Verso la GMG di Lisbona. Le esperienze “controcorrenti” dei giovani umbri ospitati in varie parrocchie della diocesi portoghese di Aveiro

Fin dal viaggio di andata in autobus (una ventina con più di 800 pellegrini a cui si aggiungeranno altri oltre 400 delle comunità del Cammino Neocatecumenale, per un totale di quasi 1.300), l’atmosfera che avvolge questa nutrita rappresentanza umbra, guidata da alcune decine di sacerdoti, è sintetizzata da una frase pronunciata da due giovani: «Alla GMG ci aspettiamo nuovi incontri con altri giovani, nuove esperienze, soprattutto per chi è alla sua prima GMG, in particolare una riscoperta del nostro rapporto con Dio». Esperienze “controcorrenti” se si pensa che in questo periodo la gran parte dei giovani è in vacanza al mare, all’estero o alle prese con la movida estiva nelle città fino all’alba per sfuggire – si giustificano – alla calura del giorno. La “storia” di Sofia, giovane della Diocesi di Orvieto-Todi, che, non curante del suo diciottesimo compleanno trascorso in pellegrinaggio su un autobus, anziché in una discoteca, fa quasi apparire i giovani della GMG “anacronistici”, “distanti” dai loro coetanei “normali”. La neo maggiorenne, con voce disinvolta, ha detto: «E’ un compleanno abbastanza particolare, quasi speciale, di sicuro non me lo sarei aspettato, però è andato bene!».

Alla GMG si va per pregare, riflettere sul senso della propria esistenza (diversi sono i momenti di preghiera, le celebrazioni e le catechesi), ma anche per conoscere nuova gente e vedere nuovi posti, per arricchire il proprio bagaglio culturale ed esperienziale di vita in comunione-condivisione non sempre in comodità. Molti giovani dormono nelle palestre e in strutture parrocchiali, non tutti possono essere accolti dalle famiglie del luogo. La fatica e la stanchezza si fanno presto sentire, ma questi ragazzi sono contenti di esserci, di testimoniare la loro presenza anche con momenti di festa, di allegria cantando e suonando. Alle GMG ci si innamora, anche, nascono rapporti di coppia, maturano vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata. La GMG è nella normalità della vita dei giovani, visti, forse, all’esterno della Chiesa, un po’ all'”antica”, ma “normali” come tanti altri.
Accendere un grande fuoco. «Il bello delle GMG non è per riposarsi, ma per accendere un fuoco, un grande fuoco nel nostro cuore che è l’entusiasmo della fede». A sottolinearlo è don Marcello Cruciani, delegato regionale della Pastorale giovanile delle Chiese umbre, uno dei sacerdoti che guidano i giovani in pellegrinaggio. «Un entusiasmo di fede – continua don Cruciani – che i ragazzi condividono con i loro coetanei che man mano conoscono durante il “gemellaggio” prima della GMG di Lisbona. Un “gemellaggio” che stiano vivendo dalla sera del 26 luglio nella Diocesi di Aveiro, a 250 chilometri a nord di Lisbona, bagnata dall’Atlantico, che ha organizzato molto bene la nostra accoglienza con grande passione e partecipazione di tutti, anche delle autorità civili locali che ci hanno accolto per vivere in serenità giornate così importanti per la vita di questi giovani».
Non pochi sono coloro che partecipano alla GMG anche per conoscere altre Chiese diocesane e il rapporto che queste hanno con i giovani, a testimonianza del loro interesse per il presente e il futuro della stessa Chiesa.
Un’accoglienza che colpisce per la sua autenticità e semplicità. Lo raccontano un po’ tutti gli intervistati umbri, perché, dicono, «sono luoghi pieni di vita e di colori molto simili all’Italia, meravigliosi che ti lasciano a bocca aperta, carichi di semplicità genuina che fa bene al cuore. Noi siamo onorati e felici di essere qui. Le persone che ci accolgono ci hanno fatto sentire subito in famiglia e parte di loro. Ci hanno donato anche una piccola rondine, simbolo della famiglia perché vola e poi ritorna sempre nello stesso nido. È una accoglienza che colpisce, molto autentica, fatta da persone semplici, ma generose che hanno saputo darci tantissimo con pochissime cose. È un’accoglienza straordinaria!».
Quest’accoglienza lascerà il segno in tanti di loro ed una volta rientrati a casa sapranno prenderla di esempio ed imitarla quando ne avranno l’occasione.

A cura di Riccardo Liguori
Coordinatore della Commissione regionale per le comunicazioni sociali della Ceu

Spoleto – la rinnovata struttura pastorale della Diocesi: le nuove parrocchie e i presbiteri a cui sono affidate

Con apposito Decreto arcivescovile pubblicato sabato 22 luglio 2023, a seguito delle riflessioni e del discernimento dei Consigli Episcopale e Presbiterale e dell’Assemblea del Clero, le attuali 71 parrocchie vengono riunite in 16 nuove parrocchie denominate Pievania, affidate ciascuna ad un parroco chiamato Pievano e ad uno o più sacerdoti insieme, dove possibile, ad un diacono permanente. La costituzione delle Pievanie intende suscitare un rinnovato e autentico slancio missionario, che non sarà garantito semplicemente dall’assunzione di una determinata forma organizzativa, ma dalla capacità delle comunità cristiane di assumere come prioritario questo compito, sapendo ripensare in modo significativo le attività svolte finora, con il fine di dare vita ad una azione d’insieme che investa in maniera adeguata e articolata tutti i diversi livelli della cura pastorale.

1. Nuova parrocchia: Pievania dei SANTI BENEDETTO ED EUTIZIO (comprende le parrocchie di Santa Maria in Norcia, San Pellegrino in San Pellegrino di Norcia, San Michele Arcangelo in Savelli di Norcia, San Michele Arcangelo in Cortigno di Norcia, Santa Maria Assunta in Castelluccio di Norcia e l’Abbazia di Sant’Eutizio in Preci) affidata a don Marco Rufini (Pievano), don Davide Tononi e don Luciano Avenati.

2. Nuova parrocchia: Pievania di SANTA RITA (comprende le parrocchie di Santa Maria della Visitazione in Cascia, San Fortunato Confessore in Poggioprimocaso di Cascia, Santi Pietro e Paolo al Pian di Chiavano in Civita di Cascia, Trasfigurazione di N.S. Gesù Cristo in Avendita di Cascia, San Nicola Vescovo in Monteleone di Spoleto e Santissimo Salvatore e San Pietro Apostolo in Poggiodomo) affidata a don Canzio Scarabottini (Pievano) e don Davide Travagli.

3. Nuova parrocchia: Pievania del BEATO GIOLO (comprende le parrocchie di Santa Maria in Cerreto, di Santa Maria Assunta in Sellano e di Santa Maria Assunta in Verchiano di Foligno) affidata a don Bartolomeo Gladson Sagayaraj (Pievano) e don Elvis Antony.

4. Nuova parrocchia: Pievania dei SANTI FELICE e MAURO (comprende le parrocchie dei Santi Michele, Giovanni e Sebastiano in Vallo di Nera, Sant’Anatolia in Sant’Anatolia di Narco e San Nicola in Scheggino) affidata a don Luis Coronado Vielman (Pievano) e don Sebastian Urumbil.

5. Nuova parrocchia: Pievania di SAN BERNARDINO (comprende le parrocchie di Santa Maria Assunta in Arrone, San Michele Arcangelo in Polino, Santa Maria in Ferentillo, Santa Maria Assunta in Montefranco, Santa Maria Assunta in Torreorsina di Terni e San Pietro in Collestatte di Terni) affidata a don Simone Maggi (Pievano), don Tomasz Grodzki, don Giuseppe Kuruvila Thekkumattom, vc, e diac. Ruggero Cirulli.

6. Nuova parrocchia: Pievania di SAN PONZIANO (comprende le parrocchie di San Gregorio Maggiore in Spoleto, Santi Pietro e Paolo in Spoleto, San Francesco al Monteluco di Spoleto, Santa Rita in Spoleto, Santa Maria Assunta in Strettura di Spoleto, San Martino in Valle San Martino di Spoleto, San Giovenale in Cecalocco di Terni e San Michele Arcangelo in Montebibico di Spoleto) affidata a don Pier Luigi Morlino (Pievano), don Bruno Molinari, mons. Eugenio Bartoli, p. Alejandro Remolino Abellana, oad, p. Gregorio Cibwabwa Lwaba Mambesi, oad, don Jose Kurian Mecheril, vc, p. Paolo Zampollini, ofm, e diac. Renato Morlino.

7. Nuova parrocchia: Pievania di SAN GIOVANNI PAOLO II (comprende le parrocchie del Sacro Cuore in Spoleto, San Sabino in Spoleto, San Giovanni Paolo II in San Nicolò di Spoleto, San Venanzo in San Venanzo di Spoleto, San Lorenzo in Maiano di Spoleto e San Giovanni Battista in Morgnano di Spoleto) affidata a don Claudio Vergini (Pievano), don Dieudonné Mutombw Tshibang, don Nelson Abraham, cpps, e diac. Francesco D’Urso.

