Lama – saluto alle suore Figlie della Misericordia

Domenica 13 novembre alle ore 10.30 presso la scuola materna “San Giovanni Bosco” in via Nova a Lama sarà scoperta la targa ricordo realizzata dalla mano esperta di Luca Meoni e dalla EBV Fotoceramica. Con questo segno l’intera comunità della frazione sangiustinese intende ringraziare la Suore Figlie della Misericordia che, ritiratesi da qualche mese per motivi anagrafici, hanno svolto il loro servizio per 88 anni, dal 1934 al 2022.
Con grandissima generosità verso il paese la Congregazione “Figlie della Misericordia” ha deciso – nei mesi scorsi – di donare alla parrocchia di Lama l’edificio della scuola materna.
Il nuovo anno scolastico si sta svolgendo regolarmente dopo la che la gestione della scuola è stata affidata alla “Cooperativa San Francesco di Sales” di Città di Castello.
Suor Cristina Pasquetti sta facendo la spola quotidianamente dalla casa madre delle suore “Figlie della Misericordia” di Città di Castello alla scuola di Lama per garantire la più serena continuità con la precedente gestione.
I ragazzi iscritti alla scuola materna proporranno un breve saggio della loro bravura. La banda di Lama accompagnerà l’evento con alcuni brani musicali.
Alle ore 11.15 sarà celebrata la Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Lama.
La sezione “F. Sbarretti” di San Giustino – Citerna dell’Associazione Nazionale Carabinieri nell’occasione commemorerà la “Vigo Fidelis”.

Caritas – presentazione rapporto povertà Umbria 2022

“Un Padre alla ricerca dei figli” è il titolo del Rapporto Povertà in Umbria a cura della Delegazione regionale Caritas che sarà presentato in conferenza stampa a Perugia, venerdì 11 novembre, alle ore 11, presso il “Villaggio della Carità”(via Montemalbe 1–zona via Cortonese), in occasione dell’imminente VI Giornata mondiale dei poveri indetta da Papa Francesco domenica 13 novembre dedicata al tema “Gesù Cristo si è fatto povero per voi”(cfr 2 Cor 8,9).
Interverranno mons. Francesco Soddu, vescovo di Terni-Narni-Amelia, delegato Ceu per il servizio alla carità, il prof. Marcello Rinaldi, responsabile della Delegazione Caritas Umbria, e il prof .Pierluigi Grasselli, economista, coordinatore dell’Osservatorio diocesano delle povertà ed inclusione sociale di Perugia.
Parteciperanno i direttori delle Caritas diocesane umbre e i rappresentanti delle Istituzioni civili preposte alle politiche sociali. Il rapporto prende in esame l’anno 2021, con prospettive sullo scenario dell’anno in corso, e ogni dato analizzato ha dietro di se il volto e la storia di una persona, di una famiglia che cerca nuova dignità. Si vuole costruire una rete sempre più virtuosa che porti le persone in gravi difficoltà a liberarsi dalle catene della povertà.

Perugia, 12-13 novembre, festa di sant’Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, patrono della città e dell’Università degli Studi.

Sabato 12 e domenica 13 novembre la Chiesa di Perugia celebra uno dei suoi santi patroni, Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, martirizzato per mano dei goti di Totila nel 547 (quest’anno ricorre il 1475° anniversario). Le celebrazioni si terranno nella chiesa dedicata al santo patrono, scrigno prezioso d’arte e cultura a forma ottagonale, risalente al secolo XIV.

Programma. «Il dies natalis di sant’Ercolano, ovvero il giorno del martirio del vescovo e patrono della Città e dell’Università degli Studi, è il 7 novembre – ricorda don Francesco Benussi, rettore della chiesa intitolata al patrono –, che viene tradizionalmente festeggiato il fine settimana successivo. Le celebrazioni inizieranno sabato 12, alle ore 11, con la s. messa presieduta da mons. Marco Salvi, vescovo ausiliare, per proseguire nel pomeriggio, alle ore 18, con il concerto dell’Ensemble vocale femminile “Nota So” diretta dal maestro Marta Alunni Pini. Domenica 13, alle ore 10,30, l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis presiederà la celebrazione eucaristica, animata da “I Madrigalisti di Perugia”, alla presenza delle autorità civili ed accademiche e dei rappresentanti del Sodalizio di San Martino, benemerita istituzione laica di carità proprietaria della chiesa di sant’Ercolano.

