Terni – Pasqua 2023 – celebrazione della veglia nella cattedrale di Terni. Mons. Soddu: “La resurrezione di Gesù che ci viene donata, la vita nuova, che è la vita in Dio, il cui sapore e bellezza l’assapora solo chi ha un cuore nuovo”

Celebrata la veglia pasquale nella Cattedrale di Terni con la suggestiva liturgia, presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, iniziata sul sagrato della chiesa con la benedizione del fuoco nuovo e con l’accensione del cero pasquale che è stato decorato dalle suore Clarisse di Terni. Il cero è stato portato in processione lungo la navata centrale della cattedrale al canto del Lumen Christi.
È seguita la liturgia della parola con le letture dell’Antico Testamento e del Vangelo e quindi la liturgia battesimale con la benedizione dell’acqua del fonte battesimale, il rinnovo delle promesse battesimali e l’aspersione dell’assemblea. Con l’acqua del fonte battesimale è stata battezzata una giovane donna Rachel, che insieme ad altri sei adulti, ha terminato il percorso del catecumenato, sotto la guida di don Pio Scipioni, ed hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana, dell’Eucarestia e della Confermazione.
«E’ un momento carico di emozione quello che viviamo nella veglia pasquale – ha detto il vescovo – radunati nel cuore della notte per rivivere e incontrare il Signore risorto, questa realtà fondamentale della nostra fede è per l’umanità intera e quindi per ciascuno di noi il dono essenziale in forza del quale, liberati dal peccato, abbiamo l’opportunità di vivere in Cristo Gesù come figli di Dio. La solennità della veglia pasquale ci pone dei segni per rendere evidente quanto il Signore attraverso la passione e morte del suo figlio ha voluto dare all’umanità. Manifestare la potenza dell’amore di Dio, significare attraverso dei gesti che sono il riversarsi dell’amore di Dio nel mondo di sempre. La resurrezione di Gesù che ci viene donata, la vita nuova che è la vita in Dio, il cui sapore e bellezza l’assapora solo chi ha un cuore nuovo. Non si può sovrapporre un dono così nuovo in una situazione di antichità. Ascoltare Gesù non le altre voci che partono da un cuore non rinnovato che sono farfugliate e che non hanno a che fare niente con la vita nuova che Dio ci dà, quella del battezzato di colui che partecipa di Cristo. Non è possibile l’amore senza passare attraverso la donazione».

Perugia: Celebrata la Messa Crismale in cattedrale. L’omelia dell’arcivescovo Ivan Maffeis: “Anche noi presbiteri siamo farina del sacco comune, con le nostre povertà, le nostre miopie e contraddizioni”

“A distanza di quasi sette mesi sento profonda gratitudine per questa Chiesa di Perugia-Città della Pieve, la nostra Chiesa, per la disponibilità cordiale con cui mi avete accolto”. Così l’arcivescovo Ivan Maffeis all’omelia della sua prima Messa Crismale da pastore della Chiesa perugino-pievese (ha ricevuto l’ordinazione episcopale lo scorso 11 settembre), pronunciata il pomeriggio del Mercoledì Santo, 5 aprile, nella cattedrale di San Lorenzo, davanti al suo predecessore, il cardinale Gualtiero Bassetti, al Clero diocesano e a numerosi fedeli provenienti dalle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi, insieme a tanti ragazzi e ragazze che nel corso dell’anno riceveranno il sacramento della Cresima.

La storia di ogni vocazione. Al momento della consacrazione degli olii, monsignor Maffeis ha voluto accanto a sé questi fanciulli e, nell’omelia, soffermandosi sulla “storia di ogni vocazione”, che “è essenzialmente un compimento del battesimo”, ha sottolineato che “anche noi presbiteri siamo farina del sacco comune, con le nostre povertà, le nostre miopie e contraddizioni, il ritrovarci esposti al pericolo di lasciar smorzare il fuoco del primo amore… È fuoco che si rianima con la frequentazione della Parola, la celebrazione eucaristica, il silenzio dell’adorazione, il perdono sacramentale. Perché tutto ciò non si riduca a pratiche religiose, ma possa alimentare una vita spirituale, ci è chiesto – per usare l’immagine che accompagna quest’anno sinodale – di assumere lo stare di Maria ai piedi del Signore, imparando a deporre quell’attivismo che trasforma la vita in una fuga, in un nascondimento, in una maschera…”.

La ricchezza della celebrazione. Mons. Maffeis ha parlata di “celebrazione così ricca”, perché è quella, oltre della consacrazione dell’olio crismale – utilizzato nei sacramenti del Battesimo e della Cresima e nelle ordinazioni presbiterali ed episcopali – e degli olii dei catecumeni e per l’unzione degli infermi, i sacerdoti insieme al vescovo diocesano rinnovano le promesse della loro ordinazione.

La natura sacerdotale del popolo. Nell’omelia – il cui testo integrale, insieme alla fotogallery della Messa crismale, è scaricabile dal sito della diocesi rinnovato nei contenuti e nella veste grafica (https://diocesi.perugia.it/celebrata-la-messa-crismale/) – Maffeis ha raccolto tre pensieri rivolti in particolare ai presbiteri, ma, come lo stesso presule ha commentato, “nelle intenzioni vorrebbero raggiungere il cuore di tutti”. E avviandosi alla conclusione ha ringraziato il Signore “per la natura sacerdotale dell’intero popolo di Dio, al quale apparteniamo, alla cui crescita è orientata la nostra vocazione e con il quale deve diventare sempre più intesa la corresponsabilità”.

