Il santuario di Santa Rita a Roccaporena. La Messa di mons. Boccardo allo Scoglio della preghiera: «Tutti abbiamo paura del virus: noi che credevamo di avere il mondo in mano, di poter allontanare pure la morte, ora ci troviamo fragili, indifesi. Con Rita diciamo: “Nell’angoscia ti invochiamo, salvaci Signore”»

In questo tempo di Coronavirus il Santuario di Santa Rita a Roccaporena di Cascia riceve tante telefonate, mail e messaggi dall’Italia e da vari Paesi del mondo. Come del resto tanti altri Santuari. La richiesta è la stessa: invocano la Santa dei casi impossibili per la fine della pandemia Covid-19. Don Canzio Scarabottini, pro rettore del Santuario, e suor Stella Lepore, eremita che vive a Roccaporena, ascoltano tante storie di dolore e sofferenza, rispondono a quanti mettono per iscritto le loro angosce, facendo del Santuario quelle “Cliniche dello Spirito” di cui parla un documento della Congregazione per il clero del Vaticano del 2011.

Richieste di preghiera dall’Italia e da vari Paesi del mondo. Scrivono anche operatori sanitari, come l’altro giorno un’infermiera dal nord Italia, che ha inviato una mail in piena notte: “Sono una devotissima di Santa Rita. Una mia collega è positiva al Coronavirus. Pregate per noi, per il nostro servizio. Ho molta paura”. Molti le richieste di preghiere da vari Paesi del mondo via WhatsApp, come una ragazza dal Brasile: “Per la salute della mia famiglia e per la fine della Pandemia”. Sono giunte anche mail dall’Argentina, dalla Slovenia, dalla Francia, dagli Stati Uniti d’America e da molti altri Stati. La risposta del Santuario naturalmente è quella di affidarsi alla preghiera: “L’anima mia, dal dolore, si strugge in lacrime; rialzami secondo la tua parola” (Salmo 119). Ogni giorno don Canzio celebra la Messa a porte chiuse alle ore 8.30 e depone sull’altare del Signore tutte le intenzioni di preghiera dei devoti. Inoltre, sul sito www.roccaporena.com ci sono alcuni sussidi per la preghiera da poter fare in famiglia, come ad esempio “I quindici giovedì di Santa Rita”. Inoltre, nel ricordo di Santa Rita che nel Lazzaretto di Roccaporena accoglieva e curava i malati di peste e i poveri del suo tempo, non mancano i gesti di carità del Santuario, in collaborazione con la Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, per quanti sono in difficoltà a causa della pandemia.

Messa di mons. Boccardo alla Scoglio di Roccaporena per chiedere la fine della Pandemia. Alcuni momenti di preghiera organizzati in questo tempo sono stati trasmessi in diretta sulla pagina Facebook del Santuario (Opera di Santa Rita). Come ad esempio la Messa celebrata dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo venerdì 3 aprile scorso in cima allo Scoglio. «Da questo luogo – ha detto il Presule – raggiungiamo tutti voi cari fratelli e sorelle devoti di Santa Rita. E non è senza emozione che oggi ci troviamo qui davanti a questo pietrone che ha accolto ed è testimone della preghiera, delle lacrime e delle suppliche di Santa Rita. A questa grande donna chiediamo un’intercessione particolare per il mondo: di essere liberati dalla piaga del Coronavirus che ci assale misteriosamente e continua a mietere vittime. Preghiamo per quanti devono affrontare questa pandemia: gli ammalati, i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, i volontari delle diverse associazioni che stanno donando la loro vita per aiutare e sostenere i malati, quanti hanno perso la vita a causa del virus. Insieme con Rita ripetiamo: nell’angoscia ti invoco, salvami Signore. Tutti sperimentiamo – ha proseguito mons. Boccardo – questo sentimento di angoscia, tutti abbiamo paura del virus: noi che credevamo di avere il mondo in mano, che eravamo convinti di poter allontanare pure la morte, ora ci troviamo fragili, indifesi e incapaci di reagire. Dove andremo? Cosa ci sarà dopo? Con questi sentimenti, invochiamo il Signore affinché ci liberi dal male fisico (coronavirus) e morale (cattiveria, maldicenza). Lo facciamo dallo Scoglio, perché sappiamo che nei momenti difficili della sua vita Rita è salita qui per chiedere l’aiuto di Dio: quando il marito era violento con lei, quando poi è morto assassinato, quando ha vissuto la terribile esperienza della perdita dei figli, quando infine le monache del tempo non volevano accoglierla in monastero. Con Rita anche noi ripetiamo da questo Scoglio: nell’angoscia ti invochiamo, salvaci Signore».