8. Nuova parrocchia: Pievania di SAN GIACOMO APOSTOLO (comprende le parrocchie di San Giacomo in San Giacomo di Spoleto, Sant’Angelo in Beroide di Spoleto, San Gabriele dell’Addolorata in Cortaccione di Spoleto, San Michele Arcangelo in Eggi di Spoleto e Sant’Andrea in Bazzano di Spoleto) affidata a mons. Alessandro Lucentini (Pievano), don Irudayam Mahimai Dass, cpps, e don Mirco Boschi.

9. Nuova parrocchia: Pievania del BEATO PIETRO BONILLI (comprende le parrocchie di Sant’Emiliano in Trevi, San Pietro in Bovara di Trevi, Sacra Famiglia in Borgo Trevi di Trevi, Santi Antonino e Clemente in Santa Maria in Valle di Trevi e Beato Pietro Bonilli in Cannaiola di Trevi) affidata a don Jozef Gerčák (Pievano), don Kamil Ragan, don Sem Fioretti, don Luca Gentili e diac. Paolo Eleuteri.

10. Nuova parrocchia: Pievania della MADONNA DELLA VALLE (comprende le parrocchie di San Michele Arcangelo in Bevagna, Santa Maria Addolorata in Cantalupo di Bevagna, Sant’Antonio in Gualdo Cattaneo e San Michele in Pomonte di Gualdo Cattaneo) affidata a don Giovanni Cocianga (Pievano) e don Melchior Erram Josephraj, cpps.

11. Nuova parrocchia: Pievania di SANTA CHIARA DELLA CROCE (comprende le parrocchie di San Bartolomeo in Montefalco, San Lorenzo in Casale di Montefalco, Santa Maria in Turrita di Montefalco e il Santuario della Madonna della Stella) affidata a don Mariano Montuori (Pievano), p. Marco Antonio Uras, ofm, e PP. Passionisti del Santuario della Madonna della Stella.

12. Nuova parrocchia: Pievania di SAN GIOVANNI BATTISTA (comprende le parrocchie di San Giovanni in Baiano di Spoleto, Santa Maria in rupis in Firenzuola di Acquasparta, San Martino in San Martino in Trignano di Spoleto, Sant’Angelo in Sant’Angelo in Mercole di Spoleto e Ascensione di N.S. in Montemartano di Spoleto) affidata a don Edoardo Rossi (Pievano), don Salvatore Ficarra e diac. Claudio Vandini.

13. Nuova parrocchia: Pievania di SAN FELICE (comprende le parrocchie di San Francesco al Bastardo e San Michele in Giano dell’Umbria) affidata a don Giuseppe Iavarone, (Pievano), e don Ernesto Di Fiore, cpps.

14. Nuova parrocchia: Pievania di SAN BRIZIO (comprende le parrocchie di San Gregorio in Nido in Castel Ritaldi, San Giovanni Battista in Castel San Giovanni di Castel Ritaldi e San Brizio in San Brizio di Spoleto) affidata a don Vito Stramaccia (Pievano) e diac. Gianluca Filippetti.

15. Nuova parrocchia: Pievania di SANTA MARIA di CAMPELLO (comprende la parrocchia di Santa Maria in Campello) affidata a p. Vito Giannuzzi, B, (Pievano) e p. Kazimierz Lorek, B.

16. Nuova parrocchia: Pievania dei SANTI ERASMO e FORTUNATO (comprende le parrocchie di Santa Maria Assunta in Cesi di Terni, Santi Filippo e Giacomo in Portaria di Acquasparta e San Fortunato in Porzano di Terni) affidata a don Seshukumar Kolakani, cpps (Amministratore parrocchiale).

Inoltre, l’Arcivescovo ha nominato:

– don Nolberto Cárdenas Rosas Pro-Rettore del Santuario di Santa Rita e Parroco di San Montano Vescovo in Roccaporena di Cascia;

– mons. Dino Pallucchi Cappellano dell’Ospedale “San Matteo degli Infermi” di Spoleto.

Tutti i provvedimenti avranno effetto dal 1° settembre 2023

Perugia – la celebrazione di inizio pellegrinaggio di 400 giovani in partenza per la GMG di Lisbona presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis.

Sono più di 400 i giovani dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve che, con altrettanti coetanei delle altre Diocesi umbre, partiranno per la GMG di Lisbona lunedì sera 24 luglio. I perugino-pievesi si ritroveranno, alle ore 21, nella chiesa parrocchiale Santa Famiglia di Nazareth di San Sisto, dove, insieme ai loro accompagnatori, animatori, parroci, viceparroci, seminaristi e religiose parteciperanno alla celebrazione eucaristica d’inizio pellegrinaggio presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis. Vivranno 15 giorni all’insegna della condivisione fraterna, della conoscenza e dell’accoglienza delle famiglie e delle Diocesi portoghesi che li attendono con grande entusiasmo, del cammino scandito da preghiera e catechesi verso una meta preziosa, l’incontro con il Papa, e avranno come ultima tappa del pellegrinaggio il Santuario di Lourdes (7-8 agosto), altra significativa esperienza di fede.

Tutto questo e molto di più attende i 405 ragazzi in partenza da Perugia. Sono 350 quelli che fisicamente partiranno lunedì sera in 7 pullman, altri 35 li raggiungeranno ad Ericeira il 31 luglio, partendo con un pullman co-organizzato dalle Diocesi umbre per gli studenti universitari impegnati negli esami di fine luglio. A questi si aggiungono altri 3 giovani di cui 2 all’estero per motivi di studio e che si uniranno al gruppo in corsa e una giovane del gruppo FSE Perugia 1, che è partita già da tempo come volontaria per la GMG con la Federazione UIGSE-FSE. Altri 17 ragazzi della parrocchia di Magione entreranno nel gruppo a Lisbona arrivando con l’aereo. Tra gli accompagnatori ci sono 16 sacerdoti, 4 seminaristi, 2 suore e la segretaria del Comitato zonale ANSPI Perugia, insieme a referenti e responsabili degli Oratori e dei gruppi di Pastorale giovanile e Azione Cattolica delle Unità e delle Zone pastorali del territorio diocesano e ai giovani della Pastorale universitaria, AGESCI, FSE e Comunità Magnificat.

Nessuno è stato lasciato a casa. Dei 388 in partenza con i pullman 223 sono maggiorenni e 165 minorenni, dai 16 anni in su. «Lo sforzo organizzativo della segreteria regionale e diocesana nella persona di Simona è stato enorme per l’altissimo e inaspettato dato di partecipazione – commenta don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile – e la ringraziamo sentitamente e ringraziamo anche l’articolazione regionale per la cura con cui si sono tenute le fila dei rapporti tra il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, da un lato, e il COP (Comitato Organizzativo Portoghese), dall’altro. Grazie anche alle parrocchie che hanno contribuito economicamente, sostenendo personalmente tanti ragazzi. La scelta condivisa a livello regionale del viaggio in pullman è stata fatta nella volontà di far partecipare quanti più ragazzi possibile lasciando le porte aperte fino all’ultimo e tentando di abbattere i costi che si sono dimostrati nell’ultimo anno quasi raddoppiati su tutti i fronti tra l’esperienza della scorsa estate a Santiago e questa. Arrivati alla partenza possiamo dire di non aver lasciato a casa assolutamente nessuno».

L’esperienza in sacco a pelo. E sempre don Luca Delunghi rivolge, a nome degli organizzatori, «il grazie più importante alle famiglie che ci hanno dato fiducia e hanno sostenuto i ragazzi nella scelta del pellegrinaggio. Saranno giorni sicuramente intensi, per alcuni di loro sarà la prima esperienza in sacco a pelo, per altri la prima in contesto di grandissimi numeri, con poche (a volte pochissime) comodità, ma il loro “si” a mettersi in gioco, a scegliere la GMG come loro vacanza estiva, a scegliere, innanzitutto e in generale, ci richiama come adulti al nostro essere chiamati a farci carico dell’altro, ai “si” che noi siamo chiamati a dire, all’“eccomi sia fatta la tua volontà” che aprirebbe a una nuova grazia la nostra vita».

Il bagaglio di ricchezze da riportare. «Il centuplo che aspetta i ragazzi già dal primo giorno di viaggio sarà misurabile in amicizia, fraternità, esperienza di accoglienza, preghiera, condivisione – sottolinea don Riccardo Pascolini, responsabile Coordinamento Oratori Perugia e regionale Umbria –. Ognuno di loro avrà l’opportunità di scoprire di sé capacità insperate, doti di pazienza, accoglienza, partecipazione e servizio all’altro, magari mai sperimentate. Il bagaglio di ricchezze che riporteranno con sé sarà una caparra preziosa per la vita, talenti da investire nel concreto delle scelte e dei percorsi di crescita di ciascuno. Partiamo con il cuore colmo di gratitudine per ognuno di questi 405 ragazzi che hanno accolto l’invito, nella speranza che ciascuno di loro e di noi adulti che li accompagniamo, torni cantando il MAGNIFICAT».