Segni di una cultura della legalità. L’arcivescovo si è anche soffermato sulla provenienza di parte dell’olio che ha consacrato, “donato dalla nostra Polizia di Stato – ha precisato –. Proviene dagli olivi coltivati nel Giardino della Memoria, a pochi passi dallo svincolo autostradale di Capaci, luogo della strage mafiosa in cui morirono il giudice Falcone, la moglie e gli uomini della scorta. È inoltre profumato con l’essenza del bergamotto, offertoci dal Vescovo di Locri – Gerace con un augurio di pace e di speranza per tutti. Sono segni che ci impegnano a far la nostra parte per una cultura della legalità”.

L’indirizzo di saluto del vicario generale. Don Simone Sorbaioli, vicario generale, nel suo indirizzo di saluto all’inizio della celebrazione, ha espresso a nome di tutto il Presbiterio diocesano la gratitudine all’arcivescovo Maffeis. “Nella nostra diocesi – ha detto don Sorbaioli, rivolgendosi al pastore Ivan –, ha iniziato, in continuità con il magistero del cardinale Bassetti, un puntuale lavoro di conoscenza, revisione e impostazione della realtà diocesana. Abbiamo subito apprezzato il suo tratto discreto e profondo al tempo stesso, capace di andare con ciascuno, oltre la formalità dei rapporti istituzionali”.

Il ricordo dei presbiteri vivi e defunti. Come è consuetudine, il vicario generale ha ricordato i presbiteri che nel corso dell’anno celebrano particolari giubilei sacerdotali, ad iniziare dal più giovane nel sacerdozio, don Claudio Faina, ordinato lo scorso 29 gennaio, “che sta muovendo i primi passi del suo ministero nelle parrocchie di San Nicolò e Sant’Angelo di Celle”, ha commentato don Sorbaioli per poi ricordare il confratello che compie 25 anni di ordinazione, don Francesco Buono, insieme a tre diaconi permanenti, Giovanni Benedetto D’Andola, Remigio Dolci e Gaetano Murino. Mentre festeggiano i 50 anni di sacerdozio don Gino Ciacci e don Giuseppe Cistellini, i 60 di ordinazione don Primo Alberati, don Mario Bellaveglia e don Cesare Piazzoli e raggiunge il traguardo dei 70 don Amerigo Federici. Infine, ha sottolineato il vicario genera, “non possiamo dimenticare il decano del Clero perugino (qui presente), mons. Luciano Tinarelli, classe 1926, che quest’anno festeggia i 74 anni di ordinazione”. Un sentito pensiero don Sorbaioli lo ha riservato ai confratelli che nel corso dello scorso anno sono tornati alla Casa del Padre, mons. Augusto Panzanelli, mons. Mario Stefanoni, don Aldo Milli e don Armando Di Renzo.

Segno di speranza. “Accanto a loro ci piace ricordare – ha concluso don Sorbaioli –, come segno di speranza, che la nostra diocesi conta, al momento presente, tre seminaristi in teologia, due giovani che frequentano l’anno propedeutico e altri tre giovani in periodo di discernimento. Questo ci allarga il cuore ma non ci fa dimenticare il dovere di pregare senza stancarci il Padrone della messe”.

Città di Castello – messa crismale

“Essere preti oggi è un dono meraviglioso e una grazia immensa”. Vuol dire essere servi premurosi dei nostri fratelli e sorelle. Lo ha ricordato questa mattina il vescovo di Città di Castello mons. Luciano Paolucci Bedini presiedendo in Cattedrale, per la prima volta da quando siede sulla cattedra di san Florido, la messa crismale – preludio al Triduo pasquale – presente il clero della diocesi tifernate. Durante la celebrazione è stato ricordato con affetto il vescovo emerito mons. Domenico Cancian nel giorno del suo 76° compleanno. Si è fatta memoria anche di don Aldo Viti e don Vinicio Zambri, scomparsi nei mesi passati.

Parlando ai suoi preti e ai suoi diaconi il presule ha preso spunto dalle letture proprie della celebrazione sottolineando che c’è un oggi che Gesù dichiara compiuto per sé nel vangelo. “È l’oggi che si perpetua per noi nell’esercizio del ministero. Oggi siamo chiamati dare la nostra vita per il servizio del presbiterato e dell’episcopato. In questo oggi del mondo, che ci appare sempre più confuso e smarrito, in preda alle scelleratezze dei potenti e lontano dalla solidarietà fraterna senza distinzioni, dove la luce del vangelo sembra essere ormai velata dallo splendore di ciò che è effimero e superficiale. Ma anche nell’oggi della nostra Chiesa occidentale, che sembra faticare sempre più nell’offrire agli uomini l’annuncio della speranza e dell’amore che nella fede custodisce, e di cui solo è debitrice al mondo, per la misericordia che le è stata usata”.

Mons. Luciano Paolucci Bedini ha come offerto alcune idee concrete ai preti ed ai diaconi quando li ha invitati a vivere “offrendo ai fratelli e alle sorelle il pane buono della Parola e l’acqua viva dei Sacramenti. Chinandoci con compassione su chi è toccato dal male, rimanendo accanto con le nostre lacrime. Prendendo per mano i più piccoli per accompagnarli con fiducia dentro la vita. Poter condividere con tutti loro il cammino che il Signore ci indica imparando insieme ad ascoltare la voce dello Spirito. Fungendo da maestri tra il popolo nel discernimento della volontà di Dio, solo perché per primi ne siamo divenuti discepoli, e da questa guida spirituale ci lasciamo condurre ogni giorno”.