E il venerdì Santo, 10 aprile prossimo alle ore 15.00, l’arcivescovo Boccardo, da solo, salirà nuovamente lo Scoglio di Roccaporena pregando la Via Crucis nel giorno della Passione di Cristo, chiedendo, tramite l’intercessione di Santa Rita, il coraggio di attraversare questa prova del Coronavirus. La Via Crucis sarà trasmessa in diretta Facebook nella pagina “Opera di Santa Rita”.

Perugia: La Caritas ringrazia i tanti benefattori della “Quaresima di Carità 2020” nel tempo del “Coronavirus”. Ricevuto in dono anche del pesce fresco

L’appello a vivere con maggiore generosità e solidarietà la “Quaresima di Carità 2020”, lanciato dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, è stato raccolto da tanti fedeli e uomini di buona volontà. «La nostra comunità diocesana, ma non solo, ha vissuto la Quaresima con molta sofferenza umana, spirituale e materiale per una pandemia che ha effetti devastanti anche a livello socio-economico ed occupazionale per molte famiglie, soprattutto per quelle che non hanno superato del tutto le difficoltà generate dalla recente crisi». A sottolinearlo è il direttore della Caritas diocesana, il diacono Giancarlo Pecetti, nel ricordare quanto quest’organismo pastorale si prodighi con le sue opere anche nel tempo del “Coronavirus” per aiutare le persone in gravi difficoltà.

Contributo Cei 8XMille. Sostegno che è possibile assicurare anche grazie al contributo economico della Cei, fondo 8XMille, a favore delle 220 Caritas diocesane attive su tutta la Penisola. La Caritas perugina, come è stato già annunciato dallo stesso cardinale Bassetti, ha messo a disposizione 50 alloggi (per almeno 30 giorni) della struttura ricettiva diocesana “Villa Sacro Cuore”, anche con il contributo di un privato benefattore, per operatori sanitari impegnati nella cura di pazienti affetti da “Covid-19”, affinché abbiano una sistemazione diversa dai propri domicili per tutelare se stessi i familiari conviventi.

Orate e bronzini in dono. Con l’approssimarsi della Pasqua il direttore Pecetti ringrazia i numerosi benefattori. «Mi ha molto colpito la generosità del titolare di una pescheria, che con tanto garbo e discrezione – commenta Pecetti –, ci ha portato una prima volta quattro cassette di orate e una seconda volta altrettante cassette di bronzini. In un momento di non poche privazioni, non può non farci riflettere il gesto compiuto, quello che qualcuno sia venuto in Caritas a portare perfino del pesce fresco in modo che anche i poveri possono mangiarlo». A beneficiare delle orate e dei bronzini sono state le quindici famiglie del “Villaggio della Carità” e le persone fruitrici dell’Emporio della Solidarietà “Tabgha” di Perugia.

La spesa per le famiglie.

«Per questo è doveroso ringraziare, all’inizio della Settimana Santa – prosegue Pecetti –, quanti mostrano la loro solidarietà e vicinanza verso i più deboli e per le donazioni economiche ricevute, da quelle più piccole a quelle più consistenti; quanti, andando a fare la spesa, hanno pensato di farne una anche per una famiglia sconosciuta e più bisognosa della propria». Inoltre, il direttore della Caritas ringrazia «le aziende e i fornitori abituali dei quattro Empori della Solidarietà attivi nel territorio diocesano, che quando hanno surplus in scadenza ci contattano subito. E grazie anche ai tanti titolari di esercizi commerciali che ci hanno aiutato con i più svariati prodotti alimentari (hamburger, yogurt, pesce fresco…)».