Verso la GMG di Lisbona “l’Umbria cammina insieme”. Il saluto dei Vescovi ai giovani delle diocesi umbre partecipanti alla GMG

“L’Umbria cammina insieme” è il ‘motto’ impresso sulle magliette che indosseranno gli 837 giovani delle diocesi umbre nel loro «grande pellegrinaggio» alla GMG, la Giornata Mondiale della Gioventù voluta da san Giovanni Paolo II, a partire dal 1985, che li vedrà con papa Francesco, insieme a centinaia di migliaia di coetanei provenienti da tutto il mondo (gli italiani saranno oltre 60mila), a Lisbona (1-6 agosto). Nella capitale portoghese, l’Umbria sarà rappresentata, oltre che dai giovani delle diocesi accompagnati dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e da diversi sacerdoti, seminaristi, animatori e catechisti, anche da 441 giovani delle comunità del Cammino Neocatecumenale.
«Questo grande pellegrinaggio di giovani» – così definisce la GMG don Marcello Cruciani, delegato regionale per la Pastorale giovanile della Ceu, “decano” dei sacerdoti umbri alla GMG (ha partecipato a tutte le edizioni eccetto a quella di Manila) – inizierà per questi 837 ragazzi e ragazze la sera del 24 luglio e si concluderà l’8 agosto dopo aver fatto tappa al Santuario di Lourdes. Dall’Umbria, con quattordici autobus, dopo una sosta in Francia, i giovani arriveranno il 26 luglio nella diocesi portoghese di Aveiro, sull’Atlantico, dove soggiorneranno fino al 31 successivo, dando vita ad un “gemellaggio” in preparazione alle giornate di Lisbona.
Programma e finalità. «Siamo pronti, ripartiamo per la GMG, un’“antica tradizione” che si rinnova di generazione in generazione, dal lontano 1985, per tanti giovani delle diocesi umbre con un unico coordinamento regionale». A precisarlo è don Marcello Cruciani nel presentare programma e finalità di questa nuova GMG, «un’esperienza intensa di fede, di condivisione, di aggregazione che aiuterà i giovani a crescere e a maturare umanamente e cristianamente. Ad Aveiro gli umbri vivranno giornate molto interessanti con le persone delle parrocchie che li ospiteranno fino al 31 luglio, visitando alcune attività di volontariato, partecipando ad un festival culturale, vivendo momenti di preghiera e condivisione, celebrazioni eucaristiche con i giovani di Aveiro ed animando una giornata dedicata alla famiglia come segno di ringraziamento per l’accoglienza ricevuta. A Lisbona (1-6 agosto) gli umbri vivranno gli appuntamenti comuni a tutti i giovani, dalla celebrazione eucaristica di avvio GMG, presso la “Collina dell’Incontro”, alle catechesi mattutine nelle strutture dove alloggeranno, in attesa dell’incontro con papa Francesco che avverrà, sempre alla “Collina dell’Incontro”, il 3 agosto. Il giorno successivo ci sarà la Via Crucis con il Santo Padre e il 5 agosto inizierà il pellegrinaggio al luogo della Veglia di preghiera, presso il “Campo della Grazia”, nelle vicinanze di Lisbona, presieduta sempre dal Papa, a partire dalle ore 20.45, dove pernotteremo all’aperto, come è tradizione di ogni GMG, e il 6 agosto, alle ore 9, ci sarà la celebrazione conclusiva. Al termine riprenderemo la via di casa con tappa a Lourdes, il 7 agosto, per poi rimetterci in viaggio il mattino seguente in modo da rientrare in Umbria nella tarda serata dell’8 agosto. Saranno giornate molto intense, belle con tanti spazi di incontro, di preghiera, di approfondimento culturale, di festival della gioventù. Sarà, soprattutto – sottolinea don Marcello Cruciani –, un memento di grande grazia per la Chiesa universale e per le nostre Chiese dell’Umbria, caratterizzato dal clima di gioia e di condivisione che non può non arricchire la nostra fede e dare un senso alla nostra vita. Con l’aiuto di Dio e della Beata Vergine Maria, partiamo di nuovo con gioia ed entusiasmo!».

Il saluto dei Vescovi ai giovani delle diocesi umbre partecipanti alla GMG di Lisbona

I Vescovi dell’Umbria non fanno mancare la loro vicinanza ai giovani che si apprestano a vivere l’esperienza della GMG di Lisbona ai quali, nei giorni che precedono la partenza per il Portogallo, lunedì 24 luglio, stanno conferendo il “mandato del pellegrino” durante celebrazioni eucaristiche ed incontri di preghiera in ciascuna delle diocesi umbre.
I presuli offrono ai giovani e non solo, delle meditazioni sul tema di questa Giornata mondiale, “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39), nei messaggi di saluto rivolti agli 837 ragazzi e ragazze che si apprestano a intraprendere un viaggio di oltre 2.200 chilometri, dall’Umbria alla Diocesi di Aveiro (Portogallo) prima di arrivare a Lisbona. Le Chiese dell’Umbria sono ben rappresentate da questi giovani provenienti 30 da Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, 63 da Città di Castello, 35 da Foligno, 85 da Gubbio, 94 da Orvieto-Todi, 408 da Perugia-Città della Pieve, 61 da Spoleto-Norcia ed altri 61 da Terni-Narni-Amelia.
Assisi e Foligno, mons. Domenico Sorrentino. «La GMG è una grande occasione di incontro, di gioia, di fraternità, di speranza. È un incontro intorno a Gesù, è Lui la nostra giovinezza perenne, è Lui la nostra gioia. Da Assisi questo lo ricordiamo pensando alla gioia di Francesco, quando spogliandosi di tutto espresse che la libertà viene da Gesù e che solo Lui è capace di renderci veramente belli e pieni di senso della vita. E da Assisi la esprimiamo anche con la giovane santità di Carlo Acutis il quale diceva “dobbiamo essere originali e non fotocopie” e comprendeva l’originalità come qualcosa che solo Gesù ci sa dare. Io mi auguro che nei vostri giorni di Lisbona, insieme con tanti amici, possiate fare la stessa esperienza di gioia di Francesco e di Carlo Acutis. Mi auguro che possiate riportare nelle nostre Diocesi il fervore che in quei giorni maturerete. Portate a Lisbona il senso della nostra tradizione di fede di Diocesi stupende e tornatevene portando la grandezza della universalità della Chiesa della quale farete esperienza. Sarà innanzitutto lo Spirito Santo a spirare dentro di voi, come respiro e come vento, per accompagnarvi verso orizzonti di speranza».
Città di Castello e Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini. «Finalmente ci siamo, sta per comincia la GMG. Stiamo preparando gli zaini e tutte le cose che non dobbiamo dimenticare per vivere quest’avventura meravigliosa. Prima di tutto perché siamo tanti e questo è molto bello e poi faremo un viaggio importante che ci porterà in una terra nuova, ma soprattutto per l’incontro che avremo con i giovani di tutto il mondo, con il Papa. Sicuramente tra le pieghe di tutto quello che vivremo, in primis l’incontro con il Signore Gesù. Nella semplicità e con situazioni che ci scomoderanno, ma senza gravi problemi, vivremo un’occasione straordinaria e vi dico di preparare, oltre lo zaino, anche il cuore pronto ad accogliere, a stupirsi, a condividere anche con un po’ di pazienza. Spero che da questo viaggio i giovani delle Diocesi di Città di Castello e di Gubbio si possano conoscere di più per essere più amici, più fratelli per camminare sempre più insieme come papa Francesco ci ha chiesto da oltre un anno».
Orvieto-Todi, mons. Gualtiero Sigismondi. «Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa. Così si apre il racconto della visitazione di Maria a sant’Elisabetta. Queste parole esprimono molto bene il clima di gioia che i giovani della Diocesi di Orvieto-Todi stanno vivendo mentre si accingono a mettersi in viaggio verso Lisbona. Resta sempre valida la sottolineatura compiuta da san Giovanni Paolo II, l’inventore delle GMG, nella lettera apostolica Dilecti amici del 31 marzo 1985. La Chiesa in modo speciale guarda sé stessa nei giovani. Ho avuto la grazia, da diacono, di stare all’altare accanto a Giovanni Paolo II in occasione della prima GMG. Questo disco nel cuore, l’eco delle parole da lui pronunciate nella veglia di preghiera della GMG dell’anno 2000, le richiamo, invitando i giovani a metterle nello zaino. “In realtà – diceva san Giovanni Paolo II – è Gesù che voi cercate quando sognate la felicità, è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate, è Lui la bellezza che tanto vi attrae, è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso, è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita, è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare, è Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita quotidiana qualcosa di grande, la volontà di seguire un’ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società rendendola più umana e fraterna”. Carissimi giovani, la Vergine Maria faccia bello e buono il vostro cammino e vi aiuti ad esplorare il vasto orizzonte del dono di sé con il Magnificat nel cuore».
Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis. «Per partire occorre decidersi, alzarsi, uscire… Non per nulla papa Francesco mette davanti ai giovani l’immagine evangelica di Maria che si alzò e andò in fretta verso la montagna per mettersi al servizio dell’anziana cugina Elisabetta. In questa luce il viaggio dei nostri giovani a Lisbona diventa una provocazione per ciascuno di noi, a fare la nostra parte. Maria si alzò e andò in fretta… Certo, c’è un’offerta non buona, quella che porta a vivere con superficialità, a prendere tutto alla leggera, senza metterci la testa e tanto meno il cuore. Il nostro camminare, quando è abitato da Dio, ricorda il Papa, ci porta dritti al cuore di ogni nostro fratello».
Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo. «Iniziate un pellegrinaggio che vi conduce a Lisbona, ma, in realtà, vi conduce ad andare incontro al Signore nelle parole che ascolterete, negli incontri della Giornata Mondiale. Sappiate mantenere uno sguardo attento e vigilante per cogliere la presenza misteriosa di Colui che vi viene a cercare; avrà una parola su misura per ciascuno di voi. Tornerete a casa arricchiti se avrete saputo ascoltare. Vi auguro di conservare questo atteggiamento del cuore, perché anche questo momento diventi per la storia personale di ciascuno un momento di grazia».
Terni-Narni-Amelia, mons. Francesco Soddu. «Già domenica 16 luglio abbiamo avuto modo di incontrarci per riflettere insieme sulla bellezza del messaggio evangelico, ma soprattutto sulla bellezza dell’incontro con il Signore Gesù nel riflettere sul brano del Vangelo. La prima parte racconta una tragedia, cioè dove il seme va a finire male e così siamo anche noi quando consideriamo le cose che non vanno bene. Mentre la seconda racconta dove il seme dà frutti, cioè nel terreno buono. Quel terreno, ragazzi, potete essere voi ad immagine di Maria Santissima che si è messa in fretta, in viaggio verso la casa della cugina Elisabetta, tema della GMG. Il Signore vi conceda la grazia di essere terreno buono accogliendo la Parola di Dio che viene seminata nei vostri cuori, che viene anche irrorata dell’esperienza di fraternità che farete insieme ai vostri coetanei, insieme al Santo Padre e vogliate farla fruttificare il 60, il 100, secondo le vostre capacità di accoglienza».
A cura di Riccardo Liguori