Oggi pomeriggio alle ore 18.30 il Vescovo celebrerà in Cattedrale la Santa Messa nella Cena del Signore.
Domenica 12 aprile alle ore 10.30 mons. Luciano Paolucci Bedini presiederà la Messa di Pasqua ed impartirà la Benedizione Papale.

Spoleto – Messa Crismale. L’Arcivescovo: «Una sofferta carenza di clero porta ad una risposta coraggiosa e innovativa, ad un passaggio, non più rimandabile, da una pastorale di conservazione a una missionaria»

Nel pomeriggio di mercoledì 5 aprile 2023 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha presieduto nella Basilica Cattedrale di Spoleto la Messa Crismale con i presbiteri e numerosi fedeli. Vescovo e preti si sono ritrovati alle 16.30 nella chiesa di S. Filippo Neri per la liturgia penitenziale dove hanno avuto modo di confessarsi; poi, processionalmente hanno raggiunto il Duomo, hanno varcato la Porta Santa dell’825° anniversario della sua dedicazione e finalmente hanno celebrato l’Eucaristia ed hanno rinnovato le promesse fatte il giorno della loro ordinazione. In questa liturgia, che rivela ogni volta un fascino particolare e che manifesta visibilmente la Chiesa in tutte le sue componenti riunite attorno al Vescovo nella Cattedrale, vengono benedetti gli oli per i sacramenti: il Crisma per i Battesimi, le Cresime, le Ordinazioni sacerdotali ed episcopali; l’Olio dei Catecumeni usato nei Battesimi; e l’olio per l’Unzione degli Infermi. É stata anche fatta memoria dei presbiteri tornati alla Casa del Padre dalla scorsa Messa Crismale ad oggi (mons. Giampiero Ceccarelli, don Guerrino Conti, don Gaetano Conocchia, don Antonio Diotallevi, don Gianfranco Formenton) e si è ringraziato Dio per quanti quest’anno celebrano un anniversario particolare di ordinazione (don Luciano Avenati e don Salvatore Piga 50 anni; don Jozef Gercàk, don Kamil Ragan e P. Pio Spigarelli, Ofm Capp., 25 anni). La Messa è stata animata nel canto dalla corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con all’organo Angelo Rosati.

OMELIA – FOTOGALLERY 

Una sofferta carenza di clero. Nell’omelia mons. Boccardo ha condiviso con i presbiteri e i fedeli la grave preoccupazione per la carenza di clero, situazione che interpella la coscienza di tutti, che deve provocare una seria riflessione e che richiede a tutti un coraggioso impegno. Con chiarezza il Presule ha fornito i numeri: «Con meno di 30 sacerdoti sotto i 75 anni di età e con l’aiuto prezioso di alcuni presbiteri religiosi, occorre provvedere a 71 parrocchie. Con sano realismo, dobbiamo prendere atto di non poter più assicurare al ministero pastorale le modalità pratiche che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto e che fino ad oggi abbiamo più o meno conservato». La riflessione dell’Arcivescovo però non è stata fine e a stessa, non è stata un piangersi addosso, ma un punto reale dal quale partire per individuare un modo rinnovato per trasmettere il Vangelo, per stare come Chiesa tra le case della gente.  Ha detto, infatti: «Se noi siamo ora di fronte ad una sofferta carenza di clero – e dobbiamo prevedere che essa andrà crescendo in maniera preoccupante almeno per i prossimi anni -, occorre che ci riportiamo agli atteggiamenti della Chiesa primitiva e proviamo ad imitarla sia nella fiducia nella Provvidenza, che suscita sempre collaboratori adatti per il ministero, sia nell’ingegnosità e nell’apertura a tutte quelle soluzioni che una riflessione ragionevole ci ispira».

Scelte pastorali nel segno della sinodalità. Di questa situazione già ne hanno riflettuto a lungo, con attento discernimento, i membri del Consiglio episcopale e quelli del Consiglio presbiterale: hanno visto che è giunto il momento di mettere in atto delle forme di pastorale coraggiose e innovative. E per facilitare la realizzazione di questo progetto hanno già rimesso nelle mani dell’Arcivescovo il loro mandato di parroci. «Un gesto di autentica corresponsabilità ecclesiale», lo ha definito mons. Boccardo. Una scelta, va chiarito, non dettata da una ritirata strategica fronte della realtà, ma generata dallo sforzo di leggere i segni dei tempi. Ciò richiede una grande disponibilità e una grande libertà interiore da parte dei presbiteri che, su questo percorso che si apre, avranno dei colloqui personali con l’Arcivescovo durante il tempo pasquale.