Il grazie dei beneficiari. Il grazie più sentito è venuto dagli stessi beneficiari, nel lasciare periodicamente al Centro di ascolto della Caritas diocesana attestati di stima e di riconoscenza per il bene ricevuto, comprendendo, come sottolinea il direttore Pecetti, che «nessuno si salva da solo». Infine un grazie sentito, insieme al suo auguro pasquale, il diacono Giancarlo lo riserva a «tutti gli operatori e volontari Caritas delle opere segno e delle strutture socio-caritative della Chiesa, che svolgono la loro attività per amore agli ultimi con dedizione e con spirito di servizio dimostrato anche in questo momento così difficile e di dura prova».

Assisi – Lettera di monsignor Sorrentino alla comunità diocesana alla vigilia della settimana Santa

“Una Pasqua vera al tempo del coronavirus”. È il titolo della lettera scritta dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e indirizzata ai fedeli, in questo periodo di sofferenza e fragilità. Una lettera per augurare una buona Pasqua di risurrezione, di famiglia e di futuro e per stare vicino alla comunità che vivrà questa solennità “unendosi” alle celebrazioni tramite le dirette streaming, a seguito delle restrizioni del Governo per evitare il contagio da Covid-19.

All’inizio della missiva il vescovo scrive che questa Pasqua verrà ricordata come la “Pasqua del coronavirus” e propone poi alcuni pensieri, approfondendo e riflettendo su: la Pasqua è Calvario, risurrezione, famiglia e futuro e su quello di celebrare con la vita.

Il vescovo infatti nella parte conclusiva della missiva, pone l’interrogativo su come vivremo questa singolare Pasqua 2020. “È ormai chiaro – scrive – che si continuerà a celebrare a porte chiuse, con i sacerdoti che porteranno tutti spiritualmente all’altare e gli altri fedeli che si uniranno dalle case, aiutandosi, come possono, con la televisione e i ‘social’. Approfittiamone per riportare nelle case più preghiera e più parola di Dio. Leggere una pagina di Vangelo al giorno non è un grande impegno, ma può darci tanto. Continuiamo a testimoniare solidarietà ai fratelli e alle sorelle che, più di noi, stanno sopportando il peso della prova. Quegli ammalati, quei morti ai quali va la nostra preghiera di suffragio, quelle famiglie devastate dal dolore, quelle fabbriche chiuse e gli operai destinati a un nuovo periodo di precarietà, quei medici, infermieri, volontari che si stanno prodigando e sono allo stremo delle forze, ci stiano nel cuore. Non ci sia una sola preghiera in cui li dimentichiamo. Vinciamo le tentazioni dell’egoismo, che già affiorano, e si faranno forse ancora più forti nello stadio della ripresa. L’amore sia il nostro ‘distintivo’: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Buona Pasqua! Sia davvero, nel ‘deserto’, una Pasqua di risurrezione, di famiglia e di futuro”.

Lettera del vescovo monsignor Domenico Sorrentino

Terni – le celebrazioni della Settimana Santa nella Cattedrale. Mons. Piemontese: “La passione della nostra società e della Chiesa, provocata dalla epidemia più che mai diventa la passione di Cristo”. Le dirette Facebook e televisive

Con la celebrazione della Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, hanno inizio le liturgie pasquali della Settimana Santa, durante la quale si fa il memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.

Una Settimana Santa e una Pasqua 2020 segnate dalla pandemia da Covid-19 che ha causato migliaia di morti.

“ll mesto corteo di camion militari, che nel buio della notte, si dirigono verso i forni crematori – ricorda il vescovo Piemontese nella lettera inviata alla comunità cristiana – ha richiamato a tutti noi la tragica immagine dei militi ignoti, vittime della prima vera terza guerra mondiale, la prima globalizzata non dichiarata e senza eserciti nemici schierati. A questa comunità di fedeli defunti, in attesa della risurrezione, è stato riservato un silenzioso e frettoloso commiato, che si ripete, con numeri altrettanto elevati, su più fronti di lotta in varie parti del mondo, con un nemico invisibile, prodotto e conseguenza di civiltà dal progresso smisurato e senza norme e da un orgoglio che ha come sbocco il suicidio della società stessa. E intere comunità locali e virtuali piangiamo i nostri morti: genitori, nonni, fratelli e sorelle, senza distinzioni di appartenenze; onoriamo col ricordo e la preghiera tutti, specie gli eroi, medici, infermieri e operatori vari, vittime dell’adempimento del dovere”.