Messaggio attuale. «La celebrazione della ricorrenza del martirio di Ercolano – sottolinea il rettore don Benussi – assume particolare significato nell’attuale contesto storico, in cui lo spettro della guerra è tornato in Europa. Egli non fuggì di fronte al pericolo, ma anzi, si fece carico della sua comunità, subendo dopo la presa della città il martirio per scuoiamento e decapitazione. Oggi il suo messaggio e la sua testimonianza di santità sono più che mai molto attuali».

Baluardo della città. «Ricordato con il titolo di defensor civitatis – spiega don Benussi –, un titolo dei vescovi occidentali che collaboravano attivamente con la società civile assumendo anche ruoli da magistrati civili, a tutela del popolo, Ercolano si pose come baluardo a difesa della sua città, ascoltando la chiamata di Dio e la voce dei perugini che chiedevano – e ancora oggi chiedono – attraverso lui, di essere protetti e difesi».

Contro ogni violenza. «Ancora oggi sono molti i motivi per cui ricordare e impetrare la sua intercessione – evidenzia il rettore della chiesa di Sant’Ercolano –: lo spettro della violenza, infatti, sia tra nazioni, sia nelle relazioni interpersonali o familiari è sempre di fronte ai nostri occhi. Non a caso, infatti, nella chiesa a lui dedicata è collocato anche un sacrario militare, ovvero un monumento che perpetra nei secoli il ricordo dei caduti, ricorda il dramma insensato della guerra ed eleva una preghiera per coloro la cui vita fu associata al bene della Patria».

Perugia: “La santità al femminile”. Quattro storie per raccontare le diverse vie della santità a cura di don Luca Bartoccini, teologo e direttore del Centro diocesano di formazione pastorale

Nel mese di novembre, nelle serate di lunedì 7, 14, 21 e 28, alle ore 21, presso il complesso parrocchiale di Marsciano, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, il Centro di formazione pastorale diretto dal teologo don Luca Bartoccini, canonico della cattedrale di San Lorenzo del capoluogo umbro, promuove degli incontri su quattro storie di santità secondo le “diverse” vie che lo Spirito Santo fa percorrere ai fedeli. Lo stesso don Bartoccini sarà il relatore dei quattro incontri.
«Quest’anno il tema sarà la santità declinata al femminile – annuncia don Bartoccini nel soffermarsi sulla finalità dell’iniziativa –: una bambina, Antonietta Meo (Nennolina) che a solo sei anni, con le sue letterine, è una vera mistica della Trinità; una giovane di 13 anni, Maria Goretti, capace di perdonare il suo assassino; e due donne, Elisabetta Canori Mora e Gianna Beretta Molla, che san Giovanni Paolo II – nel 1994, Anno Internazionale della Famiglia – ha voluto beatificare definendole entrambe “donne d’eroico amore”».
Lunedì 7, il direttore del Centro di formazione pastorale illustrerà la figura di Santa Maria Goretti (1890-1902), giovane che perdona il suo assassino; Lunedì 14, presenterà la venerabile Antonietta Meo (1930-1937), bambina e mistica della Trinità; lunedì 2, parlerà della beata Elisabetta Canori Mora (1774-1825), moglie fedele che converte il marito; lunedì 28, don Bartoccini concluderà la serie di questi incontri proponendo ai partecipanti la figura di Santa Gianna Beretta Molla (1922-1962), madre che dà la vita ai figli e per i figli.
Attualità. «Sono quattro esempi di santità distanti tra loro per età e per motivazione – precisa il teologo perugino –, ma tutte testimoni della “vita buona” che ci avvicina al Cielo, quella vita che trova nel Vangelo la sua stessa ragione di vita, di salvezza, soprattutto in un’epoca molto individualista e drammatica, anche per le tragiche conseguenze sia della pandemia sia della guerra nella nostra Europa, e secolarizzata in una società in cui la fede, la speranza e la carità sono sempre meno vissute e sentite attuali, ad iniziare dalla famiglia».