Le nuove Pievanie. «Si è dunque unanimemente deciso – ha detto l’Arcivescovo – di confermare l’istituzione della Pievania, nella quale convergono le parrocchie di una intera zona pastorale, dando origine ad un unico soggetto canonicamente costituito, con figure ministeriali destinate al suo servizio e provvisto di alcuni elementi identificativi, quali una sede e una denominazione. Ciò richiederà anche la ricollocazione ministeriale dei sacerdoti e una diversa definizione di quelle comunità che da tempo non sono più in grado di assicurare gli elementi fondamentali necessari per essere considerate parrocchia. Un solo presbitero – con il titolo di pievano – sarà riferimento unitario per la Pievania, essendo anche canonicamente parroco di tutte le singole parrocchie che la compongono (can. 526 § 1). Egli eserciterà il ministero con i sacerdoti del territorio e ne sarà coordinatore, in stretta comunione di intenti e di atteggiamenti, per la realizzazione di un medesimo progetto pastorale, anche con forme concrete di vita condivisa, all’interno di una più intensa relazione con i fedeli laici che partecipano con un proprio specifico contributo alla cura pastorale della comunità. Sarà prezioso in questo ambito il coinvolgimento dei diaconi permanenti, con l’attrattiva del realismo umano e pastorale che nasce dalla ordinarietà di vita di cui ciascuno di essi fa esperienza».

Una maggiore corresponsabilità dei fedeli laici. Al pievano e ai sacerdoti della Pievania verrà affiancata nella responsabilità della cura d’anime una Équipe pastorale nominata dal Vescovo con una apposita “Lettera di missione” e composta da alcuni fedeli laici scelti tra quanti si vogliano dedicare in modo più stabile al servizio della comunità nel suo insieme. «Essi – ha detto ancora nell’omelia il Presule – dovranno essere opportunamente accompagnati ad acquisire una adeguata formazione spirituale e ministeriale, per poter rispondere con efficacia al compito loro affidato. Mentre il Consiglio Pastorale di Pievania continuerà ad essere promotore e animatore della vita delle comunità, luogo di sinodalità e corresponsabilità, scuola di ascolto e di discernimento».

Nessuna comunità sarà abbandonata. È importante sottolineare un principio fondamentale: «In forza del mandato di Cristo e della nostra responsabilità come sacri ministri ­– ha detto mons. Boccardo –  nessuna comunità sarà lasciata senza una adeguata cura pastorale, nessuna comunità sarà abbandonata. Anche dove non è più possibile esprimere le funzioni tipiche della parrocchia, persisterà per il Vescovo e per la Diocesi l’obbligo della cura della gente che vi risiede. Non ci proponiamo quindi di ridurre l’attività pastorale, bensì di farne di più, meglio organizzata e condotta, assicurando modalità di1verse di presenza e di servizio, non necessariamente identiche a quante messe in atto finora».

Terni – celebrazione della Messa Crismale con i sacerdoti e i cresimandi

In una gremita cattedrale di Terni è stata celebrata la Messa Crismale del mercoledì santo, presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, alla presenza di tutti i sacerdoti diocesani e religiosi, diaconi, religiose, laici e 400 ragazzi e ragazze di tutte le parrocchie della diocesi che riceveranno la cresima nei prossimi mesi.
Una significativa espressione di unione e comunione di tutti i presbiteri nel ministero del sacerdozio e della missione evangelizzatrice a cui sono stati chiamati, ma anche di unione con l’intera comunità ecclesiale.
Il vescovo ha benedetto gli olii sacri che saranno usati nell’amministrare i sacramenti: l’olio dei catecumeni col quale sono unti coloro che vengono battezzati; del crisma, una mistura di olio e essenze profumate usata nel battesimo, nella cresima, nella ordinazione di sacerdoti e vescovi, nella dedicazione delle chiese; l’olio degli infermi, che viene utilizzato per dare conforto ai malati e per accompagnare all’incontro col Padre, i moribondi fortificati e riconciliati.
«La bellezza della Messa Crismale ci porta a considerare l’incommensurabile grandezza dell’amore di Dio, il quale si fa presente nei doni che oggi riceviamo – ha detto il vescovo -.
Base di tutto, presupposto essenziale per ogni nostra azione è la presenza, anzi l’immanenza dello Spirito Santo nella nostra vita. Ogni nostra azione non potrà che essere il riflesso dei doni che lo stesso Spirito effonde su di noi, affinché possiamo esserne pienamente compresi. L’abituale presenza del Signore, potremmo dire la sua familiarità col luogo sacro dell’assemblea, sollecita tutti, ma in modo particolare noi presbiteri, ministri del Signore, nella cura da avere sia del luogo come anche della consuetudine nella frequentazione. E poi l’ascolto della Parola di Dio e il suo approfondimento, un ascolto non limitato al mero senso dell’udito ma partecipativo, accogliente, attivo, generativo. Lo Spirito del Signore fa sì che la Parola diventi vita, che cioè si avveri, prenda carne in noi.
L’abituale nostra presenza in Chiesa, nel luogo ordinario del culto, sia non una sorta di abitudine, che con l’andar del tempo si trascina, fa trasparire stanchezza e noia, quanto piuttosto, evidenziando sempre di più la squisita familiarità che corrobora e alimenta l’amore, riceva e trasmetta vita; vitalità che incentiva la gioia di sentirsi figli amati, familiari di Dio e fratelli tra di noi».

La comunità sacerdotale
«Il presbiterio vive in una forma comunitaria, aspetto questo che dobbiamo sempre presidiare, custodire e coltivare; allontanando da noi ogni forma o tentazione di isolamento, di personalismi e visioni di parte che indeboliscono il corpo, lo fanno ammalare e lo portano progressivamente alla distruzione. Lo sappiamo bene, tutto questo è possibile non tanto in forza di chissà quale mirabile nostro sforzo, quanto piuttosto attraverso il presupposto di una virtù essenziale: quella dell’umiltà, unica dote capace di arginare il peccato, generare disponibilità e dare vigore e slancio ad ogni buon proposito».

