete che, durante la persecuzione razziale, salvò circa 300 sfollati. A seguire, nella sala della Spogliazione andrà in scena il reading di Paolo Mirti, interpretato da Stefano Venarucci dal titolo: “Nuvole da Firenze ad Assisi con la verità nascosta nella bicicletta di Gino Bartali”.

Sabato 25 novembre, giorno dell’anniversario della morte, si aprirà alle ore 9,45 con un convegno, nella sala della Conciliazione del palazzo comunale, dal titolo: “Nicolini, un pastore dai tanti doni e carismi”, al quale prenderanno parte: il vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, monsignor Ivan Maffeis, il professor Tiziano Sensi, (PhD) dell’Università degli studi di Perugia e lo storico Dino Nardelli. Porteranno la loro testimonianze alcuni assisani che hanno conosciuto Nicolini e in particolare: Alessandro Cianetti, Massimo Zubboli e padre Gian Maria Polidoro. Il convegno sarà moderato da Pier Maurizio Della Porta, direttore della Biblioteca diocesana. Nel pomeriggio alle ore 16 presso il Museo diocesano e Cripta di San Rufino ci sarà l’inaugurazione della mostra: “Il vescovo mons. Giuseppe Placido Nicolini, da Trento ad Assisi” con l’esposizione di documenti, scritti e foto incluse quelle inviate dai cittadini al contest lanciato da Diocesi e Comune. Alcuni di questi documenti sono concessi dall’archivio diocesano di Trento. In serata alle ore 21 nella cattedrale di San Rufino, è in programma il concerto della Cappella musicale, diretta dal maestro Lucio Sambuco.

Domenica 26 novembre, alle ore 10, messa solenne presieduta dal vescovo emerito di Trento, monsignor Luigi Bressan e a seguire l’omaggio alla tomba di Nicolini nella cappella del Pianto.

Locandina Nicolini (A3)

Perugia: In centinaia ad ascoltare Massimo Cacciari, relatore del primo incontro del ciclo sul libro dell’Esodo promosso dal SAB

In un Sala dei Notari di Perugia gremita all’inverosimile (e purtroppo molti non sono riusciti ad entrare) e alla presenza di numerosi giovani, Massimo Cacciari, nella serata del 17 novembre, ha dato inizio al programma di lettura della Bibbia curato dal Servizio di Animazione Biblica (SAB) della diocesi di Perugia.

L’attualità dell’Esodo. Il responsabile del SAB, il prof. padre Giulio Michelini (Ofm), preside dell’Istituto Teologico di Assisi (ITA), ha introdotto il relatore ricordando non solo i suoi numerosi lavori di filosofia teoretica, ma anche quelli dedicati alla teologia e alla Bibbia: una sua conferenza radiofonica sul libro di Rut (poi stampata), il saggio Generare Dio sull’immagine di Maria, la madre di Gesù; il libro dedicato a san Francesco d’Assisi, e quello sul primo comandamento del libro dell’Esodo, Io sono il Signore Dio tuo, scritto con il teologo Piero Coda, e sul comandamento dell’amore, con Enzo Bianchi. Padre Michelini ha anche ricordato l’attualità del libro biblico dell’Esodo: non solo per le recenti ricerche ad esso dedicate da egittologi del calibro di J. Assmann (Esodo. La rivoluzione del mondo antico, Adelphi 2023), ma anche per ciò che il libro dice a proposito della libertà, della legge, di una Terra “promessa” che oggi purtroppo è il luogo di guerre.

Non si nasce liberi. Cacciari ha ricordato quanto sia realistico e crudo il racconto dell’Esodo, la cui lettura non può essere allegorizzata: è un racconto di un popolo, quello ebraico, liberato dalla schiavitù dell’Egitto per poter essere capace di osservare la Legge di Dio. Perché questo sia possibile, ha detto il filosofo, è necessario un Dio che libera, o, meglio, che costringe alla libertà, perché «noi non nasciamo liberi», ci educhiamo alla libertà e siamo educati alla libertà: «La speranza più alta, giungere alla Terra, si ottiene attraverso la lotta più dura. L’antropologia biblica non attribuisce all’uomo nessuna naturale tendenza alla libertà. La sua è piuttosto una naturale schiavitù».

Rimpianto per la schiavitù. La lectio di Massimo Cacciari ha trattato poi delle tensioni tra Mosè, il fratello Aronne, e il popolo di Israele, che non “vede Dio” faccia a faccia come Mosè, ma può solo vedere segni naturali, che non hanno nulla di divino, come quelli che si potevano vedere in Egitto: si spiegano così i continui rimpianti per quella terra di schiavitù.

La Terra promessa per i “futuri”. La parte centrale della lectio di Cacciari riguarda proprio la Terra promessa: dov’è questa terra? E perché Mosè e la sua generazione non vi entrano, ed è accessibile solo per i “futuri”, per i “non ancora”?