La Santità nella quotidiana coniugale
Anche per questo il Centro teologico diocesano “Leone XIII” di Perugia offre dal 10 novembre al 15 dicembre, ogni giovedì, alle ore 18.30, presso il “Villaggio della Carità”, sede della Caritas diocesana (via Montemalbe 1, zona via Cortonese), dei corsi di approfondimento teologico aperti a tutti, in collaborazione con il Centro di formazione pastorale, dal titolo: “La Santità nella quotidianità coniugale: i santi Luigi e Zelia Martin”; corsi tenuti dallo stesso don Luca Bartoccini.
«Luigi (1823-1894) e Zelia (1831-1877) Martin – evidenzia don Bartoccini – sono noti soprattutto per essere i genitori di santa Teresa di Gesù Bambino. Ma questo non deve far dimenticare lo stile evangelico con cui condussero la loro vita di sposi e di genitori. Significativo quanto scrive di loro santa Teresina: “Il Buon Dio mi ha dato un padre e una madre più degni del cielo che della terra”. Pur essendo vissuti a fine ‘800, essi incarnano un modello di famiglia di grande attualità le cui caratteristiche sono: amore coniugale e armonia di coppia; gioia di essere genitori, nonostante i sacrifici; impegno educativo, con tenerezza e con fermezza, soprattutto con l’esempio della vita; responsabilità professionale e sociale, armonizzando le esigenze del lavoro e quelle della famiglia (ambedue lavoravano e Zelia era imprenditrice) e prendendosi cura dei poveri. Il corso, narrando la storia di questa famiglia (stra)ordinaria – conclude il teologo perugino –, cercherà di presentare la possibilità della santità del quotidiano specialmente per tutte le coppie che vogliono portare avanti, spesse volte con fatica, la loro missione coniugale».

L’iscrizione ai corsi è gratuita e obbligatoria. Per info e iscrizione: centroteologicopg@gmail.com

LOCANDINA CORSI APPROFONDIMENTO TEOLOGICO – CONIUGI MARTIN

LOCANDINA INCONTRI – LA SANTITA’ FEMMINILE

Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino ricorda il venerabile don Antonio Pennacchi

A 174 anni dalla morte, avvenuta il 9 novembre 1848, Assisi ricorda il venerabile don Antonio Pennacchi, sacerdote diocesano per il quale è in corso la causa di beatificazione, con una messa in programma domenica 6 novembre alle ore 10,30 nell’abbazia di San Pietro, dove si trova la sua tomba. La celebrazione sarà presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino e si chiederà l’intercessione di don Antonio per la guarigione di don Giovanni Raia, sacerdote diocesano, canonico penitenziere del Capitolo della Chiesa Cattedrale di San Rufino, in ospedale da diverso tempo. “Il suo zelo di sacerdote colto e pio, ricco di grandi doni mistici e di grande umanità, capace di elevarsi all’altezza delle estasi e di battere poi la città, casa per casa, per diffondere il nome di Gesù e Maria, fece allora la differenza. Assisi riconobbe in lui un uomo di Dio, al quale oggi si interessano anche i laici”, spiega suor Alessandra Rusca, postulatrice del processo di beatificazione e canonizzazione.
Don Antonio Pennacchi è nato a Bettona nel 1782 e vissuto in Assisi, nella parrocchia di San Pietro dove ora, come detto, si trova la sua tomba. La sua vita è ricca di spunti e di momenti di grande spiritualità. Si sentì chiamato dal Signore alla vocazione sacerdotale e a 18 anni, all’inizio del 1800 si trasferì in Assisi per continuare gli studi filosofici e teologici. Si distinse subito per la sua intelligenza, per il suo impegno e per la pietà.