In questi giorni di isolamento e disagi, la Chiesa ricorda il senso profondo della fede, nel ritrovarsi come comunità unita, fraterna e solidale: “Nei giorni della Settimana Santa – prosegue il vescovo – saremo in condizione di comprendere nelle ferite inferte alla nostra carne, al nostro corpo, ai nostri affetti, alle nostre comunità, particolarmente preoccupate per il presente e per un futuro incerto, la vicinanza di Gesù. La passione della nostra società e della Chiesa, provocata dalla epidemia più che mai diventa la passione di Cristo, che vuole associarsi a noi come conviandante nel cammino di ripresa e di guarigione, dentro e fuori della città”.

Le celebrazioni della Settimana Santa, in periodo di pandemia da coronavirus, saranno celebrate senza la presenza dei fedeli nelle parrocchie e nelle cattedrali della diocesi.

Le celebrazioni nella Cattedrale di Terni saranno presiedute dal vescovo Piemontese a cominciare da domenica 5 aprile, domenica delle Palme, alle ore 10 (trasmessa in diretta televisiva da TeleTerni. Canale 15 del digitale terrestre)

Il Triduo pasquale: giovedì, venerdì e sabato celebrazione delle letture e delle Lodi alle ore 9.

– Giovedì 9 aprile alle ore 17 nella Cattedrale di Terni si terrà la celebrazione della messa in “Coena Domini” in cui si ricorderà l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima Cena (trasmessa da Telegalileo canale 115 digitale terrestre)
– Venerdì 10 aprile alle ore 17 nella Cattedrale di Terni il vescovo presiederà la celebrazione della Passione del Signore. (trasmessa da Telegalileo canale 115 digitale terrestre)
– Sabato 11 aprile alle ore 21 nella Cattedrale di Terni la Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo nel corso della quale sarà benedetto il fuoco nuovo e l’acqua del fonte battesimale.

– Domenica 12 aprile, Pasqua di Resurrezione, il vescovo presiederà la celebrazione alle ore 10 nella Cattedrale di Terni (trasmessa in diretta televisiva da Teleterni canale 15 del digitale terrestre).

Tutte le celebrazioni della Settimana Santa nella cattedrale di Santa Maria Assunta a Terni saranno trasmesse in diretta sulla pagina Facebook della Diocesi di TerniNarniAmelia e sul canale Youtube della Diocesi TerniNarniAmelia.

Frati Assisi – la Pasqua ai tempi del Coronavirus – dirette streaming e numero verde per parlare con i Frati

E’ dedicato al coronavirus e alla ”inedita” Pasqua il numero di aprile della rivista San Francesco. Sul titolo della copertina, disegnata da Antonio Sullo, campeggia la scritta “Ce la faremo” e l’immagine del Santo di Assisi che senza paura porta l’Italia sulle spalle, “assaltata” dal Covid-19. Una miriade di uccelli, con tanto di mascherina protettiva, fanno da scudo attorno al Poverello, aiutandolo a sostenere la Nazione ferita.

Un mondo colpito dalla pandemia e che ha bisogno di vicinanza e sostegno. Proprio per questo i frati del Sacro Convento di Assisi hanno deciso di inviare gratuitamente a chi lo richiede tre numeri del mensile francescano; aumentare il numero delle dirette streaming di messe e preghiere su sito sanfrancesco.org; e infine di attivare un numero verde 800.333.733 per parlare direttamente con i frati.

Quella di quest’anno sarà una Pasqua diversa, amara e tragica, ma sarà comunque Pasqua. L’ottimismo deve vincere sulla paura e il dolore. L’Arcivescovo di Benevento, Monsignor Felice Accrocca, introduce il lettore alle celebrazioni pasquali con una esortazione molto chiara: «quelli attuali sono giorni difficili e in tantissimi non potranno prender parte dal vivo alle celebrazioni, ma Francesco ci insegna ad accogliere con serenità gli eventi, accettando anche il dolore.
Fare Pasqua vuol dire trasformare il dolore in amore, senza masticare rabbia e meditare vendette, perché così ha fatto il Signore; vuol dire saper gioire delle piccole cose, contentarsi di quel che si ha».