«Il senso e il fine dell’unzione, della nostra consacrazione lo rivela la stessa Scrittura: siamo innanzitutto dei mandati, degli inviati. Siamo mandati a portare, a proclamare, a rimettere in libertà, tuttavia non siamo chiamati ad essere dei meri e freddi esecutori. Siamo, come il Signore Gesù, degli inviati in quanto primariamente amati, consacrati, eletti da Dio. Fuori dal contesto dell’essere tali, mandati dal Signore, il nostro lavoro, le nostre attività, il nostro ministero cesserebbe di essere tale. Sarebbe niente di più di un qualsiasi mestiere.
Siamo invece mandati da Dio per essere servi della sua Parola, espressione viva di un dono immenso: del suo ministero pastorale che egli prolunga ed attua attraverso la nostra povera persona. Siamo perciò degli inviati e non dei liberi professionisti.
In virtù del Battesimo che ci rende tutti figli di Dio, quanto detto per i presbiteri è valido per ciascun credente in Cristo, perché tutti abbiamo ricevuto il dono della salvezza».
E quindi un invito ai tanti ragazzi presenti in Cattedrale: «cari ragazzi: non perdete la grande e splendida occasione della vita-bella, che ci proviene unicamente dal vivere, cioè mettere in pratica il Vangelo di Gesù. Mettetevi sempre a sua disposizione ed egli vi guiderà al bene; illuminerà la vostra intera esistenza riempendola del profumo unico della sua presenza».
«Per tutti significa – ha poi aggiunto – che, nella misura in cui ognuno concepisce la propria vita come la risposta a una chiamata del Signore, tutte le singole azioni di ciascuna persona non potranno che convergere verso un unico obiettivo. Su questa prospettiva sarà necessario essere continuamente consapevoli della necessità di dover rinverdire sempre e continuamente il senso della chiamata di Dio; chiamata che ci ha resi suoi figli, costituiti ministri, pastori, servitori del Regno».
Testimoni del Vangelo nella società
«Siamo mandati a portare il Vangelo: ad essere il segno concreto di speranza, di gioia e di vita rinnovata; nella nostra vita, con le nostre azioni, con il nostro modo di essere e di rapportarci. Davanti alle trasformazioni sociali, davanti ai mutati contesti ecclesiali, davanti al perdurare e forse peggiorare del clima generale, non più consono ad accogliere determinate proposte di vita, lo sappiamo, ma è salutare ridircelo sempre e con forza: abbiamo ancora maggiore necessità d’essere ancorati alla sorgente della nostra salvezza e del nostro apostolato. Credendo in questo, abbiamo anche la bella opportunità di poter accostare la nostra attuale missione a quella che caratterizzò l’inizio della storia della Chiesa, con tutte le fatiche e le prove, ma anche con quello slancio missionario di fede che ha fatto sì che “il sangue di Cristo non fosse stato versato invano” ma fosse fatto germogliare nella testimonianza di quanti aderivano alla fede.
In tal modo, per mezzo della nostra vita resa libera, in quanto totalmente orientata a Dio, sapremo anche essere segno eloquente e credibile della libertà proclamata da Gesù».
Il vescovo ha ricordato quei sacerdoti e diaconi che in questo anno celebrano un particolare anniversario: i 60 anni di sacerdozio mons. Piergiorgio Brodoloni e di mons. Antonio Maniero; i 55 anni Accettulli padre Enrico Ofm, mons. Marcello Giorgi; i 50 anni di sacerdozio mons. Antonino De Santis; i 45 anni di sacerdozio mons. Carlo Zucchetti SdB; i 35 anni di sacerdozio can. Adolfo Bettini, mons. Roberto Bizzarri, don Miroslaw Boguszewski; don Andrea Rowny; i 30 anni di sacerdozio don Luca Andreani, don Pietro Blaj, don Enzo Greco, don Lisnardo Morales Serrano, don Tiziano Presezzi; i 25 anni di sacerdozio don Giuseppe Capsoni, don Marco Castellani, don Diego Ceglie, don Angelo D’Andrea, don Leopold Sandor, don Sergio Vandini; i 20 anni di sacerdozio di don Andrei Anghelus, don Roberto Cherubini, don Ioan Ghergut, don Andrea Piccioni, don Lorenzo Spezia e i 20 anni di ordinazione dei diaconi Antonelli Giorgio, Belarducci Felice, D’Andrea Walter, Federici Roberto, Gasperoni Gabriele, Maschiella Sandro, Millesimi Evaldo, Orlando Corrado, Torelli Franco; i 15 anni di sacerdozio padre Marco Ronca OfmCapp; i 40 anni di diaconato di Giocondi Dario e i 10 anni di diaconato di Jacopo Tacconi.

Perugia – tanti fedeli alla celebrazione della Domenica delle Palme in cattedrale, esortati dall’arcivescovo Ivan Maffeis a «trovare il tempo per la preghiera».

«Viviamo davvero questa Grande Settimana come il momento più importante della nostra vita cristiana, trovando il tempo per la preghiera, per il silenzio e per l’ascolto, per poi giungere, contemplando la Croce di Cristo, alla sua Resurrezione». È l’esortazione che l’arcivescovo Ivan Maffeis ha rivolto, al termine della celebrazione eucaristica della Domenica delle Palme, 2 aprile, nella cattedrale di Perugia, ai numerosi fedeli che insieme al loro Pastore hanno rievocato l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, animando la processione in piazza IV Novembre dopo la preghiera e la benedizione delle palme davanti all’Arcivescovado.