Fu ordinato sacerdote il 22 marzo 1806 dal vescovo Francesco Maria Giampé che, per la sua grande cultura, lo nominò insegnante di grammatica superiore nelle scuole municipali di Assisi e cappellano nella chiesa abbaziale di San Pietro e delle suore clarisse francescane di Sant’Andrea. Il fondamento della sua spiritualità sarà il mistero dell’Annunciazione e dell’Incarnazione del Figlio di Dio e per tutta la sua vita sarà l’apostolo dei nomi di Gesù e Maria. Da qui nascerà il suo amore alla povertà, alla preghiera, all’umiltà e penitenza sull’esempio di San Francesco.

Il suo campo di lavoro fu l’assistenza e la formazione dei ragazzi, dei giovani e l’amore, l’aiuto ai poveri, ai malati, con i quali divideva il suo stipendio di insegnante. Come San Filippo si circondò di ragazzi che raccoglieva dalle strade e fu il giullare di Dio. La causa di beatificazione, aperta nel 1905 dalla Santa Sede, per contingenze storiche non ebbe seguito e solo nel giugno del 2016 è stata riavviata con un decreto del vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino proprio perché don Antonio Pennacchi venga elevato agli onori degli altari.

Ottavo centenario francescano, grande occasione di evangelizzazione. Il 31 ottobre udienza dal Papa.E”

“Un’unione di intenti e di progetti che in vista del centenario francescano vuole essere soprattutto una grande occasione di evangelizzazione”. E’ questo lo spirito con il quale il Coordinamento ecclesiale, costituito circa un anno fa a Greccio dalle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, di Rieti e di Arezzo, dai rappresentanti di tutte le famiglie francescane del primo e secondo ordine e dall’Ordine francescano secolare e dai rappresentanti delle congregazioni che si ispirano al Santo di Assisi, si presenterà lunedì 31 ottobre in udienza privata al Santo Padre. “Prima di ogni altra cosa – si legge in una nota del Coordinamento – desideriamo che, attraverso la testimonianza di Francesco, sia Gesù ad essere annunciato, promuovendo quella specifica sensibilità che il Santo di Assisi incarnò soprattutto nella scelta radicale del Vangelo, nella vita fraterna, nella povertà, nel servizio poveri, nella promozione della pace. Auspichiamo che quanto si farà a livello di sensibilizzazione culturale e civile sia ben coordinato con questa primaria opzione evangelizzatrice. A tale scopo – continua la nota – è provvidenziale che, proprio nell’arco di questi anni del Centenario francescano, cada anche il Giubileo. E’ bello pensare che in tutto il mondo, dove i francescani sono presenti e nei luoghi simbolo della vita del Poverello, si esalti questo carisma che è sempre più attuale nei diversi ambiti della pace, dell’accoglienza, della cura della casa comune e dell’economia”. Dalla sua costituzione ad oggi il Coordinamento ha iniziato a riunirsi per programmare, progettare e camminare insieme al Comitato dei ministri generali delle Famiglie francescane al fine di organizzare momenti di preghiera e di memoria della vita francescana. A questo proposito il primo appuntamento, come scrive fra Luciano De Giusti, ministro provinciale ofm (Lazio-Abruzzo) nella lettera di invito, ci sarà il 29 novembre prossimo a Fonte Colombo, in ricordo dell’approvazione della Regola di San Francesco da parte di papa Onorio III, nel lontano 1223. Secondo il programma dopo l’arrivo e l’accoglienza (ore 9,00) si partirà in pellegrinaggio verso la Basilica di Sant’Agostino in Rieti dove alle ore 12,00 ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta da S.Em. Card. Josè Tolentino. Nel pomeriggio alle ore 15,30, presso il Teatro Flavio Vespasiano, si terrà un concerto con temi francescani a cura della Banda dell’Arma dei Carabinieri.

Spoleto – conferito il mandato agli animatori degli Oratori per l’anno pastorale 2022-2023. Mons. Boccardo: «L’oratorio è il luogo che contribuisce a diventare grandi nella testa e nel cuore avendo come modello Gesù, è il luogo dove l’altro si valorizza per quello che è».