Gmg 2023 a Lisbona: come seguire in giovani umbri su «La Voce» e «Umbria Radio InBlu»

La Giornata mondiale della gioventù di Lisbona – alla quale parteciperanno anche centinaia di umbri – sarà raccontata in modalità crossmediale e multicanale dal settimanale «La Voce» e dall’emittente «Umbria Radio InBlu». Grazie ai racconti e alle testimonianze degli stessi giovani, dei loro animatori e accompagnatori, sarà possibile seguire una sorta di “diario di viaggio” dalla partenza del 24 luglio fino al ritorno in Umbria, dopo la conclusione della Gmg il 6 agosto.
Sulle pagine del settimanale (in edizione cartacea e digitale) da qualche numero sono già iniziate le cronache e gli approfondimenti dedicati alla preparazione e al viaggio dei giovani umbri verso Lisbona. Racconti che continueranno anche nei prossimi numeri, mentre sul sito web del giornale – all’indirizzo www.lavoce.it – ci sarà una sezione apposita per le storie che arrivano giorno per giorno dalla Gmg.
Sulle frequenze della radio sarà in onda una “striscia” quotidiana dal 24 luglio al 6 agosto, subito dopo le principali edizioni del Giornale radio, alle ore 12.30 e alle 18.30, disponibile anche in podcast sul sito www.umbriaradio.it.
Testimonianze e racconti, gallerie fotografiche, podcast audio e clip video saranno rilanciati quotidianamente sui social media: in particolare, le pagine Facebook de «La Voce» e «Umbria Radio», il canale Youtube de «La Voce», i profili Instagram e Twitter di «Umbria Radio». Tutto confezionato con i materiali multimediali inviati dai giovani, privilegiando i loro linguaggi e modi di comunicare.

Caritas di Spoleto-Norcia: missione in Costa d’Avorio del direttore don Edoardo Rossi per conoscere la realtà e avviare progetti a sostegno del servizio delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto in terra ivoriana

Don Edoardo Rossi, direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, è in missione ad Odienné, città della Costa d’Avorio (Africa), nel “Centro Sanitario Pietro Bonilli” delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto a favore delle donne incinte, degli ammalati, dei bambini abbandonati, orfani e malnutriti. Il sacerdote è partito dall’Italia il 1° luglio scorso e farà rientro il 10. È accompagnato da: Silvia Antonelli, collaboratrice della Caritas diocesana; Marta Cesari, spoletina, laureata in medicina che si sta specializzando in pediatria all’ospedale di Bologna; Benedetta Pinto, insegnante di religione nei Licei spoletini; Rita Roscani e la figlia Chiara, spoletine, volontarie della Caritas; Paolo Massi, seminarista della Diocesi. Prima di giungere ad Odienné, la delegazione ha fatto tappa nella scuola materna ed elementare “Le petit baobab” che le suore hanno ad Abidjan. È dal 1990 che le “figlie” del beato Pietro Bonilli sono presenti in Costa d’Avorio: all’inizio con una comunità ad Abidjan, oggi sede del noviziato; nel 1996 con il “Centro Sanitario Pietro Bonilli” a Odienné; nel 2013, infine, è stata avviata la scuola “Le petit baobab” ad Abidjan. Oggi le suore che vivono nelle tre comunità sono 17, provenienti da cinque Paesi: Italia, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Togo e Burkina Faso. La delegata è suor Monica Auccello.

La Caritas di Spoleto-Norcia già da qualche anno ha avviato una collaborazione con le Suore della Sacra Famiglia nella Repubblica Democratica del Congo con il progetto delle adozioni a distanza che ha dato ottimi frutti: con la generosità della gente di Spoleto-Norcia, infatti, è stata da poco avviata la costruzione di una nuova scuola e molto altro è in cantiere. Ed ora don Edoardo e i suoi collaboratori hanno volto lo sguardo anche alla popolazione della Costa d’Avorio. «Quando in Caritas parliamo di progetti missionari in zone povere del mondo – afferma il sacerdote – ci viene spontaneo di pensarli insieme alle “nostre” suore della Sacra Famiglia di Spoleto che, oltre in Italia, svolgono la loro missione in Africa (Repubblica Democratica del Congo e Costa d’Avorio), in Cile, in India, in Brasile, in Guatemala e in El Salvador. Qui in Costa d’Avorio – prosegue don Rossi – siamo stati accolti con tanto calore e amore. Finalmente, ci hanno detto le tre religiose – suor Mwamini, suor Gwladys e suor Clemence – qualcuno da Spoleto è venuto a farci visita. Ed è impressionante costatare come il nome della nostra Città e del paese di Cannaiola di Trevi siano per gli ivoriani oramai familiari». «Siamo qui in Costa d’Avorio – prosegue il direttore della Caritas – per conoscere la realtà e avviare nuove iniziative a sostegno della missione delle suore. In questi giorni ci rendiamo disponibili con il nostro servizio nel centro medico per le donne incinte, nel centro nutrizionale per bambini sottopeso e nell’orfanotrofio. Qui le suore, in accordo con i servizi sociali, accolgono i bambini fino a due anni di vita che hanno perso la mamma o che vengono abbandonati e che sono in attesa che il padre o un familiare li riprenda; se ciò non accade, viene avviato l’iter per l’adozione nazionale. Con le religiose, inoltre, – afferma ancora don Edoardo – abbiamo abbozzato delle ipotesi di collaborazione: dalle esperienze estive per i giovani nell’orfanotrofio alla possibile presenza di medici e infermieri del nostro territorio per un periodo di tempo, dal sostegno a distanza per lo stipendio di un medico a tempo pieno nel centro alla spedizione di vestiti e cibo in scatola per i bambini accolti dalle suore».

Nella giornata di mercoledì 5 luglio don Edoardo e la delegazione sono stati ricevuti dal vescovo di Odienné mons. Alain-Clément Amiezi. Nel corso dell’udienza è stata effettuata una video chiamata con mons. Renato Boccardo: i due Presuli hanno così avuto modo di parlare della presenza delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto ad Odienné e di quanto la Chiesa di Spoleto-Norcia potrà fare per quella popolazione.