Il suggestivo rito processionale con in mano i ramoscelli d’ulivo benedetti, segno di pace, portati in ciascuna famiglia e l’ascolto della Passione di Cristo dal Vangelo di Matteo, hanno accompagnato i cristiani ad entrare nella Settimana Santa, “cuore della fede”, vivendola con particolare raccoglimento per prepararsi al mistero della Pasqua di Risurrezione.

L’arcivescovo Maffeis, nel ringraziare quanti hanno partecipato alla celebrazione, tra cui una nutrita rappresentanza dei membri degli ordini cavallereschi di Malta e del Santo Sepolcro, ribadendo l’importanza della preghiera e della meditazione della Parola di Dio durante il Triduo pasquale, ha chiesto a tutti di affiancare lui e i sacerdoti nella preghiera, perché, ha detto, «in questi giorni che precedono la Santa Pasqua, molte delle persone che incontriamo ci chiedono di pregare per loro, per i propri cari e conoscenti malati o sofferenti per gravi difficoltà incontrate nella vita. C’è tanto desiderio di avvicinarsi al Signore, di invocarlo, di ricevere il suo conforto, alimentando la fede e la speranza cristiana anche in quanti sono alla ricerca. E questo è quanto portano nel cuore i nostri sacerdoti uscendo dalle case di tante famiglie, in occasione delle benedizioni pasquali, perché, attraverso il conforto e la preghiera, la gente sente ancora più la comunione e la vicinanza della Chiesa».

Spoleto – la Settimana Santa. L’Arcivescovo: «Quando guardiamo Cristo, vediamo uno specchio fatto di compassione vivente e di amore»

Con la Domenica delle Palme, con cui si ricorda l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme per andare incontro alla morte, inizia la Settimana Santa durante la quale si rievocano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e vengono celebrate la sua Passione, Morte e Risurrezione. A Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo, domenica 2 aprile 2023, ha presieduto la Messa nella Basilica Cattedrale. La liturgia è iniziata in Piazza Duomo: il Presule ha benedetto i rami di ulivo che, dopo la lettura di un brano evangelico, sono stati distribuiti ai fedeli, quindi è stata avviata la processione fin dentro il Duomo per la celebrazione della Messa, che si distingue per la lettura della Passione di Gesù.

Cristo, specchio di compassione vivente e di amore. «Ricordando e contemplando la Passione di Gesù – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – vediamo come in uno specchio tutte le sofferenze dell’umanità. E come non pensare, in particolare, alla guerra in Ucraina e in altre parti del mondo e alla tragedia ripetuta dei migranti e dei profughi nel mar Mediterraneo? Ma non come se fossero presentate in televisione. Lo schermo è uno specchio inanimato che riflette tutto l’orrore del mondo, ma è indifferente; non soffre, non ama, è un vetro freddo. E lascia l’uomo nella sua solitudine. Quando guardiamo Cristo, invece, vediamo uno specchio fatto di compassione vivente e di amore; Cristo ha preso su di sé ciò che noi non possiamo sopportare: l’ingiustizia, il male assurdo, l’irresponsabilità, la vigliaccheria, le situazioni inestricabili, il non-senso, la morte. In Gesù, scopriamo la nostra sofferenza e la nostra infelicità, poiché egli ci prende così come siamo. E per mezzo di lui Dio perdona a tutti, ama tutti. In Gesù, noi vediamo il nostro stesso volto trasfigurato nell’amore vivente di Dio».

Il ramo di ulivo. «Così, in questa Domenica delle Palme risplende il frutto dell’amore di Gesù per tutti noi, su cui mediteremo durante la settimana che oggi inizia: l’accoglienza che Cristo ha per noi peccatori, da qualunque parte proveniamo, sta alla radice dell’accoglienza che siamo chiamati a riservarci reciprocamente. E il ramo di ulivo benedetto che portiamo a casa ci ricorderà la grande lezione di un Dio che ha accolto la nostra umanità fino alla morte, e di noi che siamo stati accolti e riconciliati e redenti nel mistero del suo popolo, in mezzo al quale siamo mandati per rinnovare i gesti di compassione e di tenerezza dei quali, con meravigliata gratitudine, ci riconosciamo destinatari da parte di Dio».

Le celebrazioni della Settimana Santa presiedute dall’Arcivescovo nel Duomo di Spoleto:

Mercoledì Santo, 5 aprile: alle ore 18.30 Messa Crismale. L’olio che verrà benedetto da mons. Boccardo (degli Infermi, dei Catecumeni e il Crisma) proviene dagli ulivi del Giardino della Memoria “Quarto Savona Quindici” inaugurato nel 2017 a pochi passi dallo svincolo di Capaci (PA) dove nel 1992 persero la vita per mano mafiosa il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. A mons. Boccardo è stato consegnato nei giorni scorsi dalla dott.ssa Antonella Fuga Paglialunga, dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Spoleto, per conto del Questore Giuseppe Bellassai. Nell’olio per il Crisma, inoltre, verrà infusa l’essenza al bergamotto: questa fragranza viene donata alle Diocesi italiane da quella calabrese di Locri-Gerace.
Giovedì Santo, 6 aprile: alle ore 18.30, Messa in Coena Domini.
Venerdì Santo, 7 aprile: alle ore 18.30, Liturgia della Passione. Alle 21.00 Via Crucis al Giro della Rocca: le meditazioni sono state scritte dai detenuti e dal personale della Casa di Reclusione di Spoleto
Sabato Santo, 8 aprile: alle ore 22.00, Veglia Pasquale.
Pasqua di Risurrezione, domenica 10 aprile: alle 11.30, solenne Pontificale.