La situazione italiana e internazionale ai tempi del Coronavirus sono il fulcro attorno cui ruota questa edizione del mensile francescano. Il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, evidenzia nella sua riflessione, come questa pandemia abbia messo «a nudo tutta l’immaturità di un popolo. Il senso di responsabilità non è sufficientemente diffuso e la nostra leggerezza provoca danni enormi, talora irreversibili. Emergono egoismi e grettezze». Anche in questo caso è il Santo a venire in nostro soccorso, indicando una via da percorrere, una strada che ci condurrà verso un nuovo mo(n)do.

Il direttore della rivista, Padre Enzo Fortunato, nel suo editoriale si, e ci, interroga intorno alla parola opportunità «e se dovesse essere davvero una grande opportunità per l’umanità e per ognuno di noi? Si riscoprono affetti lontani e anche le telefonate terminano con un ti voglio bene. La solidarietà non è più una parola che dà fastidio. Vedere questa pandemia anche come un’opportunità per il futuro».

Per il sociologo Domenico De Masi, intervistato dalla nostra redazione, si tratta di un grande corso di formazione collettivo sia per i lavoratori con lo smart working sia per i fedeli con la telepreghiera perché «ognuno è solo con Dio in qualsiasi momento, alla preghiera corale si può supplire con momenti di raccoglimento individuale e il fedele può agire in nome di Dio con buone azioni rivolte ai più fragili e agli anziani».

Nello speciale dedicato al coronavirus anche le testimonianze del filosofo e psicologo, Umberto Galimberti che evidenzia la differenza tra paura e angoscia, per cui la seconda nasce dal fatto che non si conosce da «dove viene il pericolo e quindi si è sempre in uno stato di fibrillazione perenne»; e del cappellano del penitenziario “Due Palazzi” di Padova, don Marco Pozza, che parla della situazione carceraria italiana e ci ricorda che i detenuti sono ritenuti “lupi”. «A Gubbio il Santo ha compiuto due miracoli: prima ha addomesticato il lupo, poi ha bussato alle porte dei cittadini impauriti e ha detto ‘Credetemi, il lupo non fa più paura’».

Il mensile si conclude con un’intervista esclusiva a Padre Firas Lutfi sulla tragica guerra che sta colpendo la Siria e i tanti indifesi civili. Una guerra che ha raggiunto dimensioni di carattere globale e le vittime sono principalmente bambini come conferma il portavoce nazionale UNICEF, Andrea Iacomini: «soltanto nel 2018 sono stati uccisi 1.100 bambini nei combattimenti, nel 2019 quasi 900 con centinaia di migliaia i feriti».

LE INIZIATIVE DEI FRATI DI ASSISI

In questo periodo particolare per l’Italia e per il mondo intero i frati di Assisi hanno pensato di inviare tre numeri gratuiti della rivista San Francesco: basta inviare una mail a redazione@sanfrancesco.org o collegarsi al sito sanfrancesco.org. E’ possibile inoltre parlare con un frate chiamando il numero verde 800.333.733 dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.

Le messe nella Basilica di San Francesco via streaming sono sul sito sanfrancesco.org e sulla pagina Facebook “San Francesco d’Assisi”: dal lunedì al sabato alle 6.30 e alle 18.30; la domenica alle 7.15 e alle 18.00. Inoltre, sul sito sanfrancesco.org, è possibile collegarsi sempre, a qualsiasi orario, alla webcam della Tomba di San Francesco dove, tutti i giorni alle 12.30, viene recitata la preghiera dell’Angelus e dove è possibile lasciare una preghiera al Santo di Assisi.