La sera di venerdì 21 ottobre 2022 presso il Centro diocesano di pastorale giovanile di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha conferito il mandato agli animatori degli Oratori per l’anno pastorale 2022-2023. Erano presenti molti ragazzi e ragazze, accompagnati dai parroci. Dopo il saluto di benvenuto di don Pier Luigi Morlino, responsabile della pastorale giovanile, c’è stato un momento di preghiera. È stato letto il Vangelo di Marco in cui è descritta la missione affidata ai discepoli di Gesù (Mc 16, 15-20). E mons. Boccardo ha indicato tre ingredienti tratti dal brano che torneranno utili agli animatori per il loro servizio. C’è scritto nel Vangelo: “Nel nome mio scacceranno i demòni”. «Gesù con questa immagine – ha detto l’Arcivescovo – dà la possibilità ai suoi discepoli di operare il bene e di vincere il male. E quanti mali dobbiamo affrontare ogni giorno, quante difficoltà, quante paure, quante contraddizioni: ma Gesù ci fa essere vincitori nella misura in cui sapremo riconoscere il male resistendo alle sue tentazioni». Il testo di Marco dice ancora: “Parleranno in lingue nuove”. «Si riferisce – ha detto il Presule – alla lingua della fraternità, della comunione che ci rende capaci di valorizzare l’altro per quello che è, della comprensione, della solidarietà, dell’amicizia, della collaborazione, dell’accoglienza reciproca». Ancora il testo sacro: “Imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno”. «Vuol dire – ha proseguito mons. Boccardo – l’atteggiamento di attenzione e di con-passione per l’altro. Non è nulla di sentimentale, ma è un modo di prendersi cura gli degli altri, rispettandosi reciprocamente».

«Se voi ricorderete questi tre “ingredienti” – ha concluso l’Arcivescovo – riuscirete a fare un servizio prezioso nei confronti di quanti si affidano all’oratorio per diventare grandi nella testa e nel cuore. Il Signore vi dice: vi mando, vi affido questo compito importante. Ma ricordate che non siete da soli. Gesù non butta nessuno alla sbaraglio, ma “opera insieme e conferma con la parola”». Al termine della preghiera a tutti gli animatori è stato consegnato un piccolo segno: una scarpa a mo’ di portachiavi ad indicare il cammino da percorrere negli Oratori fino alle attività estive del 2023, che culmineranno con la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona dal 26 luglio al 7 agosto. Mons. Boccardo, infine, ha fatto un dono al Centro diocesano di Pastorale giovanile: una reliquia del beato Carlo Acutis morto a soli 15 anni nel 2006 a causa di una leucemia e sepolto ad Assisi. Il suo “motto” era: “Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita”. «Con l’augurio – ha detto don Pier Luigi Morlino ringraziando il Vescovo del dono – che sia anche il nostro “motto”».

Il calendario delle attività della pastorale giovanile diocesana si può consultare al seguente link: https://www.spoletonorcia.it/larcivescovo-ha-conferito-il-mandato-agli-animatori-degli-oratori-per-lanno-pastorale-2022-2023-al-centro-giovanile-diocesano-mons-boccardo-ha-donato-una-reliquia-del-beato-carlo-a/

Spoleto – comunità cristiana e comunità islamica insieme per invocare il dono della pace. Presenti l’Arcivescovo Boccardo e l’Imam di Spoleto Saouf

La comunità cristiana e la comunità islamica di Spoleto hanno invocato da Dio misericordioso il dono della pace in Ucraina e nelle altre regioni del mondo dove si combattono guerre. Il momento, semplice ma intenso, è stato organizzato dalla Caritas e dall’Ufficio Migrantes della di Spoleto-Norcia e si è tenuto nel pomeriggio di domenica 23 ottobre 2022 a Piazza Pianciani a Spoleto.

«Abbiamo pensato a questo momento – afferma don Edoardo Rossi, direttore della Caritas e dell’Ufficio Migrantes – nel contesto delle iniziative della 108sima Giornata del Mondiale del Migrante e Rifugiato celebrata lo scorso 25 settembre. È il primo passo di un cammino che si intraprende tra la comunità cristiana e quella musulmana di Spoleto a favore della pace, nella comune consapevolezza che gli stranieri non sono invasori e distruttori, ma lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti (cfr Is 60,10-11). La nostra volontà – conclude don Edoardo – è che sia un percorso duraturo e non solo occasionale».