Il prossimo appuntamento. La lectio del filosofo – che si può riascoltare e scaricare sul sito www.lapartebuona.it – ha inaugurato in modo magistrale la lettura di un libro biblico ancora attuale. Il prossimo appuntamento, che approfondirà la prospettiva ebraica dell’Esodo, si terrà a Monteripido (salone san Francesco), a Perugia, lunedì 4 dicembre, alle ore 19.00, con il rabbino capo di Firenze, rav Gad Piperno.

Bastia Umbra – “La tenda del Risorto” momenti di catechesi, adorazione eucaristica perpetua e preghiera

Dopo la Scuola della Parola e i Cenacoli il vicariato di Bastia Umbra organizza la Tenda del Risorto, in programma dal 19 al 25 novembre nella chiesa di San Marco evangelista a Bastia Umbra con l’Adorazione eucaristica perpetua dalle ore 23 del 19 novembre alle ore 21 del 25 novembre. Tanti gli appuntamenti di preghiera e di riflessione in programma: la solenne apertura ci sarà il 19 novembre alle ore 20.45 con la catechesi di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. Alle ore 22 l’inizio dell’adorazione eucaristica perpetua che vedrà protagoniste le parrocchie di Petrignano (lunedì 20), Valfabbrica e Casacastalda (martedì 21), San Michele arcangelo di Bastia Umbra (mercoledì 22 e giovedì 23), Torchiagina e Palazzo (venerdì 24), San Marco evangelista di Bastia Umbra (sabato 25).

Tutti i giorni sono programmati: alle ore 7,30 le lodi, alle ore 11,30 la preghiera di guarigione e Ora media, alle ore 12 l’Angelus e alle ore 17 i vespri. Da lunedì 20 a venerdì 24 dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18 confessioni e direzione spirituale. Tra gli incontri di riflessione in programma alla Tenda del risorto, lunedì 20 alle ore 15 “Relazione e servizio agli ultimi – unzione degli infermi”, con la partecipazione dei membri Unitalsi e tutte le associazioni nazionali. Lunedì 20 novembre alle ore 20,45 “Relazioni e carità”, catechesi di Luca Russo della Comunità Giovanni XXIII di Palazzo di Assisi con la partecipazione degli operatori in ambito caritativo. Martedì 21 novembre alle 20,45 “Relazioni e politica”, catechesi di padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista, con l’invito a partecipare a politici ed esponenti del mondo del lavoro del territorio locale. Mercoledì 22 novembre alle ore 20,45 “Relazioni ed evangelizzazione”, catechesi di padre Alfredo Avallone guardiano del convento di Chiesa Nuova, con la partecipazione delle Comunità Maria Famiglie del Vangelo e dei catechisti. Giovedì 23 novembre “Relazioni e giovani” di padre Francesco Piloni, ministro provinciale Ofm Umbria Sardegna, con la partecipazione dei giovani delle diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo e Foligno in occasione della giornata interdiocesana della gioventù, dei religiosi, delle religiose, e dei membri del Pontificio seminario regionale umbro. Venerdì 24 novembre, sempre alla stessa ora “Relazioni e liturgia”, catechesi di monsignor Vittorio Viola, segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, con la partecipazione degli operatori in ambito liturgico. Infine, sabato 25 novembre “Relazioni e famiglia”, con la partecipazione dei gruppi del catechismo (ore 10 i bambini e le bambine delle scuole elementari e alle ore 15 i ragazzi e ragazze delle scuole medie). Sempre sabato alle ore 20:45 la solenne chiusura della Tenda del Risorto con la veglia mariana e la catechesi di Salvatore Martinez, già presidente del Movimento del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia e la benedizione eucaristica impartita dal vescovo Sorrentino.

Perugia – formazione dei catechisti impegnati con fanciulli e adolescenti

«Quello dei catechisti è un servizio alla Chiesa particolare nella sua opera evangelizzatrice, ma anche alla società, a partire dalle comunità locali che dovrebbero assurgere a rivestire sempre più un ruolo socio-educativo non secondario, insieme alla famiglia e alla scuola, per le giovani generazioni, soprattutto fanciulli e adolescenti. Per questo ai catechisti è chiesta continua formazione in questo “cambiamento d’epoca” in cui il Signore li chiama ad essere suoi attenti e motivati collaboratori nell’annuncio della sua Parola ai più piccoli e non solo». Lo evidenzia don Calogero Di Leo, direttore dell’Ufficio diocesano catechistico di Perugia-Città della Pieve, nel presentare il programma dell’imminente ciclo di incontri di formazione per gli 800 catechisti impegnati con i bambini di prima comunione e cresima e con gli adolescenti nelle oltre 130 comunità parrocchiali perugino-pievesi, in calendario da novembre 2023 ad aprile 2024.
Ciclo formativo che inizierà domenica 19 novembre (ore 16), presso il salone parrocchiale di Ponte San Giovanni di Perugia (III Zona pastorale), che verrà seguito in diretta streaming presso saloni e oratori parrocchiali delle altre sei Zone pastorali dell’Archidiocesi: Madonna Alta (I Zp); San Sisto (II Zp), Piccione (IV Zp), Marsciano (V Zp), Magione (VI Zp) e Moiano (VII Zp).