Lettera di Mons. Cancian ai religiosi e religiose

Carissime sorelle e carissimi fratelli, vengo a dirvi che purtroppo il nostro incontro di Collevalenza fissato per sabato 9 maggio, come potete ben comprendere, è rinviato a data da concordare, forse in settembre/ottobre 2020.
Con affetto fraterno ci auguriamo una Pasqua tutta speciale, carica di intensa preghiera e di pieno coinvolgimento affettivo ed effettivo per tutto quello che possiamo fare in questo momento tragico del coronavirus. Credo che noi religiosi e religiose possiamo dare un notevole contributo come in passato l’hanno offerto I confratelli e le consorelle in tempi simili al nostro. La carità “ci spinga” come dice San Paolo a fare nostre le sofferenze di tantissime persone e ad alleviarle per quanto è nelle nostre forze. Grazie di cuore a tutte le persone religiose che con grande impegno stanno portando avanti l’accoglienza di anziani, il servizio dei malati e dei poveri, l’aiuto alle famiglie… Diamo esempio e prendiamo esempio da quelli che si stanno totalmente dedicando agli altri, pagando di persona e correndo anche il rischio della vita. Ci incoraggiamo a vicenda con la Parola di Dio di questi ultimi giorni di Quaresima, seguendo la grande testimonianza di papa Francesco (molto bella la sua preghiera di venerdì 27 marzo). Credo che avete letto e apprezzato la lettera molto bella rivolta alle claustrali dal vescovo monsignor Arturo Aiello. Condivido i sentimenti di stima e gratitudine da lui espressi per i religiosi e le religiose che continuano oggi la «evangelica testificatio» richiamando tutti all’essenziale.
Santa Pasqua! Supplichiamo con forza il Signore perché sia Pasqua di liberazione dalla terribile pandemia che sta seminando strage e tutto il mondo si converta all’unico vero Dio e alla fraternità universale.
Vi abbraccio e vi benedico

+ Domenico Cancian
delegato Ceu per la Vita Consacrata

L’arcivescovo presidente della Ceu Renato Boccardo in un video messaggio ai fedeli dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia ricorda san Giovanni Paolo II nel quindicesimo anniversario della morte.

Alle ore 21.37 del 2 aprile 2005, quindici anni fa, tornava alla Casa del Padre papa Giovanni Paolo II. A questo grande pontefice e santo del nostro tempo, la comunità dei fedeli dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia dedica il suo nuovo complesso interparrocchiale, in fase conclusiva di costruzione. Proprio la sera del 2 aprile, a questa comunità di fedeli, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu mons. Renato Boccardo, collaboratore di papa Woytjla quando prestava servizio presso la Santa Sede, ha rivolto un suo video messaggio augurale; comunità che si prepara alla dedicazione della sua nuova chiesa intitolata a san Giovanni Paolo II come anche quella di San Nicolò di Spoleto.

“La giornata del 2 aprile è particolare – evidenzia nel video il presidente della Ceu –: quindici anni fa erano le ultime ore di vita su questa terra del Papa ed è bello ricordare il grande flusso di gente in Piazza San Pietro che veniva semplicemente per stare accanto a lui e per dirgli grazie. Qualcuno mi chiedeva questa mattina: “Se Giovanni Paolo II ci fosse oggi che cosa direbbe?”. Io penso che ripeterebbe le prime parole pronunciate il 22 ottobre del 1978 (il giorno dell’inizio del suo pontificato, ndr): “Non abbiate paura!””.

“Non avere paura non tanto del virus che ci assale – precisa mons. Boccardo –, da cui ci dobbiamo difendere con tutte le misure che ci sono state indicate. Il “non abbiate paura” di Giovanni Paolo II, mi sembra che risuoni oggi come un invito a guardare avanti con fiducia, nonostante la fatica e la trepidazione che sperimentiamo ogni giorno. C’è qualcosa che va al di là di questo virus. Non basta salvare la vita, bisogna salvare il senso della vita”.

“Papa Giovanni Paolo II in ventisette anni di Pontificato – sottolinea il presule – ci ha indicato quale è la direzione per la nostra esistenza quando ci ha detto: “Spalancate le porte a Cristo”, Lui solo sa che cosa c’è nel cuore dell’uomo. Credo che questa frase debba risuonare come consolazione e come conforto questa sera in tutti noi che lo ricordiamo con affetto, con gratitudine e con nostalgia. Vediamo scrivere e sentiamo dire tante volte in questi giorni: “Andrà tutto bene”. Noi cristiani diciamo che andrà tutto bene perché la nostra vita è nelle mani di Dio, è un dono e una responsabilità. Quante volte Giovanni Paolo II ce lo ha ricordato e ci ha detto che la vita deve essere vissuta con pienezza, con generosità e con idealità al di fuori dei piccoli orizzonti, di quella meschinità che tante volte ci accompagna. “Non abbiate paura”, “spalancate le porte a Cristo”, un messaggio, credo, che non ha perso nulla della sua attualità ed è bello per noi riascoltarlo quest’oggi come esortazione e come progetto di vita”.

Il video messaggio dell’arcivescovo Boccardo è visionabile nelle pagine facebook del Complesso Interparrocchiale “Beato Giovanni Paolo II” dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia e dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia “SpoletoNorcia”.