Francesco Carlini

Dal “Gr.Est.”, l’Oratorio d’estate, alla GMG di Lisbona. Se ne è parlato “A sua immagine” dello scorso 2 luglio

All’“Estate degli Oratori” è stata dedicata la puntata di “A sua immagine” di Rai Uno di domenica 2 luglio, una realtà, quella oratoriale, da sempre vissuta come momento di svago e, al tempo stesso, di preghiera per contribuire alla formazione umana e cristiana da tanti bambini e adolescenti. Basti pensare che in Italia si contano a tutt’oggi circa 8.000 Oratori (quasi il 97% legato alle parrocchie), attivi tutto l’anno (nell’88% dei casi), dal lunedì al venerdì, non solo nel periodo estivo con le attività del “Gr.Est.” (gruppo estivo). Il 40% degli oratori è presente nella sola Lombardia, in continuità con l’esperienza messa in piedi, fin dal ‘500, da San Carlo Borromeo, patrono degli oratori e degli animatori, contemporaneo del fondatore per eccellenza degli oratori, San Filippo Neri, come risposta alle urgenze educative e di rinnovamento spirituale della società del suo tempo. Nell’800, grazie a Don Bosco e ad altri santi “sociali”, gli oratori divennero un punto di riferimento fondamentale per numerosi adolescenti, specialmente per coloro che si trovavano in condizioni di povertà. Frequentando gli oratori non pochi di questi ragazzi poterono emanciparsi dalla miseria e prepararsi all’ingresso del mondo del lavoro. Infatti, non a caso, gli ospiti di “A sua immagine”, tra cui il sacerdote perugino don Riccardo Pascolini, responsabile del Coordinamento Oratori Umbri (COU) della Conferenza Episcopale Umbra (CEU), hanno parlato dell’Oratorio come di «un luogo per prevenire i disagi adolescenziali e le difficoltà familiari del nostro tempo».

La “santità della porta accanto”. Nascono come possibilità di riscatto sociale per i meno abbienti, oggi sono di sostegno anche alle famiglie nelle attività del doposcuola e in estate, con le attività dei “Gr.Est.”, sono un aiuto non indifferente ai genitori che,lavorando al mattino, non possono seguire i figli una volta terminato l’anno scolastico. Riguardo ai “Gr.Est.”, don Riccardo Pascolini non ha esitato a definirli «la “santità della porta accanto”, come la chiama papa Francesco, perché c’è tutta la comunità parrocchiale che si impegna, si preoccupa a far sì che l’estate sia eccezionale per tanti bambini e adolescenti che altrimenti trascorrerebbero intere mattinate in solitudine e nell’ozio».

Oratori, tutt’altro che in crisi. Ne è convinto lo stesso responsabile del COU, che in Umbria, negli ultimi venti anni, ne sono stati attivati più di 100 nelle otto Diocesi della regione (di cui 34 a Perugia-Città della Pieve). «Gli oratori – sostiene don Riccardo Pascolini – sono una forza, un’esplosione di vita che in estate raggiunge gli apici di partecipazione alle attività dei “Gr.Est”. Nella nostra piccola Umbria, nei giorni scorsi, si sono tenute le Giornate diocesane degli Oratori d’estate… Tra Perugia, Foligno e Terni abbiamo sfiorato i 9.000 partecipanti. La bellezza è quella che gli adolescenti, da un “problema” tutto l’anno, diventano una risorsa impagabile e bellissima d’estate, perché nell’essere animatori dei più piccoli li responsabilizza e li aiuta molto a crescere e a formarsi nella vita per essere gli adulti di domani. E questa è una delle finalità degli stessi oratori. Il “Gr.Est.” è un modo per riconsegnare a tanti giovani adolescenti il protagonismo e la forza educativa, investendoli di qualcosa di bello, loro rispondendo alla grande».

Una positiva esperienza. In diversi “Gr.Est.” umbri si sta vivendo una positiva esperienza da prendere d’esempio, quella deiragazzi animatori ucraini. A raccontarla è stato sempre don Riccardo Pascolini: «Dallo scorso anno, dopo l’arrivo dall’Ucraina e superate le difficoltà di adattamento a nuove situazioni di vita, diversi ragazzi ucraini frequentano i nostri oratori integrandosi con i loro coetanei al punto da diventare loro stessi animatori dei nostri bambini oltre che dei bambini ucraini. L’oratorio non ha confini ed è anche un luogo di integrazione tra culture, nazionalità e fedi diverse».

In attesa della GMG. Dall’Umbria si stanno preparando all’imminente GMG (la Giornata Mondiale della Gioventù) con papa Francesco, che si terrà a Lisbona (1-6 agosto 2023), ben 830 giovani di cui diversi animatori dei “Gr.Est.”, che vivranno un’esperienza indimenticabile di crescita umana e cristiana fin dal 24 luglio, quando raggiungeranno il Portogallo dove saranno accolti dai loro coetanei della Diocesi di Aveiro in un “gemellaggio” in preparazione all’incontro con il Papa. «La GMG – ha commentato don Riccardo Pascolini – ci aspetta sempre con grande gioia».

Riccardo Liguori

Perugia – in migliaia alla Giornata diocesana dei “Gr.Est.”, esperienza educativa per giovani e adulti. Intervenuti l’arcivescovo Maffeis, la presidente della Regione Tesei e il sindaco Romizi

«Il primo pensiero che viene nello stare in mezzo a questi ragazzi è un pensiero di profonda gratitudine e riconoscenza alle nostre comunità parrocchiali, ai nostri preti, specialmente ai tanti giovani animatori d’oratorio che dedicano ai più piccoli tempo, energia, fantasia, passione, cuore ed anche la loro esperienza di fede e di Chiesa. Loro, insieme alle realtà degli Oratori, sono un grande investimento per le nostre comunità perché aiutano a costruire una società sana in cui fin da bambini e adolescenti si viene educati a sostenersi reciprocamente, a combattere le ingiustizie, a fare delle diversità una ricchezza, a vivere il mondo nella gioia e nella pace ad iniziare dal proprio gruppo di amici. Siamo convinti che i nostri giovani lasceranno un segno enorme non solo nei più piccoli, affidati alle loro cure di animatori di “Gr.Est.”, ma anche in loro stessi, perché stanno vivendo un’esperienza forte di amicizia, di condivisione e di fede». Lo ha sottolineato l’arcivescovo Ivan Maffeis durante l’annuale Giornata diocesana dei “Gr.Est.” (gruppi estivi), promossa dal Coordinamento Oratori Perugini (COP) e della Pastorale diocesana giovanile, il 28 giugno, al Percorso Verde “Leonardo Cenci” di Pian di Massiano di Perugia. Davanti a migliaia di bambini e ragazzi sono intervenuti anche la presidente della Regione Donatella Tesei e il sindaco Andrea Romizi, che hanno espresso vivo compiacimento e grande soddisfazione per l’opera svolta dagli Oratori (nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve sono attivi 34, non solo nel periodo estivo, mentre in Umbria sono attualmente 120), trovando molto attuale, educativo il tema di quest’anno proposto ai “Gr.Est.” dall’ANSPI, quello dei “Cavalieri erranti” incentrato sulla figura di “Don Chisciotte della Mancia” di Miguel de Cervantes.

Al “Gr.Est.” tantissime abilità e il “problem solving”. Gli stessi giovani animatori, avvicinati da alcuni operatori dei media, hanno parlato di «un’esperienza molto educativa», perché, commenta Matteo Germini, al suo terzo “Gr.Est.” d’animatore, «soprattutto si impara a stare con gli altri, con i bambini e con i coetanei. Si formano amicizie vere ed uniche nella fede nel Signore e nel quotidiano. La fatica che si trova al “Gr.Est.” unisce tanto con le altre persone e con i più piccoli. Si impara, con questo “problem solving” (termine che si sente citare sempre più spesso anche tra i ragazzi, n.d.r.), ad affrontare e risolvere piccoli e grandi problemi, soprattutto di arrangiarsi al momento, saper ballare, recitare, cantare, suonare… Al “Gr.Est.” servono tantissime abilità ed ognuno di noi trova il suo posto».

Una giornata che ne vale la pena. Ne è convinto don Simone Pascarosa, vicario episcopale per la Pastorale, «perché oggi facciamo sinodalità camminando e giocando insieme… Ne vale la pena perché gli animatori incontrano altri animatori che vanno a scuola insieme, perché i ragazzi trovano tanti adulti e un popolo che si muove attorno a loro per divertirsi, pregare e stare insieme sotto la luce del Signore». Il sacerdote, anche lui un giovane con alle spalle l’esperienza dell’oratorio, ha auspicato, commentando il tema del “Gr.Est.”: «Speriamo che Don Chisciotte accompagni i ragazzi a scoprire che nella loro vita e in ogni vita si può trovare qualcosa in cui vale la pena…, soprattutto combattere perché vale la pena vivere. Anche nelle difficoltà e nelle sfide più grandi c’è sempre qualcosa che ci fa lanciare il cuore oltre e riconoscere un progetto più grande del nostro dietro del quale camminare».