Anche il Comune di Spoleto ha aderito ed era rappresentato dal vice presidente del Consiglio Comunale Maura Coltorti. Alcuni elementi della banda musicale “Città di Spoleto” hanno aperto e chiuso l’incontro con musiche che avevano come tema la pace. Dopo la lettura di alcuni brani del profeta Isaia (2, 2-4. 9, 6-9) dove tra l’altro si dice che il popolo non si eserciterà più nell’arte della guerra, sono intervenuti l’Arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e l’Imam di Spoleto Abdelilah Saouf. Il Vescovo ha sottolineato che la diversità è un’autentica ricchezza più che una minaccia. «Siamo qui – ha detto – per elevare all’unico Dio il nostro grido di pace e per ridire che mai la violenza e la guerra possono invocare il nome di Dio. Sarebbe bello se tornando a casa ciascuno di noi facesse un proposito di pace: chiedere perdono a qualcuno, trattenere parole cattive che possono ferire l’altro, impegnarmi in qualcosa per il bene comune. Perché la pace nasce e si veicola nei piccoli gesti quotidiani». L’Imam Saouf si è detto felice di questo momento comune di preghiera: «La comunità musulmana vuole contribuire insieme alla Chiesa a far crescere la pace nel mondo». Al termine sia l’Imam che l’Arcivescovo hanno elevato a Dio preghiere per la fine della guerra.

Nocera Umbra – convegno Mons. Lorenzo Perosi nel 150° della nascita

“Quis tuas digne Raynalde laudes…” è l’incipit del solenne inno a San Rinaldo patrono di Nocera Umbra, composto dal maestro Lorenzo Perosi, che ogni anno veniva cantato dalla Corale Santa Cecilia, in occasione dei primi Vespri e dell’apertura dell’urna del Santo sull’altare maggiore della Cattedrale. Corale che debuttò il 9 febbraio 1899, quando un giovanissimo mons. Raffaele Casimiri diresse la Schola Cantorum del Seminario, dando vita ad una tradizione ormai centenaria che si tramanda nel tempo.

Mons. Perosi e mons Casimiri dunque, legati da un fil rouge che intreccia il loro essere sacerdoti, uomini di chiesa, profondamente innamorati della musica, amici e principali esponenti del cosiddetto “movimento ceciliano”, un movimento musicale che riformò la musica sacra nell’ambito della Chiesa Cattolica, in risposta alla quasi totale assenza del canto gregoriano e della polifonia rinascimentale nelle celebrazioni liturgiche.

Nell’Anno Perosiano, appuntamento, quindi, per la giornata di domenica 30 ottobre a partire dalle ore 9.30 in Pinacoteca a Nocera Umbra, per celebrare il musicista tortonese con nomi di assoluto prestigio nel panorama musicale italiano a cominciare dal Maestro Mons. Valentino Miserachs, già Preside del pontificio Istituto di Musica Sacra e maestro della Cappella Musicale Liberiana della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in Roma che centrerà il suo intervento proprio sul legame fra Lorenzo Perosi e il conterraneo Raffaele Casimiri, ampliando il discorso a tutto il movimento ceciliano.

Previsti interventi del Maestro Mauro Marchetti direttore del Coro “Città di Roma” nonchè vice presidente dell’A.N.D.C.I , del Maestro Carlo Pedini, presidente dell’A.R.C.U.M. e del Maestro padre Matteo Ferraldeschi, maestro della Cappella della Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli di Assisi.
Tempo anche per una breve visita guidata dalla prof.ssa Feliciana Menghini ai luoghi della città e della musica sacra.
Una bella manifestazione organizzata dalla Corale Santa Cecilia che ha presentato la proposta di un convegno/concerto “Mons. Lorenzo Perosi nel 150° della nascita: la musica sacra, l’incontro con Raffaele Casimiri e il movimento ceciliano” al Ministero dei Beni Culturali che l’ha accolta favorevolmente, sostenendola con un proprio contributo. Insieme al Mibact, è arrivato anche il sostegno dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria e il patrocinio del Comune di Nocera Umbra, dell’A.R.C.UM. e dell’A.N.D.C.I.