Terni – Pasqua 2023 – celebrazione delle Domenica delle Palme. Mons. Soddu: “Seguiamo gli insegnamenti di Gesù che ha dato la sua vita per noi”.

Con la celebrazione della Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, hanno avuto inizio le liturgie pasquali della Settimana Santa, durante la quale si fa memoria della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.
Il vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la liturgia di domenica 2 aprile con il rito della benedizione dei rami d’ulivo sul sagrato della chiesa di Santa Croce e la lettura del brano dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. In processione osannante con i rami di ulivo in mano, tantissimi fedeli, i bambini e ragazzi delle parrocchie della Cattedrale, Santa Croce e San Salvatore e le loro famiglie, hanno raggiunto la Cattedrale, dove la liturgia è proseguita con la lettura della Passione di Gesù, proclamata dai diaconi, e la celebrazione eucaristica. Hanno concelebrato il parroco della cattedrale don Alessandro Rossini, il parroco di Santa Croce don Roberto Cherubini, don Camillo Camozzi, don Antonio Maniero.
Il vescovo ha ricordato come la Pasqua sia “il segno di una vita nuova per noi e per tutto il mondo, in cui si è resi paretcipi del mistero della croce per aver parte alla resurrezione e alla vita eterna. Gesù è il senso profondo della nostra vita, la bellezza della vita”.
Rivolgendosi poi ai tanti ragazzi presenti, il vescovo Soddu ha sottolineato il senso di essere discepoli di Gesù: “Bisogna avere uno sguardo da discepolo, imparare dal maestro. Oggi ci viene detto che dobbiamo imparare, come cristiani, da Gesù che ha dato la sua vita per noi. Gesù ci può insegnare come vivere bene e noi dobbiamo imparare ad incarnare nella vita quanto abbiamno ascotato nel vangelo. Ciascuno di noi ha ricevuto Gesù nel battesimo e quello che è per noi Cristo è un interrogativo che dobbiamo sempre porci nella vita”.
Al termine il vescovo ha salutato i ragazzi che con il loro entusiasmo e gioia, hanno animato la celebrazione d’inizio settimana santa.

Assisi – Settimana Santa, ladomenica delle Palme processione da piazza del Comune

“Mi auguro che la Pasqua sia un periodo di grazia, di pace e di gioia per tutti. Il Risorto torni a darci speranza nel difficile momento storico che stiamo vivendo. La settimana santa sia un periodo di riflessione e preparazione; la passione di Cristo ci aiuti a sentire le sofferenze del mondo, a pregare per queste e, nel nostro piccolo, a farcene carico”. È questo l’auspicio e l’augurio che il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, rivolge a tutta la comunità in vista della Pasqua che le diocesi celebrano con una ricca serie di eventi.

Gli appuntamenti della Settimana Santa partono il primo aprile dove torna, dopo gli anni di assenza a causa del Covid, la rievocazione della Passione di Cristo organizzata dai ragazzi delle parrocchie della montagna assisiate. Il toccante viaggio nelle fede è in programma per sabato 1 aprile alle ore 20,30 nel suggestivo castello di Porziano. I giovani, grazie alla collaborazione con il parroco don Cesare Provenzi, il parroco solidale don Alessandro Picchiarelli, le associazioni del territorio e le Confraternite, hanno pensato e organizzato un percorso emozionante sugli ultimi momenti di grande sofferenza e di straordinaria testimonianza di amore di Gesù.

Il 2 aprile, Domenica delle Palme, alle ore 9,30 ad Assisi ci sarà il ritrovo in piazza del Comune, davanti alla Chiesa di Santa Maria sopra Minerva, per la benedizione delle palme e l’avvio della processione verso la cattedrale di San Rufino dove il vescovo monsignor Domenico Sorrentino presiederà la celebrazione eucaristica. Il 5 aprile, mercoledì Santo alle ore 16 nella cattedrale di San Rufino si terrà la santa messa crismale, con la benedizione degli Oli santi, e la consegna del Libro della seconda Visita Pastorale, mentre il 6 aprile alle ore 17,30 monsignor Sorrentino presiederà in cattedrale la santa messa “Nella Cena del Signore” con la reposizione del Santissimo Sacramento per l’adorazione dei fedeli e la deposizione del crocifisso (“Scavigliazione”) a memoria della morte del Signore ricordata in ogni celebrazione e adorazione eucaristica.

Venerdì santo mattina la processione del Cristo Morto, nel pomeriggio la Celebrazione della Passione del Signore e alle ore 20,30 la processione con la Madonna Addolorata fino a San Francesco e ritorno con il Cristo e la Madonna alla cattedrale di San Rufino. L’8 aprile alle ore 22,30 veglia pasquale a San Rufino, mentre il giorno di Pasqua il vescovo celebrerà la santa messa nella concattedrale di Santa Maria Assunta a Nocera Umbra. A Foligno il vescovo presiederà mercoledì 5 aprile alle ore 21 la messa Crismale nella chiesa San Giacomo, il 6 aprile alle ore 10 avrà un incontro con i Cresimandi nella Chiesa di San Giacomo, domenica 9 aprile alle ore 18 celebrerà la Messa di Pasqua nella Pro-Cattedrale di Sant’Agostino.