Uno slancio verso la GMG di Lisbona. «La giornata di oggi, che è la festa dei nostri oratori, ormai storica e consolidata – ha ricordato don Riccardo Pascolini, responsabile del COP –, che ci richiama alla bellezza di questo tempo intenso degli Oratori d’estate, il “Gr.Est.” in modo particolare, ci dà già uno slancio verso la GMG di Lisbona, la Giornata Mondiale della Gioventù con papa Francesco, dove i preparativi per la nostra accoglienza sono in fase avanzata, ma noi già ci siamo con il cuore e con lo spirito». Don Luca Delunghi, direttore della Pastorale diocesana giovanile, ha aggiunto: «Soprattutto i ragazzi animatori, che anche l’arcivescovo ha oggi ringraziato, sono quelli che vivranno l’esperienza della GMG. E vivere il servizio nei confronti dei più piccoli all’interno delle nostre parrocchie, unità pastorali e oratori è sicuramente un buon inizio per sperimentare quella Parola che papa Francesco ci invita a vivere con la GMG di Lisbona: “l’alzarsi in piedi di Maria e l’andare in fretta verso…”».

Terni – centenario del vescovo Franco Gualdrini, messa presieduta da mons. Renato Boccardo: “Siamo convenuti per non disperdere lungo la via la speranza e la forza che ci ha trasmesso, per non rallentare il ritmo vigoroso che egli ha impresso al nostro passo di pellegrini.”

Nel centenario della nascita, la diocesi e l’intera comunità cittadina hanno ricordato l’amato vescovo mons. Franco Gualdrini, che è stato il pastore della chiesa di Terni, Narni e Amelia dal 1983 al 2000
La solenne celebrazione domenica 25 giugno alle ore 18 nella Cattedrale di Terni è stata presieduta da mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza Episcopale Umbra, concelebrata dal vescovo Francesco Soddu e dal vescovo emerito della diocesi padre Giuseppe Piemontese. Presenti numerosi sacerdoti della diocesi, i vescovi Michele Pennisi e Pierluigi Celata, mons. Ermenegildo Manicardi,  don Andrea La Regina e don Alessandro Ravaglioli ex alunni dell’Almo Collegio Capranica, dove mons. Guadrini è stato rettore dal 1964 al 1983, l’attuale rettore mons. Riccardo Battocchio, ed anche le tante persone che hanno condiviso con il vescovo Franco la vita ecclesiale e cittadina nella fraternità ed amicizia. La celebrazione si è conclusa con la preghiera sulla tomba di mons. Gualdrini nella cripta della cattedrale di Terni.
In occasione del centenario sarà allestita una mostra fotografica per ricordare la vita e la testimonianza di mons. Gualdrini, pastore, padre, missionario, formatore, cultore delle arti e della spiritualità mariana, sempre vicino ai lavoratori e ai bisognosi.
“Noi siamo convenuti oggi in questa Cattedrale, che è stata sua – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – per rendere grazie a Dio per la vita e il servizio ecclesiale di don Franco come educatore e come Vescovo, per raccogliere il suo messaggio, per non disperdere lungo la via la speranza e la forza che ci ha trasmesso,per non rallentare il ritmo vigoroso  che egli ha impresso, con ammirevole costanza, al nostro passo di pellegrini. Tocca a noi serbarne la memoria e seguirne l’esempio: nella fede gioiosa, nella instancabile operosità, nell’amore discreto, silenzioso e fedele, che ha segnato come una costante tutta la sua lunga vita. Ed egli continuerà ad essere per molti di noi pastore e padre; e per questa Chiesa di Terni-Narni-Amelia segno non effimero né illusorio della presenza misteriosa del suo Signore.

Allora: Dio ti ricompensi, Vescovo Franco, per i tuoi sogni e per l’impegno profuso nella loro realizzazione: quante volte ci hai descritto la tua visione di una Chiesa tutta ministeriale, nella quale laici, presbiteri e persone consacrate, giovani e adulti, si facciano carico dell’annuncio sempre nuovo che può dare la vita al mondo. Mi hai scritto verso la fine del tuo episcopato: «Con la deformazione mentale dell’efficacia si rischia di soffrire, perché grandi risultati non ci sono. Mi sono convinto tuttavia che il mio compito è seminare in maniera pazza o ottimista (come dice don Mazzolari), che è poi il metodo evangelico».
Dio ti ricompensi, Vescovo Franco, per la fatica e l’entusiasmo della tua semina, per la dolcezza della tua paternità che ci rivelava la dolcezza della paternità di Dio, per l’attenzione che hai riservato a ciascuno di noi facendoci sentire unici davanti te, per la tua capacità di ascolto e di consiglio, per esserci stato compagno di cammino non come chi insegna dall’alto ma come uno che innaffia la pianta e la fa crescere.
Dio ti ricompensi, Vescovo Franco, per la vita donata per noi «con pazienza con chi sbaglia, con tolleranza per chi non condivide, con la fiducia e l’ottimismo di chi butta il seme nella certezza che per la verità c’è sempre un domani». Con te e sotto la tua guida, ne siamo certi, abbiamo potuto portare avanti per un piccolo tratto, non inerte, non inglorioso, non infecondo, l’annuncio e l’edificazione del Regno di Dio.
Ed ora che sei per sempre con il Signore Gesù e godi nella misericordia la ricompensa promessa al servo fedele, continua a volerci bene, caro Vescovo Franco, e con la tua intercessione accompagna questa Chiesa diocesana che hai amato e servito e sostieni il nostro ministero di preti sulle strade del mondo. Così sia!”

Mons. Gualdrini è stato un vescovo di ampie vedute, con una signorilità di spirito, magnanimità verso gli altri, desiderio di vedere le cose con oggettività e senza paure.
Consacrato vescovo sulla piazza della Cattedrale di Terni il 22 ottobre 1983, ha guidato con energia e intelligenza la chiesa locale fino al 4 marzo del 2000. Non ha voluto avere uno stemma personale e, come a voler dire che i vescovi passano ma la Chiesa resta, ha in seguito dato uno stemma alla Diocesi inglobando le immagini dei Santi Patroni delle tre Diocesi unite.
La sua vita sacerdotale è stata caratterizzata dall’impegno di educatore come rettore del seminario di Faenza per 11 anni e dell’Almo collegio Capranica di Roma per 19 anni.
Per ventisette anni ha vissuto, con grande consapevolezza e impegno la consacrazione episcopale, nei primi diciassette anni vescovo di Terni-Narni-Amelia dedito a un ministero concreto, intelligente, intraprendente e poi a Santa Maria Maggiore come canonico della basilica romana.
Ha recepito le grandi istanze del Vaticano II: l’amore a Cristo, la centralità della Chiesa, la valorizzazione della Parola di Dio, il rapporto della Chiesa col mondo di oggi, l’ecumenismo, lo spirito missionario, l’amore preferenziale per i poveri. Amava i giovani, i grandi eventi e l’approccio propositivo e missionario.
In diocesi ha vissuto intensamente il suo ministero sempre a contatto con la gente, nelle due visite pastorali con cui ha voluto conoscere da vicino e sistematicamente tutte le Parrocchie e tutte le più svariate realtà presenti in Diocesi. E poi il progetto e la realizzazione della nuova Curia, con l’istituzione di Uffici, Centri di Pastorale e Commissioni che coprono tutti gli aspetti della condizione dell’uomo. Il vescovo Gualdrini ha elaborato documenti e promosso Assemblee Diocesane sul cambiamento, sulla missione, sui giovani, sulla religiosità popolare, sulla pastorale vocazionale e sulla famiglia. Ha voluto che la statua policroma del XV secolo della Madonna fosse collocata in un’edicola in piazza della Repubblica che divenne la Madonna del Popolo, patrona e simbolo della nuova diocesi. L’edicola successivamente venne arricchita, su progetto dell’architetto Portoghesi, con la nicchia rivestita in acciaio e alcantara. Cultore dell’arte ha valorizzato gli artisti locali facendo organizzare incontri e mostre alle quali era sempre presente. Artisti che hanno realizzato le guide dipinte su alcantara, poste lungo il percorso della processione del Corpus Domini.
Nel 1988 viene fondata la missione diocesana di Ntambwe, nella Repubblica Democratica del Congo, fortemente voluta da Monsignor Gualdrini e seguita da vari sacerdoti e religiose diocesane fino al 2010. Il primo sacerdote missionario di Terni fu don Fernando Benigni.
Nel maggio del 1995 si svolse la prima edizione di Inedito per Maria, un festival nazionale della canzone d’autore ideato da Monsignor Gualdrini con lo scopo di far emergere nuovi talenti musicali.