Perugia, cattedrale di San Lorenzo: Il cardinale Gualtiero Bassetti ha guidato la conclusione della “Novena alla Madonna della Grazia per chiedere la fine della pandemia”

“Davanti alla venerata immagine della Madre della Grazia, invocando la sua intercessione materna, presentiamo a Dio tutte le necessità che in questo tempo così grave affliggono il nostro mondo, chiedendo che termini al più presto questa mortale pandemia”. A dirlo è il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nel guidare la conclusione della “Novena alla Madonna della Grazia per chiedere la fine della pandemia”, tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, dal 25 marzo al 2 aprile pomeriggio, trasmessa da Umbria Radio InBlu e sui social media diocesani, seguita da diverse migliaia di fedeli. “In quest’ultimo giorno – ha proseguito il cardinale – affidiamo all’intercessione di Maria le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di ogni uomo. E chiediamo a Dio che da questa esperienza possiamo rinascere con un cuore nuovo”.

La “Novena” si è svolta davanti allo splendido dipinto della Madonna delle Grazie attribuito ad un allievo della scuola del Perugino. L’immagine mariana, tanto venerata a Perugia, si trova su una delle colonne della navata centrale della cattedrale.

Alla protezione della Madre celeste si è rivolto il pastore della Chiesa perugino-pievese, chiedendole di assistere con la sua materna sollecitudine “coloro che sono stati colpiti dalla malattia, perché non perdano fiducia e speranza”. Preghiera che prosegue chiedendo alla Beata Vergine di guidare “le scelte dei governanti, dei medici e degli operatori della sanità perché sappiano agire per il bene e nel rispetto della persona umana. Ti affidiamo gli anziani, soprattutto quelli che vivono nella solitudine della loro casa in questo tempo: possano sentire la vicinanza della Chiesa, capace di scorgere i bisogni e le angosce dei fratelli. Ti raccomandiamo il mondo del lavoro: in questo periodo di incertezza dona a tutti la forza di non scoraggiarsi e di riprendere con maggiore entusiasmo la propria occupazione, una volta passata l’emergenza presente. Ti preghiamo per i giovani studenti perché sappiano mettere a frutto questo tempo. Non si stanchino di sognare e progettare una società migliore e capace di affrontare le difficoltà che la storia le riserva. Accogli sotto la tua materna protezione le nostre famiglie, perché sia sempre saldo il vincolo d’amore che lega le diverse generazioni. Sappiano essere più che mai chiesa domestica, unita nella mutua carità e nella preghiera…”.

Assisi – indicazioni sulle celebrazioni dei riti della Settimana Santa

Con una lettera inviata ai sacerdoti il vicario generale della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino don Jean Claude Hazoumé Kossi Anani, ha comunicato alcune indicazioni per le celebrazioni della Settimana Santa, viste le misure che limitano gli assembramenti e i movimenti delle persone per l’emergenza sanitaria covid-19.

Per quanto riguarda “i ramoscelli di ulivo della Domenica delle Palme – è scritto nella lettera – la Conferenza episcopale umbra non ritiene prudente, date le doverose precauzioni igieniche e la difficoltà di distribuzione, che siamo noi a prepararli e inviarli. Essi saranno benedetti a distanza per chi se li procura da sé, unendosi alla messa parrocchiale o alla messa del vescovo attraverso i mezzi di comunicazione disponibili. Analogamente per l’acqua da utilizzare per la benedizione in famiglia nel giorno di Pasqua secondo quanto indicato dal benedizionale nn. 1686 – 1692, se viene preparata in un piccolo recipiente dignitoso. Il giorno di Pasqua il capofamiglia potrà benedire la casa, la mensa e la famiglia in questo modo semplice: la recita comune del Padre nostro, invitando tutti a fare un segno di croce con le parole: ‘Ci benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo’, e aspergendo poi con l’acqua benedetta”.

Per quanto riguarda le celebrazioni nella lettera vengono forniti alcuni dettagli. “Per non veicolare idee ambigue sulla liturgia – è ancora scritto -, è bene ricordare ai fedeli che, attraverso la televisione, non si fa una ‘celebrazione’, ma ci si ‘unisce’ alla celebrazione, in attesa e nel desiderio di poter vivere poi la liturgia appena possibile. Perché questa ‘unione’ sia reale, è ovvio che ci si debba unire alla celebrazione in diretta e non in differita”.