Relatori e attività. Al primo incontro relazioneranno Ida Casciani e Barbara Baffetti, autrici di una nuova collana dal titolo “Ti racconto il catechismo”, in quattro volumi (Guide e Sussidi), che copre l’intero percorso della Iniziazione Cristiana. I loro interventi saranno preceduti dai saluti introduttivi di don Calogero Di Leo, del vicario generale don Simone Sorbaioli e dalla proiezione di un video. L’incontro verterà anche sulle attività laboratoriali e da un confronto con le relatrici prima delle conclusioni.

Per svolgere al meglio la vocazione-missione. «È importante per la formazione e il servizio di ciascuno – sottolinea il direttore dell’Ufficio catechistico – non dimenticare quanto ricorda Papa Francesco: il grande dono ricevuto dal Signore della chiamata ad una vocazione-missione tutta tesa nel generare e nel far crescere nuovi figli di Dio alla fede, nella relazione con Gesù e con la Chiesa». Certamente, aggiunge don Calogero Di Leo, «siamo consapevoli che per svolgere al meglio la missione, oltre alla esperienza personale di fede e di vita ecclesiale, occorre anche una buona preparazione». Per per questo il sacerdote invita i catechisti «a partecipare ai corsi di formazione organizzati dal nostro Ufficio e ringrazio quanti si stanno adoperando per la loro riuscita a livello di Zona pastorale».

I prossimi appuntamenti-iniziative. Il ciclo di formazione proseguirà nei primi quattro mesi del 2024 e dopo le festività natalizie saranno comunicate le date e le sedi di altre iniziative in cantiere: il Convegno regionale dei catechisti, il Pellegrinaggio a Roma e due giornate residenziali per la formazione biblica sul Vangelo di Luca. Intanto sono in calendario gli incontri, che si terranno sempre con la duplice modalità del primo (in presenza e in streaming nelle Zone pastorali), con il prof. Andrea Grillo, del 7 febbraio (21), “La Prospettiva Catecumenale nei Sacramenti della Iniziazione Cristiana. Dal Concilio Vaticano II un nuovo paradigma pastorale”, del 06 marzo (ore 21), “La Porta dei Sacramenti e la Casa dei Sacramenti. Battesimo/Cresima per l’Eucarestia nell’esperienza dell’iniziazione dei bambini”, e del 17 aprile (ore 21), “Iniziazione e Mistagogia: una Relazione e una Sfida Pastorale”.

Cei – Assemblea Generale Straordinaria. Dichiarazione per la pace

Come Vescovi, riuniti in Assemblea Generale ad Assisi, esprimiamo la nostra preoccupazione per l’escalation di violenza e odio di questi giorni, che sta assumendo proporzioni sempre più tragiche.
Sentiamo impellente il compito di denunciare le logiche della contrapposizione e dell’individualismo, e di favorire la collaborazione e la riconciliazione. Sogniamo un mondo che sia davvero casa di tutti, dove il riconoscimento della dignità umana cammini di pari passo con il dovere di amare gli altri come fratelli e sorelle.
Guardiamo con particolare dolore alla situazione in Medio Oriente e rinnoviamo l’appello al “cessate-il-fuoco”, facendo nostre le parole di Papa Francesco: «Le armi si fermino, non porteranno
mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta! A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini» (Angelus, 12 novembre 2023). Insieme al Medio Oriente, il nostro pensiero va anche all’Ucraina, al Sud Sudan e ai tanti altri luoghi segnati da conflitti spesso dimenticati. Non possiamo rassegnarci al silenzio: sentiamo forte l’imperativo a comunicare il Vangelo dell’unità e della riconciliazione in un mondo sprofondato nelle tenebre ma desideroso di luce.
Da Assisi, la Città della Pace, con l’intercessione di San Francesco, eleviamo la preghiera a Cristo nostra pace (Ef 2,14), che ha la forza per abbattere il muro di inimicizia. Egli sostenga l’impegno di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, nella consapevolezza che la costruzione della pace è responsabilità di tutti. Non vogliamo che la cultura dell’odio e del pregiudizio continui a seminare divisione, distruzione e morte. Questa è una sfida da affrontare insieme, non più procrastinabile. Nel cantiere della pace c’è posto per tutti: «C’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia» (Fratelli tutti, 225).