Spoleto – “Maior Ecclesia. Santa Maria Assunta. La Cattedrale di Spoleto”: libro fotografico per guardare con rinnovato stupore al Duomo

“Maior Ecclesia. Santa Maria Assunta. La Cattedrale di Spoleto”: è il titolo del libro fotografico curato da Stefano Bonilli e Mario Brunetti dello studio Emaki di Spoleto, pensato dall’arcivescovo Renato Boccardo in occasione dell’825° anniversario della dedicazione del Duomo. La Fondazione Cattolica ha contribuito alla pubblicazione di questo volume. È stato presentato nella Basilica di Santa Eufemia a Spoleto lunedì 19 giugno 2023. Sono intervenuti: l’Arcivescovo; la dott.ssa Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani; il prof. Bruno Toscano, storico dell’arte; i curatori Bonilli e Brunetti; ha moderato il dott. Andrea Rutili responsabile dell’Ufficio beni culturali della Diocesi.

Le parole dell’Arcivescovo. «Avevo in mente qualcosa di fotografico sul Duomo per il Giubileo – ha detto mons. Boccardo nel suo saluto introduttivo – e ho trovato due alleati formidabili in Stefano Bonilli e Mario Brunetti, che hanno realizzato questo prezioso volume e li ringrazio di cuore. Questo libro vuole essere il racconto “per immagini” di un percorso umano e spirituale che attraversa i secoli e parla ancora agli uomini e alle donne del nostro tempo. L’insieme di fotografie raccolte dalla perizia tecnica e dalla passione artistica dei due curatori, permette di accostarsi alla Cattedrale di Santa Maria con rinnovato stupore e di scoprire ed ammirare tanti particolari che possono sfuggire ad uno sguardo come il nostro, spesso distratto e disincantato ma pur sempre mendicante di una bellezza che ci conduca ad affacciarci su una realtà altra rispetto a quella quotidiana e ci apra alla dimensione spirituale dell’esistenza, non accessoria ma essenziale e centrale per l’umanità».

Le parole del direttore dei Musei Vaticani. «Osservare le meravigliose fotografie di questo prezioso volume – ha detto Barbara Jatta – prodotte dall’attento occhio di Stefano Bonilli e Mario Brunetti, che raccontano di vita, di paesaggi, di particolari (dal pavimento alle strutture murarie), di tanta arte, riporta negli occhi e nello spirito il senso più alto di Comunità cristiana. Una Comunità che attraverso la santità delle persone, la bellezza del creato e i capolavori custoditi, all’interno e all’esterno della Cattedrale, narra ed esalta una storia intrisa di fede e di devozione custodita fin dai boschi e dalle valli dell’Umbria e che continua anche ai nostri giorni. Un sensus fidei che, secolo dopo secolo, ha rinnovato l’attenzione più viva e profonda alla Cattedrale di Spoleto, arricchendola di sempre nuove espressioni artistiche e votive».

Le parole del prof. Bruno Toscano. «É un libro che tratta un grande monumento con un linguaggio di immagini. Documenta parti del Duomo che in pochissimi vedono. È un modo non convenzionale di leggere un monumento. Racconta la Cattedrale in modo diverso dai libri di storia dell’arte perché mette in risalto, non solo le opere e i loro autori famosi, ma anche il lavoro dei cosiddetti ruoli secondari che hanno contribuito a realizzare il Duomo (falegnami, scalpellini, ebanisti, intarsiatori, vetrai ecc….). Emerge, quindi, un popolo fabbrile che in genere non appare negli altri volumi sulla Cattedrale. La formula del “dizionario visivo” – un dizionario sui generis, indifferente alla sequenza alfabetica – continua, a mio parere, a funzionare. Stimolando la voglia di riordinare, di ricomporre tante immagini che si ammassano sulla pagina, esercita una sua funzione didattica. Infine, puntando sulla quantità oltre che sulla qualità, stimola in chi sfoglia il libro l’istanza di una conservazione non selettiva, in cui anche il dettaglio non più contestualizzato deve essere tutelato, perché rimanda a quell’avvicendarsi di unità e molteplicità nella storia multisecolare della Cattedrale».

Le parole di Brunetti. Per lo studio Emaki, alla fine, ha preso la parola Mario Brunetti per ringraziare tutti gli intervenuti, quanti in vario modo hanno collaborato alla realizzazione del libro, la Jatta e Toscano per i loro preziosi contributi. «Ma soprattutto – ha detto – permettetemi di ringraziare l’Arcivescovo per la fiducia e per non averci “imposto” delle tempistiche sulla consegna. Abbiamo parlato con lui di questo progetto per la prima volta nell’autunno del 2020 e abbiamo avuto tutto il tempo necessario per realizzare il lavoro con la giusta calma. Mi piace anche ricordare il compianto don Giampiero Ceccarelli: gli dedichiamo con riconoscenza questo volume».

Dove trovare il libro. Chi fosse interessato ad avere il volume può contattare la segreteria della Curia Arcivescovile allo 0743 23101 o scrivere una mail a segreteria@spoletonorcia.it. Il contributo per l’acquisto del libro andrà a sostenere la manutenzione delle opere d’arte della Cattedrale.

Perugia – VIII Rapporto sulle Povertà e Risorse della Caritas diocesana “La Giusta Vicinanza”. In Caritas si incontrano sempre più vite preoccupanti, non numeri, delle quali siamo tutti responsabili

«Senza dubbio possiamo definire il 2022 come l’anno di servizio più intenso e più complesso per la nostra Caritas diocesana dalla sua fondazione (1976, n.d.r.), un anno dove tutti gli effetti post pandemia Covid-19 si sono concretizzati in bisogni ai quali rispondere, un anno che ci ha visti impegnati nell’accoglienza dei profughi Ucraini a causa della guerra, un anno che ha visto schizzare i costi dell’energia e delle materie prime alle stelle, un anno che ha visto l’impoverimento di tante famiglie e l’erosione dei risparmi, un anno che ha visto affacciarsi nuove povertà e nuove marginalità, un anno dove giovani e anziani hanno fatto fatica a riprendere la quotidianità». Ad evidenziarlo è il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, nella nota introduttiva dell’VIII Rapporto sulle Povertà e Risorse nel 2022 presentato il 19 giugno, nella sede Caritas “Villaggio Sorella Provvidenza”, a rappresentanti delle Istituzioni e di organismi pubblici e privati impegnati nel mondo del Welfare, ad operatori dei media e a quanti vivono l’esperienza del volontariato.

Il primo tratto del volto evangelico di Caritas. «Le pagine di questo VIII Rapporto – prosegue don Briziarelli nell’introduzione – ci aprono a riflessioni profonde e ci chiamano come comunità ecclesiale e civile ad un cammino sempre più di comunione, rete e relazione che ci doni la possibilità di nuove strade da percorrere per accompagnare le migliaia di fratelli e sorelle che hanno bussato, e bussano, alle porte di Caritas al ritorno alla dignitosa autonomia. La povertà ci toglie la libertà di scegliere e non possiamo più tacere difronte a tutto ciò. Un vero popolo si è sentito chiamato a rispondere a questo grido mettendo in atto un circolo virtuoso di solidarietà, di vera e propria Provvidenza, che ha stupito e meravigliato ognuno di noi convertendo i nostri cuori. Una gratitudine immensa a tutti i volontari e operatori che hanno deciso di scendere in campo senza riserve a braccia aperte convinti che ascolto e accoglienza siano ancora il primo tratto del volto evangelico di Caritas».

Alla presentazione sono intervenuti l’arcivescovo Ivan Maffeis, il direttore della Caritas don Marco Briziarelli, l’economista Pierluigi Grasselli, coordinatore dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale, lo statistico Nicola Falocci, membro dell’equipe dell’Osservatorio, e la responsabile Area sociale della Caritas Silvia Bagnarelli. Curato dal suddetto Osservatorio, l’VIII Rapporto mette nero su bianco il costante aumento dei richiedenti aiuto al Centro d’Ascolto (CdA) della Caritas diocesana passati dalle 1.306 persone del 2020 alle 1.467 del 2021 (+ 12,3%), alle 1.653 del 2022 (+ 12,7%) di cui 368 italiani e 1.285 stranieri (inclusivi di 52 casi di doppia cittadinanza), facendo registrare, i primi, una flessione (dal 26,6% del 2021 al 22,3% del 2022), mentre i secondi salgono (dal 69,5% al 74,6%). Di questi utenti si registra un aumento consistente delle donne: dal 42,2% del 2020 si passa al 55,5% del 2021 e al 60,9% del 2022, in corrispondenza dell’accresciuto ventaglio di bisogni e della loro intensità, che le donne possono più efficacemente rappresentare.