Si parlerà, e si ascolterà, quindi, del genio musicale Perosi, musicista prolifico, appassionato e profondamente innovatore, il quale, nel suo tempo, ebbe il rispetto di importanti compositori, quali Giacomo Puccini (“C’è più musica nella testa di Perosi che in quella mia e di Mascagni messe insieme”) Pietro Mascagni (“Perosi ha una mente geniale e creativa, capace di interpretare con i suoni la lode dell’onnipotenza, potenza e bontà di Dio”), Arturo Toscanini (“Perosi non cambia una nota di ciò che ha scritto perché il profumo della sua musica sta tutto nella sua semplicità”).

Il convegno, e la sua conclusione musicale in Cattedrale alle ore 17.30, affidata alla interpretazione della Corale Santa Cecilia diretta dal Maestro Michele Fumanti, con l’accompagnamento all’organo del Maestro Alessandro Bianconi, vogliono essere l’omaggio della Corale Santa Cecilia, ma di tutta la città di Nocera Umbra a mons. Lorenzo Perosi e alla sua musica.

 

Programma di sala Concerto

Programma di sala Convegno

Perugia – “Una missione, la nostra, che non conosce confini”, la prima lettera dell’arcivescovo Ivan Maffeis al Clero diocesano

Consegnata in occasione della GMM 2022, mons. Maffeis, citando alcuni sacerdoti che ha avuto modo di conoscere nei primi quaranta giorni del suo episcopato perugino-pievese, evidenzia l’importanza della testimonianza di una Chiesa missionaria “sul territorio, come negli angoli del mondo”, intenta ad accorciare le “distanze”. La lettera è consultabile sul sito: www.diocesi.perugia.it (sezione “arcivescovo”).

Caro Confratello,
a Sanfatucchio la vista spazia su colline avvolte di luce. Eppure, l’impressione è che nella canonica di don Remo lo sguardo sia ancora più ampio e luminoso. Arriva nella foresta amazzonica, dove per anni ha organizzato l’esperienza estiva per i suoi giovani, arrivando a costruire un paio di chiese e ad avviare un grappolo di adozioni a distanza. “Avrei voluto farmi comboniano – dice – mi ha frenato l’età avanzata dei miei genitori. Questo non mi ha però impedito di coinvolgere la gente nella missione della Chiesa”.
Una missione, la nostra, che non conosce confini. Me lo ricorda il giovane africano, incontrato nel carcere di Capanne. Parla delle sue colpe, del percorso penitenziale che sta facendo, della speranza di essere accolto domani non più come un detenuto, ma come un fratello: “Vorrei potermi sentire a casa, pur sapendo che quella che ho lasciato è lontana o forse non c’è nemmeno più. Credo che nella Chiesa non ci siano distanze”.
Penso a don Bruno e, più in generale, all’impegno dell’Associazione Amici del Malawi.
A don Lucio, che riparte per il Perù, dove, quale frutto del Sinodo, è stato aperto il Seminario propedeutico pan-amazzonico. Penso a don Giovanni, disponibile a sua volta a ripartire per l’America Latina. Penso alla nostra presenza in Kosovo.
Sono soltanto alcune delle tante istantanee di una Chiesa, la nostra, che vive il mandato del Signore: “Di me sarete testimoni” (At 1,8); mandato che Papa Francesco ci riconsegna nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale che celebriamo domenica 23 ottobre. Mentre ascolto don Orlando raccontarmi la sua esperienza in Burundi e la sua attenzione solidale per la Terra Santa, rilancio a mia volta l’invito alla preghiera e alla condivisione, affinché ogni comunità senta come proprio l’impegno dell’evangelizzazione: qui, sul territorio, come negli angoli del mondo. “La Chiesa – scrive il Papa – non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo”.
Ti abbraccio, ringraziando il Signore per la tua vita evangelica e il tuo servizio alla comunione ecclesiale.

Don Ivan Maffeis