Perugia – Domenica delle Palme inizio della Settimana Santa, Passione, Morte e Risurrezione del Signore.

Il 2 aprile la Chiesa celebra la Domenica delle Palme, la rievocazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, giorno che segna per i cristiani l’inizio della Settimana Santa, Passione, Morte e Risurrezione del Signore, “cuore della fede”. La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si appresta a viverla con particolare sobrietà e raccoglimento, offrendo la sua preghiera e il suo digiuno a quanti soffrono per le loro difficili situazioni di vita, come le comunità terremotate dell’Alta Umbria a cui l’arcivescovo Ivan Maffeis continua a rivolgere la sua attenzione e vicinanza in preparazione alla Pasqua. In questa luce il Vescovo compirà, nella cattedrale di San Lorenzo, durante la celebrazione della Cena del Signore (Giovedì Santo, 6 aprile), il rito della lavanda dei piedi ad un gruppo di famiglie terremotate; e domenica 9 aprile, celebrerà, in località Pierantonio, con la popolazione colpita dal sisma del 9 marzo, la Messa di Pasqua. La comunità diocesana è esortata a rivolgere il suo sguardo, nel prepararsi a rivivere il mistero più grande della fede cristiana, la Pasqua di Risurrezione, anche ad altre difficili situazioni di povertà umana e materiale vissute da tante famiglie perugine, e non solo, oltre ai milioni di esseri umani messi a dura prova in tutto il mondo a seguito di guerre, violenze, persecuzioni e calamità naturali come quelle recenti del terremoto in Turchia e in Siria e del ciclone in Malawi che non ha risparmiato la diocesi “gemella” di Zomba.

Programma della Settimana Santa in Cattedrale. In tutte le comunità locali è particolarmente sentita la Settimana Santa, che quest’anno ritorna ad essere vissuta nella sua interezza dopo il periodo della pandemia. A Perugia centro è consuetudine per numerosi fedeli e turisti partecipare ai riti della Cattedrale di San Lorenzo. Di seguito il programma.

Domenica delle Palme, 2 aprile, alle ore 10.15, davanti al palazzo arcivescovile, in piazza IV Novembre, ci sarà la preghiera con la benedizione dei ramoscelli d’ulivo da parte dell’arcivescovo Maffeis e la processione d’ingresso in Cattedrale, dove seguirà la Messa della Passione del Signore.

Mercoledì Santo, 5 aprile, alle ore 17, si terrà la Messa del Crisma, presieduta dall’arcivescovo insieme al Presbiterio diocesano. È la “festa dell’identità sacerdotale” in cui ogni sacerdote rinnova le promesse formulate il giorno della sua ordinazione. Vengono consacrati l’olio crismale – utilizzato nei sacramenti del Battesimo e della Cresima e nelle ordinazioni presbiterali ed episcopali – e gli olii dei catecumeni e per l’unzione degli infermi. La Messa del Crisma ha inizio con la suggestiva processione di sacerdoti, diaconi e seminaristi in piazza IV Novembre per poi fare ingresso in Cattedrale. Tra i fedeli, sempre molto numerosi, ci sarà una folta rappresentanza di cresimandi provenienti da diverse parrocchie.

A partire da Giovedì Santo, 6 aprile, alle ore 9, si terrà la celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle lodi mattutine, animata dal gruppo corale “Armonioso Incanto”; celebrazione che si rinnoverà, alla stessa ora, Venerdì Santo e Sabato Santo. Sempre la mattinata del 6 aprile l’arcivescovo Maffeis farà visita alle comunità dei detenuti e delle detenute del Carcere di Capanne, compiendo a loro il rito della lavanda dei piedi; venerdì sarà con il personale e gli ammalati dell’Hospice e sabato con il personale e gli ospiti della Casa di riposo Fontenuovo.

Il Triduo Pasquale, “cuore” della stessa Settimana Santa, inizia il Giovedì Santo (ore 18), in Cattedrale, con la Messa nella Cena del Signore presieduta dall’Arcivescovo. A seguire l’Adorazione eucaristica animata dai seminaristi. Venerdì Santo, 7 aprile (ore 18), si terrà la celebrazione della Passione del Signore e in serata (ore 21), la Via Crucis per le vie del centro storico, con inizio nel chiostro superiore della Cattedrale per poi raggiungere la parte più antica della “cittadella universitaria”, tra le vie del Verzaro, Armonia e dell’Aquilone, transitando per le piazze Giuseppe Ermini, San Paolo e Francesco Morlacchi, e concludersi in piazza IV Novembre. Sabato Santo, 8 aprile (ore 22), l’Arcivescovo presiederà la Veglia pasquale nella Notte Santa, durante la quale riceveranno l’iniziazione cristiana sei giovani catecumeni; altrettanti saranno i giovani che riceveranno il battesimo in alcune parrocchie della Diocesi. La Veglia inizierà con i suggestivi riti della benedizione del fuoco, dell’acqua e l’accensione del cero pasquale. Domenica di Pasqua, 9 aprile (ore 11), in cattedrale, la Messa della Risurrezione del Signore sarà presieduta dal vicario generale, don Simone Sorbaioli.