Dei 1.653 utenti del 2022, 599 sono “vecchi” (cioè con primo accesso al CdA anteriore al marzo 2020, inizio pandemia), e 1054 “nuovi” (cioè con primo accesso al CdA a partire dal marzo 2020). Tra i “nuovi” figurano i profughi ucraini, che influiscono sulle caratteristiche complessive dei richiedenti aiuto, che fanno dell’Ucraina la prima nazione di provenienza degli utenti stranieri, seguita da Nigeria, Marocco, Ecuador, Perù… Rilevante è anche l’invecchiamento complessivo degli utenti. Tra il 2020 e il 2022 la numerosità delle classi oltre 55 anni aumenta del 78%, quella 15-64 del 15%. I “nuovi” sono più giovani dei “vecchi”, anche se gli italiani rimangono meno giovani degli stranieri; questi rilevano bisogni di lavoro, gli italiani bisogni di assistenza. Tra gli utenti complessivi prevale la condizione di coniugato/a, seguita da quella di celibe/nubile, anche se questi ultimi tendono nel tempo ad aumentare. Tra i nuovi italiani prevalgono nettamente i celibi/nubili, e figurano quote non trascurabili di separati e divorziati. Inoltre si accresce fortemente la quota di chi vive ospite di amici o parenti, di chi vive in subaffitto/posto letto, di chi è privo di abitazione. L’insieme degli utenti Caritas soffre di un marcato deterioramento della condizione abitativa. Per quanto riguarda il grado di istruzione, la quota più elevata sono gli utenti che non dispongono di un titolo di studio oltre la licenza media inferiore (46,2%). Pertanto è fondamentale promuovere un aumento del livello di scolarizzazione per contrastare la povertà educativa collegata ad un abbandono scolastico precoce. Il percorso formativo è fondamentale per l’affermazione della persona nel solco tracciato anche dall’esperienza della “Scuola di Barbiana” tornata di attualità nel centenario della nascita del suo fondatore, don Lorenzo Milani (1923-2023). Nel contempo si accresce del 76% il numero di utenti che dispone di licenza media superiore o di laurea. Altro dato che emerge dal Rapporto è quello della condizione prevalente di disoccupato (52,4%), in particolare tra i nuovi utenti italiani e in generale si osserva un peggioramento complessivo della condizione occupazionale. Come anche la classe di reddito più consistente degli utenti Caritas, più che raddoppiata, è quella che comprende reddito nullo e reddito fino a 300 euro mensili. Ulteriore manifestazione di impoverimento, che si propone con evidenza.

La quota più elevata di bisogni segnalati dagli utenti riguarda povertà/problemi economici, pari al 30,6%, con numerosi casi di povertà estrema (senza dimora), di sovraindebitamento, di accattonaggio… Per questa tipologia di bisogni, collegati a molteplici necessità, si registra un aumento cospicuo del 23,5% rispetto al 2021.
In seconda posizione troviamo i problemi di occupazione/lavoro, pari al 21,9%, per più della metà collegati a disoccupazione, per più di un decimo a licenziamenti, per un decimo a lavoro nero e un altro decimo a lavoro precario, ed anche a sottoccupazione / part-time involontario, e alcuni casi di cassa integrazione/mobilità.
In terza posizione ci sono i problemi di condizione abitativa, pari al 15,3%, che sta assumendo dimensioni preoccupanti in tutto il Paese.
In quarta posizione c’è il fenomeno migrazione/immigrazione, pari al 14%, riguardanti per più della metà di problemi burocratici-amministrativi segnalati in prevalenza da persone in fuga da conflitti armati.
In quinta e sesta posizione ci sono i problemi familiari, pari al 6,4%, in prevalenza legati a separazioni e divorzi e di maternità affrontata da un solo genitore, e di salute, pari al 3%, dovuti anche a gravidanze difficili, ma soprattutto riferiti alle patologie più diffuse, oltre alle dipendenze.u

Gli interventi della Caritas diocesana. Di fronte ad una povertà sempre più multidimensionale, la Caritas diocesana ha moltiplicato il numero dei servizi (+ 18,1% rispetto al 2021 e + 66,5% rispetto al 2020), ha espanso i percorsi di accompagnamento per famiglie, migranti e minori, ha reso i CdA sempre più promozionali ed animativi, ha diffuso gli Empori solidali, ha posto un’attenzione crescente sulle povertà emergenti, ha adottato modalità innovative, ha spinto su promozione e formazione di volontari orientati al servizio diretto alla comunità, nonché a responsabilizzare la società civile sulla povertà, nella prospettiva di una società più giusta e solidale. In particolare tra i processi in corso di svolgimento che interessano la Caritas, quello della propensione alla territorialità, nel senso di un radicamento crescente delle opere all’interno della dimensione locale.

L’arcivescovo mons. Ivan Maffeis: «Soprattutto non distogliere mai lo sguardo da ogni povero», è l’esortazione che l’arcivescovo Ivan Maffeis ha rivolto ai partecipanti alla presentazione dell’VIII Rapporto diocesano sulle povertà e le risorse 2022 della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, avvenuta il 19 giugno, presso la sede Caritas del “Villaggio Sorella Provvidenza” di Perugia, alla presenza di diversi rappresentanti di Istituzioni civili ed Organismi pubblici e privati impegnati nel Welfare e di operatori dei media del capoluogo umbro.
Nel ringraziare quanti hanno lavorato alla redazione del Rapporto e alla sua divulgazione, mons. Maffeis, non nascondendo la sua appartenenza al mondo del giornalismo, non ha dimenticato gli operatori dei media, perché, ha precisato: «hanno, qui a Perugia, una grande attenzione e un grande rispetto per quello che facciamo a livello pastorale e sociale».
Mons. Maffeis, prendendo lo spunto dal recente messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale dei poveri del prossimo novembre, un messaggio che invita a riflettere sul Libro sapienziale di Tobia, ha spiegato l’importanza umana e cristiana del «non distogliere mai questo sguardo», perché, «lo sguardo per i poveri va tenuto insieme, non da soli, abitando una città dove c’è bisogno davvero delle Istituzioni, di chi è al servizio del bene comune nelle varie forme; c’è bisogno degli istituti di credito che hanno il polso di quanto succede e nella misura in cui sono disponibili possono fare un bene enorme. Credo che la Chiesa e la Caritas che è il nostro “gioiello”, e non lo dico come modo di dire, è la nostra “punta di diamante” sia come provocazione, perché ci aiuta a non sederci, sia come espressione del Vangelo vissuto. E questo sguardo sul povero lo possiamo avere e maturare solo insieme. E allora gli interventi, da quelli assistenziali fino a quelli educativi, saranno al servizio di una democrazia, al servizio di un Paese. Come credenti avvertiamo tutta la responsabilità, ma come cittadini non siamo lontani da questo».

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I costi degli aiuti-interventi Caritas. Gli interventi economici effettuati nel 2022 dal CdA alla gran parte delle 1.653 persone ascoltate, in gravi difficoltà economiche (dal pagamento delle utenze domestiche all’affitto, dalle spese per l’acquisto di prodotti di prima necessità a quelle sanitarie e per il corredo scolastico dei figli), sono state pari a euro 261.188,00, circa 30.500,00 euro in meno del 2021, non per la diminuzione delle richieste di aiuto, ma per la contrazione delle risorse economiche a disposizione rispetto all’anno precedente.

Importo non trascurabile è quello dei costi complessivi supportati dalla Caritas, nel 2022, rendicontati dal suo organismo operativo, la Fondazione di Carità San Lorenzo Onlus, pari a 1.626.000 euro. Cifra che è servita a finanziare, oltre gli interventi economici del CdA, la gestione della sede Caritas e del “Villaggio Sorella Provvidenza” che ha ospitato, lo scorso anno, 32 nuclei familiari, dei cinque Empori della Solidarietà (Perugia, Sant’Andrea delle Fratte, Ponte San Giovanni, Marsciano e Ponte Pattoli) dove accedono settimanalmente oltre 1.800 famiglie, della Mensa “Don Gualtiero”, del Punto Ristoro Sociale “San Lorenzo”, per complessivi oltre 200 pasti giornalieri, delle opere segno-strutture di accoglienza in cui trovano annualmente ospitalità più di 200 persone (es. “Sant’Anna dei Servitori”, “San Vincenzo” e “Alle Querce di Mamre” di Perugia, la “Casa della Carità-Santuario della Madonna dei Bagni” di Deruta e “Il Casolare” di Castiglione del Lago) e l’opera più recente, la “Farmacia solidale” per farmaci, presidi sanitari e ticket, attiva presso la sede Caritas. A questi vanno aggiunti i contributi erogati dalla Caritas diocesana a diversi CdA di Caritas parrocchiali. Costi che sono stati finanziati dall’8xMille alla Chiesa cattolica, dalle Campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi della Caritas diocesana, dai bandi e finanziamenti di Enti pubblici e privati, dalle donazioni di benefattori, dal 5xMille e dalle offerte liberali. Non trascurabili sono anche i 400.000 euro stimati di beni materiali donati (in particolare ai cinque empori) a testimonianza della solidarietà e generosità che la Caritas diocesana ha contribuito ad alimentare nella società civile.

RAPPORTO CARITAS 2023