I fedeli potranno seguire in diretta i riti della Settimana Santa presieduti dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino. In particolare il vescovo presiederà la celebrazione eucaristica della domenica delle Palme nella cattedrale di San Rufino alle ore 10, quella del Giovedì Santo nel Santuario della Spogliazione alle ore 17.

Venerdì Santo l’azione liturgica della Passione del Signore sarà presieduta dal vescovo alle ore 16 sempre in Cattedrale.

La celebrazione della veglia Pasquale sarà presieduta da monsignor Sorrentino nella Basilica di San Francesco alle ore 22, mentre il giorno di Pasqua monsignor Sorrentino celebrerà la santa messa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a partire dalle ore 11,30.

Tutte le celebrazioni potranno essere seguite in diretta sulla pagina Facebook Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo e su Maria Vision (in Umbria canale 602 – diretta streaming su https://www.mariavision.it/maria-vision-italia – oppure scaricando la App: https://subsplash,com/mariavisin/app). La celebrazione della veglia di Pasqua può essere seguita anche sul sito www.sanfrancesco.org, e sulla pagina Facebook “San Francesco d’Assisi”; quella del giorno di Pasqua potrà essere seguita anche sulla Webtv su www.porziuncola.org, dall’App gratuita “Frati Assisi” e sui canali social Facebook e Youtube “Frati Assisi”.

Perugia: “Stabat mater”. Quarta “Lettera settimanale di collegamento” del cardinale Bassetti alla comunità diocesana nel tempo del “Coronavirus”

“Stabat mater”. E’ la preghiera alla Vergine Maria dell’Addolorata ed anche il titolo della quarta “Lettera settimanale di collegamento” del cardinale Gualtiero Bassetti alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve nei giorni del “Coronavirus”, pubblicata, come le precedenti, sul sito dell’Archidiocesi (www.diocesi.perugia.it) e inviata a parrocchie, comunità religiose, associazioni e movimenti ecclesiali attraverso la newsletter Nuntium Perusinum (per chi fosse interessato a riceverla: http://diocesi.perugia.it/modulo-iscrizione-nuntium-perusinum/).

Passione e morte. E’ una riflessione sul significato della Passione e Morte di Cristo con cui il cardinale introduce i fedeli al Triduo pasquale. «Nella mia cappella, mentre, pregando il rosario, contemplo il bellissimo crocefisso quattrocentesco sulla parete dietro l’altare – scrive Bassetti – non mi sfugge, al tempo stesso, il volto della stupenda Maestà che sta sul lato sinistro. Stabat mater…». Nel ricordare che Maria era sul Calvario, testimone della Passione e Morte di Cristo, il porporato richiama i cristiani alla misericordia della Madre celeste.

Padre perdonali. «Mi è capitato, come forse a tutti i sacerdoti – prosegue il presule – di seguire il funerale di qualche giovane. Quante persone piangono! Ma c’è un pianto che si distingue da quello di tutti gli altri: è il gemito della madre; lei più che piangere è impietrita, e le sue labbra ripetono senza posa il nome del figlio… Questo mi fa pensare a Maria ai piedi della croce. Quando sentì il Figlio che diceva “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”, Maria comprese subito che cosa il Padre celeste si aspettava da lei: che pronunciasse anche lei, in cuor suo, le stesse parole: “Padre, perdonali…”. Anche lei le disse, anche lei perdonò.

Capaci di misericordia. «Persino di fronte ad offese indicibili o a danni, che con cattiveria possano essere arrecati alla nostra persona – conclude il cardinale Bassetti –, il Padre, per perdonare, conta anche sul nostro perdono. Il Signore ci benedica e la Vergine ci abbracci nel suo manto e ci renda capaci come lei di misericordia».

Il testo integrale della quarta lettera del cardinale Bassetti, nel tempo del “Coronavirus”, è scaricabile al seguente indirizzo: http://diocesi.perugia.it/la-iv-lettera-settimanale-collegamento-del-cardinale-gualtiero-bassetti-alla-comunita-diocesana-nel-tempo-del-coronavirus-martedi-31-marzo-2020/